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Il flop dei biglietti Expo

Ci hanno detto che i biglietti venduti sono stati oltre 22 milioni, in realtà secondo i calcoli e i dati che da dentro Expo sono filtrati e che il Fatto Quotidiano ha raccolto i visitatori veri, quelli paganti, sono stati attorno ai 18 milioni, con lo stesso risultato l’Expo di Hannover nel 2000 è stato qualificato come il flop del millennio, ormai le cifre quelle da guardare non sono più tanto quelle dei visitatori, ma quelle del bilancio. Il prezzo medio del biglietto è stato molto abbassato per ottenere gli ingressi degli ultimi 3 mesi, dopo che invece i primi 3 mesi Expo era abbastanza vuoto, cosa è successo? Costo del biglietto medio molto abbassato, grandi sconti, proprio saldi di fine stagione abbassamento delle entrate, dai nostri calcoli si può prevedere che il buco di bilancio di Expo sarà dai 200 ai 400 milioni di Euro, certamente non un successo. Poi c’è chi dice però: non si può giudicare Expo soltanto dai soldi, dalle cifre, bisogna anche vedere il lascito morale di Expo, benissimo qual è il lascito morale di Expo?

Il fallimento della Carta di Milano
La famosa Carta di Milano che si è proposta addirittura di risolvere un problema globale come quello della fame nel mondo, ci è riuscita? No, la Carta di Milano è un elenco di buone intenzioni senza vincoli per i paesi che l’hanno firmata, dunque probabilmente resterà sulla carta. D’altra parte le organizzazioni, le Ong più qualificate che hanno anche partecipato alla stesura della Carta di Milano alla fine non l’hanno firmata, perché?
Vi leggo alcune risposte: Slow Food Italia dice: la Carta di Milano è solo un rassicurante elenco di buone intenzioni, abbiamo deciso di non firmarla perché non tocca alcuni nodi a la proprietà dei semi, l’acqua come bene comune, i cambiamenti climatici. Caritas internazionalis ha dichiarato: "è una carta scritta dai ricchi per i ricchi e non parla di speculazione finanziaria, accaparramento delle terre, diffusione degli Ogm, perdita della biodiversità, clima, speculazioni finanziarie sul cibo, acqua, desertificazioni, biocombustibili" non mi pare un giudizio molto lusinghiero.

Extra costi e bonifiche: chi li paga?
Extra costi tutte le aziende che hanno vinto appalti, alcune sappiamo, li hanno vinti anche truccando le gare, hanno chiesto extra costi, più soldi, molti più soldi di quelli con i quali avevano vinto le gare, ancora non sappiamo, ci sono trattative in corso, ancora non sappiamo quanti soldi andranno a queste aziende.
Il secondo problema è quello delle bonifiche, le bonifiche non sono state fatte, c’era un preventivo di 6 milioni per le bonifiche, ora sappiamo che ce ne vogliono più di 70 e soprattutto non sappiamo però a carico di chi, di solito è il venditore dell’area che deve consegnarla già bonificata, in questo caso chi procederà alle bonifiche? Anche questo non lo sappiamo e comunque sono costi che peseranno per il futuro.

Il dopo Expo?
Il grande problema a questo punto è il dopo lì abbiamo un’area immensa di oltre 1 milione di metri quadrati che dovrà trovare un suo utilizzo perché su quell’area sono stati impiegati 2.400.000.000 di denaro pubblico, di soldi nostri, cosa succederà di quell’area? Intanto non abbiamo quell’effetto che ci avevano promesso, ci promettevano 200 mila posti di lavoro nuovi? Non ce ne è traccia, in Lombardia l’occupazione è ancora in calo, ci promettevano aumenti del Pil di 1, 2, 3, 4 punti? Non ci pare l’aumento del Pil è di 0, e è dato da altri fattori non certo da Expo, cosa succederà almeno dopo di quell’area? Le idee non potevano essere più confuse di così.
Intanto c’è il peccato originale di Expo: quell’area è stata comprata per la prima volta nella storia degli Expo di tutto il mondo, con i soldi pubblici perché l’Expo per la prima volta è stato realizzato su aree private, così sostanzialmente il Comune di Milano e la Regione Lombardia hanno dovuto indebitarsi con le banche, per circa 200 milioni, chi restituirà quei soldi al Comune di Milano e a Regione Lombardia? Ancora non lo sappiamo, è stata fatta un’asta per rivendere quelle aree nel novembre 2014 nessuno si è presentato.
C’è questo peccato originale e poi c’è il cosa farci, il cosa fare dopo. Le idee che sono uscite finora sono di trasportare sul sito di Expo le facoltà scientifiche dell’università statale è un’idea del Rettore della statale Gianluca Vago, ottima idea ma con quali soldi? Con quale regia? Con quali tempi? Assolombarda ha detto: accanto alle facoltà scientifiche dell’università statale, possiamo metterci una zona di imprese, le imprese tecnologiche che possono trasportarsi lì, trasferirsi lì, sì ma anche lì con quale sicurezza, certezza, tempi regia non lo sappiamo.

Il governo brancola nel buio
L'idea del governo per risolvere ogni problema è stata annunciata in grande pompa dicendo: faremo un centro di ricerca, un grande centro di ricerca che farà di quell’area la Silicon Valley dell’Italia, porteremo lì l’istituzione italiano di tecnologie che ora ha sede a Genova e due altri piccoli di ricerca uno che ha sede a Trento e l’altro che ha sede a Torino e faremo di quell’area un posto prezioso per la ricerca genomica, per i big date etc., bellissimo anche questo ma andiamo a vedere le cifre, questi centri di ricerca occupano nel progetto originale 30 mila metri quadrati, nel progetto annunciato con grande pompa 70 mila metri quadrati è meno di 1/10 dell’area e tutto il resto?
Come si fa a riempire questa area che altrimenti rischia di restare il più grande squat d’Europa? Questo è tutto da vedere e lo dovremo vedere nei prossimi 10/20 anni. Un altro problema che potrebbe pesare sui conti definitivi di Expo è quello degli extra costi e quello delle bonifiche, i veri problemi di Expo cominciano adesso.

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