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Proiezione del capolavoro di SABINA GUZZANTI che racconta il patto Stato-mafia.
Prima visione nel Quartier del Piave del film che nessuno vuol farvi vedere:
Locandina del film la trattativa di sabina guzzanti
 
A fine proiezione confronto con la straordinaria presenza di
SABINA GUZZANTI
Cinema teatro magno CASTELBRANDO


CISON DI VALMARINO, 14.04.2015 - Soggetto e sceneggiatura, co-produzione e soprattutto una regia di tipo "Brechtiano", che entra ed esce dalla scena e dalla storia per regalare shock ed estrema partecipazione a tutte le fasi della storia narrata.

Questo è ciò cui gli oltre 300 spettatori intervenuti a Castelbrando hanno avuto il privilegio di assistere, prima dell'opportunità di confrontarsi con l'autrice di tutto.

Stiamo parlando del docufilm "La Trattativa", il film documentario diretto da Sabina Guzzanti, in distribuzione dal 2 ottobre 2014 ma rifiutato dalla grande distribuzione cinematografica, che ha come tema centrale la trattativa Stato-mafia, la negoziazione tra lo Stato italiano e Cosa nostra. Una produzione durata quattro anni e cominciata da un paziente e impegnativo studio di documenti giudiziari e testimonianze.

Molti dei presenti non hanno saputo dissimulare lo shock di ricevere tali e tante informazioni nell'arco di così poco tempo, ma ciononostante il dibattito conseguente ha avuto ulteriori spunti di riflessione. Non ultimo il confronto tra i metodi mafiosi diversi ma simili delle mafie nelle varie regioni d'Italia e del mondo.

Organizzato dal MoVimento5Stelle del Quartier del Piave, e con la presenza di molti attivisti trevigiani, alcuni dei quali candidati al Consiglio Regionale, l'evento ha impressionato la platea.

I 1000 Kg, di tritolo per Giovanni Falcone, l'espressione emblematica di Paolo Borsellino colta ai funerali del collega e compagno di lavoro, le bombe e gli altri omicidi "eccellenti", le manovre e conseguenti trattative, hanno lasciato la platea con l'amaro in bocca ma certamente con una realistica consapevolezza del mondo in cui viviamo.

Qualcuno ha lamentato l'assenza in quest'opera di un messaggio di speranza. 

"La speranza è un sogno fatto da svegli", è stata la risposta più o meno implicita scaturita dal confronto. 

Qui si parla di realtà e di fatti concreti e provati. Il resto è il lavoro che ci aspetta.

 
 
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