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Caro Gilberto,
nell'ultimo decennio ti sei dedicato anima e cuore a combattere l'opportunismo di chi predica l'ecologia autorizzando, in deroga, l'uso in agricoltura di pesticidi vietati dall' Unione Europea.
Hai combattuto l'ipocrisia di consorzi, amministrazioni, aziende multinazionali.
Con infinita dedizione hai studiato a fondo le incoerenze fra le banche dati ministeriali e le etichette dei prodotti fitosanitari, fra le "buoni intenzioni" del protocollo vitivinicolo e l'indicazione di utilizzare anche prodotti fitosanitari ad elevata tossicità.
Il tuo intenso e prezioso lavoro, di studio e divulgazione, grazie alle tante serate informative da te presiedute, hanno portato tanti cittadini ad acquisire consapevolezza sul tema del diritto alla salute, a respirare aria pura e bere acqua non contaminata: il diritto alla vita.
Quanto hai fatto per noi, con impegno e precisione, rimarrà nei nostri cuori anche ora che hai lasciato questo mondo terreno.
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Una cosa è certa a Farra di Soligo: dal voto del 26 maggio non uscirà un comune a 5 stelle. E con questa espressione non ci si vuol riferire solamente alla mancanza di una lista del Movimento, che non si è potuta formare a causa di una drastica riduzione del numero dei suoi cittadini sostenitori, alcuni dei quali
hanno preferito cambiare comune di residenza. Il comune di Farra non sarà a 5 stelle anche perché la maggioranza dei suoi elettori non sentono il bisogno di puntare sulla salvaguardia ambientale e su un tipo di sviluppo sostenibile.
Nel periodo in cui sono stato consigliere molto ho cercato di fare per queste cause (la mia attività di consigliere è consultabile alla pagina https://movimento5stelle.qdp.it/comuni/farra-di-soligo) e i risultati sono stati quasi sempre vanificati dal compatto voto contrario della maggioranza attualmente in carica.
Pochissimi cittadini hanno sentito la necessità di incoraggiare tale mia azione e ciò è sufficiente per capire quale sia l’orientamento politico del nostro comune: del Movimento 5 Stelle non c’è ancora bisogno.
Avendo conosciuto nella mia attività consigliare alcuni dei protagonisti di questa campagna elettorale, non posso trattenermi dall’esprimere alcune personali considerazioni. Innanzitutto mi chiedo quali divergenze abbiano portato parte dell’attuale maggioranza a formare una nuova lista dal momento che per
cinque anni hanno votato all’unanimità ogni ordine del giorno portato in consiglio. Una risposta forse arriva da quanto riportato nel programma elettorale pubblicizzato dalla lista Farra Viva, che si distingue dagli altri nel dichiarare che per il caso PIP non vogliono trovare un colpevole. Per quanto ci si sforzi, non
si capisce quale vantaggio possa arrivare ai cittadini da tale scelta; casomai un vantaggio arriverà al colpevole.
Un altro punto che mi sta particolarmente a cuore è quello ambientale ed in particolare quello di una efficace regolamentazione dei trattamenti fitosanitari e dello smaltimento dei residui vegetali. Alla "Marcia Stop Pesticidi" svoltasi domenica scorsa a Follina non ho visto un solo candidato tra quelli in
corsa per le prossime amministrative: evidentemente queste tematiche non rientrano tra le priorità. Si preferisce perseguire l’obiettivo UNESCO, pensato esclusivamente come opportunità commerciale, tanto da portare i comuni interessati a spendere cifre favolose per finanziare l’Associazione Temporanea di
Scopo “Colline di Conegliano Valdobbiadene Patrimonio dell’Umanità”, mentre non si è minimamente pensato a tutelare tale patrimonio, arrestando l’espansione dilagante delle piantumazioni a vigneto che, oltre a incrementare l’utilizzo di fitosanitari, hanno dato alle nostre colline l’innaturale aspetto di pecore tosate male.
A chiunque uscirà vincitore dalle urne auguro di lavorare al meglio delle sue capacità e risorse, nella speranza che non prevalgano gli interessi immediati.
Il Consigliere Comunale uscente di Farra di Soligo
Alessandro Sartor - Movimento 5 Stelle Farra di Soligo
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Farra di Soligo, 02/12/18 – Arriva l’inverno e ci risiamo: non passa giorno senza la presenza di fastidiosi “segnali di fumo”, che sotto forma di dense nubi tossiche invadono le nostre colline e raggiungono le civili abitazioni. Come sempre si tratta di fuochi accesi da viticoltori irrispettosi della legge ed obbedienti
solamente alle regole del profitto facile a scapito della salute dei malcapitati concittadini.
Eppure il regolamento di Polizia Rurale parla chiaro su questo punto: “è vietato accendere fuochi e la combustione all’aperto dei residui vegetali, vegetali agricoli e forestali è pratica agronomica espressamente vietata”.
L’ordinanza del Sindaco di Farra di Soligo, grazie alla quale in rarissimi casi era possibile far ricorso a tale pratica, ha avuto il suo termine il 31 marzo scorso; da tale data e tuttora in nessunissimo caso è lecito accendere fuochi!
Purtroppo sembra che il problema non sia sufficientemente sentito né dall’amministrazione locale, né dalla popolazione, infatti chiunque oggi può constatare che parecchi viticoltori accendono fuochi in tutta tranquillità, forti dell’indulgenza (o accondiscendenza?) dei cittadini e della debolezza del servizio di
vigilanza e scegliendo di preferenza i giorni di sabato e domenica, quando meglio possono sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine.
Se il divieto imposto dal regolamento di Polizia Rurale non venisse svigorito dalle frequenti deroghe, forse le cose cambierebbero. E’ per questo motivo che il Movimento 5 Stelle di Farra di Soligo ha avanzato un’interrogazione all’Amministrazione Comunale, chiedendo di interrompere le ordinanze di
deroga al divieto di accensione di fuochi per l’eliminazione di residui vegetali.
Si vuol rammentare che l’ARPAV, a seguito dei monitoraggi svolti nel 2014 nei comuni di Farra di Soligo, Moriago della Battaglia e Sernaglia della Battaglia, ha precisato che “le concentrazioni nell’aria di diossine, furani e policlorobifenili (PCB) rilevate nella stagione fredda, sensibilmente più elevate rispetto a Treviso città, sono dovute senz’altro anche al ricorso della combustione all’aperto per smaltire i tralci di vite in inverno”.
Se timori di natura elettorale dovessero portare cattivi consigli ai nostri amministratori, auspichiamo almeno nel ricorso al buon senso! Non sarebbe opportuno almeno limitare al solo mese di marzo il periodo di deroga? Escludendo i mesi di gennaio e febbraio, caratterizzati da un elevato livello di concentrazione di polveri sottili nell’aria, si ridurrebbero concretamente i rischi per la salute dei cittadini.
Non dimentichiamo che i dati statistici indicano chiaramente come la nostra zona sia caratterizzata nel mese di gennaio da condizioni climatiche di scarsa piovosità, con concentrazione di polveri sottili particolarmente elevata.
In conclusione confidiamo che non solo l’amministrazione comunale di Farra di Soligo, ma anche le amministrazioni dei comuni limitrofi, che si trovano ad affrontare lo stesso problema, diano dimostrazione di accortezza ed interrompano precauzionalmente il ricorso alla deroga per il divieto di accensione di fuochi, almeno fintantoché non dispongano di dati certi relativi alla piovosità ed ai livelli di concentrazione di polveri sottili nell’aria.
Il Consigliere Comunale di Farra di Soligo
Alessandro Sartor
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L’amministrazione comunale di Farra di Soligo non ne vuol fare a meno.
Farra di Soligo, 06/08/2018 – La scorsa settimana il consiglio comunale di Farra si è riunito per discutere, fra l'altro, la modifica al regolamento comunale per introdurre, a partire dal 2019, il divieto di utilizzo degli erbicidi a base di Glifosate.
Da sempre l'argomento Ambiente e Sostenibilità è al centro del dibattito politico che i pentastellati cercano di condurre; tra le tante richieste sottoposte al consiglio comunale, che a garanzia della trasparenza i cittadini possono consultare in rete (https://movimento5stelle.qdp.it/comuni/farra-di-soligo), nel febbraio 2016 è stata anche affrontata la questione Glifosate ed erbicidi in genere. La proposta dei 5 stelle fu quella di vietare l’utilizzo di tutti gli erbicidi chimici, sia nelle coltivazioni agricole che nell’ambiente urbano, anche perché il diserbo chimico viola il principio della lotta integrata essendoci sempre mezzi meccanici e tecniche agronomiche efficaci per combattere la flora spontanea. La proposta fu bocciata.
Nel settembre 2016 anche il Ministero della Salute si espresse nel merito, revocando “l’autorizzazione all’immissione in commercio ed impiego dei prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva Glifosate ed il coformulante ammina”. Tale disposizione di fatto eliminava tali erbicidi a partire dal 2017.
In occasione dell’ultimo consiglio, l’amministrazione di Farra, refrattaria a mettere mano al Regolamento di polizia rurale su proposta di un consigliere di minoranza, ha dimostrato invece di saperlo fare per apportare una modifica che di fatto sposta al 2019 il divieto di utilizzo del Glifosate, permettendone l'uso per altri 5 mesi. Se vietare l’utilizzo del Glifosate è davvero volontà di tutti, ci si domanda perché non si è intervenuti due anni fa, quando la proposta fu portata in consiglio. Ci si domanda inoltre perché si è voluto modificare il Regolamento in tutta fretta (l’OdG in questione è comparso solo successivamente alla riunione capigruppo, a pochi giorni dalla seduta consigliare) quando tale delibera non cambia nulla fino al 2019; non si poteva rivedere il regolamento con più attenzione, favorendo un ampio dibattito e magari anche su altri punti?
Come faranno gli organi di controllo a verificare che il diserbo chimico venga effettivamente eseguito senza ricorso al Glifosate? L’insegnamento che la storia degli erbicidi chimici ci offre è molto chiaro: l’Atrazina, ancora oggi presente nelle falde sotterranee, fu proibita in Italia nel 1992; il Glifosate, anch’esso presente nelle acque superficiali e sotterranee, seguirà lo stesso destino. L'erbicida chimico del futuro, che verrà utilizzato a partire dal 2019, sarà davvero sicuro per la nostra salute e la tutela dell’ambiente?
Per ogni scelta c’è una motivazione, ma in questo caso il sospetto è che l’amministrazione comunale abbia voluto mascherare da intervento a salvaguardia dell’ambiente quella che di fatto è una deroga all’utilizzo del Glifosate.
Movimento 5 Stelle – Farra di Soligo
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Le proposte dei 5 Stelle per la tutela della salute di cittadini e turisti
Il Movimento 5 Stelle Quartier del Piave, da sempre sensibile alla problematica ambientale e costantemente attivo nella difesa della salute dei cittadini e nell'innalzamento della loro qualità di vita, ha formulato una serie di proposte che ha provveduto a trasmettere ai Sindaci dei comuni di Pieve di Soligo, Farra di Soligo, Sernaglia della Battaglia, Moriago della Battaglia, Refrontolo, Follina, Miane.
Due sono gli obiettivi dichiarati: uscire dalla polemica sull'utilizzo di prodotti fitosanitari in agricoltura per iniziare a fare qualcosa che migliori la convivenza tra le parti interessate e puntare sull'individuazione di interventi poco dispendiosi a fronte di grandi benefici.
La via suggerita dai 5 Stelle è quella di mettere mano ai regolamenti comunali, per introdurre misure che vanno dall'obbligo, esteso a tutte le coltivazioni viticole e frutticole non biologiche, di piantumare siepi con altezza e profondità di almeno 3 metri lungo tutti i confini con luoghi pubblici (parchi, edifici pubblici, strade urbane ed extra-urbane), all'obbligo di apporre, lungo gli stessi confini, cartelli gialli che informino i cittadini sulla data dell’irrorazione, il nome commerciale dei prodotti impiegati, i relativi principi attivi e la frasi di rischio, alla possibilità che le stesse misure protettive possano essere richieste dal confinante il cui lotto sia ad uso residenziale, lavorativo o agricolo con coltivazione biologica.
L’installazione di siepi è un provvedimento utile sia per contenere la deriva dei prodotti fitosanitari nel momento dell’irrorazione, sia per ridurne la diffusione nell’ambiente circostante nei giorni successivi all’irrorazione; soprattutto è un provvedimento a tutela di cittadini e turisti che, nel periodo primaverile-estivo, amano passeggiare o percorrere in bicicletta per strade e sentieri che si snodano tra gli scenari che caratterizzano il nostro patrimonio naturale.
La finalità dell'installazione dei cartelli gialli informativi è invece quella di promuovere la trasparenza, soprattutto considerato il fatto che il forte odore che si respira in prossimità dei vigneti non è un evidente segnale di pericolo, ma genera ugualmente allarmismo. I prodotti fitosanitari che solitamente si impiegano in agricoltura sono veleni fungicidi e insetticidi, e solamente le relative frasi di rischio possono permettere al cittadino di valutare se sia pericoloso o no stazionare in prossimità di quella coltura.
Come gruppo ci auguriamo che ogni Sindaco, primo responsabile della salute dei suoi cittadini, recepisca le nostre proposte, cosciente che così facendo non sta imponendo divieti ai viticoltori, ma promuovendo uno sviluppo sociale del nostro territorio ed attuando un esempio di convivenza civile.
Allegato: fac-simile cartello coltura trattata in Open Document Format
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Il Consorzio di Tutela DOCG scrive che gli insetticidi biologici sono efficaci, ma poi consiglia anche quelli più pericolosi
Inizia la stagione dei trattamenti insetticidi nei vigneti: il Consorzio di Tutela del Conegliano-Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, con l’undicesimo bollettino agronomico, ha stabilito che a partire dai prossimi giorni venga dato inizio al primo trattamento obbligatorio contro lo scaphoideus titanus, insetto responsabile della diffusione della flavescenza dorata, malattia della vite.
Un anno fa abbiamo pubblicamente sollevato la contraddizione fra l’animo “green” del Consorzio, che nel bollettino agronomico scriveva “il controllo biologico delle cicaline viene efficacemente perseguito mediante l’impiego di Piretro e Sali potassici di acidi grassi”, prodotti naturali ammessi in agricoltura biologica, ed il consiglio nello stesso bollettino di utilizzare prodotti insetticidi nocivi per l’uomo e per l’ambiente.
In quell’occasione, il Consorzio ci aveva pubblicamento risposto dicendo in sostanza che facevamo allarmismo, polemica, e invitandoci “ad un incontro presso la nostra sede e visitare qualche vigna, per confrontarci oltre che per raccogliere eventuali spunti e suggerimenti concreti e basati su dati di fatto”: noi ci siamo andati, abbiamo fatto le nostre proposte, e alla distanza di un anno cos’è cambiato? Nulla!
Anche quest’anno, secondo il Consorzio di Tutela, si può combattere efficacemente le cicaline con prodotti biologici, ma vengono consigliati anche insetticidi che hanno effetti cronici sulla salute dell’uomo, oltre ad essere tossici per l’ambiente ed in particolare per le api. Precisiamo che la pericolosità di tali prodotti è ben visibile leggendo le relative schede di sicurezza, non sono allarmismi “basati sul nulla”.
Staremo a vedere quali consigli il Consorzio darà per il secondo trattamento insetticida, sperando che i buoni propositi di rispetto della salute e dell’ambiente non rimangano sempre e soltanto chiacchiere. Nel frattempo invitiamo le forze di polizia a controllare che tutti i vigneti vengano sfalciati prima della prossima irrorazione, misura obbligatoria al fine di limitare la presenza di api nelle colture trattate con insetticidi.
Si allegano:
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Bollettino agronomico del Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG: https://movimento5stelle.qdp.it/files/progetti/ambiente/bollettino_agronomico_docg_20180611.pdf
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Etichetta di un insetticida consigliato, a base di chlorpyrifos:
https://movimento5stelle.qdp.it/files/images/progetti/ambiente/chlorpyrifos_dursban_etichetta.png
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La piattaforma Rousseau è uno straordinario strumento di partecipazione popolare, pensato e proposto dal Movimento 5 Stelle e mai realizzato in nessun altro paese al mondo.
Per la prima volta, all'interno di una democrazia europea, il Movimento 5 stelle offre la possibilità ai cittadini di proporre delle leggi secondo gli stessi principi cardine delle Costituzioni postbelliche che auspicano il coinvolgimento degli stessi nella crescita sociale, civile e spirituale del proprio paese.
Come gruppo meetup del Movimento 5 stelle del Quartier del Piave, abbiamo deciso di sfruttare questa opportunità, discutendo assieme eventuali proposte di legge da inserire nella piattaforma.
Ricordiamo che le proposte più votate verranno portate in Parlamento dai nostri Cittadini Portavoce e potrebbero davvero diventare future leggi.
Perché una legge sul diritto al part-time?
L'Art.4 della nostra Costituzione recita:
"La repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere secondo le proprie possibilità e la proprio scelta, un’attiviLa repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere secondo le proprie possibilità e la proprio scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della societàtà o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società."
La lettura di queste parole e la comprensione del loro profondo significato, ci fa capire quanto poco abbiano fatto i governi che si sono succeduti negli anni per "promuovere le condizioni che rendono effettivo" il diritto al lavoro.
Lavoro che ogni cittadino ha il "dovere di svolgere secondo le proprie possibilità e la propria scelta".
Per la donna lavoratrice e madre il mondo del lavoro è una dimensione nella quale si cerca l'equilibrio fra la necessità di mantenere il proprio impiego e gli impegni e responsabilità in ambito famigliare, finendo spesso col sacrificare il tempo dedicato a quest'ultima pur di portare a casa uno stipendio.
Molte madri vorrebbero una riduzione di orario ma il part-time è visto dalle aziende come “ una gentile concessione” piuttosto che un effettivo diritto.
La nostra proposta di legge sul DIRITTO al part-time è un piccolo passo verso un futuro mondo del lavoro che rivaluti la figura della madre lavoratrice e le dia spazio nel suo volersi rendere indipendente economicamente, senza rinunciare a seguire i propri figli com’è giusto che sia.
Il DIRITTO ad un orario di lavoro ridotto è anche un passo verso una società più rispettosa del ruolo fondamentale che una madre, prima educatrice fra tutte, ricopre nella crescita dei figli.
Senza dimenticare, in ultima analisi, che la nostra proposta realizza ciò che è scritto nella Costituzione, ovvero che...
"Ogni cittadino ha il dovere di svolgere secondo le proprie possibilità e la proprio scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società."
Di seguito riportiamo il testo che abbiamo inserito nella piattaforma Rousseau nella speranza che venga eventualmente perfezionato e discusso in Parlamento.
PROPOSTA DI LEGGE
AD INTEGRAZIONE DELL'ATTUALE DECRETO LEGISLATIVO
RIGUARDO IL CONTRATTO DI LAVORO A TEMPO PARZIALE
Il lavoro a tempo parziale ha trovato una prima disciplina legislativa soltanto negli anni ottanta ed una più organica disciplina con il Decreto Legislativo 25 febbraio 2000 n.61 (modificato poi dall'art. 1 comma 44, legge 24 dicembre 2007, n.247) ma a tutt'oggi non esiste la possibilità di scelta da parte di donne lavoratrici che sono anche madri.
La legge n. 247/2007 nel definire i principi e i criteri direttivi che devono guidare il Governo nell'attuazione della delega per il riordino degli incentivi all'occupazione, con riferimento all'istituto del part-time prevede incentivi per la stipula di contratti a tempo parziale e agevolazioni per le trasformazioni, anche temporanee e reversibili, di rapporti a tempo pieno in rapporti a tempo parziale avvenute su richiesta di lavoratrici e lavoratori e giustificate da "comprovati compiti di cura" MA NON PREVEDE ALCUN DIRITTO DI SCELTA.
La legge oggi lascia molto spazio alla contrattazione collettiva che, integrando la disciplina legale, regola in concreto il lavoro a tempo parziale ma non offre la reale opportunità di SCEGLIERE e veder garantito un orario ridotto a quelle lavoratrici che sono madri e che troverebbero maggiore soddisfazione in un orario di lavoro che le occupi per metà della giornata.
Con questa proposta s'intende integrare l'attuale legislazione in merito estendendo il diritto all'opportunità di scelta a tutte le donne madri.
La lavoratrice che è anche madre deve avere il diritto di poter scegliere un orario di lavoro a tempo parziale (part-time) sostenuta da un’adeguata legge che la tuteli e le garantisca tale opportunità di scelta a tempo indeterminato.
IL LAVORO A TEMPO PARZIALE NON DEVE ESSERE UNA "GENTILE CONCESSIONE" MA UN DIRITTO.
Diritto di scelta che comporterà adeguati strumenti fiscali atti a garantire una riduzione a livello di tasse e opportuni incentivi per le aziende.
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La settimana scorsa si è svolta a Pieve di Soligo una serata informativa sulle opportunità offerte al territorio di Conegliano-Valdobbiadene nel caso venisse approvata la candidatura a Patrimonio dell’Umanità.
Nonostante i relatori abbiano ripetuto più volte che la candidatura è del Paesaggio, non del Prosecco, e che ci saranno vantaggi per tutti, più volte il Presidente Innocente Nardi ha ribadito l’idea di costituire 4 posti letto in ogni cantina.
Ma allora lo scopo reale della candidatura UNESCO non è dare un vantaggio a tutti i cittadini, bensì portare i turisti nel nostro territorio affinché acquistino il vino, dormano nelle strutture ricettive predisposte dai vignaioli, magari mangino negli agriturismi, alimentando così soltanto il business del settore agricolo!
Svanisce in questo modo anche l’unico beneficio che potevano avere i cittadini, ovvero la possibilità di ristrutturare e riqualificare le tante case abbandonate nei centri storici, spesso troppo piccole o inadeguate per essere abitate stabilmente, ma ottime per la realizzazione di bed and breakfast o di un albergo diffuso.
Crediamo che gli obiettivi debbano essere completamente rivisti: chi sta portando avanti l’iter per la candidatura UNESCO non deve pensare solo agli interessi degli agricoltori, ma dovrà favorire una distensione dei rapporti fra cittadini e agricoltori da attuarsi con i fatti, non solo con le parole, a partire dal divieto di utilizzo di sostanze chimiche in agricoltura. In Italia ci sono una dozzina di bio-distretti, perché non porci anche noi un obiettivo così prestigioso?
Soltanto attraverso la riqualificazione dei centri storici per la realizzazione di alloggi turistici e la realizzazione di un bio-distretto in cui non si usino più pesticidi chimici, si potrà creare l’armonia e il coinvolgimento di tutti i cittadini, necessari per offrire ai turisti paesaggi incantevoli, possibilità di escursioni nelle colline anche d’estate e, non ultimo, un vino biologico d’eccellenza, a beneficio di tutta la comunità locale.
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Nel precedente comunicato abbiamo focalizzato l’attenzione sul ruolo del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, lamentando che da un lato predica bene, fornendo informazioni chiare e precise sull’efficacia di due prodotti fitosanitari biologici per il controllo degli insetti, e dall’altro razzola male proponendo anche principi attivi chimici “tra i quali il viticoltore potrà scegliere il preferito”. Ed i viticoltori hanno scelto, quasi tutti, i prodotti chimici, ma questo è lecito?
Ribadiamo che la “difesa integrata” stabilisce che al posto dei prodotti chimici si devono utilizzare i mezzi non chimici, qualora siano efficaci, concetto ribadito anche da VenetoAgricoltura.
Che ci sia un abuso di veleni nocivi ai quali la popolazione viene sottoposta lo dimostra la lista dei prodotti chimici consigliati nel Protocollo Viticolo 2017: si veda l’immagine in cui sono evidenziate le frasi di rischio corrispondenti agli effetti cronici sulla salute; alleghiamo anche l’etichetta del Dursban, uno degli insetticidi consigliati, con le relative informazioni mediche, che credo si commentino da sole. Di fronte a questi dati, chi può dichiarare che la popolazione è tutelata, e che la viticoltura del Prosecco è sempre più green??
I termini “green” e sostenibilità presuppongono il raggiungimento di un equilibrio sociale, mentre il Prosecco attualmente accentua le ostilità tra viticoltori e non, assomigliando più ad un’economia di mero sfruttamento incontrollato delle risorse piuttosto che ad un’economia sostenibile: avete idea di quali danni avrebbe l’intera società nel caso in cui UNESCO, a causa di questo sfruttamento intensivo, rigettasse la candidatura delle nostre colline a Patrimonio dell’Umanità?
Secondo l’ultimo monitoraggio di ARPAV, del 2015, dei 3.692.439 kg di principi attivi fitosanitari utilizzati in provincia di Treviso, addirittura il 32% ha effetti cronici sulla salute.
Questi sono dati, non chiacchiere, e se ancora non bastano, abbiamo molte altre evidenze scientifiche da offrire, ma basterebbe semplicemente pubblicare le etichette degli agrofarmaci che voi consigliate, dati scritti rosso su bianco, per far capire qual’è l’impatto dell’agricoltura, più di 3 mila tonnellate di prodotti chimici all’anno nella sola provincia di Treviso, sulla salute di tutti i cittadini.
I nostri toni risultano accesi perché siamo consapevoli che bisogna chiedere molto per ottenere poco: crediamo che il Consorzio di Tutela sia veramente un’ organismo in grado di dare una svolta, indirizzando gli agricoltori verso una viticoltura decisamente più rispettosa dell’ambiente, e siamo felici che da qualche anno il Consorzio dia indicazioni sulle tecniche agronomiche utili a ridurre l’uso di pesticidi.
Adesso però è ora di agire sul serio, visto che ormai la misura è colma e il malumore fra i cittadini è evidente, pertanto chiediamo al Consorzio di Tutela di rendere il Protocollo Viticolo vincolante per i produttori, togliere da subito tutti i prodotti che hanno effetti cronici sulla salute e dare informazioni chiare e ferme agli agricoltori: se c’è un prodotto biologico o mezzo non chimico efficace, si dovrà utilizzare obbligatoriamente quello! Introdurre analisi e controlli a tutti gli associati in modo da escludere dalla DOCG chi non rispetti le indicazioni del Consorzio. Possiamo contare su di voi? Avete una grande responsabilità nel condurre il Prosecco nella giusta direzione!
Ringraziamo per l’invito a visitare qualche vigna, che accetteremo volentieri quando darete una svolta significativa a questa agricoltura: conosciamo molto bene la realtà in quanto “respiriamo” tutti i giorni i “profumi” della terra, specie alla sera quando risulta impossibile stare in giardino a “godersi il fresco” o arieggiare casa. Comunque, finché vedremo irrorazioni fatte anche in centro paese con tute e maschere di protezione, siamo certi che i prodotti utilizzati non siano aderenti alle nostre aspettative e che il Consorzio, nonché le istituzioni, in qualche modo abbiano fallito la propria missione.
Cogliamo l’occasione per ringraziare pubblicamente le redazioni che diffonderanno questo comunicato, coscienti che potrà attirare ingiustamente le ire di alcuni inserzionisti cantinieri, ma che potrà anche fungere da stimolo per andare verso un miglioramento del prodotto Prosecco.
Movimento 5 Stelle Farra di Soligo
Collegamenti:
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Risposta del Consorzio di Tutela al nostro comunicato stampa:
http://www.qdpnews.it/index.php/farra-di-soligo/17010-il-consorzio-del-prosecco-docg-invita-il-m5s-nelle-vigne-venite-a-vedere-come-tuteliamo-la-nostra-salute-e-il-futuro-del-territorio -
Link al sito di VenetoAgricoltura , che esplicita bene il concetto di difesa integrata dando la nostra stessa interpretazione: http://www.venetoagricoltura.org/basic.php?ID=6541
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Rapporto FAS 2015 - Fitosanitari venduti nel 2015 in Veneto - ARPAV
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Elenco degli insetticidi chimici consigliati dal Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG:
http://movimento5stelle.qdp.it/files/images/progetti/ambiente/protocollo_viticolo_2017_insetticidi.png -
Etichetta del prodotto fitosanitario Dursban, consigliato nel Protocollo Viticolo 2017:
http://movimento5stelle.qdp.it//images/progetti/ambiente/chlorpyrifos_dursban_etichetta.png
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Piretro efficace contro la cicalina, ma vengono consigliati anche altri prodotti chimici nocivi.
Il tema del Prosecco sta animando molto il dibattito tra cittadini, che rivendicano il diritto di vivere in un ambiente sano, e le associazioni di categoria che smorzano i toni affermando che il problema dell’inquinamento da prodotti fitosanitari non esista e che l’agricoltura è sempre più “green”.
Dichiarazioni, queste ultime, molto ricorrenti ma mai supportate da dati concreti.
Il Consorzio di Tutela del Conegliano-Valdobbiadene Prosecco Superiore, nel bollettino agronomico del 15 giugno 2017, presenta alcuni principi attivi chimici ad azione insetticida, per poi affermare che “il controllo biologico delle cicaline viene efficacemente perseguito mediante l’impiego di Piretro e Sali potassici di acidi grassi” ovvero due principi attivi autorizzati in agricoltura biologica.
La difesa integrata stabilisce che “Ai metodi chimici devono essere preferiti metodi biologici sostenibili, mezzi fisici e altri metodi non chimici se consentono un adeguato controllo degli organismi nocivi”, pertanto i viticoltori dovrebbero utilizzare solo i principi attivi “bio” consigliati dal Consorzio di Tutela, ma chi lo fa?
Chi controlla effettivamente che i trattamenti vengano fatti nel rispetto della legge?
Il Consorzio di Tutela predica bene ma razzola male, poiché lascia intendere all’agricoltore che possa utilizzare anche prodotti chimici, alcuni dei quali hanno gravi effetti sulla salute dell’uomo in quanto agiscono sul sistema nervoso. La difesa integrata non dovrebbe essere una forzatura, ma dovrebbe essere accolta dagli agricoltori come un principio di base da attuare spontaneamente, così come dovrebbe essere un principio normale cercar di tutelare la salute di se stessi e della propria famiglia... e intanto si continua a vedere agricoltori, muniti di tuta e mascherina, irrorare gli insetticidi nocivi anche nei vigneti confinanti con strade e abitazioni, anche all'interno dei centri abitati.
Fa sorridere leggere che “l’agricoltura ora è sempre più green” solo perché dal 2013 hanno tolto dal protocollo vitivinicolo il principio attivo Mancozeb, di cui si conosce la cancerogenicità fin dal 2002, e poi continuano a proporre il Metiram che fa parte della stessa famiglia.
Invitiamo il Consorzio di Tutela a dare un impulso veramente positivo all’agricoltura, stabilendo un disciplinare che segua scrupolosamente il principio della difesa integrata sopracitato, ed aprendo la strada ad una nuova mentalità secondo cui sia possibile produrre, magari con maggior sforzo, ma senza avvelenare aria, acqua e cibo. Finché non sarà maturata questa filosofia, sollecitiamo analisi di controllo dell'uva prodotta per escludere dalla DOCG i produttori che non rispettino il disciplinare, visto e constatato che su 5 marche di Prosecco DOCG analizzate nel 2016, 3 presentavano residui di Folpet, prodotto fitosanitario sospettato cancerogeno che non rientra nel Protocollo Vitivinicolo. Solo così potrà aumentare il prestigio di un prodotto di successo come il Prosecco, attualmente lasciato in balìa delle critiche pesanti, ma lecite, relative al metodo di lavorazione dei vigneti.
- Bollettino agronomico del Consorzio di Tutela del 15/06/2017: http://movimento5stelle.qdp.it/files/progetti/ambiente/bollettino_agronomico_docg_20170615.pdf
- Bollettino agronomico del Consorzio di Tutela del 23/06/2017: http://movimento5stelle.qdp.it/files/progetti/ambiente/bollettino_agronomico_docg_20170623.pdf
- Link al sito di VenetoAgricoltura , che esplicita bene il concetto di difesa integrata dando la nostra stessa interpretazione: http://www.venetoagricoltura.org/basic.php?ID=6541
- Link al sito del Comitato Colli Puri che in agosto 2016 ha fatto le analisi di 5 marche di Proesecco DOCG: http://www.collipuri.it/2016/11/10/risultati-analisi-su-cinque-campioni-di-prosecco-docg/
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Abbiamo una possibile data per il referendum sull’autonomia. Zaia ha detto che potrebbe essere il 22 ottobre 2017. Questo significa che non avremo un election day, e che quindi i costi per fare il referendum (14 milioni di euro) non saranno assorbiti da altre elezioni fatte contemporaneamente. Dunque, al momento saranno i cittadini veneti a pagare il referendum.
Questo a noi non va bene e rilanciamo la nostra proposta: abbiamo chiesto alla giunta regionale di abolire i vitalizi dei consiglieri e degli ex consiglieri regionali. In questo modo si risparmieranno proprio 14 milioni, la cifra che serve per fare il referendum. Sia la Casta e non i cittadini a pagarlo.
Zaia si era detto d’accordo davanti alle telecamere, ma al momento in Consiglio sta bloccando la nostra proposta. Ora non ci sono più scuse: bisogna decidere!
Vi informeremo sull’esito di questa nostra battaglia di giustizia.
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In campagna elettorale Luca Zaia prometteva di non alzare le tasse, con tanto di cartelli piazzati ovunque. In queste ore però il Veneto si è svegliato con una pesante tassa in più, reintrodotta proprio da Zaia: l’addizionale Irpef.
Oltre all’incoerenza di Zaia, ciò che fa arrabbiare i veneti è il motivo della nuova tassa. Zaia alza le tasse per tappare il buco creato da un suo grande fallimento: la superstrada Pedemontana veneta. Una superstrada che doveva costare 800 milioni di euro e che invece secondo la Corte dei Conti costerà 2,5 miliardi di euro.
C’è perfino un’altra promessa infranta dal governatore: questa grande opera doveva essere finanziata dai privati, attraverso il Project Financing. Invece non si sono trovati gli investitori, e ora la pagheranno i cittadini con le tasse.
Ma le brutte sorprese non finiscono qui. Oltre al danno, pure la beffa. Potrà sembrare assurdo, ma i veneti pagheranno la Pedemontana due volte: prima con l'addizionale irpef che introdurrà Zaia, e poi con il pedaggio!
Dicono che Zaia è pronto per andare a Roma come premier. Di certo ha imparato bene a recitare e a dire balle come Renzi. Da questo punto di vista non ha nulla da invidiare ai suoi predecessori, ma non credo che gli italiani caschino più in trappole del genere.
Prima con Galan e da due mandati come presidente, Zaia governa il Veneto da vent’anni, eppure trova sempre il modo di scaricare barile su qualcun altro o di dire che non sapeva niente. Con questa nuova tassa finalmente in molti apriranno gli occhi. Passiamo parola e aiutiamoli a farlo.
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Il M5S intende procedere, a proprie spese, ma a nome dei risparmiatori, azionisti e clienti truffati da Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ad azioni giuridiche presso le Corti di Giustizia Sovranazionali e, in particolare, innanzi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, per la tutela del risparmio dei cittadini e dell'integrità e salvaguardia del futuro delle imprese.
Sabato 22 gennaio 2017 si è tenuto a Castelfranco una conferenza per spiegare quali possibilità di ricorso ci siano per fare in modo che i risparmiatori truffati dalle banche possano vedere riconosciuti i propri diritti.
Chi non ha potuto partecipare all'incontro può scaricare il modulo di adesione al seguente link http://bit.ly/2jN4yvN e dopo averlo compilato, deve inviarlo a:Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Moltissimi dati di approfondimento sono disponibili su https://docs.google.com/document/d/1Qqh5Pc0YjlLO8EXnCIkBU0_1yjR8IR7iWFoPorOBroM/edit?usp=sharing
Condividete, è molto importante!
Alla data del 24 gennaio 2017 sono oltre 700 i cittadini che hanno aderito al ricorso che stiamo portando avanti.
Per info
tel.: 0422 303944
mail.: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Ulteriori info su www.castelfrancoveneto5stelle.it
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Triste caduta d’immagine per il Prosecco
Farra di Soligo, 20/12/2016 - Accade, quasi sempre di sabato e domenica, di vedere le nostre colline del Prosecco invase dal fumo proveniente da fuochi accesi qua e là da viticoltori, irrispettosi della legge, che per risparmiare qualche ora di lavoro provvedono a smaltire sarmenti ed altro materiale residuo bruciandolo in loco. Eppure l’ordinanza del Sindaco di Farra sulla gestione controllata delle combustioni è fin troppo chiara: “è sempre vietata la combustione sul luogo di produzione dei residui vegetali agricoli o forestali”. Il ricorso alla deroga, nei rari casi in cui era praticabile, era possibile solo fino al 31 marzo scorso. Ciò significa che a dicembre in nessun caso è lecito accendere fuochi!
Il dato che oggi purtroppo chiunque può constatare è che ci sono ancora parecchi viticoltori che, irrispettosi dell’ordinanza vigente, ottusamente ricorrono a questa pratica primitiva, confidando di passare inosservati e di meglio sfuggire ai controlli della polizia locale nei giorni di sabato e domenica, quando il servizio di vigilanza è ridotto.
Questi miopi agricoltori forse ignorano che il fine per cui è stata fatta questa ordinanza è quello di salvaguardare la salute di tutti i cittadini, loro compresi. Questi agricoltori forse ignorano che i prodotti della combustione, soprattutto se all’aperto, innalzano drasticamente i livelli di particolato e diossine nell’aria; ignorano i danni alla salute che derivano dalla respirazione di polveri sottili, che, secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente, ogni anno è causa della morte prematura di 84.400 persone in Italia; ignorano infine i benefici economici e biologici che si apporterebbero al terreno con la trinciatura in loco.
Questo fine settimana le colline di Farra di Soligo han fatto concorrenza alla “terra dei fuochi”; alcune combustioni si sono protratte per giorni, rimanendo attive, incontrollate, per l’intera notte. In questi casi non c'è coscienza, non c'è rispetto, e non c'ė neppure vergogna!
Il Sindaco ha fatto la sua parte, le forze dell’ordine anche; in casi come questi occorre che intervenga la società civile, perché è in gioco non solamente il nostro bene più prezioso, la salute, ma anche il buon nome del Prosecco! Se la nostra comunità vuole davvero alzare la testa, sarebbe auspicabile un comportamento più responsabile da parte di ogni cittadino, divenendo promotore di buone pratiche, ma soprattutto attivandosi a scoraggiare e segnalare qualunque azione illecita alla quale gli capita di assistere.
Approfitto per ringraziare pubblicamente vigili e carabinieri che tanto si prodigano per sconfiggere l’ignoranza di chi sa ricorrere solo al fuoco.
Movimento 5 Stelle Farra di Soligo
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Grazie a tutti per il grande risultato che tutti insieme abbiamo ottenuto! Il No in Veneto e in Italia ha prevalso al referendum costituzionale di domenica 4 dicembre.
Il Veneto è medaglia d’oro per partecipazione al voto, con un’affluenza del 76,7% nella giornata del referendum costituzionale. Questo ci riempie d’orgoglio e dà ancora più forza al messaggio degli elettori.
La schiacciante vittoria del No, che ha raggiunto il 61,9% dei voti contro il 38,6% del Sì, significa che i veneti, come il resto degli italiani, attribuisce la causa dei problemi del Paese alla classe che ci governa e non alla Costituzione.
La campagna che abbiamo fatto come M5S è stata una campagna sui contenuti della riforma. In Veneto abbiamo fatto centinaia di eventi all’unico scopo di informare, arrivando in tutte le province e a tutte le persone. Eravamo convinti della piena capacità dei cittadini di saper decidere cosa è meglio per loro stessi, anche di fronte ad un tema così complesso. Il risultato di domenica è la prova che avevamo ragione: non abbiamo bisogno di dittatori, sappiamo decidere con le nostre teste.
Abbiamo lavorato compatti contro lo strapotere del Pd, che ha investito 6 milioni di euro in questa campagna referendaria ed ha potuto contare sulle principali tv e i principali giornali.
Questo voto e le immediate dimissioni di Renzi proiettano il M5S al governo del Paese. Siamo già al lavoro per formare una squadra di governo ed un programma che saranno composti, come è nel nostro stile, sulla rete, insieme ai nostri iscritti.
In Veneto abbiamo ora il dovere di portare alti i valori di democrazia e di difesa della sovranità popolare che i cittadini hanno confermato ritenere prioritari con questo voto. E’ nella nostra natura farlo, come abbiamo mostrato in questi mesi, quindi chiunque abbia dato fiducia al nostro ideale di cambiamento non sarà deluso. Continuate a sostenerci, il bello deve ancora arrivare.
Ora veniamo al riepilogo delle attività settimanali.
Aula
In Consiglio regionale si è discusso il documento di economia e finanza, al quale abbiamo presentato degli importanti emendamenti approvati.
Il nostro Simone Scarabel, reduce da un tour presso aziende agricole e allevamenti veneti ha raccolto le richieste degli operatori del settore e ha sviluppato delle proposte che la Giunta non ha potuto fare a meno di approvare. Le trovate in allegato. Di seguito la descrizione in breve.
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In merito alla questione UNESCO delle colline del prosecco, abbiamo fatto inserire la tutela della biodiversità per limitare la monocultura del prosecco. Parere POSITIVO
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In merito ai flussi di traffico abbiamo proposto un emendamento in un’ottica di prevenzione dei flussi non solo per costruire strade. Incentivare il carsharing il telelavoro e incentivare la mobilità volontaria per avvicinare le persone ai luoghi di residenza qualora utilizzino esclusivamente il mezzo privato. Facendo leva sulla PA che dovrebbe dare l'esempio. Parere POSITIVO
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Parlando di rete di imprese abbiamo fatto inserire un passaggio che apre la strada per l'uso di valute complementari come il sardex, lo shek e il venetex per incentivare le reti di imprese e i consumi interni al circuito in questo caso regionale. Scarabel presenterà prossimamente un progetto dettagliato. Parere POSITIVO
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Incentivare la cultura all'agricoltura biologica e biodinamica. Parere Positivo
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Con l’approvazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 2 ottobre 2009 «Piano stralcio per la sicurezza idraulica del medio e basso corso del bacino del fiume Piave» viene esclusa la soluzione della diga di Falzè, nel comune di Sernaglia della Battaglia (TV), quale manufatto da realizzare per la prevenzione delle esondazioni e vengono individuati una serie di interventi quali l’utilizzo dei bacini di monte, l’incremento della portata del fiume nel tratto finale e una serie di casse di espansione da realizzare lungo l’asta del fiume secondo un preciso ordine di priorità.
“A giugno 2016 la giunta regionale del Veneto ha avviato le procedure per la redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica per la messa in sicurezza idraulica del medio-basso corso del fiume Piave” spiega Federico D’Incà del MoVimento 5 Stelle che si è interessato alla questione della diga nel comune di Sernaglia della Battaglia. In questo documento della giunta regionale si specifica come tutte le proposte di intervento basate su diversi studi incaricati dalla Regione Veneto già nel 1985, prevedano differenti soluzioni: la ricalibratura dell’alveo nel suo tratto finale, la realizzazione di casse d’espansione e la costruzione di uno sbarramento a Falzè. La delibera della giunta regionale si avvale anche delle conclusioni contenute in uno studio commissionato dalla Regione al professore D’Alpaos, il quale ritiene più ragionevole affidarsi a un sistema di due interventi disposti in cascata da realizzare sempre a monte di Falzè, ma con caratteristiche modificate rispetto a quelle a suo tempo proposte e di fatto riproponendo la realizzazione di una diga a Falzè di Piave per trattenere un volume di ca. 40 milioni di metri cubi d’acqua, sostenuta da un altro invaso da costruire più a monte.
“Le criticità della costruzione della diga di Falzè sono state segnalate ed evidenziate già nel corso degli anni anche dai sindaci dei comuni interessati e da comitati spontanei di cittadini nati per la difesa del territorio (No Diga), per i quali la realizzazione dell’invaso sul Piave comporterebbe un innalzamento delle falde e inciderebbe direttamente sul deflusso dei numerosi corsi d’acqua della piana Sernagliese, con il concreto rischio di conseguenti inondazioni degli abitati vicini, così come riportato dagli studi effettuati in merito” prosegue D’Incà. L’invaso inoltre sommergerebbe un ambito di notevole valore storico ed ambientale danneggiandolo irrimediabilmente ed infatti direttive europee escludono opere ad alto impatto ambientale e paesaggistico se previste in zone della rete Natura 2000 e nel caso di specie il piano di gestione del rischio di alluvioni esclude specificatamente la soluzione della diga per Falzè di Piave.
“Per evitare che si dia corso al progetto di realizzazione della diga a Falzè di Piave ho interpellato il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ed il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo” prosegue il deputato pentastellato. È chiaro che la soluzione migliore è procedere con gli interventi previsti nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2 ottobre 2009, al fine di prevenire rischi idrogeologici che la costruzione della diga comporterebbe e di tutelare un territorio dell’alto valore ambientale, storico e paesaggistico.
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Il tema dell'ambiente è molto importante per noi del Movimento 5 Stelle, in quanto crediamo che un ambiente più sano ci consentirebbe di vivere meglio, con meno malattie e di conseguenza meno costi sanitari sulle nostre spalle.
Ricordiamo che per colmare il buco della sanità veneta, la regione Veneto ha sottoscritto un prestito trentennale di 1.587.480.000 euro (quasi 1.6 miliardi di euro: 777.231.000 ottenuti nel 2013 e 810.249.000 nel 2014) indicizzati al tasso d'interesse dei BTP.
Crediamo che l'agricoltura biologica sia la strada da percorrere per risanare l'ambiente in cui viviamo, consentendo peraltro un maggior reddito ai coltivatori e una maggior propensione dei turisti a visitare le nostre aree.
Al fine di informare i cittadini circa gli obiettivi dell'agricoltura biologica e le relative tecniche, abbiamo raccolto alcune informazioni nelle pagine web:
Entrambe le pagine sono in continua fase di aggiornamento.
Alcune informazioni in breve:
- solo in provincia di Treviso, vengono utilizzati oltre 3 milioni di kg di fitofarmaci all'anno!! L'Italia consuma il doppio dei fotofarmaci rispetto alla Francia;
- in Italia vi sono dei biodistretti intercomunali in cui oltre il 90% dei vigneti sono coltivati con metodo biologico, con beneficio per l'immagine del prodotto e del territorio, e quindi per il reddito agricolo;
- l'agricoltura biologica è normata dalla Comunità Europea che stabilisce la possibilità di utilizzare solo prodotti fitosanitari naturali, ad esempio il rame come fungicida per combattere la peronospora;
- nella zona del DOCG Prosecco vengono emessi bollettini agronomici in cui si raccomanda di utilizzare, oltre al rame, anche altre sostanze chimiche non naturali quali il metiram, fungicida che analogamente al mancozeb appartiene alla famiglia dei carbammati: ci auguriamo che gli studi sul metiram non evidenzino gli stessi problemi del "fratello" mancozeb, che presenta i seguenti effetti collaterali accertati:
- è interferente endocrino, ovvero crea disfunzioni a livello ormonale che porta a scompensi a carico della tiroide, tachicardia, diabete, disturbi neurocomportamentali, riduzione della virilità maschile e infertilità, anticipazione del menarca (età in cui iniziano le mestruazioni) ed endometriosi, e molto altro;
- cancerogeno, come accertato nel 2002 dall'Istituto Ramazzini di Bologna;
- è capace di oltrepassare la placenta raggiungendo quindi il feto;
- in agricoltura biologica i trattamenti fitosanitari vengono fatti con dosaggi minimi di rame, tant'è che la quantità di rame normalmente utilizzata risulta di 3kg per ettaro all'anno, metà rispetto alla dose massima consentita;
- mentre in viticoltura convenzionale si effettuano almeno 2 trattamenti insetticidi all'anno utilizzando prodotti chimici a base di clorpirifos (interferente endocrino, deficit cognitivi e disturbi comportamentali, alzheimer, morbo di parkinson), in viticoltura biologica si usa una sostanza naturale chiamata piretro, che essendo fotolabile deve essere irrorata al tramonto e viene degradata dal sole il giorno seguente;
- nonostante dal 2014 sia obbligatoria per legge la lotta integrata, che stabilisce l'obbligo per gli agricoltori di ricorrere ai mezzi meccanici e biologici prima di impiegare il mezzo chimico, continuano ad essere utilizzati gli erbicidi a base di glifosato, rinvenuto dall'ARPA nell' l'85% dei campioni di acque superficiali, probabile cancerogno nonché interferente endocrino. Vi sono studi che correlano l'aumento della celiachia con l'uso degli erbicidi nella coltivazione del frumento;
- in agricoltura biologica si pone molta attenzione alla fertilità del terreno, con concimazioni che arricchiscono il contenuto di humus: letame, compost, sovescio. Una pianta ben nutrita produce frutti (e quindi vino) migliori ed è più resistente ai parassiti.
Inoltre la forte presenza di humus nel terreno ne previene l'erosione e quindi riduce i rischi idrogeologici.
Crediamo che un'agricoltura biologica, responsabile e rispettosa dell'ambiente, unitamente ad una distribuzione dei prodotti agricoli attraverso una filiera corta che non veda l'azzeramento del guadagno per l'agricoltore a beneficio della grande distribuzione, sia il punto di partenza per una nuova economia redditizia e sana, che porterà indubbiamente ad un miglioramento della qualità e dell'immagine dei nostri prodotti nonché ad un aumento del turismo.
Crediamo però che il passaggio al biologico non debba essere una scelta obbligata bensì voluta dal coltivatore, in quanto richiede molto impegno e formazione, e ci auguriamo che sempre più coltivatori si rendano consapevoli della pericolosità di molti fitofarmaci normalmente impiegati e decidano di convertirsi ad una agricoltura sicuramente più ecosostenibile.
Siamo a disposizione per eventuali proposte o segnalazioni, da fare in email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. , oppure durante gli incontri locali indicati nel sito web.
Buona giornata.
Lo Staff del Movimento 5 Stelle - Pieve di Soligo
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Domenica 17, nel silenzio generale, si sono svolte le operazioni di voto per il rinnovo del Consiglio della Provincia di Treviso. Sono passati poco più di due anni da quando Renzi, quella volta invece con massima partecipazione mediatica, si lodava per aver abolito le provincie e i suoi politici.
«Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi» sentenziava Tancredi nel "Gattopardo" ed amaramente la storia si ripete: si voleva mantenere in vita un carrozzone di cui ormai tutti i cittadini avvertono l'inutilità e si è ricorsi ad una soluzione elettorale di agile gestione e soprattutto facile da nascondere. Semplificando, infatti, con le nuove regole elettorali sono chiamati al voto tutti e solo i consiglieri comunali attualmente in carica nei comuni della provincia, mentre hanno potuto candidarsi come consiglieri provinciali solo i consiglieri comunali attualmente in carica (e come presidente della provincia solo i sindaci in carica).
Al di là del fatto, oggettivo, che, lungi dall'essere abolite, le Province sono più vive che mai, dal punto di vista puramente tecnico permangono molti dubbi sull'adozione di questa modalità elettiva. Si tratta di un meccanismo doppiamente mostruoso: da un lato, togliendo ai cittadini la possibilità di votare, si preclude loro la possibilità di scelta diretta dei propri rappresentanti, dall'altro, restringendo ai soli consiglieri comunali il numero dei possibili candidati, si introduce per tutti i futuri eletti la doppia carica (abbiamo da ieri un Sindaco Presidente... auguri!).
C'è inoltre un aspetto spesso sottovalutato, ma fondamentale per poter parlare di libere elezioni, che è quello di individuare gli eletti a partire dall'espressione di voto dei cittadini alla data di svolgimento delle elezioni. Sembra una cosa ovvia, ma domenica così non è stato. Parte dell'elettorato era infatti l'espressione del voto addirittura del 2012 2013, anni in cui i cittadini di molti comuni della Marca si sono recati alle amministrative eleggendo, ignari, i futuri “grandi elettori”. Diciamolo a bassa voce, ma la sintesi è questa: chi è al potere vota per chi è già al potere. Con tali regole dove potremmo intravedere la possibilità dell'alternanza dei nostri rappresentanti? Quali risultati diversi avremmo potuto aspettarci dall'urna, se non quelli già espressi nelle amministrative degli ultimi cinque anni? Se in futuro a candidarsi saranno sempre gli stessi (perché anche i consiglieri provinciali hanno questa possibilità), è forse il segno che ci stiamo dirigendo verso forme di potere ereditario?
Per le ragioni che ho qui brevemente esposto, mi sento in dovere di comunicare ai cittadini (i quali tre anni fa mi hanno inconsapevolmente reso parte del corpo elettorale provinciale) che di fronte a questa assurda messa in scena ho scelto la disobbedienza civile; ho scelto di non votare.
Alessandro Sartor - Consigliere Movimento 5 Stelle Farra di Soligo
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Il Movimento 5 Stelle non si candiderà alle prossime elezioni del presidente della Provincia e del Consiglio Provinciale di Treviso, previste per domenica 18 settembre 2016. Una decisione, questa, in piena coerenza con la linea programmatica del M5S, che fin dalla sua nascita, ha proposto l’abolizione delle Province, in quanto rappresentano un “poltronificio” utile a piazzare politici, parenti ed amici ammanicati, ed a nominarli in aziende partecipate e controllate.
In Parlamento ne abbiamo proposto l’abolizione con l’affidamento di maggiori competenze e risorse ai Comuni, e la proposta è stata boicottata da tutti i partiti, nessuno escluso. Le Province, dunque, non sono state affatto abolite (dalla legge Delrio); esistono ancora oggi e sono peggio di prima.
Ed i cittadini sono stati derubati anche della possibilità di poter scegliere i propri consiglieri provinciali tramite elezione diretta. A nominarli saranno invece i sindaci ed i consiglieri comunali di tutti i Comuni della Provincia, chiamati a votare fra loro stessi: casta che elegge casta. L’opposto della nostra idea di democrazia.
Si tratta, in verità, della stessa soluzione proposta per il Senato da Renzi nella legge di riforma costituzionale. Una elezione di "secondo livello", dove a nominare i nuovi senatori saranno i segretari di partito ed a votarli saranno i consiglieri regionali, pescando tra loro stessi; di nuovo la casta che vota la casta. Per questo motivo non abbiamo mai presentato e non presenteremo alcuna candidatura alle elezioni provinciali. E per questo, come per tanti altri motivi, invitiamo a votare "No" al prossimo referendum sulla riforma della Costituzione.
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In un articolo su Lancet Oncology, 17 esperti parlano delle motivazioni che hanno spinto l’Agency for Research on Cancer di Lione (IARC) a inserire nella lista dei prodotti probabilmente cancerogeni 5 principi attivi ampiamente utilizzati nei fitofarmaci: malathion, diazinon, glifosato, paration e tetrachlorvinphos .
Il glifosato è un’erbicida non selettivo molto utilizzato, il cui brevetto è rimasto nelle mani della Monsanto fino al 2001. È presente in 750 diversi prodotti usati sia in agricoltura che nelle operazioni di disinfestazione urbana e domestica.
La vicenda del glifosato è complessa: nel 1985 è stato classificato come probabile agente cancerogeno dall’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente (US EPA) e poi escluso dalla lista dallo stesso organismo. Anche il glifosato è stato collegato al linfoma non-Hodgkin, in ricerche americane, canadesi e svedesi, nel 2001: inoltre, anche in questo caso, prove in laboratorio hanno dimostrato la sua capacità di alterare DNA e corredo cromosomico.
Dal 2014 è vietato l'uso del glifosato in ambito urbano, e sebbene in agricoltura sia obbligatoria la lotta integrata che stabilisce la necessità di ricorrere ai mezzi meccanici e biologici prima di impiegare il mezzo chimico, continua purtroppo ad essere ampiamente utilizzato in viticoltura per dissecare i filari di vite (avete presente quelle strisce giallo-arancio che si vedono in pianura e collina?) e nelle altre colture (mais, grano, soia, patate, ...) per controllare le malerbe nell'interfilare.
L'erbicida viene a volte utilizzato pochi giorni prima della maturazione delle patate solo con lo scopo di facilitarne la raccolta meccanizzata, oppure nel caso del grano per fare in modo che giunga a completa maturazione.
Quanto ne usiamo? Secondo i dati raccolti da ARPAV, solo in provincia di Treviso nel 2013 sono stati utilizzati 212 tonnellate di dissecanti a base di glifosato, e secondo l'ISPRA il glifosato è il fitofarmaco maggiormente presente nelle acque superficiali, “presente nel 92% dei punti, quasi sempre in concentrazioni superiori ai limiti”.
Cosa succederà in futuro quando tale sostanza, percolando, giungerà alle profondità delle falde utilizzate dagli acquedotti?
Chi sosterrà i costi per realizzare nuovi pozzi di prelievo dell'acqua potabile sempre più profondi?
Mentre da un lato lo IARC ha stabilito la probabile cancerogenicità del glifosato, l'EFSA (Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare) ha successivamente stabilito che il glifosato sia probabilmente non cancerogeno. Chi ha ragione e chi no? Intanto la Francia ha pensato di bandire il principio attivo perché interferente endocrino, ovvero altera il sistema ormonale degli animali.
Successivamente, l'EFSA ha stabilito la pericolosità del glifosato quando è associato al POEA, un coformulante ottenuto dal grasso animale (sego), cosicché l'UE in data 01/08/2016 ha emanato il regolamento di attuazione 2016/1313 che stabilisce dei limiti all'uso del glifosato, in particolare
- divieto di utilizzo dei prodotti a base di glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione e dai gruppi vulnerabili, quali parchi, giardini, campi sportivi e aree ricreative, ortili e aree verdi all’interno di plessi scolastici, aree gioco per bambini e aree adiacenti alle strutture sanitarie;
- divieto di utilizzo dei prodotti a base di glifosato in pre-raccolta, al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura;
- al fine di proteggere le falde sotterranee, divieto di utilizzo in zone non agricole, in prossimità di corsi d'acqua o in suoli con contenuto di sabbia superiore all'80%;
- divieto di immissione nel mercato di prodotti fitosanitari contenenti POEA (CAS 61791-26-2), e viene specificata una lista di erbicidi ora vietati.
Alcune obiezioni da fare al Ministero della Salute sono le seguenti: sono attualmente in commercio 21 erbicidi contenenti POEA che non sono stati inseriti nella lista al punto precedente, forse perché il Ministero ne ha ignorato l'esistenza. Ci sono altri 58 erbicidi che non riportano nella scheda di sicurezza informazioni sufficienti a determinare la presenza o meno del POEA o di altri composti. Infine, ci sono altri erbicidi a base di glifosato che contiene altre ammine con caratteristiche simili a POEA, che andrebbero studiate per verificarne la pericolosità.
Glifosato e celiachia
Un altro studio condotto negli Stati Uniti evidenzia come la notevole crescita dell'intolleranza al glutine sia direttamente correlato alla diffusione del glifosato nella coltivazione del grano.
L'intolleranza al glutinenon solo determina pesanti limitazioni nei tipi di cibo di cui nutrirsi, ma incrementa il rischio di cancro, problemi a carico di rene e tiroide, infertilità e deficit nei bambini nati da madre celiaca.
Poichè il grano può essere prodotto senza l'uso di erbicidi, ad un costo lievemente superiore, ha senso barattare la salute per un minore prezzo di acquisto delle farine ?
Differenze tra dichiarazioni dei produttori sul glifosato e ricerche indipendenti
(dati da: Buffin & Jewell, 2001)
Secondo i produttori |
Risultati da ricerche medico-scientifiche indipendenti |
Ha un basso potenziale di irritazione per occhi e pelle, e non è un rischio per la salute umana |
Il glifosato è tra i pesticidi più segnalati come causa di avvelenamento accidentale. Provoca una serie di sintomi acuti tra cui eczema ricorrente, problemi respiratori, elevata pressione del sangue e reazioni allergiche |
Non causa problemi al sistema riproduttivo |
Test cronici su conigli hanno dimostrato effetti nocivi sulla qualità dello sperma e numero di spermatozoi |
Non è mutageno nei mammiferi |
Danni al DNA sono stati osservati in studi di laboratorio in organi e tessuti di topi. Nei topi sia il glifosato che l'erbicida Roundup danneggiano il DNA nelle cellule di fegato e reni, e causano danni genetici anche nelle ossa, nelle cellule del midollo |
E’ sicuro per l’ambiente |
Negli agroecosistemi è tossico per gli organismi benefici del suolo e gli artropodi benefici e predatori. Nell colture, aumenta la suscettibilità alle malattie |
E’ rapidamente inattivato nel suolo e nelle acque |
E' il fitosanitario maggiormente presente nelle acque superficiali. E’ molto persistente nel suolo e nei sedimenti. Inibisce la formazione di noduli di batteri azoto-fissatori sul trifoglio per 120 giorni dopo il trattamento. Residui di glifosato sono stati trovati in lattuga, carote e orzo piantati un anno dopo il trattamento |
In provincia di Treviso, oltre 3 milioni di kg di fitofarmaci consumati all'anno
(dati ARPAV, progetto FAS - Fitosanitari Ambiente Salute)
Aree |
ULSS-7 |
ULSS-8 |
ULSS-9 |
Provincia di Treviso |
% sul totale |
Totale kg |
1.060.237 |
618.282 |
1.480.969 |
3.159.489 kg |
100% |
Fitosanitari tossici |
156.736 |
81.799 |
177.404 |
415.939 kg |
13% |
Fitosanitari nocivi |
556.603 |
373.777 |
868.920 |
1.799.300 kg |
57% |
Fitosanitari irritanti |
330.895 |
150.237 |
412.780 |
893.913 kg |
28% |
Usare meno fitofarmaci è possibile, e lo dimostra il progressivo aumento di agricoltori biologici che coltivano prodotti certamente più sani, senza inquinare l'ambiente con prodotti chimici di sintesi.
Cibo sano e ambiente più salubre, per ridurre le malattie e la spesa sanitaria!
Collegamenti interni
- Erbicidi e disseccanti
- Pesticidi in agricoltura: utilizzo, effetti, normative
- Approfondimenti sugli interferenti endocrini
- Nutrizione: informazioni su alimenti e cucina
Riferimenti bibliografici
- responsibletechnology.org
- www.greenstyle.it
- www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/rapporti/rap175.2013.pdf
- http://www.aveprobi.org
- Manifesto "Stop glifosato"
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A seguito del pignoramento pervenuto al nostro Comune, il M5S Farra di Soligo ha avviato la settimana scorsa una raccolta fondi finalizzata al tamponamento delle emergenze in cui si è venuta a trovare la cittadinanza.
Tenendo a mente l’elenco dei servizi non più garantiti dal Comune e considerato che associazioni e gruppi autogestiti di cittadini hanno già fatto fronte alla gestione della mensa dell’asilo di Farra e dei pasti caldi agli anziani, ci proponiamo a collaborare con l’Amministrazione Comunale per coprire gli oneri finanziari necessari a permettere la riapertura del CARD il sabato pomeriggio.
Informazioni sul conto "Salva-Farra"
Lettera al Sindaco
Le comunichiamo che il locale M5S, volendo dare il suo contributo per il bene della comunità, dopo aver avviato una raccolta fondi finalizzata al tamponamento delle emergenze in cui si è venuta a trovare la cittadinanza di Farra, si rende da ora disponibile a trovare un accordo per coprire gli oneri finanziari necessari a permettere l'apertura del CARD per tutti i sabati pomeriggio a venire (fino ad esaurimento credito), attraverso la retribuzione del personale di servizio mediante la forma di pagamento più idonea (voucher o altro).
Nell'attesa di Sue istruzioni operative nel merito, restiamo a disposizione per ogni chiarimento.
Il capogruppo M5S
Alessandro Sartor
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Al fine di fronteggiare le criticità dovute al blocco del conto corrente del Comune, stiamo organizzando una raccolta fondi sul conto corrente 5333 1710 1687 0574 di Poste Italiane, IBAN IT81E0760105138247088547090, intestata al consigliere Alessandro Sartor, in modo che chiunque possa dare il proprio personale contributo, attraverso un normale bonifico o ricarica postepay seguendo le istruzioni disponibili negli uffici postali. In questo modo intendiamo dare concretamente una mano, raccogliere le risorse necessarie per finanziare i servizi essenziali, come il trasporto e la mensa per i bambini dell’asilo, i pasti agli anziani e disabili, eccetera.
Al fine di garantire la dovuta trasparenza, l’estratto conto sarà pubblicato (previo oscuramento del nome dei donatori) nel sito www.farradisoligo5stelle.it e saranno fornite informazioni sulla modalità con cui verranno impiegate le donazioni.
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Espropriati-Comune 2-0, ma non secondo il Sindaco!
Una cosa è certa: alle amministrazioni che si sono succedute a Farra di Soligo negli ultimi vent’anni piace fare le cose in grande! Venerdì scorso ad esempio abbiamo assistito ad una enorme messa in scena, con ampio spiegamento di forze, ma di fatti concreti poco o niente.
Il Sindaco, procedendo anche a lettura di documenti ufficiali, ma senza dare voce alle parti, ha voluto ricostruire la sua versione dei fatti giocando in difesa e giustificando continuamente le sue scelte. Qualcuno glielo aveva chiesto? Nella Roma antica si diceva "excusatio non petita, culpa manifesta".
Nostra intenzione non è certo quella di colpevolizzare il Sindaco Nardi, cui va dato senz'altro il merito di aver utilizzato l'evento mediatico per calmare le acque, bensì quella di esigere chiarezza. Lo faremo nelle dovute sedi, intanto restiamo perplessi sulla posizione presa da amministratori e politici interpellati.
Ci chiediamo a tal proposito quale sia stato il valore aggiunto dei rappresentanti della politica di vertice intervenuti venerdì sera, i quali si sono limitati a portare il loro sostegno morale per poi unirsi all'appello del Sindaco affinché la questione si risolva in via bonaria, invitando gli imprenditori lottizzanti che indennizzino gli espropriati, senza coinvolgere il Comune. Non sappiamo con esattezza quale sacrificio sia per le parti giungere a tale intesa, certo è che la via bonaria è l'unica che metterebbe al sicuro le amministrazioni comunali, nel caso avessero delle responsabilità.
Ecco perché crediamo che il governatore Zaia abbia perso un'occasione per portare qualche chiarimento, ad esempio in merito alla valutazione sui terreni espropriati dalla Provincia di Treviso negli anni in cui ricopriva la carica di Presidente, e come quella valutazione fu presa in considerazione dal nostro Comune.
Al contrario i politici intervenuti hanno promesso di fare il possibile per modificare, dal punto di vista legislativo, una norma che, per ora, mette in ginocchio il nostro Comune. Siamo alle solite. Per esemplificare la cosa, e senza scomodare il "lodo Alfano", è come se al termine di una partita degli europei di calcio, nel caso le due squadre non riuscissero a trovare un accordo in via bonaria, gli sconfitti chiedessero all'UEFA di stabilire che chi ha subito più gol comunque vinca e passi il turno.
Il vittimismo mostrato nell’incontro pubblico di venerdì è solo discutibile demagogia: se, come accertato, errori vi sono stati, vanno pagati. Voler cancellarli o aggirarli significherebbe creare un precedente giurisdizionale a cui ogni Comune si potrebbe appellare per sanare le proprie irregolarità e, sostanzialmente, garantirsi l'impunità. Sarebbe un altro duro colpo per "lo stato di diritto", di questi tempi già labile, a favore della legge della giungla ove vince il più forte.
Una considerazione nel merito va fatta: se è vero, come ricordato dal Sindaco, che un'amministrazione ha il dovere di difendersi, è altrettanto vero che esistono anche avvocati d'ufficio, molto più economici di quelli che in questa causa fino ad ora hanno perso.
Come forza di minoranza, ci saremmo aspettati un coinvolgimento attivo da parte dell'Amministrazione per la risoluzione di questo grosso problema. Al contrario siamo stati messi a conoscenza del pignoramento solamente un'ora prima che lo sapessero i giornalisti!
Ci stiamo documentando sulla vicenda con senso di responsabilità, sia consultando direttamente le fonti, sia attraverso i controlli che ci è consentito fare, per trovare un equo epilogo per le parti, da troppo tempo vessate ed imbrigliate in questa triste e lunga vicenda, andando inoltre a fondo per far emergere eventuali responsabilità.
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Il Movimento 5 Stelle apre un conto corrente per fronteggiare le emergenze
Farra di Soligo, 08/06/2016 - La notizia del pignoramento dei conti del Comune non ha sorpreso assolutamente, dal momento che è una misura attesa almeno dal 2008 a seguito delle sentenze relative all’esproprio dei terreni del PIP. Appare pertanto fuori luogo l’atteggiamento incredulo della attuale Amministrazione, che ora sceglie una posizione vittimista, dopo aver sottovalutato un problema che (non avendo rilevanza nazionale), dovrà con tutta probabilità essere risolto a livello locale, per quanto gravi siano le conseguenze.
Pensando alla lunga storia di questa vicenda, come gruppo di minoranza ci chiediamo se ci siano delle responsabilità da addebitare a quel Consiglio Comunale che vent'anni fa votò l’esproprio dei terreni oggetto della contesa ad un prezzo irrisorio, sebbene vigesse una legge che stabiliva il rimborso del valore venale; ci chiediamo quali responsabilità abbiano le amministrazioni successive (Citron, Nardi e Nardi-bis), che ormai da quasi 10 anni, visto l’esito delle sentenze, avrebbero potuto e dovuto accantonare un fondo per l’indennizzo degli espropriati. Ci chiediamo soprattutto quali mediazioni l’attuale Amministrazione abbia portato avanti tra le parti per giungere ad un accordo.
Un’amministrazione che osserva la diligenza del buon padre di famiglia, dovrebbe offrire i giusti servizi ad un livello qualitativo accettabile, riducendo le spese superflue e cercando nuove entrate. Noi oggi possiamo solamente constatare che le amministrazioni che si sono succedute negli ultimi anni hanno gestito il bilancio di denaro pubblico in modo non conforme alle reali necessità. Se da un lato non sono state attuate efficaci misure finalizzate ad un aumento delle entrate di bilancio (l’addizionale comunale IRPEF è sempre stata fissata al livello minimo, non sono mai state avviate campagne di sensibilizzazione affinché i cittadini devolvere alle attività sociali comunali il 5 per mille della dichiarazione dei redditi), dall’altro constatiamo la presenza di imponderate e magnifiche voci di spesa: da quelle legali sostenute in questi 18 anni per la difesa del Comune nei procedimenti del PIP, ai 94mila euro per l’adeguamento dell’illuminazione pubblica in via Scandolera, all’approvazione di un progetto per la realizzazione di una pista ciclabile della “straordinaria” lunghezza di 300 metri.
Sulla questione, le minoranze hanno avanzato un'interrogazione già alla prima seduta consigliare (luglio 2014), ma solo all'atto di pignoramento il Sindaco ha pensato di convocare le minoranze, con urgenza, per condividere il momento di difficoltà e pensare al da farsi. “In questo breve incontro il Sindaco ha voluto mostrarci le sue buone intenzioni – dichiara il consigliere M5S Sartor – ma di buone intenzioni è lastricata la strada dell’inferno. Sulla vicenda invece rimangono molte perplessità e per questo con le altre forze di minoranza chiederemo la convocazione straordinaria di un Consiglio Comunale, sede appropriata in cui cercare di fare chiarezza”.
Dal canto suo il Sindaco ha dato appuntamento a tutti i cittadini venerdì prossimo alle 20.30 presso l’auditorium Santo Stefano. Ci auguriamo che l’obiettivo non sia quello di trovare un colpevole o di innescare meccanismi di divisione tra i cittadini. Considerata l’importanza dell’evento e visto il ridotto numero di posti a sedere di cui dispone l’auditorium, per permettere a tutti i cittadini una corretta informazione il M5S trasmetterà l’evento in diretta streaming (www.farradisoligo5stelle.it).
Da venerdì 3 giugno nel nostro Comune vi è una situazione di emergenza anche economica, che il nostro gruppo consigliare ha pensato di fronteggiare con l’apertura quest’oggi della carta prepagata numero 5333 1710 1687 0574 di Poste Italiane, IBAN IT81E0760105138247088547090, intestata al consigliere Alessandro Sartor, in modo che chiunque possa dare il proprio personale contributo, attraverso un normale bonifico o ricarica postepay seguendo le istruzioni disponibili negli uffici postali. In questo modo intendiamo dare concretamente una mano, raccogliere le risorse necessarie per finanziare i servizi essenziali, come il trasporto e la mensa per i bambini dell’asilo, i pasti agli anziani e disabili, eccetera. Al fine di garantire la dovuta trasparenza l’estratto conto sarà pubblicato (previo oscuramento del nome dei donatori) nel sito www.farradisoligo5stelle.it.
Nel contempo tenteremo di mettere in campo una serie di iniziative emergenziali a costo zero, contando sullo spirito solidale e del senso civico dei cittadini.
Coraggio.
Movimento 5 Stelle Farra di Soligo
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Questi composti sono altamente persistenti nell'ambiente, pertanto la loro concentrazione ci racconta la storia di quel territorio. Non a caso tutta l’area che va dall’alto vicentino al veneziano, dove sono presenti attività industriali che fanno largo utilizzo di questi prodotti, risulta contaminata in modo significativo con punte che oltrepassano i limiti tollerati per legge.
"Per quanto riguarda il comune di Farra di Soligo - riferisce il M5s di Farra - i risultati evidenziano un’alta concentrazione di PFAS (118 ng/L), che, benché entro i limiti fissati dall’ISS (500ng/L), sono un campanello d’allarme per un territorio dove sono già presenti altri fattori che mettono a rischio la salute dei cittadini. Fortunatamente non si parla di inquinamento dell’acquedotto, considerato che i prelievi sono stati eseguiti in un pozzo privato in via Monchera, tuttavia, considerato che nei comuni limitrofi (Sernaglia, Moriago, Follina) il livello di PFAS riscontrato è pari a zero, sorge spontaneo chiedersi perché proprio a Farra vi sia questa anomalia".
A questo proposito il consigliere Alessandro Sartor, portavoce del M5S in Consiglio Comunale a Farra di Soligo, così si esprime: “non stiamo colpevolizzando nessuno, ma è il caso di approfondire la questione per individuare se via sia un nesso causale. Per questo motivo depositeremo a breve un’interrogazione che inviti il Sindaco e l’amministrazione comunale a muoversi nella direzione della chiarezza e punti ad organizzare una tavola rotonda con ARPAV, ULSS, ATS al fine di individuare la sorgente d’inquinamento ed eventualmente precludere il consumo di acqua contaminata per uso umano ed agricolo”.
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Farra di Soligo, 01/02/2016 - I dati ARPAV evidenziano un preoccupante e continuo aumento delle concentrazioni di polveri sottili, come risulta dal grafico che mostra i valori medi rilevati in Conegliano. La Comunità Europea ha stabilito un limite di PM10 di 50 microgrammi per metro cubo, al di sopra del quale l’aria è ritenuta nociva per la salute umana, ma da più di una settimana le concentrazioni medie superano questo limite per raggiungere punte di 173 venerdì sera e 219 sabato sera.
La stessa ARPAV ha già evidenziato (dicembre 2014) come le emissioni di PM10 derivino per il 64% dalla combustione domestica di biomasse legnose, mentre i trasporti stradali incidono solo per il 18%. Risulta pertanto un rimedio poco efficace quello di ricorrere alle “domeniche ecologiche” senza traffico veicolare. Effetti benefici anche a lungo termine si possono ottenere ricorrendo all’efficientamento energetico degli edifici, con conseguente riduzione dei quantitativi di legna, pellet e altra biomassa legnosa che normalmente viene bruciata.
Se la strada della riqualificazione degli edifici può richiedere tempo, non richiede invece nessun investimento l'interruzione immediata di quel malcostume che consiste nel bruciare all’aperto potature di alberi e sarmenti: ARPAV ha misurato per queste combustioni una produzione di sostanze cancerogene in quantità di 10-100 volte superiore rispetto ad una combustione in caldaia. Va puntualizzato che bruciare potature e sarmenti all'aperto, oltre a costituire un illecito ed un grave danno per la salute, rappresenta una pratica non razionale, in quanto si va a disperdere in aria un prodotto che se compostato con vinacce o letame darebbe origine ad un ottimo fertilizzante organico.
Secondo la sperimentazione del CRA, Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura, l’utilizzo del compost ottenuto da sarmenti e vinacce nella misura di 40 quintali per ettaro ha consentito di aumentare la produzione d’uve del 30%!
È inutile dare la colpa alla struttura orografica del nostro territorio, alle condizioni meteo oppure ai veicoli; il forte inquinamento da PM10 presente nell'aria che respiriamo contiene gli inquinanti che noi produciamo: combustioni eccessive di biomassa legnosa per il riscaldamento degli ambienti e, peggio, combustioni all'aperto di potature e sarmenti.
La posizione del Movimento 5 Stelle è chiara al riguardo: per una migliore qualità dell’aria e per un reale miglioramento della salute dei cittadini occorre una politica che promuova al più presto la coibentazione degli edifici e che indichi la via del compostaggio per potature e sarmenti.
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Protestano i residenti di via Gravette dove i filari non ci sono, ma ci saranno
Andrea De Polo |
FARRA DI SOLIGO - Guerra (preventiva) al vigneto. I filari non ci sono ancora, ma la polemica infuria già da un mese. Succede a Farra di Soligo. Succede che alcuni residenti di via Gravette protestino per l’installazione dell’ennesimo vigneto vicino alle loro case. Scrivono una lettera al sindaco, e lo incontrano in municipio. Temono che anche questa vigna sarà trattata con prodotti nocivi per la loro salute. Il sindaco, Giuseppe Nardi, assicura che farà il possibile per vigilare. Per l’impossibile, non è ancora attrezzato: «Non posso certo bloccare i lavori, quella è un’area agricola. I proprietari farebbero ricorso e vincerebbero sicuramente. Farò in modo che rispettino la normativa vigente».
L’area della discordia abbraccia circa un ettaro di terreno, di proprietà di una cantina di Col San Martino. Sei, invece, i firmatari della lettera indirizzata al primo cittadino. Lettera nella quale rivendicano il loro diritto alla salute, citando la costituzione, il regolamento di pulizia rurale per i Comuni del Prosecco Docg e il principio di precauzione dell’Ue: «Quando un’attività crea possibilità di fare male alla salute umana o all’ambiente, misure precauzionali dovrebbero essere prese anche se alcune relazioni di causa-effetto non sono stabilite dalla scienza». Fino all’appello vero e proprio al sindaco: «I lotti di terreno interessati dalla richiesta sono limitrofi o confinanti ai lotti di nostra proprietà. Chiediamo al sindaco di applicare le leggi nazionali oltre a tutte le protezioni ambientali […], perché gli abitanti di via Gravette rientrano nei residenti fortemente esposti ai pesticidi nel lungo periodo».
Nardi è rimasto sorpreso. Anche perché, dati i tempi tecnici per la crescita dei filari, i primi trattamenti non sono previsti prima di due-tre anni: «C’è una strada che separa le case dal vigneto, e comunque mi sono raccomandato con gli agricoltori. Non possiamo proibire niente in questo momento, anche i firmatari della lettera abitano in una zona agricola e non possiamo cambiarne la destinazione. Gli abitanti, comunque, possono stare tranquilli: dopo anni, siamo sulla strada giusta per coniugare agricoltura e rispetto dell’ambiente». Nardi guarda con favore al nuovo Protocollo Viticolo introdotto dal Consorzio di Tutela, che riduce il numero dei prodotti fitosanitari ammessi. Ma nonostante tutto, in via Gravette quel vigneto non lo vogliono.
Data pubblicazione: 12/04/2013Ultima modifica: 12/04/2013
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Crisi, bimba esclusa dalla mensa: studentessa fuori sede le paga la retta
Roma, 23 aprile 2013 - Una bambina in difficoltà economiche, una studentessa fuori sede. La piccola, deperita e sottopeso perché esiliata all'ora di pranzo dagli altri bambini: la sua famiglia non ha i soldi per pagarle la mesa. La studentessa, legge la sua storia su un giornale locale - Provincia di Pavese - e decide: "Pago io la mensa a quella bambina". Questa storia di 'crisi', che colpisce per i suoi giovani protagonisti, è accaduta pochi giorni fa a Vigevano. Inoltre, la piccola allieva in difficoltà economiche, da qualche settimana, oltre a non poter mangiare a mensa con gli altri bambini, non riesce più neanche a mangiare il suo solito panino che la mamma ogni giorno, da sei mesi, le mette nello zaino insieme a una bottiglietta d'acqua.
Difficoltà economiche quindi: in casa lavora solo il padre - ma non sempre - , quell'unico stipendio basta giusto a pagare l'affitto, le utenze e le rette d'iscrizione all'asilo, ma non la mensa. La mamma, preoccupata, si rivolge al medico: l'esito della visita è un certificato medico sul quale è scritto a chiare lettere che la piccola deve mangiare pasti regolari, a pranzo e a cena. Ed è a questo punto che entra in gioco Gloria Spezziga di Valledoria, provincia di Sassari, ma studentessa universitaria a Pavia. Legge la notizia sulla Provincia e si offre di pagare i 90 euro necessari per far mangiare la piccola. Avrebbe voluto rimanere anonima, ma la notizia non ha tardato a circolare. "Ma non sapevo come fare per raggiungere la famiglia della piccola e poi ero troppo amareggiata dopo aver letto la storia - ha detto Spezziga a La Nuova Sardegna- per cercare soluzioni. Così, ho telefonato al giornale, chiedendo come prima garanzia l'anonimato. Poi ho spiegato il motivo della telefonata. Sono stata l'unica a farmi avanti, mi è stato detto", e per questo è stata anche più volte intervistata.
Gloria Spezziga è iscritta all'ultimo anno di Giurisprudenza, figlia di una famiglia della medio borghesia del centro costiero nella Valle del Coghinas. Il padre è un piccolo imprenditore edile, la mamma casalinga, il fratello più grande è laureato in Architettura, la sorellina più piccola frequenta la seconda media. "Ma non navighiamo nell'oro- si è affrettata a spiegare lei- L'edilizia è in crisi e i miei fanno sacrifici per farmi studiare qui a Pavia, ma non credo che possano cambiarci la vita 90 euro al mese in più di spese. Vorrà dire che rinuncerò a una parte della mia paghetta, ma non potevo fare altrimenti. Leggere la storia della bambina mi ha fatto male, ma mi ha fatto ancora più male scoprire che nessun altro si era offerto di aiutarla".
"La mia richiesta di anonimato è stata rispettata - continua la studentessa -ma ora ho deciso di presentarmi perché non ho niente da nascondere, perché porto avanti valori sani e onesti e porterò avanti questa battaglia perché voglio che nel prossimo anno scolastico la bambina, e tante altre come lei, abbiamo i pasti garantiti a scuola". E ancora: "Non voglio essere presa come un'eroina dei nostri tempi - ha sottolineato - Solo che non pensavo che potessero succedere episodi del genere. Ma come si fa a dividere i compagni di scuola all'ora di pranzo mandando quelli che pagano in sala mensa e gli altri in un angolino a mangiare quel che si sono portati da casa? Ma soprattutto è assurdo che nessuno sia intervenuto per segnalare il deperimento fisico della bambina. Si è atteso che un medico certificasse la sua quasi anoressia per affrontare il problema, ma sempre comunque senza farla mangiare alle mensa per recuperare le forze perdute. Per 90 euro. Ma in che posto siamo?".
da quotidiano.net 23/04/2013
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"Mancano istituzioni capaci". Arrivano i grillini
M5s spunta a Pieve di Soligo: "Pesticidi ci riguardano da vicino"
PIEVE DI SOLIGO - I "grillini", nel Quartier del Piave, mancavano. Ma ora sono spuntati, tra vigneti e fitofarmaci. E' nato da poco il gruppo del Movimento 5 Stelle attivo a Pieve di Soligo e nelle zone limitrofe. "Stiamo trattando molte problematiche della zona - fanno sapere i membri del gruppo - considerato che non ci sono attori istituzionali in grado di confrontarsi con i cittadini".
"Uno dei tanti temi che ci riguardano da vicino sono i pesticidi. - sottolineano i "grillini" - I comuni della zona hanno adottato il Regolamento di Polizia Rurale che di fatto è inapplicabile e non tutela la salute dei cittadini e il sindaco è il primo responsabile. Invitiamo tutti i cittadini di Farra di Soligo e anche i visitatori della sagra "Festa della fragola e dell'asparago" a passare al gazebo informativo del Movimento 5 Stelle. Ci troverete - fanno sapere - davanti alla nuova biblioteca di Farra di Soligo in via Patrioti, domenica 28 aprile dalle h. 09.00 alle h. 18.00".
FONTE
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Senatore grillino al Careni. incontro pubblico venerdì 7 giugno
PIEVE DI SOLIGO - Il senatore del Movimento 5 Stelle Gianni Girotto venerdì 7 giugno sarà a Pieve di Soligo. Per parlare di "Pesticidi e tumori".
L'incontro, in programma per le 20.45 al cinema Careni, è stato organizzato dal M5s di Pieve di Soligo, in prima fila nella battaglia contro l'uso e l'abuso di fitofarmaci. Relatori della serata Gustavo Mazzi, presidente ISDE Pordenone e Luciano Bortolamiol, presidente Wwf AltaMarca. A moderare l'incontro, Gianluigi Salvador. Interverrà il grillino Girotto, deciso a portare in Senato il problema dei pesticidi, piaga dell'Alta Marca Trevigiana.
"Perché dobbiamo chiuderci in casa per non respirare i pesticci? Perché non posso far giocare i bambini nel mio giardino?". La domanda è sempre la stessa. Sulla risposta, ci stanno lavorando associazioni, cittadini, politici e ambientalisti.
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L'obiettivo era informare i sindaci e la cittadinanza sui pericoli dei fitofarmaci, ma alle istituzioni il messaggio non è arrivato. Il Movimento 5 Stelle di Pieve di Soligo si dice soddisfatto della serata organizzata lo scorso 7 giugno. Ma deluso che nessuna istituzione fosse presente. ""Il “Regolamento intercomunale di Polizia Rurale” è inapplicabile - fanno sapere i grillini -perché le derive dei prodotti fitosanitari non sono controllabili e investono case, scuole, strade, orti e giardini, obbligando le persone a chiudersi in casa e non poter godere delle libertà costituzionali".
Il M5s pievigino ripercorre i punti cardine dell'incontro. "Esauriente e precisa l'esposizione del Dr. Gustavo Mazzi, che ha anche ricordato che esistono 6.090 studi internazionali, i quali hanno confermato la concatenazione diretta causa e effetto tra pesticidi e tumori. La tragica realtà dell’alterazione in modo irreversibile del paesaggio - continua il movimento - è stata confermata dal filmato che mostra lo scempio con scavi e sbancamenti che si sta operando sulle colline di Refrontolo, proprio dietro al Mulinetto della Croda, icona del Quartier Del Piave. Scempio legale, autorizzato, tutto approvato a termine di legge e con tanto di permessi e licenze delle autorità locali".
Durante la serata è stato inoltre riferito il caso di una lettera che il padre di una bambina malata di tumore ha scritto al sindaco del suo comune. Lettera a cui il primo cittadino non ha risposto. "Vivace l'intervento di Luciano Bortolamiol, presidente del WWF AltaMarca, - fa inoltre sapere il M5s -che se pur nella drammaticità del tema trattato è riuscito anche a strappare qualche sorriso al pubblico. Poi l’intervento del Cittadino Portavoce al Senato Gianni Girotto del M5S che si è impegnato a portare il problema dei fitofarmaci in parlamento".
Il gruppo locale M5S di Pieve di Soligo sta lavorando da tempo con senatori della commissione agricoltura per far conoscere la questione dei pesticidi. "La nota veramente dolente che denunciamo - sottolinea il movimento - è che c’è stata una totale assenza dei 15 sindaci, della zona Docg, i quali erano stati tutti invitati personalmente. Precisiamo che i sindaci o dei loro portavoce non erano obbligati a presenziare la serata e tantomeno ad ascoltare cittadini e medici, ma ricordiamo che sono obbligati dalla costituzione italiana a tutelare la salute dei propri cittadini".
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Il sindaco Fabio Sforza riconosce solo ambiti istituzionali per le sue apparizioni. Per coloro che volessero sentirlo, in pubblico, non rimane che partecipare ai "Consigli Comunali" nei quali i cittadini non hanno diritto di parola.
IL MOVIMENTO 5 STELLE HA INVITATO (E NON CONVOCATO) I 15 SINDACI ZONE DOCG. COMPRESO IL SINDACO FABIO SFORZA.
Il M5S risponde al sindaco Fabio Sforza che si è sentito convocato. Invitare e convocare sono due azioni diverse.
Il M5S apprende che il sindaco di Pieve di Soligo, Fabio Sforza, ha solennemente annunciato su "La Tribuna di Treviso" del 13/06/2013, che non si presenterà mai in pubblica assemblea con dibattito, perché così è riportato: "Sforza risponde piccato anche a chi lo accusa di aver disertato l'incontro del M5S (400 persone) sui pesticidi, venerdì sera al teatro Careni. "Non spetta a un partito convocare i sindaci"
Di seguito l'invito che il M5S ha rivolto ai sindaci (invitati NO convocati) lo scorso 28/05/2013:
Il Movimento 5 Stelle di Pieve di Soligo rivolge un caldo invito a tutti i sindaci, affinché partecipino alla serata di venerdì 7 giugno 2013, ore 20.45 al teatro Careni di Pieve di Soligo. La serata dal tema “Pesticidi e tumori” tratterà problematiche importanti relative alla salute ed all'ambiente. Questa è un'occasione per i sindaci di ascoltare le opinioni di esperti, ma anche le preoccupazioni e i disagi quotidiani vissuti dai cittadini. Sarà molto gradita la conferma, via email, della partecipazione alla serata.
Nell'attesa di un gradito riscontro, porgiamo cordiali saluti.
Movimento 5 Stelle - Pieve di Soligo
Quanti sindaci si sentono “convocati “ da questo invito ?
L'iniziativa è stata presa dal M5S, visto che i sindaci si stanno disinteressando di questi fondamentali problemi: la salute e l’ambiente. Il nostro sindaco, Fabio Sforza, riconosce solo ambiti istituzionali per le sue apparizioni e conseguenti dichiarazioni. Per coloro che volessero sentirlo, in pubblico, non rimane che partecipare ai "Consigli Comunali" nei quali i cittadini non hanno diritto di parola, anzi - se mai parlassero - sarebbero perseguiti penalmente.
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- Scritto da Gilberto
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Commento alla relazione del geologo Gino Lucchetta, nel Consiglio Comunale di Refrontolo
Si è volutamente soffermato più volte sulle parole "affermazioni false", relative agli ettari interessati ed al luogo in cui si trovano. Prendiamo atto che sono circa 15 ha anziché 40 ha, mentre l'area è interamente nel comune di Tarzo e non in quel di Refrontolo, due macroscopici lapsus, come erroneamente affermato dagli incauti accusatori e dai giornalisti disinformati.
Gli antefatti, li ha ben illustrati, partendo dagli acquisti, in due volte, dell'intera area:
1) 6,5 ettari per 50.000€ prima fase acquisto terreno e di metà fabbricati 1/2casa e 1/2stalla
2) 8,2 ettari per 69.821€ completando l'acquisto dell'area ed anche delle parti dei fabbricati mancanti
(nota dello scrivente)
succede normalmente anche a noi, sprovveduti cittadini, di acquistare un terreno con 1/2 casa e 1/2 stalla, così siamo sicuri che dovremo acquistare il rimanente se vogliamo fare qualcosa.
Trattare i due lotti insieme sarebbe stato senz'altro più conveniente: o tutti e due o niente, allora anche i proprietari avrebbero avuto un atteggiamento diverso.
Il lotto1 è costato 7.692 €/ettaro, mentre il lotto 2 è costato 8.514 €/ettaro, sempre con 1/2casa e 1/2stalla.
a) Ma la strada dov'è?
La motivazione dell'acquisto è relativa al progetto di itinerari di tipo escursionistico.
Dal 2002 al 2006 sono stati eseguiti sopralluoghi sul posto, per sapere se si poteva sviluppare questo progetto partito nel 1999 e preso contatti con Cassamarca per ottenere il finanziamento.
Nel corso di questi sopralluoghi è emersa fin da subito una grossa criticità che l'area aveva, ovvero la difficoltà di accesso.
PAZZESCO, è come se uno di noi, il solito sprovveduto cittadino, acquistasse una bella casa con giardino e dopo, solo dopo, si rendesse conto che non esiste la strada per accedervi.
b) Ecco come finisce il progetto pubblico
La comunità montana con l'aiuto del comune di Refrontolo, non è riuscita a fare un accordo con il proprietario di un fondo che avrebbe consentito l'accesso all'area, pertanto il progetto è sfumato.
c) Ma perché il progetto è sfumato? lo dice il geologo Lucchetta:
La Comunità montana non è un imprenditore agricolo, ne a titolo principale, ne a titolo secondario. è un ente pubblico e non poteva attivarsi per miglioramenti di tipo agrario e fondiario. Per altri tipi di fondi sarebbe stato possibile, ma per questo no.
d) La Comunità Montana decide di disfarsi di queste inutili proprietà, e questa è una breve cronologia dei fatti, ricavata dal racconto del geologo Lucchetta:
1) aprile 2007, il consiglio della comunità montana decide la vendita
2) venduti all'asta 14.40 ha, per 236.000€ al vincitore, Azienda Agricola Moinet di Tarzo, ma questa azienda non ottempera all'impegno d'acquisto.
(nota dello scrivente)
Normalmente avviene che in questi casi è prevista una penale, la caparra per concorrere all'asta non vien restituita o cose similari. L'Azienda Agricola Moinet di Tarzo sembra che se la sia cavata senza spese accessorie, mentre la Comunità Montana ha avuto la perdita sicura di 5.000€
3) Nel nov-2009, visto che il vincitore non ha ancora fatto il contratto d'acquisto, la comunità montana decide la sua decadenza ed assegna il lotto al 2°offerente: Gianluca Bisol con la sua offerta di 231.001€
e) E qui compare per la prima volta un impegno non previsto
o mai citato fin'ora per il venditore, ossia:
La Comunità Montana, che si impegna a presentare il progetto di sistemazione agraria e miglioramento fondiario, necessario al ripristino storico degli impianti dei vigneti già presenti nel fondo,
ma perché lo ha fatto, se non era previsto nel contratto originale d'asta e non rientra nei compiti della comunità? come precedentemente enunciato dal geologo Lucchetta nel punto c) più sopra
f) Il ritorno all'antico
Un'ultima domanda viene spontanea: a chi è venuto in mente che la sistemazione dell'area, come si ipotizza che fosse nel 1960, fosse la soluzione ideale da riproporre 53 anni più tardi?
Potremmo applicare questo "sacro principio" anche ad altri casi della vita, ad esempio perché non ritorniamo con lo stile di vita quotidiana del 1960? o al modo di governare e soprattutto di percepire i compensi, dei politici del 1960? o al modo di studiare in vigore nelle scuole del 1960?
Perché è stato scelto come campione da riprodurre solo il vigneto del 1960? e proprio solo quello che qualcuno ricorda d'aver visto in quei posti così reconditi e pure senza strada d'accesso?
L'unica dimenticanza, alla quale è ancora possibile rimediare, è, oltre a ripristinare il vigneto antico, anche di imporre il modo di coltivare del 1960, se copiamo, copiamo tutto sino in fondo!
E per concludere con un pensiero profondo:
Di tutto l'anno 1960, i governanti del QdP, ritengono che siano meritevoli di ricordo, solo gli storici indimenticati e sempre rimpianti vigneti, soppiantati dai boschi, nelle colline del comune di Tarzo!
Gilberto Carlotto
Movimento 5 Stelle Pieve e Farra di Soligo
Pieve di Soligo 26/06/2013
in corsivo le parole esatte del geologo Lucchetta
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Manifestazione popolare per la tutela della salute
FARRA DI SOLIGO - Bambini irrorati dai pesticidi durante la ricreazione. Famiglie che non possono pranzare in giardino. O prendere il sole sul terrazzo. Per il Movimento 5 Stelle di Pieve di Soligo , è ora di dire basta.
"Migliaia di persone non sono libere di stare all'aperto - esordiscono i grillini - devono chiudersi in casa per non respirare veleni, e a volte sono costretti addirittura a allontanarsi. Lo stesso vale per quelle persone che vanno a passeggiare sulle strade e sui sentieri di collina, pdove si respirano solo veleni".
Con queste premesse, il M5s ha organizzato una manifestazione di protesta. Sono pacifici, ma incazzati: "Il Sindaco di Farra di Soligo Giuseppe Nardi, e tanti altri amministratori insieme a lui - dichiarano i grillini - permettono di irrorare vigneti con fitofarmaci e veleni che raggiungono case, scuole, asili, strade, parchi. Con una legge inapplicabile - il Regolamento di Polizia Rurale – tutto ciò non è più tollerabile".
"Sindaco: più salute, meno veleni" è l'iniziativa promossa dal gruppo che invita la cittadinanza a riunirsi, unirsi e combattere. L'appuntamento è per sabato 20 luglio, alle ore 16, davanti al Municipio di Farra di Soligo. "Vogliamo spronare i 15 sindaci della zona Docg - fanno sapere gli organizzatori - affinché applichino il principio di precauzione per la tutela della salute e dell'ambiente. Insomma, a fare ciò che dovrebbe essere il principale dovere civico di ogni primo cittadino".
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Precisiamo che l’abolizione di tale reato non comporta affatto una modifica della sanzione prevista per il clandestino, cioè l’ESPULSIONE. Tale sanzione rimane in vigore in quanto prevista dalla legge Bossi-Fini .
I PARLAMENTARI VENETI RISPONDONO ALLE ACCUSE DELLA LEGA NORD E AUTONOMIE E FORZA ITALIA SULLA CANCELLAZIONE DEL REATO DI CLANDESTINITA’
Paradossalmente far rimanere la clandestinità un reato “penale”, OBBLIGA invece a far rimanere il “clandestino” in Italia sino al termine del processo penale, in media 30 mesi (con i costi conseguenti).
ROMA, 15.01.2014 - I Parlamentari veneti del Movimento 5 Stelle vogliono replicare alle dichiarazioni di altri soggetti politici, che ci accusano di voler aprire le porte indiscriminatamente all’”invasione degli stranieri” abolendo il reato penale di clandestinità. Precisiamo invece che l’abolizione di tale reato non comporta affatto una modifica della sanzione prevista per il clandestino, cioè l’ESPULSIONE. Tale sanzione rimane in vigore in quanto prevista dalla legge Bossi-Fini .
Ma anziché costringere, come succede ora, polizia e giudici a impegnare enormi risorse fisiche ed economiche per aprire una procedura penale (un processo insomma) per ciascun “clandestino”, la modifica da noi proposta farebbe sì che il clandestino venga gestito in maniera molto più veloce, efficiente ed economica per via amministrativa.
Paradossalmente far rimanere la clandestinità un reato “penale”, OBBLIGA invece a far rimanere il “clandestino” in Italia sino al termine del processo penale, in media 30 mesi (con i costi conseguenti). Il nostro provvedimento pertanto viene proposto solo in ragione del buon senso per eliminare le fortissime spese di gestione conseguenti, ma non implicando affatto la modifica della sanzione (espulsione), non può affatto configurarsi come un’apertura all’immigrazione indiscriminata.
Quanto sopra è solo un primo passo per affrontare il tema molto complesso della regolazione dei flussi migratori. Ci sarà tanto da lavorare per modificare la legge vigente in modo da perfezionare il procedimento (accorciando i tempi), accogliere chi ne ha diritto e punire chi specula sulle disgrazie dei migranti, garantendo a tutti il rispetto dei diritti umani.
I Parlamentari 5 Stelle Veneto - Gianni Girotto, Tancredi Turco, Silvia Benedetti, Arianna Spessotto, Enrico Cappelletti, Francesca Businarolo, Lorenzo Battista, Marco Da Villa, Gessica Rostellato, Giovanni Endrizzi.
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I deputati del M5S di commissione agricoltura e affari sociali presentano una interrogazione, a prima firma Benedetti, chiedendo al ministro di affrontare il problema dei dati contrastanti relativi alle classi di rischio e delle incongruenze tra il database ministeriale ed altre fonti di informazione sui fitosanitari, utilizzate come misura di confronto. Decisamente troppi gli errori riscontrati, relativi soprattutto alle classi di rischio, in troppi casi inesistenti o errate, pericolosamente tendenti alla declassificazione del rischio.
“Purtroppo le aziende si adeguano alle definizioni ministeriali – dichiarano i deputati 5 Stelle - e quindi in molti casi anche le schede di sicurezza riportano le definizioni riduttive del ministero, generando due problemi: l'ambiente non può essere rifugio di tutti questi principi attivi tossici o nocivi e le organizzazioni agricole, che dicono di voler utilizzare prodotti fitosanitari meno nocivi di quelli attualmente in uso, con questa declassificazione si ritroveranno ad utilizzare gli stessi principi attivi (tossici e nocivi) che vogliono abolire o sostituire”.
Il database del ministero della salute contiene tutti i prodotti fitosanitari e per ognuno di essi mette a disposizione varie informazioni, tra queste l’impresa produttrice, la data di registrazione, l’indicazione di pericolo, le sostanze attive, la data e motivo di eventuale revoca e il collegamento all’etichetta ministeriale. Il problema è che gran parte di questi dati spesso o sono inesistenti o incongruenti se messi a confronto con le schede di sicurezza delle aziende produttrici o con altri strumenti di informazione, soprattutto siti stranieri. A volte le incongruenze sono nei confronti delle stesse etichette ministeriali.
“Il database ministeriale dovrebbe essere il punto di riferimento "sicuro” e di facile accesso, a disposizione di tutti i cittadini – continuano i deputati del M5S - nel quale trovare tutte le informazioni corrette e aggiornate sui diversi prodotti fitosanitari, che vanno dall’ insetticida al diserbante, prodotti con i quali, purtroppo, siamo costretti a convivere. E già questo è un problema. Se poi viene anche a mancare la corretta informazione, allora siamo all’assurdo. E’ fondamentale che il ministero provveda immediatamente affinché i dati siano corretti, integrati e aggiornati, ponendo particolare attenzione ai casi di declassificazione delle classi di rischio”.
Tra le altre richieste fatte al ministro, l’imposizione della corretta denominazione dei principi attivi, definiti dal CAS (chimical abstract service), superando le attuali situazioni di confusione; l’attivazione di un unico database completo di tutti i principi attivi usati sia nell'agricoltura che nell'industria, aggiornato e disponibile alla facile consultazione di tutti i cittadini, gestito con il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare o da altro soggetto non in conflitto d'interessi; l’accesso a tutti i cittadini alle schede di sicurezza autoprodotte dalle aziende chimiche, complete di tutti i principi attivi ed i coformulanti (attualmente segreti) contenuti nei fitosanitari autorizzati dal ministero, con informazioni complete.
E' stato chiesto inoltre che, nelle schede di sicurezza autoprodotte dalle aziende chimiche, sia riportata in grande e nella prima pagina la classe di rischio assegnata al fitosanitario, completa dei pittogrammi previsti dai vigenti regolamenti CE, affinché il cittadino possa capire immediatamente quali siano i rischi per la salute e l'ambiente.
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Arrivata anche per il comune pedemontano del Quartier del Piave l’ufficializzazione da parte del Movimento5Stelle per partecipare alle consultazioni che si svolgeranno a breve in molti comuni della Marca.
La certificazione del Blog beppegrillo.it, condizione imprescindibile che riconosce i candidati come incensurati e non iscritti ad altre formazioni politiche è arrivata venerdì a tutte le liste civiche che la attendevano con trepidazione, ed ora anche noi siamo pronti alla corsa elettorale.
“Invitiamo i cittadini di Farra a votare per se stessi” - dice la candidata Marina Vercelloni - “senza delegare il governo del comune alle logiche partitiche che da troppo ristagnano nelle amministrazioni locali. Abbiamo costruito un programma con al centro il cittadino che finalmente diventa partecipe legittimo della cosa pubblica, e non più relegato a spettatore impotente. Vogliamo ridare vita al paese, e accelerare la sua trasformazione in comune virtuoso e sano: attraverso una revisione della spesa pubblica vogliamo eliminare gli sprechi e ridurre i costi. Riqualificare gli edifici con particolare riferimento al fabbisogno energetico puntando alle energie rinnovabili. Restituire vitalità al centro urbano favorendo l’aggregazione e quindi la socializzazione fra i cittadini: una rete solidale fra la gente è la migliore soluzione pratica che può risolvere anche il problema del lavoro. Pensiamo fermamente nell’autoproduzione di beni e servizi con conseguente risparmio economico immediato. Proprio Farra di Soligo avrà la possibilità di essere un laboratorio per il cambiamento, attraverso lo sviluppo di una vera Comunità.”
“Continueremo a scrivere il programma insieme ai cittadini la mattina di martedì 1 Aprile presso il mercato di Col San Martino con un banchetto e poi quando faremo la nostra prima presentazione pubblica mercoledi 9 Aprile a Farra di Soligo in via Cal Nova, n.6 presso la ex biblioteca alle ore 1.00.”
“La lista Movimento 5 Stelle Farra di Soligo” - conclude la candidata Marina Vercelloni - “è composta da un gruppo di persone libere, dalle eterogenee esperienze ma dalla medesima volontà di cambiare radicalmente le cose; siamo semplici cittadini che non tollerano più gli sprechi ed una mala gestione delle vecchie amministrazioni, retaggio del partitismo incancrenito nella Pubblica Amministrazione. Noi siamo il vero cambiamento”.
Marina Vercelloni,
candidata alla carica di Sindaco a Farra di Soligo
Facebook: Movimento5Stelle farradisoligo
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Il Movimento 5 Stelle non è EuroSì o EuroNo!
Il Movimento 5 Stelle vuole entrare nel Consiglio europeo per porre delle condizioni per restare in Europa e mantenere l'Euro.
Di seguito i 7 punti salienti che consentirebbero di migliorare la nostra situazione economica restando in Europa.
Il Movimento 5 Stelle non ti convince?
Lascia stare quanto scrivono i giornalisti. Noi siamo per il taglio dei finanziamenti ai giornali, e non possiamo godere di critica positiva dagli editori!
Di seguito sono raccolte alcune iniziativi che abbiamo portato avanti in un anno di legislatura: alcune sono state accolte, molte sono state bocciate dalla maggioranza PD-PDL.
Giudica usando la tua testa, non quella degli altri! (clicca per ingrandire)
Movimento 5 Stelle e trasparenza nella gestione dei soldi pubblici!
Vuoi sapere quanti soldi percepisce ogni parlamentare del movimento 5 stelle, e quanti ne restituisce? Clicca qui!
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FARRA DI SOLIGO, 08.05.2014 - Il gruppo Movimento 5 Stelle Farra di Soligo giunge alle prossime elezioni amministrative dopo un intenso lavoro al programma elettorale, che ha sviluppato assieme ai cittadini e rappresenta oggi un riferimento per tutta la politica locale.
Siamo felici che altre forze politiche locali abbiano copiato, riformulando o anche estrapolando frasi intere, buona parte del nostro programma elettorale, che ci siamo premurati di stampare e pubblicare sin da marzo sul nostro sito www.farradisoligo5stelle.it.
Nella speranza che il nostro programma non sia solamente copiato, ma anche capito e recepito nella sostanza dalle altre forze politiche, constatiamo invece una profonda convergenza con i consigli pervenuti in questi giorni dalla Commissione Foraniale per la pastorale sociale e il lavoro, rispetto ai quali il Movimento si è mosso con evidente anticipo con proposte concrete, trasparenti ed oneste.
“Il nostro programma, da sempre dichiarato Open Source” dice Marina Vercelloni, candidata sindaco M5S a Farra di Soligo “in questo senso si è sempre dimostrato attento alle reali necessità della cittadinanza, tenendo conto sia delle proposte che dei suggerimenti raccolti da chi abita il nostro territorio; faremo lo stesso anche in occasione dell’incontro di venerdì 9 maggio presso la Sala del “Centro sociale” di Soligo, alla quale parteciperà il senatore della Repubblica in Commissione Industria e Commercio, Gianni Girotto.”
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I termini “giovani” e futuro dovrebbero andare a braccetto, essere un binomio sicuro. Purtroppo di questi tempi risulta difficile pensare ad un futuro certo e sereno; non è giusto, non è corretto che venga rubato il futuro ai giovani. Che delusione di fronte ai continui tagli ai servizi e alla cosa pubblica, che partono dall’alto sì, ma che poi si riversano inevitabilmente anche sul nostro comune: invece di tagliare si possono evitare gli sprechi. In relazione all’istruzione è di fondamentale importanza investire sui ragazzi perché rappresentano i futuri adulti della nostra comunità cittadina; bisogna costruire delle buone fondamenta se si vuole che la casa stia in piedi o non presenti delle crepe. L’intervento primario sarà quello di mettere in sicurezza gli edifici scolastici, quindi il trattamento di temi come il bullismo, la dipendenza da fumo, alcol e videopoker, nonché il corretto utilizzo delle nuove tecnologie. Verrà incentivato inoltre il riciclo dei libri delle scuole secondarie ed a tal proposito arrivano ottime notizie dal M5S che ci rappresenta in parlamento: è stato approvato infatti un emendamento redatto dal M5S che consente la possibilità per le scuole di creare materiali didattici multimediali che possono essere consultati gratuitamente, compresi i libri scolastici e dal 2015 sarà possibile sostituire i libri cartacei con gli ebook digitali. Un altro obiettivo sarà l’organizzazione di attività formative e ricreative a costi agevolati, il prolungamento degli orari delle scuole materne, uno studio di fattibilità per l’istituzione di un nido comunale in alternativa ai privati e la creazione di “nidi famiglia”, per venire incontro alle esigenze delle famiglie. Infine, sarà promossa la formazione di orti scolastici nelle scuole per educare i ragazzi alle stagionalità dei prodotti che mangiamo; quindi sarà importante incentivare nelle mense scolastiche il consumo di prodotti biologici, possibilmente a Km 0. Da anni ad esempio l’Emilia Romagna con un’apposita legge denominata “norme per l’orientamento dei consumi e per la qualificazione dei servizi di ristorazione collettiva” ha avviato molti interventi di educazione al consumo consapevole, allo scopo di migliorare la conoscenza dei suoi prodotti tipici locali, dei buoni sistemi produttivi e delle stagionalità agricole, delle relazioni esistenti tra essi ed i consumi di prodotti alimentari ottenuti nel rispetto dell’ambiente e della salute, con l’obiettivo di favorire l’utilizzo di prodotto biologici del territorio nelle mense scolastiche. E’ lo stesso che potremmo realizzare nel nostro comune. Tutto ciò è quanto ci proponiamo come lista del M5S nel campo dell’istruzione, in prima linea al fianco dei giovani, con principi sani che mirano alla salute comune e della stessa persona.
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Siamo entrati nel consiglio comunale con Marina Vercelloni: a noi il compito di sorvegliare e proporre
Farra di Soligo: partiamo dal programma della lista "Insieme per Farra"
Vogliamo innanzitutto ringraziare gli elettori che hanno votato per il Movimento 5 Stelle.
Il risultato delle votazioni comunali 2014 hanno riconfermato il sindaco uscente Nardi alla guida del Comune per i prossimi 5 anni. Il Movimento 5 Stelle entra in Comune con 1 consigliere di minoranza: sarà questa una grande opportunità per vigilare affinché il programma elettorale proposto dalla lista di Nardi venga attuato già da subito!
Come abbiamo già evidenziato, il programma è molto simile al nostro e ci troviamo in pieno accordo, quindi partiamo da qui per una proficua e attiva collaborazione.
Partiremo da subito con trasparenza e partecipazione, e stiamo già lavorando affinché vengano attuati i cambiamenti richiesti dai cittadini.
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Alessandro Di Battista e le persone per bene del PD
Alessandro Di Battista: "Perché non avete fatto l'accordo con Bersani?".
Anche per questa foto. Non si tratta di persone. Si tratta di sistema. C'è chi ne fa parte e chi no.
In tanti dicono di moderare certi toni. Se questo serve a crescere come movimento ci sto, ma che nessuno pensi che l'intransigenza non sia un valore.
Più che la mafia e la corruzione è stato il compromesso a rovinare questo Paese. Anche gli onesti (Bersani ha la fedina penale pulita) per arrivare a ricoprire certi incarichi hanno accettato presenze compromettenti nei loro partiti, mandamenti di politici carichi di voti, soldi (legali) da gruppi industriali o grandissimi imprenditori che poi chiedono, sistematicamente , qualcosa in cambio.
Questo è il sistema Expo, il sistema Sesto San Giovanni, il sistema Mose, il sistema TAV, il sistema TAP, il sistema San Raffaele. Questa è la Repubblica della partitocrazia, dei "punciuti" a loro insaputa.
Sono molto fiducioso. C'è una riscossa nell'aria, c'è un cambiamento in atto nonostante quel 41%. Dobbiamo soltanto insistere su questa strada. Chi semina raccoglie. A riveder le stelle!
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PD, sempre più assomigliante alla vecchia Democrazia Cristiana
Da Livorno, storica roccaforte della sinistra, è arrivato un risultato davvero clamoroso e storico: il candidato del Movimento 5 Stelle Filippo Nogarin ha vinto, superando Marco Ruggeri del centrosinistra: 53 a 47%. Nogarin, festeggiando la vittoria, ha parlato di "colpo al cuore del Partito Democratico".
Il Movimento 5 Stelle ha conquistato anche un altro importante Comune, quello di Civitavecchia, dove il candidato pentastellato Antonio Cozzolino ha vinto con il 65% dei voti al ballottaggio.
Il giornalista del Fatto Quotidiano Andrea Scanzi ha voluto commentare la storica vittoria dei 5 Stelle a Livorno. Di seguito riportiamo il suo messaggio su Facebook:
Andrea Scanzi: "Livorno è la città che ha visto nascere il Partito Comunista Italiano. Quasi un secolo dopo, comprensibilmente, non ce l'ha fatta a veder rinascere la Democrazia Cristiana".
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Marco Travaglio: Ma chi se ne frega del 90% delle cose di cui si parla nei giornali mentre destra centro e sinistra, ancora aggi mentre stiamo parlando, si stanno mangiando quelle spoglie rimaste del paese [ndr. TAV, MOSE, EXPO, e gli altri 60 miliardi di euro di tangenti che i nostri politici/amministratori incassano ogni anno].
Se esistesse ancora un minimo di decenza, milioni di persone perbene - elettori, giornalisti, intellettuali, eventuali politici e imprenditori - dovrebbero leggersi l'ordinanza dei giudici di Venezia sul caso Mose e poi chiedere umilmente scusa a Beppe Grillo e ai suoi ragazzi.
Anni e anni sprecati ad analizzare il suo linguaggio, a spaccare in quattro ogni sua battuta, a deplorare il suo populismo, autoritarismo, giustizialismo, a domandarsi se fosse di destra o di centro o di sinistra, a indignarsi per le sue parolacce, a scandalizzarsi per le sue espulsioni, ad argomentare sui boccoli di Casaleggio e sul colore del suo trench, a irridere le gaffes dei suoi parlamentari, a denunciare l'alleanza con l'improbabile Farage (l'abbiamo fatto anche noi, ed era giusto farlo, ma in un paese normale: dunque non in Italia). Intanto destra, sinistra e centro - quelli che parlano forbito e non hanno i boccoli - rubavano. Rubavano e rubano tutti, e insieme, sempre, regolarmente, scientificamente, indefessamente, su ogni grande e piccola opera, grande e piccolo evento, appalto, consulenza, incarico.
Con questo editoriale, Marco Travaglio ha gridato il suo sdegno per lo scandalo del Mose e ha voluto sottolineare come i media abbiano distolto l'opinione pubblica da fatti di questa gravità, concentrandosi sulle battute di Beppe Grillo e il cappellino di Casaleggio.
In diretta ad Anno Uno, il giornalista ha ribadito questi concetti concludendo con una frase importante: il Movimento 5 Stelle ha dimostrato che si può fare politica senza soldi, per questo va elogiato e questa è l'unica strada da seguire.
Video con intervista di Marco Travaglio ad Anno Uno
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Con l'ingresso del M5S in consiglio comunale, opposizione e propositività
Farra di Soligo verso il cambiamento
Le elezioni amministrative dello scorso 25 maggio ci hanno regalato l'opportunità di diventare parte attiva, in seno al Consiglio comunale, per proporre un diverso modello di sviluppo del territorio: siamo una minoranza e per questo dovremmo lottare con tenacia perché vengano approvate le nostre idee.
Le ristrettezze economiche ci impongono di valutare con estrema cautela i progetti da proporre e da approvare, ma siamo convinti che sia possibile uno sviluppo economico e sociale del paese anche attraverso progetti veramente a basso costo: startup, turismo, agricoltura, gestione dei rifiuti.
Si definiscono startup le imprese, a carattere innovativo e tecnologico, che nascono con l'obiettivo di sviluppare un'idea rendendola un prodotto vendibile; sono una tipologia di impresa in rapida crescita, negli ultimi 5 anni, soprattutto in nord Europa, grazie agli aspetti economico-giuridici che le contraddistinguono e che le rendono particolarmente interessanti anche dal punto di vista fiscale, come spiegato nel sito internet http://startup.registroimprese.it .
Ma come può un Comune favorire la nascita e lo sviluppo di queste imprese? Mettendo a disposizione degli spazi e strumenti in modo da creare una rete di aggregazione soprattutto nello strato più giovane della società locale.
Quanti di noi conoscono giovani disoccupati che ormai hanno perso la speranza di trovare un posto di lavoro, oppure che avrebbero delle idee ma non riescono a concretizzarle? Eppure per far nascere nuove imprese basterebbe che coloro che hanno idee comuni socializzino (si conoscano) e mettano assieme idee, competenze e volontà di perseguire l'obiettivo comune, magari sviluppandole in strutture messe a disposizione dal Comune cosicché venga eliminato anche lo scoglio di acquistare un immobile per far nascere la propria attività.
Nel nostro territorio provinciale sono già presenti e attivi due grandi incubatori d'impresa, La Fornace con base ad Asolo e la rinomata H-Farm di Roncade. Riteniamo che queste due realtà non solo siano da invidiare, ma soprattutto da emulare per creare socializzazione, rete di cervelli (sempre più sottostimati e poco incentivati) e di competenze, che dovrebbero avere un libero sfogo concreto all'interno della comunità locale piuttosto che rimanere vincolati alle mere nozioni che si apprendono sui banchi degli istituti scolastici.
I comuni possono, con un impegno di spesa minima, diventare dei veri incubatori di idee, e possono far nascere delle vere e proprie iniziative d'impresa, mettendo inoltre in contatto le aziende che richiedono un servizio con i professionisti e piccole aziende locali che forniscono tali competenze.
Un altro impegno low-cost che l'amministrazione comunale dovrebbe perseguire per rilanciare le realtà economiche locali, consiste nella promozione turistica, realizzabile mediante l'abbellimento dei nostri paesi con fiori, panchine, parchi giochi, creando un museo della Grande Guerra nel Quartier del Piave, mappando tutti i luoghi e le attività economiche di interesse turistico a livello provinciale, e fornendo servizi di trasporto che colleghino i nostri luoghi di interesse ad aeroporti, stazioni ferroviarie e altre città di rilevanza turistica.
Impariamo a valorizzare quanto già abbiamo, perché il turismo diventi il lubrificante di tutti i meccanismi dell'indotto economico locale. Cerchiamo di sviluppare una rete ciclopedonale intercomunale che ci colleghi anche oltre frontiera, al fine di attirare anche i turisti amanti della natura che si muovono in modo sostenibile: facciamo in modo di suscitare l'interesse per i nostri dolci pendii nei confronti delle nuove discipline sportive sempre più partecipate come il trail, il nordic walking o la Mountain Bike, e scopriremo che tutto il settore ricettivo e agro-alimentare ne trarrà un grande beneficio!
Affinché il settore turistico possa veramente svilupparsi è però necessario che la nostra prima risorsa per importanza, l'agricoltura della vite e del Prosecco, sappia cambiare direzione in favore di una migliore eco-compatibilità.
Crediamo che il Prosecco sia il nostro miglior biglietto da visita per lo sviluppo del turismo, cosiccome avviene in Alsazia ed in altre zone in cui le strade del vino vengono percorse da milioni di turisti che visitano, soggiornano ed acquistano, dando linfa vitale all'economia locale.
Pensiamo che il boom economico delle nostre produzioni siano messe a forte rischio dalla concorrenza dei vigneti in pianura, ormai produttivi e completamente meccanizzati. Per garantire redditività in futuro, e sviluppare ulteriormente l'economia della comunità locale, migliorando peraltro la salute dei cittadini e dell'ambiente, vogliamo realizzare un Biodistretto d'eccellenza d'esempio per tutte le zone vitate, per favorire l'utilizzo di prodotti fitosanitari più rispettosi dell'ambiente ma producendo nel contempo un prodotto maggiormente vendibile. Molti ancora temono la parola biologico perché forse lascia intendere ad un'agricoltura fatta con la zappetta e con la carriola, quando invece risulta una tecnica di coltivazione facilmente attuabile, se seguita da tecnici esperti, e che garantisce profitti, tant'è che le aziende agricole del nostro territorio che hanno iniziato la coltivazione biologica o biodinamica solitamente non sono mai ritornate all'agricoltura convenzionale!
Su questo tema vorremo che il nostro comune, cosiccome gli altri interessati dalla coltura della vite, intraprenda subito le misure che noi abbiamo proposto in campagna elettorale:
1. attivazione immediata di uno sportello agricoltura che consenta di aiutare gli agricoltori ad effettuare la domanda di conversione al biologico: se la domanda venisse fatta prima della vendemmia, quindi a luglio, il periodo di conversione risulterebbe un anno più corto;
2. dopo la vendemmia, attivazione di corsi gratuiti di formazione indirizzati ai viticoltori, tenuti da tecnici esperti di agricoltura biologica liberi da conflitti d'interesse e quindi non legati al commercio dei fitofarmaci;
3. mettere a disposizione un agronomo con esperienza pluriennale nel settore biologico, per consulenze anche sul campo;
4. pubblicazione nel web di tutte le attività economiche presenti nel comune, indicando le peculiarità e dando risalto alle attività agricole biologiche, al fine di consentire una visibilità anche all'estero;
5. mettere a disposizione un locale ed il personale al banco per consentire la distribuzione di prodotti agricoli e artigianali locali, consendo una riduzione della filiera produttiva e maggiori introiti per i piccoli produttori locali;
6. sostenere la candidatura del nostro territorio all'UNESCO.
In questo caso l'attivazione dello sportello agricoltura e dei corsi e consulenze gratuite avrà un corso non irrisorio; tuttavia solo attraverso una conversione dell'agricoltura al biologico riusciremo ad ottenere una maggiore salubrità dell'ambiente, con il conseguente aumento del benessere dei cittadini, aumento del turismo, miglioramento della qualità delle nostre produzioni e quindi sviluppo delle attività economiche connesse, che compenseranno ampiamente le spese di formazione sostenute dal Comune. Cantine, negozi, ristoranti e strutture ricettive ne trarranno grossi benefici!
Riguardo il settore dei rifiuti, vorremo che venisse subito realizzato un fabbricato, in prossimità della discarica, per realizzare un pre-card al fine di raccogliere tutto ciò che si vorrebbe gettare in discarica nonostante possa essere utile ad altri. Quante famiglie hanno finora buttato in discarica passeggini, abiti per bambini, elettrodomestici, libri, mobili che con il tempo sono risultati inutili? Con il pre-card questi beni potrebbero essere messi a disposizione di altre famiglie, riducendo in tal modo la quantità di rifiuti prodotta, sensibilizzando i cittadini al riuso dei beni ed infine dando una mano alle famiglie disagiate che troverebbero in tal modo materiale d'uso comune a costo zero.
Per attuare questi punti è però necessario il coinvolgimento dei cittadini: per anni abbiamo tutti delegato ai politici e amministratori il compito di decidere, in piena autonomia, circa la gestione del Paese. E' arrivato il momento che i cittadini partecipino attivamente alle scelte attuate nel territorio, appropriandosi del diritto fondamentale di esprimere le proprie opinioni. Per questo, nonostante il tentativo iniziale del Sindaco e del Segretario comunale di bloccare l'iniziativa, abbiamo da subito deciso di trasmettere in streaming il primo consiglio comunale, in modo che tutti i cittadini potessero assistere o rivedere da casa quanto è stato dibattuto e deciso durante la prima seduta. Questo è solo il primo passo delle nostre iniziative come parte organica del Consiglio del Comune di Farra di Soligo: ci batteremo per dare la possibilità ai cittadini di intervenire nei consigli comunali, per un tempo limitato prima di ogni votazione, in modo da renderli attivi, cosiccome chiederemo l'attivazione di sondaggi online per valutare le scelte che dovranno essere prese.
Cambiare si deve, perché non possiamo vivere con il rimorso di non aver portato avanti le nostre buone idee.
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In merito al Piano nazionale della Prevenzione 2014-2018, lamentando la mancata consultazione del Sistema Nazionale delle Agenzie Ambientali in
particolare sul macro-obiettivo "Ambiente e Salute"
Il Presidente di ISPRA e quello di AssoArpa nei giorni scorsi hanno scritto al Ministero della Salute, esprimendo "perplessità in ordine sia al metodo che al merito" riguardo al macro-obiettivo "Ambiente e Salute" del Piano nazionale della Prevenzione 2014-2018 "elaborato in assenza di qualsivoglia interazione con il costituendo Sistema delle Agenzie per l'Ambiente coordinato da ISPRA".
Per quanto riguarda il metodo, nella lettera si evidenzia il "mancato coinvolgimento delle istituzioni ambientali". Questo vanifica a priori la possibilità di integrare i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), cioè i livelli attesi di prestazioni da parte del Sistema Sanitario Nazionale riguardo alla prevenzione, con i LEPTA (Livelli
Essenziali di Prestazioni tecniche Ambientali), cioè i livelli attesi di prestazioni da parte delle Agenzie ambientali. Senza una definizione coerente a livello nazionale diquesti obiettivi si rischia concretamente di determinare una parcellizzzazione e disomogeneità di comportamenti nei livelli locali.
Nel merito la lettera evidenzia "il contenuto assolutamente generico del piano e la cui ulteriore specifica definizione viene rimandata a successivi recepimenti a livello regionale, senza alcun coordinamento fra le istituzioni centrali e periferiche, col rischio di accentuare ulteriormente le asimmetrie interregionali che, viceversa, occorre assolutamente attenuare".
La lettera si conclude chiedendo di sottoporre quindi il documento in questione, per la opportuna condivisione, al Ministero dell'Ambiente ed al sistema
ISPRA/ARPA/APPA.
- articolo: http://www.arpat.toscana.it/notizie/notizie-brevi/2014/ispra-e-assoarpa-scrivono-al-ministero-della-salute
- PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONE 2014-18: http://www.igienistionline.it/docs/2014/01pnp14-18.pdf
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Autorizzazioni in deroga in barba alle condizioni poste dall’Europa, irrorazioni di prodotti vietati, etichette ministeriali fuorvianti. “Troppe cose non vanno”. Una risoluzione dei 5 stelle per interrompere le autorizzazioni in deroga e le irrorazioni aeree. Necessaria la revisione delle etichette ministeriali e un efficace sistema di controllo nei territori.
“Troppe le cose che non ci stanno bene in materia di fitosanitari – dichiara la deputata Benedetti, prima firmataria della risoluzione dei 5 stelle - innanzi tutto il continuo ricorso (oltre i tre anni previsti dal regolamento CE 1107/2009) alla procedura di “autorizzazione speciale” di prodotti fitosanitari, baipassando in questo modo il normale iter autorizzativo. Si tratta di prodotti che spesso hanno classi di rischio vietate dal Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Inoltre i decreti autorizzativi fanno riferimento alle etichette ministeriali, che tendono a declassificare le classi di rischio. I dati reali, corretti e completi, con le giuste classi di rischio, sono visibili solo nelle schede di sicurezza che, con la nostra risoluzione, chiediamo vengano allegate ai decreti dirigenziali e inserite nel database dei prodotti fitosanitari, finora assenti ingiustificate. Impegniamo inoltre il governo alla revisione delle etichette e naturalmente adinterrompere immediatamente le autorizzazioni eccezionali dei prodotti fitosanitari vietati dal Pan. Ma va anche ripensato l’iter di autorizzazione dei prodotti – continua la deputata - sia in relazione ai criteri in base ai quali vengono emanate tali autorizzazioni e quindi alla relativa situazione di emergenza sanitaria, sia all’assunzione delle eventuali responsabilità, valutando di prediligere, in ogni caso, soluzioni alternative a quella dell’autorizzazione eccezionale che dovrebbe essere considerata l’ultima possibilità”.
Altra questione inaccettabile sono le autorizzazioni per le irrorazioni aeree (rilasciate ininterrottamente da 2008 in alcune regioni d’Italia come il Veneto, il Piemonte, la Lombardia) nonostante la direttiva 2009/128/CE le vieti. La deroga è permessa solo in condizioni limitate per esempio nel caso non fossero possibili alternative praticabili rispetto all’uso degli elicotteri oppure in caso di evidenti vantaggi per la salute umana e l’ambiente.
“Ma è evidente che è difficile parlare di vantaggi per la salute e l’ambiente – dichiara Benedetti - visto che l’irrorazione aerea amplifica l’effetto deriva. In questa risoluzione e con l’interrogazione che l’ha preceduta, dimostriamo che in alcune zone, come per esempio nella provincia di Treviso, non sussistono neppure le condizioni che permettono le deroghe, in quanto, nonostante la pendenza delle colline, le alternative alle irrorazioni aeree ci sono. Nelle stesse zone infatti vengono fatti regolarmente alcuni trattamenti a terra, per esempio quelli antiperonosporici o acaricidi. Non vedo perché non possano essere fatti a terra anche tutti gli altri trattamenti, senza scomodare gli elicotteri”.
Nelle stesse zone non verrebbero neppure rispettate le misure di gestione dei rischi, come per esempio l’obbligo di avviso preventivo dei residenti e le prescrizioni per la riduzione dell’effetto deriva. In alcuni comuni del consorzio DOCG Prosecco, zona nella quale avvengono spesso le irrorazioni aeree in deroga, le case, le scuole, gli orti privati, le strade, sono confinanti con i vigneti e pare che siano molte le segnalazioni di residenti e turisti che lamentano di essere stati «irrorati» insieme ai vigneti, di non essere stati avvisati preventivamente e di non essere mai stati informati deltempo di carenza di 48 ore, prima di poter accedere alla zona irrorata dall'elicottero; inoltre, nelle aree trattate non è mai stata posta adeguata e visibile segnalazione. Da ricordare inoltre che i due prodotti autorizzati per le irrorazioni aeree, l’Aviozolfo e l’Aviocaffaro, hanno una composizione conosciuta solo in parte (la parte sconosciuta sono i coformulanti, spesso più pericolosi dei principi attivi) e le frasi di rischio di questi prodotti sono vietate dal PAN.
Per tutte queste ragioni impegniamo il governo ad interrompere le autorizzazioni dei prodotti Aviozolfo e Aviocaffaro per l'irrorazione aerea – continua la deputata - nonché a verificare la reale sussistenza delle condizioni che, ad oggi, hanno consentito le deroghe per tali autorizzazioni. Vorremmo che si rendesse maggiormente stringente il ricorso a tali deroghe così da non alterare il vero significato di emergenza sanitaria che, a causa del continuo ricorso allo strumento della deroga, rischia di perdere completamente il suo significato e il suo scopo”.
Ma sono anche altre le richieste del M5S, come per esempio l’attuazione di tutte le misure affinché nei territori avvengano i controlli necessari a garanzia del rispetto della normativa vigente e delle misure previste per la gestione dei rischi, a salvaguardia della salute umana e dell'ambiente. Secondo i 5 stelle va fatta inoltre chiarezza sulleautorità preposte al controllo sulle sostanze utilizzate, nonché i relativi ruoli e responsabilità.
“Grazie ad una iniziativa dell’associazione WWF Alta Marca – conclude Benedetti - è stato possibile constatare che molti comuni dell’area DOCG Prosecco Conegliano Valdobbiadene hanno utilizzato recentemente erbicidi vietati dal Pan. E’ evidente quindi la mancanza di un controllo efficace e di una figura di riferimento per il cittadino, che conosca la normativa vigente e sappia farla rispettare”.
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Il Movimento 5 Stelle tutto, nel particolare coneglianese, pievigino e pedemontano con tutti i suoi attivisti e rappresentanti esprime tutto il suo cordoglio e partecipazione ai famigliari delle vittime della tragedia di Refrontolo e alla cittadinanza dei Comuni interessati.
Nella convinta volontà di contribuire ad impedire che episodi come questo non si debbano ripetere mai più, abbiamo attivato tutti i nostri contatti e gli esperti locali che da anni si occupano del territorio interessato affinché venga innanzitutto fatta chiarezza e subito messe in atto le necessarie e non più procrastinabili soluzioni.
Siamo disponibili in questo senso a collaborare con tutte le forze responsabili, a tutti i livelli, che abbiano una reale volontà in questo senso e non abbiano la superficialità di catalogare questo nuovo "piccolo Vajont" come una anomala, ma naturale calamità.
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Il M5S continuerà a vigilare. Esarà sempre pronto a raccogliere segnalazioni e proposte a prescindere dall’appartenenza politica
IL SINDACO GIUSEPPE NARDI SUL PIP DI FARRA DI SOLIGO : “…FAREMO CHIUDERE QUALCHE IMPRESA…”
Invitiamo il sindaco Nardi a confrontarsi in una pubblica assemblea con i cittadini di Farra di Soligo, a renderli partecipi della situazione, per raccogliere e concentrare tutte le forze e gli sforzi atti a trovare le soluzioni migliori per lavoratori ed imprenditori chiamati in causa.
FARRA DI SOLIGO (TV) 30.09.2014 - Il Movimento 5 Stelle Farra di Soligo riporta alla cittadinanza con una certa apprensione quanto affermato dal primo cittadino Giuseppe Nardi, rispondendo alla richiesta di chiarimenti dell'opposizione posta sulla questione delle sentenze P.I.P.(Piano per gli insediamenti produttivi),quando prospetta l'eventualità di mettere in ginocchio qualche impresa e chiuderne qualcuna.
Riportiamo dal video che abbiamo effettuato in consiglio comunale (al minuto 26), la risposta testuale:
“Posso comunicare che nulla è cambiato dalla vostra interrogazione datata 31 luglio. La prossima mossa da parte dell’amministrazione sarà quella di portare a casa le fideiussioni, stiamo solo valutando in che forma richiedere questi importi in modo da non incappare in imprecisioni. Successivamente chiederemo le somme alle aziende, che verranno depositate presso la cassa depositi e prestiti, in attesa delle sentenze definitive. Mettiamo in ginocchio le imprese, faremo chiudere qualche impresa, ma poi magari la Cassazione ci darà ragione. Questo è il futuro che ci si presenta davanti...”
Le affermazioni del Sindaco, per il Movimento 5 Stelle sembrano molto gravi, poiché gettano un’ombra pesante su tutta l’economia locale che si regge su equilibri delicati, visto il generale quadro di crisi economica.
Chiudere le aziende significa creare un gravissimo danno, gettando nel panico imprenditori e famiglie di lavoratori, che in questo modo si vedono privare del loro reddito con tutte le conseguenze del caso.
Comprendiamo lo sconforto del sindaco e la conseguente, forse incosciente dichiarazione, in quanto egli impotente davanti alla probabilità del fallimento del Comune, ma vogliamo pensare insieme alla comunità una linea diversa da quella paventata di sacrificare le aziende, già provate dalla precaria situazione del comparto e dalla insostenibile pressione fiscale, soluzione che non darebbe più margini di recupero al tessuto socio economico locale.
Invitiamo il sindaco Nardi a confrontarsi in una pubblica assemblea con i cittadini di Farra di Soligo, a renderli partecipi della situazione, per raccogliere e concentrare tutte le forze e gli sforzi atti a trovare le soluzioni migliori per lavoratori ed imprenditori chiamati in causa.
Il Movimento 5 Stelle di Farra di Soligo, che ha messo in atto come promesso, l’operazione "Fiato sul collo" sin dal primo consiglio comunale dando così l’opportunità a tutta la cittadinanza interessata di poter seguire i lavori del consiglio comunale da casa se impossibilitati a presenziare di persona, continuerà a vigilare e sarà sempre disponibile a raccogliere segnalazioni e proposte, per il bene comune a prescindere dall'appartenenza politica.
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Non sono servite le firme della petizione presentata al Sindaco di Miane raccolte dai comitati locali, e nemmeno le segnalazioni fatte ai numerosi Enti pubblici preposti alla salvaguardia del territorio
IL GRIDO D’ALLARME LANCIATO DAI GRUPPI DEL M5S DEL QUARTIER DEL PIAVE A TUTTI I RESPONSABILI DELLO SCONQUASSO DELL’AMBIENTE
Chiediamo a tutte le forze politiche e associazioni di intervenire con la massima urgenza, sollecitando la stampa e tutti gli organi demandati al controllo e alla salvaguardia del territorio
PIEVE DI SOLIGO (TV) 24.10.2014 - Non sono servite le firme della petizione presentata al Sindaco di Miane raccolte dai comitati locali, e nemmeno le segnalazioni fatte ai numerosi Enti pubblici preposti alla salvaguardia del territorio e delle acque e men che meno è servito rimarcare che la Regione Veneto ha prorogato per altri 3 anni l’iscrizione di nuovi vigneti di prosecco DOC.
Nulla hanno prodotto le denunce presentate ai Consorzi di tutela del prosecco DOC e DOCG, in quanto la documentazione presentata si riferiva all’impianto di un vigneto per la produzione di prosecco DOCG in un terreno fuori dei confini delimitati dal DM 17.07.2009, "concernente il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata dei vini Prosecco, il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita dei vini Conegliano Valdobbiadene -Prosecco e il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita dei vini Colli Asolani -Prosecco o Asolo -Prosecco per le rispettive sottozone e l’approvazione dei relativi disciplinari di produzione".
Il nuovo vigneto verrà piantato in una località chiamata “Fontanazze”, toponimo di un terreno ricco di risorgive, che ad ogni precipitazione abbondante fanno fuoriuscire veri e propri torrenti d’acqua, senza dimenticare che in questa località sono presenti pozzi d’acqua potabile.
Il decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006, “Norme in materia ambientale”, all’articolo 94 disciplina le aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano e definisce “zona di tutela assoluta” le aree immediatamente circostanti alle aree di captazione o derivazione, da difendere anche dall’accumulo di concimi chimici, fertilizzanti, pesticidi ed erbicidi, come ripetutamente evidenziato dal rapporto ISPRA 175/2013 che sottolinea il già dilagante inquinamento delle falde acquifere superficiali.
Sebbene l’azienda agricola stia agendo su un terreno privato, i cittadini di Miane e del comprensorio non possono restare inermi a guardare l’alterazione IRREVERSIBILE di una collina che costituisce un patrimonio naturale collettivo, e le inevitabili conseguenze che ciò comporta. Le ruspe sono di nuovo al lavoro.
Chiediamo a tutte le forze politiche e associazioni di intervenire con la massima urgenza, sollecitando la stampa e tutti gli organi demandati al controllo e alla salvaguardia del territorio (Guardia Forestale, Polizia Municipale etc.). Quando gli alberi secolari saranno scomparsi e la conformazione della collina sarà definitivamente modificata, ogni intervento e dichiarazione ambientalista e in difesa del territorio diventerà inutile ed ipocrita come quelle che hanno fatto da triste corollario alla tragedia di Refrontolo.
E’ tempo, anche se tardivamente, che tutti gli autori e complici a vario titolo del dissesto idrogeologico dei comuni, della provincia e della Regione si assumano le rispettive responsabilità.
Siamo ancora una volta esterrefatti davanti ad un altro caso di manipolazione delle leggi e di stupro del territorio al fine del raggiungimento di mere finalità economiche, in barba al comune buon senso. Sollecitiamo, dunque, il comune di Miane nella persona del Sindaco Angela Colmellere a difendere il territorio e la salute dei suoi concittadini: questi due valori assoluti non fanno distinzione tra pubblico e privato.
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Finalmente possiamo dire che la lungimiranza di alcune amministrazioni comunali ha colto al volo quest’occasione
IL M5S FARRA DI SOLIGO PLAUDE ALLA GIUNTA NARDI CHE HA DECISO DI COGLIERE L’OCCASIONE
I contribuenti infatti potranno destinare l’8x1000 dell’I.R.P.E.F. all’edilizia scolastica
FARRA DI SOLIGO (TV) 19.12.2014 - Il Movimento 5 Stelle di Farra e Pieve di Soligo ha appreso positivamente la decisione della Giunta Nardi di attivarsi per poter accedere ai fondi dell’8x1000 per l’Edilizia Scolastica.
Siamo orgogliosi dei nostri Portavoce di Camera e Senato, il M5S è riuscito a vincere ancora una tra le tante battaglie. I contribuenti infatti potranno destinare l’8x1000 dell’I.R.P.E.F. all’edilizia scolastica. Per la sicurezza di bambini e ragazzi, centinaia di Comuni italiani grazie ad un emendamento alla legge di Stabilità firmato M5S, hanno accesso a questo fondo così importante per la Scuola Italiana. Gli interventi riguardano naturalmente la ristrutturazione, il miglioramento, la messa in sicurezza, l'adeguamento antisismico e l'efficientamento energetico degli immobili adibiti all'istruzione scolastica pubblica.
Dopo alcuni solleciti, inviati dal Movimento 5 Stelle locale, a tutti i Comuni della Vallata e del Quartier Del Piave, finalmente possiamo dire che la lungimiranza di alcune amministrazioni comunali ha colto al volo quest’occasione che potremmo definire unica, in quanto il fondo disponibile è assai corposo ed il termine ultimo per accedervi era già stato procrastinato per ben tre volte: dal 30 settembre, passato al 30 ottobre e successivamente con la nuova Legge di Stabilità, al 15 dicembre 2015.
Un plauso alla Giunta Nardi che ha deciso di ascoltare il M5S dimostrando così di superare le barriere politiche al fine di operare per il bene comune. Oramai è agli onori della cronaca lo stato di taluni edifici scolastici della zona. Ci fa inoltre piacere apprendere che anche la giunta Soldan di Pieve di Soligo e Collet di Follina abbiano inviato formale richiesta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri presso il Dipartimento per il coordinamento amministrativo.
Non è con le dichiarazioni che si compiono i fatti. Il M5S lo dimostra ancora una volta, attraverso proposte concrete tese a un futuro migliore e possibile.
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La risoluzione dei 5 stelle per rendere obbligatoria, nei prodotti alimentari di origine animale e derivati, l’indicazione relativa alla presenza di organismi geneticamente modificati nella mangimistica usata per l’alimentazione animale. “Il consumatore di carne e derivati ha il diritto di sapere se la bistecca, l'uovo o il formaggio che ha nel piatto provengono da un animale alimentato con mangime geneticamente modificato”
“Il diritto all'informazione sui prodotti alimentari è uno dei principali diritti del consumatore che, a prescindere dalle conseguenze che determinati ingredienti possono o non possono avere sulla sua salute, ha il sacrosanto diritto di sapere non solo cosa sta mangiando, ma anche come è stato “trattato” il prodotto d’origine nelle varie fasi di produzione, a partire dalla materia prima. Maggiori saranno le informazioni in suo possesso, maggiormente consapevoli saranno le sue scelte” - così commenta la deputata del M5S Silvia Benedetti, segretario di commissione agricoltura, la risoluzione a sua prima firma recentemente depositata e che impegna il Governo a rendere obbligatoria nei prodotti alimentari di origine animale e derivati, l’indicazione relativa alla presenza di organismi geneticamente modificati nella mangimistica usata per l’alimentazione animale.
“Il consumatore di carne e derivati - continua la deputata del Veneto Silvia Benedetti - ha il diritto di sapere se la bistecca, l’uovo o il formaggio che ha nel piatto provengono da un animale alimentato con mangime geneticamente modificato. Questa informazione a nostro avviso non si può dare per scontata, va indicata in etichetta. L’Italia importa grandi quantitativi di soia e mais OGM dall'estero, che finiscono nei nostri mangimi e questo vuol dire che gran parte dei prodotti, biologici esclusi, che acquistiamo nei supermercati provengono da animali alimentati a OGM, ahinoi prodotti DOP e IGP compresi. E’ la triste realtà e questa informazione non può essere omessa come si è fatto finora”.
“Sappiamo che la nostra agricoltura è competitiva se di qualità e attualmente contribuire al mercato OGM non la valorizza. Per questo puntiamo al consumatore informato, perché anche l'acquisto consapevole è una scelta politica” - conclude Benedetti.
Qui il testo della risoluzione
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