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La procedura di autorizzazione di nuovi OGM in Unione Europea ha raggiunto ormai livelli di follia pura. Gli Stati membri non li vogliono, il Parlamento europeo vota contrariamente, ma la Commissione con forzature antidemocratiche e senza alcuna logica (o meglio seguendo solo la logica del profitto delle multinazionali) continua a concedere autorizzazioni sconsiderate. La scappatoia da sempre utilizzata è quella della mancanza di una maggioranza in seno ai comitati tecnici, che di fatto fornisce il via libera all'esecutivo europeo nel poter fare "come gli pare e piace". Questa prassi, reiterata nel tempo e più volte denunciata, deve finire: abbiamo proposto una modifica sostanziale del regolamento - che fissa appunto le norme dei comitati tecnici (il regolamento 182/2011) - per prevedere che, in assenza di un parere da parte del comitato tecnico e del panel di appello, la Commissione non possa procedere con l'autorizzazione. Parliamo di un diritto già riconosciuto agli Stati membri per il comitato tecnico sui veicoli a motore, quindi perfettamente attuabile anche per quanto riguarda le autorizzazioni di OGM. Le ultime due follie della Commissione europea, infatti, sono due soia transgeniche di proprietà rispettivamente delle Dow Agro Science, M.S. Technologies e Bayer CropScience.
ALTRE DUE SOIA TRANSGENICHE
La prima presenta dei caratteri di resistenza relativamente nuovi dal momento che è stata creata per resistere, oltre che al glifosato, anche a pesticidi organici a base di cloro come il 2,4-D. Quest'ultimo è uno dei componenti del tristemente famoso agente arancio, il defoliante largamente usato dalle truppe statunitensi per scoprire i tratti di giungla dove si rifugiavano i Viet Cong. La produzione del 2,4-D è responsabile della formazione di diossine e furani che, almeno in parte, rimangono nel prodotto commerciale come impurità. Inoltre, una volta immesso in ambiente, il 2,4-D si degrada a "diclorofenolo", un composto con riconosciute proprietà d'interferente endocrino. La seconda soia presenta dei caratteri di resistenza a tre diversi erbicidi: glifosato, glufosinato e isoxaflutolo.
IL FALLIMENTO DEGLI OGM
La necessità di creare queste piante svela appieno il fallimento degli OGM, dal momento che la resistenza a pesticidi molto potenti è diventata una necessità dopo decenni di sconsiderato uso di glifosato, incentivato dall'avvento delle piante transgeniche resistenti all'erbicida di punta della Monsanto. Il prolungato uso delle stessa molecola ha finito con il selezionare un numero sempre maggiore di specie di erbe infestanti, anch'esse resistenti, vanificando di fatto l'uso di piante transgeniche. Che la soluzione per risolvere il fenomeno non possa essere la creazione di piante transgeniche resistenti a molecole ancor più pericolose dovrebbe essere ormai evidente anche ai più entusiasti biotecnologi. È solo una questione di tempo prima che inizino a comparire piante infestanti resistenti agli ultimi pesticidi.
L'appuntamento è ora fissato l'11 ottobre al Parlamento europeo, dove si parlerà dei celebri Monsanto Papers con cui la mutinazionale statunitense ha insabbiato i risultati scientifici sul glifosato.
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Quella appena passata è stata una settimana storica non solo per il Veneto ma per l’Italia intera. Dopo un anno e 4 mesi, 32 udienze e le deposizioni di 102 testimoni si è arrivati alla sentenza del processo sullo scandalo Mose.
I giudici hanno ritenuto Matteoli colpevole di corruzione, per aver ricevuto denaro da Mazzacurati e per aver favorito l’amico Cinque nell’ottenimento di appalti di bonifiche a Porto Marghera. Per entrambi una pena di 4 anni di reclusione e la confisca di 9 milioni 575 mila euro ciascuno. Assoluzione e prescrizione per l'ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni per finanziamento illecito ai partiti. Cadute per prescrizione tutte le imputazioni mosse dalla Procura all'ex presidente del Magistrato alle Acque Maria Giovanna Piva, accusata di essere stata a libro paga del Consorzio Venezia Nuova, assolta inoltre dall'accusa di essere stata "pagata" con il collaudo dell'ospedale all'Angelo di Mestre. Condannati, infine, l'imprenditore veneziano Nicola Falconi a due anni e 78mila euro di multa (per corruzione) e l'avvocato Corrado Crialese a un anno e dieci mesi e 1000 euro di multa, pena sospesa (per millantato credito).
I veneti volevano pene esemplari per la più grande mazzetta della storia d’Italia, invece siamo qui a commentare ancora una volta un processo che finisce all’acqua di rose. Ovvio che le sentenze vanno rispettate, e che il pronunciamento del giudice è sacro. Ma qui appare chiaro lo scollamento fra quel che è giusto nel senso della giustizia e quel che invece è ingiusto dal punto di vista della correttezza verso i veneti: dove sono finiti tutti quei soldi? Cosa accadrà con la prescrizione? Cosa è successo davvero attorno al Mose? A queste e alle tante domande che i cittadini si pongono ora, a poche ore dalla sentenza, servono risposte.
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Roma, 3 genaio 2017 - "In piena continuità rispetto al Governo precedente, il Presidente del Consiglio Gentiloni ha iniziato il suo incarico con l'approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto milleproroghe in cui sono contenuti ulteriori ostacoli per la crescita e lo sviluppo della generazione distribuita, delle rinnovabili e dell'efficienza energetica. Nel provvedimento infatti vi è il differimento di un anno degli obiettivi previsti ai fini del raggiungimento dei target europei al 2020 per la copertura con fonti rinnovabili dei consumi per acqua calda sanitaria, riscaldamento e raffrescamento negli edifici di nuova realizzazione", lo annuncia il nostro senatore trevigiano della Commissione Industria, Gianni Girotto. "Nello specifico slitta di un anno l'obbligo di coprire tali fabbisogni con rinnovabili per una quota del 50% che decorrerà dai titoli edilizi rilasciati dal 1 gennaio 2018 anziché dal 1 gennaio 2017. Il target del 35% varrà invece ancora per tutti i titoli richiesti entro fine 2017 anziché fine 2016. Un nuovo regalo ai produttori di energia da fonti fossili che determinerà un ritardo inaccettabile sulla strada del risparmio e dell'efficienza energetica, e dimostra ancora una volta quanto le fonti rinnovabili siano lontane dai piani di un esecutivo che è la fotocopia di quello precedente" - continua. "Nonostante gli annunci di novembre del Ministro dello Sviluppo Calenda al fine di rassicurare le industrie, il decreto rinvia di ben due anni anche il termine per la definizione e l'adeguamento della struttura degli oneri della bolletta elettrica per i clienti non domestici rimandato anche il termine per la cosiddetta norma "energivori". Emenderemo il testo del decreto proposto dal Governo. E' necessario ripristinare l'obbligo della quota del 50% di utilizzo delle rinnovabili negli edifici per l'anno 2017. Sui costi della bolletta elettrica bisogna dare certezze alle attività produttive proponendo il mantenimento della gran parte degli oneri sui consumi e il ripristino dei sistemi di distribuzione chiusi per favorire l'Efficientamento energetico e la generazione distribuita. Proposte sostenute anche dall'Autorità garante della concorrenza nella segnalazione inviata al Parlamento e al Governo Renzi" - conclude Girotto.
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Il Parlamento europeo vota il Ceta, il trattato di libero scambio fra Europa e Canada. Sono a rischio la democrazia, l'ambiente, la salute dei cittadini, la sopravvivenza delle piccole e medie imprese e persino i nostri risparmi. Il gruppo Efdd - Movimento 5 Stelle Europa vota no! Noi siamo dalla parte dei cittadini!
Il CETA è stato approvato grazie ai voti favorevoli della destra e di parte del PD. Contrari il Movimento 5 Stelle, Lega Nord e parte della sinistra.
Il prossimo passo sarà quello di impedire la ratifica da parte di Camera e Senato. Ma i nostri politici avranno capito cos'e' veramente il CETA?
Hanno votato a favore del CETA
Conservatori e riformisti: Fitto – Sernagiotto
Popolari: Comi – Cesa – Cicu – Dorfmann – Giardini – Mussolini – Maullu – La Via – Patriciello Pogliese – Salini
Socialdemocratici (S&D): Bettini – Bonafe – Costa – DeMonte – Danti – Gualtieri – Kyenge – Pittella – Picierno – Toia – Zanonato – Zoffoli – Morgano – Sassoli
Non iscritti: Soru
Hanno votato contro il CETA
Movimento 5 Stelle: Adinolfi – Agea – Aiuto – Beghin – Borrelli – Castaldo – Corrao – D’Amato – Evi – Tamburrano – Valli – Zullo – Zanni – Ferrara – Pedicini – Moi
Lega Nord: Bizzotto – Fontana – Salvi – Borghezio – Ciocca
Lista Tsipras/Altraeuropa: Forenza – Maltese – Spinelli
Verdi: Affronte
Socialdemocratici (S&D): Benifei – Briano – Caputo – Cofferati – Chinnici – Cozzolino – Panzeri – Schlein – Giuffrida – Viotti
Si sono astenuti sul CETA
Popolari: Cirio
Partito Democratico: Gentile
[Informazioni tratte da https://stop-ttip-italia.net/2017/02/15/ceta-i-nomi-e-cognomi-di-chi-ha-votato/ ]
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Il Mose di Venezia non è solo la più grande opera pubblica in fase di realizzazione in Italia, che costa oltre 5 miliardi di euro, ma anche la madre di tutte le tangenti, calcolate in circa 1 miliardo di euro. Lo scandalo è noto, c'è un processo in corso che coinvolge tutti i livelli politici tra ministri, sindaci e consiglieri regionali.
Quello che invece non si sa è che a settembre 2017 scatta la prescrizione, ovvero tutti potranno andarsene a casa, liberi. Esiste una proposta di legge per riformare la prescrizione ma è giace da tempo al Senato, anche il M5S ha depositato la propria proposta sull'argomento, ma la verità è che il PD e gli altri partiti non hanno mai voluto una vera legge sulla prescrizione. Oggi ne abbiamo chiesto conto al governo.
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La politica industriale delle grandi corporation dell'industria dolciaria e alimentare, con la somministrazione ai consumatori di merendine e snack di ogni sorta, incrementa l'overdose di zuccheri e grassi ed è alla base di obesità infantile e distruzione degli ecosistemi. Può la nostra alimentazione essere mero oggetto di marketing aziendale? Il M5S ha chiesto, con una mozione approvata oggi alla Camera dei Deputati, che Governo e istituzioni siano chiamati a regolamentare la materia al più presto in virtù del principio di precauzione e a tutela di ambiente e salute pubblica. La mozione M5S impegna il Governo, questo o quello che verrà, a rispettare i limiti di zucchero indicati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità in una quota massima del 5% al giorno, contro quella del 25% indicata dal ministro della Salute, Lorenzin. È ora d'inserire nell'agenda politica la riconversione dei sistemi produttivi verso un'alimentazione sostenibile in grado di combattere in Italia l'aumento di sovrappeso e obesità, soprattutto infantile (oltre il 23% dei bambini tra i 9 e gli 11 anni è in sovrappeso e il 13% è obeso), e tutti gli altri disturbi connessi (diabete, malattie cardiovascolari ecc.) legati al consumo eccessivo di zucchero e di carni rosse, soprattutto lavorate, dichiarate 'potenzialmente cancerogene' dall'Oms, e l'uso di olio di palma. Tra le altre proposte 5stelle: sostituire progressivamente l'olio di palma, dannoso per salute e ambiente in quanto ricco di grassi saturi e contaminanti tossici derivati dalla sua lavorazione, con altri oli vegetali nazionali (semi di girasole, olio d'oliva ecc.); promuovere un'educazione alimentare a scuola e con spot pubblicitari; offrire la scelta di un menù vegetale nelle mense pubbliche e, in quelle scolastiche, pasti e merende a base di prodotti biologici e a Km zero (in primis frutta, verdura e cereali), ritornando così alla famosa piramide alimentare alla base della Dieta Mediterranea, patrimonio mondiale dell'Unesco. Interventi in aula di Massimiliano Bernini, Mirko Busto e Chiara Gagnarli.
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Grazie al Movimento 5 Stelle il Parlamento europeo ha scritto una pagina importante per la tutela della salute dei cittadini. Con 346 voti a favore e 239 contrari è stato approvato un emendamento, presentato assieme a 40 deputati europei, che propone di "vietare l'utilizzo di bisfenolo A in tutti i materiali a contatto con il cibo visto che varie rivalutazioni dell'Efsa nell'arco dello scorso decennio non hanno efficacemente affrontare tutte le preoccupazioni in materia di salute e che l'Efsa rivaluterà ancora una volta i rischi connessi al bisfenolo A nel 2017, a seguito della pubblicazione di una relazione secondo la quale l'attuale dose giornaliera tollerabile non protegge il feto o i neonati dagli effetti del bisfenolo A sul sistema immunitario e raccomanda di consigliare ai consumatori di ridurre la propria esposizione al bisfenolo A proveniente dagli alimenti e da altre fonti".
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Quest'anno il mondo vinicolo italiano taglia un traguardo tutto da festeggiare: l'Italia è leader mondiale e sorpassa la Francia nei quantitativi di produzione. La filiera del vino è un fiore all'occhiello del nostro Paese e da tempo meritava una legge che se ne occupasse in modo serio, in particolare semplificando le norme e dimezzando gli oneri burocratici che opprimono anche questo settore. La legge è stata approvata ieri, con il fondamentale contributo del M5S e quindi con il nostro voto favorevole: a dimostrare, ancora una volta, che non siamo il movimento del "no" e che siamo sempre disposti a collaborare per un obiettivo costruttivo. Per migliorare il Testo Unico sul Vino abbiamo intensamente lavorato per oltre tre anni, ascoltando produttori e piccole aziende, e riuscendo ad inserire vari provvedimenti: più tutele per i vitigni impiantati a scopo di ricerca e conservazione delle varietà locali, facilitazioni per i piccolissimi produttori, la riduzione dei tempi per il riconoscimento di Denominazione di Origine Controllata e Garantita, Non abbiamo inoltre dimenticato le tutele per i produttori di aceto e marsala, altre eccellenze italiane. Purtroppo sono stati bocciati altri importanti emendamenti del M5S, come quello sulla rappresentatività più allargata nei consorzi e soprattutto l'impegno per liberare i vitigni dall'eccesso di pesticidi. Nell'insieme, siamo contenti del risultato ma non smetteremo di combattere per migliorare ancora. La filiera italiana del vino, rappresentando l'eccellenza del Made in Italy, merita la perfezione!
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Il Movimento 5 Stelle ha stilato un decalogo dei veleni da evitare e da combattere: informazione e prevenzione sono armi fondamentali in mano a tutti i cittadini.
1) ABUSO DI ANTIBIOTICI
Secondo un autorevole studio commissionato dal governo britannico, nel 2050 si conteranno più morti per resistenza antibiotica che per cancro. Da oggi fino a quella data i costi di questa emergenza sanitaria toccheranno i 100 mila miliardi di euro. Bisogna intervenire rimuovendo le cause della resistenza agli antibiotici, che sono prevalentemente due: l'abuso di antibiotici e la loro cattiva somministrazione agli animali da macello. Il problema è serio ed è stato affrontato al Parlamento europeo in un rapporto assegnato al Movimento 5 Stelle approvato poi in plenaria.
2) ABUSO DI FARMACI
Negli ultimi 15 anni il consumo di farmaci è aumentato del 60%. Sempre più spesso si assumono farmaci senza prescrizione medica e senza un reale bisogno e questo ha un effetto sulla salute, in particolare sui più piccoli. Un esempio è quello della paroxetina, un potente antidepressivo prescritto da migliaia di medici in Italia e in tutta Europa, che può causare eventi avversi, come il suicidio e comportamenti aggressivi di minori. Grazie al Movimento 5 Stelle il Ministro alla Salute Beatrice Lorenzin ha aperto un tavolo di confronto sulla somministrazione dei antidepressivi ai minori.
3) BIOCIDI
Sono sostanze chimiche usate, per esempio, per disinfettare i dispositivi medici, l'acqua delle piscine, i gabinetti chimici. Si trovano anche nei detersivi, candeggine, insetticidi e vernici. Queste sostanze possono alterare le funzioni del sistema endocrino e la regolazione ormonale provocando disturbi al comportamento e alla riproduzione. Possono provocare il cancro. La Commissione europea sa tutto, è stata persino condannata dalla Corte di Giustizia europea, eppure non fa nulla. Contro Juncker e la sua Commissione il Movimento 5 Stelle ha presentato al Parlamento europeo una mozione di sfiducia.
4) CARNE AGLI ORMONI
Negli Stati Uniti la bistecca viene gonfiata dagli allevatori che somministrano volontariamente ai loro animali anabolizzanti e ormoni. Con il Ttip gli Stati Uniti vogliono esportare questo modello che, oltre a distruggere l'agricoltura europea, avrebbe effetti nocivi sulla salute. L'Europa deve difendere gli alimenti sani e privi di prodotti chimici, l'etichettatura degli alimenti, la tracciabilità e la trasparenza delle informazioni.
5) GLIFOSATO
E' un diserbante utilizzato nelle coltivazioni e nei giardini. Un autorevole studio presentato dallo IARC lo ha classificato come probabile cancerogeno per l'uomo, mentre per l'EFSA non vi sono pericoli. Fino a quando la comunità scientifica non raggiunge una posizione comune, va applicato il principio di precauzione. Sono state trovate tracce significative di glifosato in 14 birre tedesche, nei mieli venduti negli Stati Uniti ma anche in pasta e farine italiane. I portavoce al Parlamento europeo si sono sottoposti alle analisi delle urine: risultato? Concentrazioni di glifosato ben 17 volte superiori al limite di quelle ammesse nell'acqua potabile. Nonostante ciò la Commissione europea ne ha autorizzato il commercio per i prossimi 18 mesi.
6) NANOPARTICELLE
E' la cosiddetta frontiera dell'invisibile. Si tratta di particelle finissime, costruite in laboratorio, che si trovano ovunque: nel cibo e nelle bevande, nelle creme solari e di bellezza, persino nei dentifrici. Queste piccolissime molecole possono penetrare attraverso la pelle entrando nel circolo sanguigno. Un caso-simbolo è il biossido di titanio, classificato dallo IARC come possibile cancerogeno se inalato. Il loro uso è stato autorizzato in assenza di una valutazione del rischio, come previsto invece dal regolamento europeo REACH. La sicurezza alimentare e della salute umana non deve essere secondaria a nessuno.
7) OLIO DI PALMA
Un recente rapporto dell'Efsa mette in luce la presenza di contaminanti cancerogeni e genotossici nell'olio di palma. Questo prodotto è usato in molte creme, dolci e prodotti da forno di produzione industriale. La sua produzione continua, inoltre, a rappresentare una delle principali cause della perdita di habitat naturali, eppure la Commissione europea finora non ha preso nessun provvedimento per regolarne l'uso.
8) OSSIDI DI AZOTO
L'inquinamento uccide 10 volte di più degli incidenti stradali. Lo smog provoca in Europa oltre 400 mila morti premature l'anno (l'Italia detiene il primato con oltre 84.000 decessi) ed è causa di malattie e ricoveri ospedalieri. Basterebbe questo dato per svegliare la classe politica e costringerla a prendere provvedimenti seri in difesa della qualità dell'aria. La nuova direttiva sull'inquinamento dell'aria approvata dal Consiglio, invece, alza i livelli autorizzati di PM 2.5 e ossidi di azoto, ma anche dell'ammoniaca per favorire la lobby dell'agricoltura e delle auto: gli Stati membri hanno sconfessato il buon accordo trovato al Parlamento europeo. La nuova direttiva sui limiti nazionali esclude, inoltre, il metano dalla lista dei gas inquinanti.
9) POLLO AL CLORO
Con il Ttip potrebbe arrivare in Europa anche l'uso di cloro per la pulizia delle carcasse animali. Negli Stati Uniti gli allevamenti avicoli hanno obblighi in materia di standard igienici e sanitari molto inferiori a quelli europei: sterilizzano i volatili abbattuti con una "doccia" di cloro. La salute dei cittadini non può essere barattata con gli affari delle multinazionali del cibo.
10) TABACCO
E' arrivato il momento di fermare le potentissime lobby del tabacco. L'occasione è il rinnovo della proroga dell'accordo di cooperazione in vigore tra Unione europea, Stati membri e quattro multinazionali del tabacco, fra le quali la Philip Morris. Commissione Europea e governo italiano devono prendere tutte le misure per disincentivare questa piaga sociale, una delle prime cause di morte prematura.
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La Danimarca, 5 milioni e mezzo di anime, non contenta dei suoi record di energia rinnovabili si è posta un nuovo obiettivo: tutto quello che sarà prodotto sul proprio suolo domestico sarà biologico e sostenibile. Se ci riescono saranno i primi in tutto il mondo ad avere agricoltura "organica" come diciamo qui negli USA.
In realtà la Danimarca è innamorata della sua agricoltura pesticidi-free da tanto tempo e sono almeno 25 anni che si sperimentano metodi per l'agricoltura "biologica". è questa una delle nazioni "storiche" in questo senso perché sono arrivati prima di tutti gli altri. Nei quasi dieci anni dal 2007 ad oggi, la produzione di cibo organico è aumentata del 200%.
Come faranno tutto questo?
Seguendo il Økologiplan Danmark, il piano di "azione organica" del paese. Sono 67 punti in cui è tutto delineato. Il governo ha già deciso che incentiveranno la trasformazione di campi in cui si usa ancora di agricoltura convenzionale in campi in cui si usano metodi sostenibili e che attraverso pubblicità e sensibilizzazione cercheranno di aumentare ancora di più la vendita di prodotti organici. Ci saranno programmi nelle scuole per educare i bimbi e per spiegare i benefici dell'agricoltura organica agli studenti.
Entro il 2020 si vuole cosi *raddoppiare* la terra coltivata ad organico rispetto al 2007. Tutti i terreni di proprietà del governo verrano coltivati in modo naturale e seguendo metodi biodinamici. I privati che lo vorranno riceveranno sussidi e sarà anche incentivata la ricerca sull'agricoltura sostenibile. Le leggi saranno più snelle per chi vuole eseguire la transizione. Per ora il piano è di usare circa 61 milioni di dollari per questo progetto.
E questo riguarda non solo zucchine e fragole ma anche il bestiame, primi fra tutti i maiali. Infatti sono coinvolte varie agenzie, coordinate dal ministro del cibo, agricoltura e della pesca che lavoreranno con comuni, regioni e privati per una visione globale della produzione di cibo in modo sostenibile e locale.
Verranno poi istituiti dei target. Per esempio la mensa scolastica dovrà presto iniziare a fornire il 60% dei suoi prodotti da coltivazioni organiche agli studenti - e cioè circa 800mila pasti. Tutte le mense di Copenhagen sono già organiche. Con le mense scolastiche, gli stessi requisiti verranno imposti alle mense dei militari, civili, degli uffici pubblici.
Per adesso i danesi sono i principali consumatori di agricoltura biologica d'Europa. Il 7.6%. Sembra poco? Beh, nel resto d'Europa siamo molto più in basso. La Germania ne usa solo il 3.7%. Negli USA solo l'1% dell'agricoltura domestica è organica. In Italia non si sa, ma nelle tabelle di cui sopra non compare.
Perché è importante l'agricoltura organica, sostenibile? Beh, è evidente che se non metti pesticidi nel tuo corpo stai meglio in salute. E stai meglio tu e sta meglio chi coltiva i terreni. Sopratutto diserbanti, monoculture, e altre sostanze tossiche non sono la risposta: sul lungo termine impoveriscono il suolo e la qualità dell'aria. Spesso rendono i terreni più vulnerabili alla siccità e alle inondazioni. L'agricoltura organica invece porta con se una maggiore varietà di habitat, insetti, piante. I prodotti organici hanno un sapore migliore e, secondo alcuni studi hanno più antiossidanti e migliori proprietà anti-infiammatorie. Chiunque sia mai passato in campagna e abbia mai raccolto e mangiato un fico, una nespola o una albicocca da un albero nato e cresciuto spontaneamente lo sa.
Ma non solo. I danesi hanno anche ridotto lo spreco di cibo del 25% nel corso di 5 anni, grazie ad alcune organizzazioni che regalano o vendono a prezzi bassi il cibo imperfetto. Si chiamano "Stop Spild Af Mad" - fermiamo lo spreco di cibo - e WeFood. I contadini danesi vengono pagati almeno 20 dollari per ora. Per legge. L'uso di antibiotici è bassissimo, i casi di salmonella sono rari, e gli animali sono tenuti nelle stalle in condizioni decenti.
L'Italia è appena uscita dall'Expo, dedicato al cibo. Cosa è rimasto? Che impegni ci sono per il futuro in questo senso? Ci sono degli obiettivi per l'agricoltura più salutare? Per incentivare l'organico - prodotto e consumato in Italia? E per una volta ricopiare le cose buone degli altri?
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Sei anni di carcere per i cittadini, i blogger e le testate che pubblichino anche una sola informazione in grado di violare i dati personali o di ledere l’onore e la reputazione di qualsiasi soggetto, con confisca del telefono, del computer e rimozione del contenuto obbligatoria. È questa la novità di agosto (in realtà del 27 luglio) della proposta di legge C 3139 (prima firmataria la senatrice Dem Elena Ferrara), che, con l’accordo di tutte le forze politiche, eccetto alcuni parlamentari di opposizione che ne hanno contestato l’applicazione, verrà votato dalla Camera a partire dal 12 settembre prossimo.
La norma che dovrebbe occuparsi di cyberbullismo, quindi teoricamente di tutela del minore, transitando alla Camera, con i relatori Dem Micaela Campana e Paolo Beni è divenuta, con i profondi ritocchi dei relatori e della Commissione riunite Giustizia e Affari sociali, una vera e propria norma ammazza web, che riguarda anche e soprattutto ogni maggiorenne che si affaccia alla rete internet. E sì, perché diversamente dalla disposizione originaria approvata anche dal Senato, che era incentrata principalmente sulla tutela del minore, il testo uscito il 27 luglio, è stato completamente stravolto, divenendo una norma repressiva sul web a tutti gli effetti.
Le Commissioni hanno approvato diversi emendamenti tra i quali questo testo: “2-bis. Ai fini della presente legge, con il termine ‘cyberbullismo’ si intende qualunque comportamento o atto, anche non reiterato, rientrante fra quelli indicati al comma 2 e perpetrato attraverso l’utilizzo della rete telefonica, della rete internet, della messaggistica istantanea, di social network o altre piattaforme telematiche. Per cyberbullismo si intendono, inoltre, la realizzazione, la pubblicazione e la diffusione on line attraverso la rete internet, chat-room, blog o forum, di immagini, registrazioni audio o video o altri contenuti multimediali effettuate allo scopo di offendere l’onore, il decoro e la reputazione di una o più vittime, nonché il furto di identità e la sostituzione di persona operate mediante mezzi informatici e rete telematica al fine di acquisire e manipolare dati personali, nonché pubblicare informazioni lesive dell’onore, del decoro e della reputazione della vittima”.
Nel testo e nelle altre disposizioni scompaiono i riferimenti ai minori al fine di delimitare l’ambito di applicazione della norma. In base a questa questa, qualsiasi attività, anche isolata (e quindi effettuata anche una sola volta), compiuta dai cittadini anche maggiorenni sul web conferisce la possibilità a chiunque (altra innovazione portata dalla Camera) di ordinare la cancellazione di contenuti, salva la possibilità che questa attività venga ordinata dal garante privacy. E chi non si adegua? Rimozione e oscuramento dei contenuti e sanzione sino a 6 anni di carcere. In pratica le attività di critica sui social network, attraverso blog o testate telematiche, farà scattare la possibilità di richiedere la rimozione del contenuto, dell’articolo, del messaggio, di qualsiasi cosa insomma sia presente sul web, con la possibilità di far bloccare il contenuto anche rivolgendosi al garante privacy.
Un blog scomodo, una commento troppo colorito sul forum, una conversazione un po’ ardita tra maggiorenni su Whatsapp, qualsiasi pubblicazione di dati a opera di maggiorenni, qualsiasi notizia data su un blog o su una testata, e che riguardano maggiorenni, ricadranno in quella definizione e saranno oggetto di possibile rimozione. Da Facebook a Whatsapp ai blog tutto viene inserito nella furia iconoclasta del legislatore pronto a punire le attività peccaminose dei maggiorenni sul web. Con buona pace del cyberbullismo sui minori che è divenuto un elemento del tutto residuale della norma. Un bavaglio in piena regola.
Per essere sicuri che chiunque potesse essere assoggettato a sanzione i relatori personalmente hanno pensato bene di far approvare una nuova norma (l’articolo 6 bis della proposta) che prevede per tutti i cittadini la possibilità di essere sanzionati con un reato che prevede il carcere fino a 6 anni, e – si badi bene – la confisca di tutto quanto sarebbe servito per commettere il reato. A opporsi a questa deriva sono stati solo un drappello di parlamentari del Movimento 5 Stelle, Baroni, Lorefice e Agostinelli, che si sono battuti duramente per il ritorno allo spirito originario della norma, ovvero alla tutela attraverso azioni di sostegno e di reazione rapida a beneficio dei minori. Senza però ottenere risultati a quanto pare, dal momento che a partire dal 12 settembre la Camera potrebbe varare definitivamente il testo uscito dalle Commissioni. C’è tempo fino all’8 settembre per emendamenti. Con la speranza che settembre non porti con sé, insieme al fresco, anche la prima norma liberticida per il web del 2016.
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Visto che Monte dei Paschi di Siena e le autorità italiane pare stiano pensando seriamente di imbarcarsi in un nuovo ciclo di negoziati con la Commissione europea e la BCE
per strappare una qualche forma di sostegno del governo per salvare la banca (ormai fallita), cerchiamo di ripercorrere alcuni fatti. Per ricordare e non commettere gli stessi errori del passato.
MPS ha registrato 14 miliardi di euro di perdita nel periodo 2011-2015, di cui 10 sotto la guida dell'attuale Amministratore Delegato Fabrizio Viola che è subentrato nel gennaio 2012 proprio per dare una svolta alla gestione.
La Banca più antica al mondo ha ricevuto aiuti di Stato nel 2011 (1,9 miliardi di Tremonti Bond) e nel 2013 (4 miliardi di Monti Bond, due dei quali in sostituzione dei Tremonti Bond).
Sempre stando ai fatti, MPS ha sistematicamente pubblicato la propria situazione finanziaria in maniera non corrispondente alla realtà, ovvero falsa. Dal 2008 al 2011 sotto la guida della prima gestione (Mussari / Vigni) e dal 2012 fino al dicembre 2015 sotto l'attuale leadership dell' AD Fabrizio Viola.
Monte dei Paschi ha letteralmente e tecnicamente gonfiato il suo patrimonio di vigilanza (Core Tier 1, 2012 e 2013) e sottostimato i propri rischi (VAR, dal 2012 al dicembre 2015).
Cioè si è mostrata un gigante, nascondendo i piedi d'argilla.
Nel contabilizzare miliardi derivanti da operazioni in derivati come Government Bond, MPS ha superato in maniera spropositata i limiti di rischio stabiliti dalla Commissione Europea nello stesso documento dove le si rilasciava l'autorizzazione ad accedere agli aiuti di Stato (Monti Bond).
Così facendo, violava l'impegno che la stessa aveva preso al cospetto della Commissione Europea. Questo è il rispetto che i banchieri di MPS hanno avuto nei confronti dei soldi che i cittadini italiani gli hanno prestato.
Ma la storia non finisce qui.
Ogni aumento di capitale richiesto (2 miliardi nel 2011, 5 nel 2014, 3 nel 2015) ogni obbligazione (Senior, Lower Tier II, Upper Tier 2 e Tier 1) emessa dalla Banca dal 4 dicembre 2008 (quando la prima falsa operazione è stato eseguita) al 16 Dicembre 2015 (quando MPS finalmente ha ammesso la falsità annunciando la correzione del bilancio), è stato venduto agli investitori sulla base di una informazione finanziaria falsa. E questo non si può fare.
La Banca ha ottenuto 2 ulteriori miliardi di aiuti di Stato nel 2013 (4 miliardi di Monti Bond di cui 2 in sostituzione dei Tremonti Bond) sulla base di un assunto falso presso la Commissione europea dove sosteneva che il sostegno pubblico era necessario per coprire un deficit nel portafoglio titoli di Stato a causa della crisi europea del debito.
In realtà il deficit era causato solo da quella porcata finanziaria che erano i derivati Alexandria e Santorini che dei manager irresponsabili avevano contabilizzato come titoli di stato.
Così come la stessa MPS ha 'confessato' il 16 dicembre 2015.
Ciò che ha dell'incredibile è che, mentre le operazioni di cui sopra sono state eseguite sotto le precedenti gestioni MPS, l'attuale Amministratore Delegato è stato messo al corrente della falsità dei bilanci fin dall'inizio del 2013 almeno. Così come sapevano il Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, il presidente della CONSOB Giuseppe Vegas, l'allora Ministro Mario Monti ed i suoi successori Enrico Letta e Matteo Renzi ed i loro rispettivi ministri delle finanze (Vittorio Grilli, Fabrizio Saccomanni, Piear Carlo Padoan), il direttore generale del Ministero dell'Economia e delle Finanze Vincenzo La Via e molti altri. Tutti sapevano e tutti hanno fatto finta di non vedere.
Io stesso, a nome del Movimenti 5 stelle, intervenendo nell'assemblea dell'aprile 2015, avevo spiegato che i bilanci dei quali si discuteva erano falsi e che MPS era una banca tecnicamente fallita e che tutti sapevano ma avevano deciso di non muovere un dito.
Nonostante le perdite gigantesche, la polverizzazione del valore dell'azione e il ricorso agli Aiuti di Stato, nel periodo 2012-2015 MPS l'AD Fabrizio Viola ha ottenuto una remunerazione complessiva di circa 8 milioni di euro che è l'equivalente di un milione per ogni miliardi di aumento di capitale che ha portato al mercato sulla base di report finanziari non corretti e il cui valore nel frattempo è stato ridotto a zero, polverizzato.
Dopo l'esame di qualità (AQR) dell'ottobre 2014 da parte della BCE, si è scoperto che Monte dei Paschi di Siena continuava a prendere in giro clienti e azionsiti considerando “debiti buoni” quelli che di fatto erano “prestiti” che forse non rientreranno mai.
Conseguenza? Ulteriore perdita di soldi e fiducia.
Per non parlare di chi, come De Benedetti, tessera n.1 del PD, ha ricevuto 600 milioni di euro per la sua azienda Sorgenia che non meritava neanche una lira . Ecco come si creano i buchi, prestando soldi agli amici degli amici.
Avendo ripercorso i fatti credo che tutti noi possiamo essere concordi su un fatto. Ovvero, il managment della banca che ha gestito tali operazioni fallimentari e ne ha tratto dei benefici personali deve rispondere della sua attività. Una questione di buon senso oltre che di giustizia.
Ma si da il caso che il 14 aprile 2016 il Ministero dell'Economia e delle Finanze, secondo maggior azionista di MPS con circa il 4,0% del capitale ordinario, all' Assemblea Generale degli Azionisti MPS ha votato contro la richiesta di perseguire l'azione di responsabilità contro il signor Viola (accusato di : non corretta rendicontazione finanziaria, report finanziari sbagliati, menzogne per ottenere aiuti di Stato, ecc) e votato invece a favore della remunerazione dei dirigenti MPS.
Come a dire “Cari banchieri più danni fate allo Stato e più lo Stato vi premia”. Renzi e il suo governo dunque sono responsabili del disastro e complici dei banchieri di polli che truccano i bilanci.
La banca più antica del mondo, nelle mani del PD e compagnìa è diventata la meno affidabile del mondo. E' resistita alle guerra ma non al governo PD.
Ormai tutti si chiedono quanto la banca stia fregando clienti, azionisti, cittadini e mercato rispetto a quale sia realmente lo stadio del coma.
Su una cosa non c'è dubbio ovvero che una banca con l'abitudine di contabilizzare miliardi di Credit Default Swap, derivati, come titoli di Stato, è necessario che si prepari al peggio.
Le azioni da intraprendere su MPS sono già scritte nella legge: l'unica scelta che abbiamo di fronte è se applicare la legge o raggirarla.
In questo sistema bancario il percorso da intraprendere è il seguente e in conformità alla Direttiva 2014/59 / UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 15 maggio 2014 ( "BRRD"):
1. Mettere MPS il liquidazione a causa di:
(i) livello insostenibile di esposizione verso crediti deteriorati NPE e
(ii) una miriade di potenziali rivendicazioni legali derivanti da richieste abusive di aumenti di capitale e obbligazioni nel periodo dal 4 dicembre 2008 al 16 dicembre 2015 (e questo potrebbe essere il rischio più grande per la Banca);
2. Autorizzare il governo italiano a fornire aiuti di Stato per MPS, per motivi di stabilità finanziaria. Lo Stato dovrebbe iniettare capitale nella Banca per un importo sufficiente a far fronte ai crediti deteriorati (NPE) correttamente classificati. E quindi, nei fatti, nazionalizzare così MPS, fermo restando un'analisi approfondita di dati del bilancio ad oggi poco trasparenti.
3. assicurare un contributo significativo all' assorbimento delle perdite e la ricapitalizzazione per i titolari di strumenti finanziari e altre passività ammissibili (Livello 1, Bassa e Alta Tier II) attraverso la svalutazione.
4. richiedere ai titolari di strumenti finanziari e altre passività ammissibili (Tier 1, Lower e Upper Tier II) di:
- attivare una procedura in sede giudiziaria, almeno pari all'importo della svalutazione, per il risarcimento dei danni dalla gestione MPS per vendita di titoli sulla base delle relazioni finanziarie errate e alle competenti autorità di controllo del mercato a causa del mancato esercizio dei loro compiti di vigilanza;
- stabilire le rivendicazioni legali per risolvere la svalutazione a titolo di compensazione. L'onere della svalutazione deve quindi essere stabilito attraverso una valutazione legale sulla responsabiltià delle Autorità di Controllo (CONSOB e Bankitalia) e il management che ha gestito MPS in questi anni
5. sostituire immediatamente il management di MPS
6. pubblicare almeno i nomi di chi ha ricevuto i 24 miliardi di prestiti a rischio in pancia a MPS
7. chi ha sbagliato deve pagare. Ovvero banchieri, politici e organi di controllo.
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Reddito di cittadinanza: abbiamo trovato i 17 miliardi (cioè il 2% della spesa pubblica) che servono a restituire dignità e garantire 780 euro al mese a 10 milioni di italiani che vivono sotto la soglia di povertà. Noi sappiamo esattamente quello che vogliamo e come vogliamo farlo. Il reddito di cittadinanza lo vogliamo per non lasciare nessuno indietro. Vogliamo eliminare la corruzione con leggi serie per abbassare davvero le tasse alle imprese. Vogliamo una banca pubblica per finanziare le buone idee imprenditoriali degli italiani. Ce ne sono tantissime e lo abbiamo visto con il successo del microcredito che ha permesso la nascita di più di duemila imprese grazie a 16 milioni di euro di tagli dei nostri stipendi da parlamentari. Vogliamo garantire una pensione dignitosa agli anziani eliminando i privilegi acquisiti, vitalizi e pensioni d'oro. Vogliamo inserire strumenti di democrazia diretta perché i cittadini possano riappropriarsi delle Istituzioni. Vogliamo eliminare Equitalia e mettere al suo posto un agenzia delle entrate dal volto umano e vicino alle esigenze del contribuente. Vogliamo dare un futuro ai giovani garantendo loro il diritto a un'istruzione superiore accessibile e a una retribuzione adeguata. Vogliamo mettere al primo posto le persone, non le banche.
De Benedetti di cosa ha paura? Teme per le sue aziende? La loro sorte la deciderà il mercato.
De Benedetti (come lui stesso ha ammesso), insieme a Renzi e il pd appartengono a un sistema che ha fallito. E stiamo pagando e continueremo a pagare per anni i danni che hanno combinato. Il loro tempo è passato.
Il MoVimento 5 Stelle è l'unica vera alternativa a quel sistema e propone semplicemente soluzioni nuove e diverse. Guardiamo avanti. Per l'Italia.
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#TRIVELLOPOLI
Federica Guidi, ex Ministro del Governo PD, citata nell'inchiesta;
Maria Elena Boschi, Ministro per i Rapporti con il Parlamento, citata nell'inchiesta
Graziano Delrio, Ministro Infrastrutture (Governo - Pd), citato nell'inchiesta
Claudio De Vincenti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (Pd), citato nell'inchiesta
Marcello Pittella, Presidente della Regione Basilicata (Pd), citato nell'inchiesta
Paolo Quinto, Capo della segr
La piovra piddina che opprime l'Italia descritta da Alessandro Di Battista in questo video in diretta a Piazza Pulita:
#TRIVELLOPOLI
Federica Guidi, ex Ministro del Governo PD, citata nell'inchiesta;
Maria Elena Boschi, Ministro per i Rapporti con il Parlamento, citata nell'inchiesta
Graziano Delrio, Ministro Infrastrutture (Governo - Pd), citato nell'inchiesta
Claudio De Vincenti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (Pd), citato nell'inchiesta
Marcello Pittella, Presidente della Regione Basilicata (Pd), citato nell'inchiesta
Paolo Quinto, Capo della segreteria di Anna Finocchiaro, senatrice del Pd, citato nell'inchiesta
Vito De Filippo, Sottosegretario alla Salute, indagato per induzione indebita
Vincenzo Robortella, Consigliere regionale PD, indagato
Rosaria Vicino, ex Sindaco del Comune di Corleto Perticara, agli arresti domiciliari
Giambattista Genovese, ex Vice sindaco del Comune di Corleto Perticara, sottoposto a misura cautelare.
#GOMORRAPD
Stefano Graziano, consigliere Regione Campania e Presidente PD Campania, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa;
Biagio Di Muro, ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere (eletto con l’appoggio del PD), arrestato per corruzione aggravata.
#MAFIACAPITALE
Pierpaolo Pedetti, consigliere comunale e presidente della commissione Patrimonio, arrestato con l'accusa di corruzione aggravata
Mirko Coratti, ex presidente del consiglio comunale, arrestato
Daniele Ozzimo, ex assessore alla Casa, arrestato
Andrea Tassone, del Pd, ex presidente del X Municipio, ai domiciliari
GLI ALTRI ESPONENTI DEL PD SOTTO ACCUSA (dal Fatto Quotidiano del 22 aprile 2015)
Piemonte:
Daniele Valle, consigliere regionale, ha patteggiato sei mesi per lo scandalo firme false.
Rocco Fiorio, indagato nell’inchiesta sulle “giunte fantasma”
Paola Bragantini, deputata PD, indagata per truffa aggravata.
Andrea Stara (compagno della Bragantini) indagato per peculato nell’ambito dei rimborsi regionali.
Giovanni Corgnati, consigliere regionale Piemonte, a processo per falso ideologico
Davide Sandalo, ex presidente del Consiglio comunale di Casale Monferrato (Alessandria), sotto processo per concussione per induzione.
Maura Forte, sindaco di Vercelli, a processo per falso ideologico
Giuseppe Grieco, ex vicesindaco Verbania, indagato per irregolarità alle elezioni
Diego Brignoli, ex presidente del Consiglio comunale Verbania, indagato per irregolarità alle elezioni
Lombardia:
Tiziano Butturini, ex sindaco di Trezzano sul Naviglio, arrestato per corruzione
Filippo Penati, accusato di corruzione e concussione (prescritto).
Luca Gaffuri, capogruppo in regione, rinviato a giudizio per l'inchiesta spese pazze
Carlo Spreafico, consigliere regionale, condannato a 2 anni
Angelo Costanzo, consigliere regionale, condannato a 1 anno e 6 mesi
Luigi Addisi, ex consigliere comunale, arrestato nel 2014 per riciclaggio e abuso d’ufficio con l’aggravante di aver favorito la ’ndrangheta.
Massimo D’Avolio indagato per abuso d’ufficio
Gianpietro Ballardin, sindaco di Brenta indagato a piede libero per favoreggiamento e falso.
Mario Lucini, sindaco di Como, indagato per violazione alle norme edilizie e turbativa d’asta
Maria Rosa Belotti, Sindaco di Pero, indagata per abuso d’ufficio
Liguria:
Antonino Miceli consigliere regionale, rinviato a giudizio per peculato e falso
Marta Vincenzi, ex sindaco di Genova imputata per omicidio colposo, disastro colposo, falso e calunnia.
Raffaella Paita, indagata per omicidio e disastro colposo
Franco Bonanini condannato a 7 anni e dieci mesi per vari reati
Veneto:
Giorgio Orsoni, ex sindaco di Venezia, è imputato di finanziamento illecito ai partiti.
Giampietro Marchese, tesoriere del Pd, indagato per finanziamento illecito ai partiti
Emilia Romagna:
Marco Monari, indagato per peculato
Damiano Zoffoli, europarlamentare, indagato per truffa e peculato
Andrea Gnassi, sindaco di Rimini, accusato di associazione a delinquere e truffa
Virginio Merola, sindaco di Bologna, indagato per omissione d’atti d’ufficio,
Toscana:
Gianni Biagi, ex assessore comunale di Firenze, condannato a due anni e mezzo per corruzione
Graziano Cioni, ex assessore alla sicurezza, condannato a un anno e mezzo
Alberto Formigli, ex capogruppo Pd in Consiglio comunale di Firenze: condannato a tre anni e 9 mesi per corruzione e peculato.
Leonardo Domenici. ex sindaco di Firenze, condannato a un anno e mezzo per omicidio colposo
Bruno Valentini, sindaco di Siena, indagato per falso in atto pubblico, abuso di ufficio e truffa.
Alessandro Cosimi, ex sindaco di Livorno indagato per vari reati
Bruno Picchi, ex vicesindaco di Livorno, indagato per abuso d'ufficio
Walter Nebbiai, ex assessore a Livorno, indagato per abuso d'ufficio
Lazio:
Esterino Montino, sindaco di Fiumicino, indagato per abuso d'ufficio
Giancarlo Lucherini, Bruno Astorre, Claudio Moscardelli,Francesco Scalia e Daniela Valentini, Enzo Foschi indagati per truffa e peculato
Marco Di Stefano rinviato a giudizio per abuso d'ufficio truffa e falso
Luigi Lusi, ex senatore romano del Pd, condannato a 8 anni per appropriazione indebita,
Ignazio Marino indagato per truffa ai danni del'Inps
Marche:
Gianmario Spacca, ex governatore, indagato per peculato
Vittoriano Solazzi, indagato per peculato
Angelo Sciapichetti, ex assessore, indagato per concorso in peculato
Umbria:
Leopoldo Di Girolamo, sindaco di Terni, indagato per abuso d'ufficio e favoreggiamento
Fabio Paparelli, vicegovernatore, a processo per le stabilizzazioni del personale nella Provincia.
Abruzzo:
Roberto Riga, ex vicesindaco L'Aquila, indagato per tangenti
Puglia:
Alberto Tedesco, ex assessore regionale, indagato per associazione per delinquere e corruzione
Mimmo Consale, ex sindaco di Brindisi, ai domiciliari per tangenti
Gianni Florido, ex presidente della provincia di Taranto, indagato per concussione
Michele Conserva, assessore all’ambiente, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla concussione
Donato Pentassuglia, ex assessore, Indagato per favoreggiamento
Michele Mazzarano, consigliere regionale, sotto processo per finanziamento illecito ai partiti
Fabiano Amati, consigliere regionale, condannato per tentato abuso d’ufficio;
Gerardo De Gennaro, ex consigliere regionale, coinvolto in un’inchiesta su sei grandi opere edilizie a Bari
Ernesto Abaterusso, consigliere regionale, condannato a un anno e 6 mesi
Basilicata:
Marcello Pittella, governatore della Basilicata è imputato in Rimborsopoli, indagato per corruzione elettorale e condannato dalla Corte dei conti
Vincenzo Folino, deputato, indagato per peculato
Giuseppe Ginefra ex assessore indagato per corruzione elettorale
Federico Pace ex assessore indagato per corruzione elettorale
Vito De Filippo indagato per induzione indebita
Luca Braia. rinviato a giudizio per uso illecito di fondi regionali
Campania:
Vincenzo De Luca, governatore, imputato di associazione a delinquere e tentata concussione; abuso d’ufficio; indagato per concussione
Nello Mastursi, ’ex segretario del Governatore, indagato per corruzione per induzione
Enrico Coscioni, il consigliere per la Sanità, accusato di tentata concussione;
Franco Alfieri, il consigliere per l’Agricoltura, indagato per omissione di atti d’ufficio
Antonio Bassolino imputato di peculato.
Enrico Fabozzi, ex sindaco di Villa Literno ed ex consigliere regionale condannato in primo grado a 10 anni per concorso esterno in associazione camorristica.
Giosy Ferrandino sindaco di Ischia, sotto processo per tangenti
Giorgio Zinno (San Giorgio a Cremano), raggiunto da un avviso di conclusa indagine.
Calabria:
Sandro Principe, ex sottosegretario, arresti domiciliari per voti in cambio di appalti e posti di lavoro ai clan.
Orlandino Greco, consigliere regionale, indagato per corruzione elettorale e voto di scambio politico-mafioso
L’ex assessore regionale Nino De Gaetano, arrestato e indagato per peculato
Nicola Adamo, ex consigliere regionale, indagato per associazione a delinquere
Antonio Scalzo, ex presidente del Consiglio regionale, indagato per peculato e falso
Carlo Guccione ,ex assessore, indagato per peculato e falso
Vincenzo Ciconte, l’ex vicegovernatore indagato per peculato e falso
Michelangelo Mirabello consigliere regionale, è rinviato a giudizio per concorso in bancarotta.
Sicilia:
Mirello Crisafulli indagato per per abuso di ufficio e occupazione abusiva di suolo pubblico e condannato a due mesi per un blocco dell’autostrada Pa-Ct nel 2010
Elio Galvagno, ex deputato regionale, condannato a due mesi per un blocco dell’autostrada Pa-Ct nel 2010
Vito Daniele Cimiotta, consigliere comunale Marsala, indagato per voto di scambio
Nino Papania, deputato, a giudizio per associazione a delinquere finalizzata al voto di scambio
Gaspare Vitrano è stato condannato a sette anni per concussione.
Sardegna:
Renato Soru, ex governatore, è accusato di evasione fiscale
eteria di Anna Finocchiaro, senatrice del Pd, citato nell'inchiesta
Vito De Filippo, Sottosegretario alla Salute, indagato per induzione indebita
Vincenzo Robortella, Consigliere regionale PD, indagato
Rosaria Vicino, ex Sindaco del Comune di Corleto Perticara, agli arresti domiciliari
Giambattista Genovese, ex Vice sindaco del Comune di Corleto Perticara, sottoposto a misura cautelare.
#GOMORRAPD
Stefano Graziano, consigliere Regione Campania e Presidente PD Campania, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa;
Biagio Di Muro, ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere (eletto con l’appoggio del PD), arrestato per corruzione aggravata.
#MAFIACAPITALE
Pierpaolo Pedetti, consigliere comunale e presidente della commissione Patrimonio, arrestato con l'accusa di corruzione aggravata
Mirko Coratti, ex presidente del consiglio comunale, arrestato
Daniele Ozzimo, ex assessore alla Casa, arrestato
Andrea Tassone, del Pd, ex presidente del X Municipio, ai domiciliari
GLI ALTRI ESPONENTI DEL PD SOTTO ACCUSA (dal Fatto Quotidiano del 22 aprile 2015)
Piemonte:
Daniele Valle, consigliere regionale, ha patteggiato sei mesi per lo scandalo firme false.
Rocco Fiorio, indagato nell’inchiesta sulle “giunte fantasma”
Paola Bragantini, deputata PD, indagata per truffa aggravata.
Andrea Stara (compagno della Bragantini) indagato per peculato nell’ambito dei rimborsi regionali.
Giovanni Corgnati, consigliere regionale Piemonte, a processo per falso ideologico
Davide Sandalo, ex presidente del Consiglio comunale di Casale Monferrato (Alessandria), sotto processo per concussione per induzione.
Maura Forte, sindaco di Vercelli, a processo per falso ideologico
Giuseppe Grieco, ex vicesindaco Verbania, indagato per irregolarità alle elezioni
Diego Brignoli, ex presidente del Consiglio comunale Verbania, indagato per irregolarità alle elezioni
Lombardia:
Tiziano Butturini, ex sindaco di Trezzano sul Naviglio, arrestato per corruzione
Filippo Penati, accusato di corruzione e concussione (prescritto).
Luca Gaffuri, capogruppo in regione, rinviato a giudizio per l'inchiesta spese pazze
Carlo Spreafico, consigliere regionale, condannato a 2 anni
Angelo Costanzo, consigliere regionale, condannato a 1 anno e 6 mesi
Luigi Addisi, ex consigliere comunale, arrestato nel 2014 per riciclaggio e abuso d’ufficio con l’aggravante di aver favorito la ’ndrangheta.
Massimo D’Avolio indagato per abuso d’ufficio
Gianpietro Ballardin, sindaco di Brenta indagato a piede libero per favoreggiamento e falso.
Mario Lucini, sindaco di Como, indagato per violazione alle norme edilizie e turbativa d’asta
Maria Rosa Belotti, Sindaco di Pero, indagata per abuso d’ufficio
Liguria:
Antonino Miceli consigliere regionale, rinviato a giudizio per peculato e falso
Marta Vincenzi, ex sindaco di Genova imputata per omicidio colposo, disastro colposo, falso e calunnia.
Raffaella Paita, indagata per omicidio e disastro colposo
Franco Bonanini condannato a 7 anni e dieci mesi per vari reati
Veneto:
Giorgio Orsoni, ex sindaco di Venezia, è imputato di finanziamento illecito ai partiti.
Giampietro Marchese, tesoriere del Pd, indagato per finanziamento illecito ai partiti
Emilia Romagna:
Marco Monari, indagato per peculato
Damiano Zoffoli, europarlamentare, indagato per truffa e peculato
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Virginio Merola, sindaco di Bologna, indagato per omissione d’atti d’ufficio,
Toscana:
Gianni Biagi, ex assessore comunale di Firenze, condannato a due anni e mezzo per corruzione
Graziano Cioni, ex assessore alla sicurezza, condannato a un anno e mezzo
Alberto Formigli, ex capogruppo Pd in Consiglio comunale di Firenze: condannato a tre anni e 9 mesi per corruzione e peculato.
Leonardo Domenici. ex sindaco di Firenze, condannato a un anno e mezzo per omicidio colposo
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Walter Nebbiai, ex assessore a Livorno, indagato per abuso d'ufficio
Lazio:
Esterino Montino, sindaco di Fiumicino, indagato per abuso d'ufficio
Giancarlo Lucherini, Bruno Astorre, Claudio Moscardelli,Francesco Scalia e Daniela Valentini, Enzo Foschi indagati per truffa e peculato
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Ignazio Marino indagato per truffa ai danni del'Inps
Marche:
Gianmario Spacca, ex governatore, indagato per peculato
Vittoriano Solazzi, indagato per peculato
Angelo Sciapichetti, ex assessore, indagato per concorso in peculato
Umbria:
Leopoldo Di Girolamo, sindaco di Terni, indagato per abuso d'ufficio e favoreggiamento
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Abruzzo:
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Puglia:
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Gianni Florido, ex presidente della provincia di Taranto, indagato per concussione
Michele Conserva, assessore all’ambiente, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla concussione
Donato Pentassuglia, ex assessore, Indagato per favoreggiamento
Michele Mazzarano, consigliere regionale, sotto processo per finanziamento illecito ai partiti
Fabiano Amati, consigliere regionale, condannato per tentato abuso d’ufficio;
Gerardo De Gennaro, ex consigliere regionale, coinvolto in un’inchiesta su sei grandi opere edilizie a Bari
Ernesto Abaterusso, consigliere regionale, condannato a un anno e 6 mesi
Basilicata:
Marcello Pittella, governatore della Basilicata è imputato in Rimborsopoli, indagato per corruzione elettorale e condannato dalla Corte dei conti
Vincenzo Folino, deputato, indagato per peculato
Giuseppe Ginefra ex assessore indagato per corruzione elettorale
Federico Pace ex assessore indagato per corruzione elettorale
Vito De Filippo indagato per induzione indebita
Luca Braia. rinviato a giudizio per uso illecito di fondi regionali
Campania:
Vincenzo De Luca, governatore, imputato di associazione a delinquere e tentata concussione; abuso d’ufficio; indagato per concussione
Nello Mastursi, ’ex segretario del Governatore, indagato per corruzione per induzione
Enrico Coscioni, il consigliere per la Sanità, accusato di tentata concussione;
Franco Alfieri, il consigliere per l’Agricoltura, indagato per omissione di atti d’ufficio
Antonio Bassolino imputato di peculato.
Enrico Fabozzi, ex sindaco di Villa Literno ed ex consigliere regionale condannato in primo grado a 10 anni per concorso esterno in associazione camorristica.
Giosy Ferrandino sindaco di Ischia, sotto processo per tangenti
Giorgio Zinno (San Giorgio a Cremano), raggiunto da un avviso di conclusa indagine.
Calabria:
Sandro Principe, ex sottosegretario, arresti domiciliari per voti in cambio di appalti e posti di lavoro ai clan.
Orlandino Greco, consigliere regionale, indagato per corruzione elettorale e voto di scambio politico-mafioso
L’ex assessore regionale Nino De Gaetano, arrestato e indagato per peculato
Nicola Adamo, ex consigliere regionale, indagato per associazione a delinquere
Antonio Scalzo, ex presidente del Consiglio regionale, indagato per peculato e falso
Carlo Guccione ,ex assessore, indagato per peculato e falso
Vincenzo Ciconte, l’ex vicegovernatore indagato per peculato e falso
Michelangelo Mirabello consigliere regionale, è rinviato a giudizio per concorso in bancarotta.
Sicilia:
Mirello Crisafulli indagato per per abuso di ufficio e occupazione abusiva di suolo pubblico e condannato a due mesi per un blocco dell’autostrada Pa-Ct nel 2010
Elio Galvagno, ex deputato regionale, condannato a due mesi per un blocco dell’autostrada Pa-Ct nel 2010
Vito Daniele Cimiotta, consigliere comunale Marsala, indagato per voto di scambio
Nino Papania, deputato, a giudizio per associazione a delinquere finalizzata al voto di scambio
Gaspare Vitrano è stato condannato a sette anni per concussione.
Sardegna:
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ROMA, 27 aprile 2016 - Il MoVimento 5 Stelle è stato fondamentale per tenere alta l'attenzione delle altre forze politiche sul caso Galan e per accelerare i tempi della sua decadenza. Oggi la Camera ha fatto solo il suo dovere di fronte a un caso che non ammetteva esitazioni: non si può continuare a essere deputati della Repubblica nonostante una condanna definitiva.
Resta comunque una macchia su questa vicenda: è inaccettabile che Galan abbia continuato a percepire il proprio stipendio dal giorno della sua condanna a due anni e dieci mesi fino ad oggi. Il nostro obiettivo è quello di eliminare del tutto i privilegi della casta, perché i parlamentari devono essere cittadini tra i cittadini e non super partes.
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Giornale del Movimento 5 Stelle Veneto |
5 giorni a 5 stelle: riepilogo settimanale nazionale |
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La Commissione Ambiente del Parlamento Europeo ha sposato ancora una volta la linea del Movimento 5 Stelle, votando a favore della risoluzione sull'obiezione al rinnovo dell'approvazione all'uso del glifosato. Questa presa di posizione dovrà essere ribadita in aprile dalla plenaria di Strasburgo, durante la quale tutti gli eurodeputati saranno chiamati ad esprimere il loro giudizio. Sarà l'occasione per schierare l'intero Parlamento Europeo contro uno dei più pericolosi (e misteriosi) diserbanti in circolazione nel mondo, giudicato dallo IARC (organizzazione che fa capo all'OMS) come "possibile cancerogeno per l'uomo". È ancora troppo presto per cantare vittoria, perché il M5S ha vinto solo la prima importante battaglia contro la multinazionale Monsanto. Siamo certi che quest'ultima farà di tutto per influenzare la decisione finale del Parlamento Europeo, come la lobby dell'auto fece a suo tempo ogni sforzo per raddoppiare il limite delle emissioni inquinanti.
Il verdetto sul glifosato, infatti, sarebbe dovuto arrivare all'inizio del mese. I 28 Stati membri, nel corso della seconda giornata di riunioni del Comitato europeo per l'alimentazione umana, animale e piante, hanno però deciso di posticipare il voto. Questo rimando sarà comunque un'occasione per rinvigorire il fronte del NO che già annovera tra le sue fila Paesi come Francia, Olanda, Svezia e Italia (il prossimo voto in comitato è previsto a maggio, dopo quello in plenaria). Sullo sfondo, l'esecutivo guidato da Jean-Claude Juncker vorrà tutelare la credibilità dell'EFSA, l'Agenzia Europea per la Salute Alimentare, uscita con le ossa rotte dalla vicenda dopo lo scontro a viso aperto con lo IARC. L'EFSA, infatti, è stata ferocemente criticata dalla comunità scientifica dopo aver giudicato il glifosato come "possibile non cancerogeno", ma sulla base di dati forniti dalle stesse aziende produttrici.
BREVE CRONISTORIA DEL GLIFOSATO
- Attualità: il parere contrario di diversi Paesi tra cui Francia, Olanda, Svezia e Italia avrebbe probabilmente posto fine alla storia del glifosato. Ma la il voto finale viene rimandato. I prossimi passi sono il verdetto della plenaria di Strasburgo del Parlamento Europeo (aprile) e un nuovo voto in comitato a maggio.
- La condanna delle Istituzioni: Il Mediatore Europeo ha condannato le pratiche della Commissione Europea in materia di autorizzazioni al glifosato, giudicando le stesse non sicure e non in conformità con la legislazione in materia.
- La potenza della Monsanto: un mese fa la Monsanto fa causa alla California, che vorrebbe iscrivere il glifosato nelle sostanze potenzialmente cancerogene. Un assaggio di quello che potrebbe accadere anche in Europa, specialmente con la clausola ISDS inserita nel TTIP. Sempre un mese fa vengono trovate tracce di glifosato nelle birre tedesche. Non stiamo parlando di piccoli numeri: sono 14 le marche di "bionde", tra cui Beck's, Paulaner e Franziskaner, in cui sono stati rilevati concentrazioni fino a 300 volte il limite consentito dalla legge per l'acqua potabile.
- La battaglia dei portavoce a Bruxelles: il primo dicembre la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo decide di non autorizzare alcuni mais OGM resistenti al glifosato. Tre giorni dopo, con un atto di forza, la Commissione Europea autorizza i mais OGM, preoccupata che un voto contrario definitivo rallenti ulteriormente i trattati sul TTIP. Il 16 di dicembre la plenaria del Parlamento Europeo conferma il voto della Commissione Ambiente contro l'autorizzazione ai mais OGM, che nel frattempo sono però stati già autorizzati dalla Commissione Europea. Il volere di 500 milioni di cittadini viene così calpestato.
- La risposta degli scienziati: in risposta 100 scienziati indipendenti hanno scritto una lettera indirizzata alla Commissione Europea, per contestare il parere dell'EFSA sulla base del quale si sta per garantire il rinnovo della commercializzazione del glifosato a livello comunitario.
- Il cavallo di Troia dell'EFSA: a novembre dello scorso anno l'EFSA, l'Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, ha giudicato il glifosato come "probabilmente non cancerogeno". È stato questo il cavallo di troia, per la Monsanto e la Commissione Europea, con cui si è deciso di sovvertire la ragione. I dati che hanno portato a questa conclusione, abilmente strumentalizzata, sono stati forniti dalle stesse aziende che il glifosato lo producono. Senza essere pubblicate su riviste scientifiche con revisione dei pari.
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di Jacopo Berti, portavoce M5S Regione Veneto
Il governo ha mobilitato l’esercito per sorvegliare, domani, l’assemblea degli azionisti della Popolare di Vicenza, con la quale si dovrà decidere se trasformare in Spa la banca e mandarla in pasto agli squali della finanza o scegliere per il no.
Il governo manda l’esercito? Venga ad arrestare tutti, non a sorvegliare!
Portino via i vertici corrotti che hanno costituito quella che gli inquirenti hanno definito una "banca deviata" dentro la banca. La P2 delle banche, che noi abbiamo chiamato "B2" il cui scopo era quello di commettere reati ai danni degli azionisti allo scopo di arricchirsi.
Il nostro portavoce alla Camera Pesco ha fatto un’interrogazione per chiedere il motivo della presenza dell’esercito. Basta pressioni! Abbiamo già una mezza lettera della Bce (sì, perché l’altra metà che ho chiesto questa mattina alla sede di Vicenza insieme a degli azionisti non è concesso vederla) che viene usata come una pistola alla tempia per intimorire gli azionisti truffati e farli votare a favore della trasformazione in Spa.
Il MoVimento 5 Stelle dice No alla trasformazione in Spa, come No aveva detto al decreto ‘banche popolari’ con il quale è stato sancito che alcuni istituti debbano diventare per forza Spa in base a una soglia di attivi assolutamente arbitraria.
Chiedono ancora una volta fiducia agli azionisti, ma su quali basi? Veniamo tenuti all’oscuro di tutto: oltre alla lettera da giorni chiediamo il libro soci, per vedere chi sono gli amici degli amici che si sono salvati prima del crack. Un diritto degli azionisti che viene negato. E poi, domani si chiama una platea a votare un piano industriale che nessuno ha visto. Così, sulla fiducia. Ma fidarci di chi? Di pirati in giacca e cravatta che hanno truffato centinaia di migliaia di azionisti? Di indagati che hanno costituito una banca “deviata” per commettere illeciti? Ma stiamo scherzando? Qui sono spariti miliardi di euro e nessuno dei piccoli azionisti sa che fine abbiano fatto. E queste persone vorrebbero altri soldi e nuova fiducia? Il No può vincere all’assemblea. E’ ora che le vittime si ribellino ai carnefici, e da quello che sto vedendo stando tra di loro, non si tratta di un’impresa impossibile.
PS: Oggi il M5S incontra i risparmiatori a Vicenza all'Hotel Tiepolo alle 18. TUTTI I DETTAGLI
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La lettera a Repubblica - ( cadoinpiedi.it del 22/04/2013 )
Questa la lettera di Stefano Rodotà a Eugenio Scalfari, che lo aveva pesantemente attaccato per la sua scelta di offrire il fianco al Movimento 5 Stelle:
Caro direttore,non è mia abitudine replicare a chi critica le mie scelte o quel che scrivo. Ma l'articolo di ieri di Eugenio Scalfari esige alcune precisazioni, per ristabilire la verità dei fatti.
E, soprattutto, per cogliere il senso di quel che è accaduto negli ultimi giorni. Si irride alla mia sottolineatura del fatto che nessuno del Pd mi abbia cercato in occasione della candidatura alla presidenza della Repubblica (non ho parlato di amici che, insieme a tanti altri, mi stanno sommergendo con migliaia di messaggi). E allora: perché avrebbe dovuto chiamarmi Bersani? Per la stessa ragione per cui, con grande sensibilità, mi ha chiamato dal Mali Romano Prodi, al quale voglio qui confermare tutta la mia stima. Quando si determinano conflitti personali o politici all'interno del suo mondo, un vero dirigente politico non scappa, non dice «non c'è problema », non gira la testa dall'altra parte. Affronta il problema, altrimenti è lui a venir travolto dalla sua inconsapevolezza o pavidità. E sappiamo com'è andata concretamente a finire.
La mia candidatura era inaccettabile perché proposta da Grillo? E allora bisogna parlare seriamente di molte cose, che qui posso solo accennare. È infantile, in primo luogo, adottare questo criterio, che denota in un partito l'esistenza di un soggetto fragile, insicuro, timoroso di perdere una identità peraltro mai conquistata. Nella drammatica giornata seguita all'assassinio di Giovanni Falcone, l'esigenza di una risposta istituzionale rapida chiedeva l'immediata elezione del presidente della Repubblica, che si trascinava da una quindicina di votazioni. Di fronte alla candidatura di Oscar Luigi Scalfaro, più d'uno nel Pds osservava che non si poteva votare il candidato "imposto da Pannella". Mi adoperai con successo, insieme ad altri, per mostrare l'infantilismo politico di quella reazione, sì che poi il Pds votò compatto e senza esitazioni, contribuendo a legittimare sé e il Parlamento di fronte al Paese.
Incostituzionale il Movimento 5Stelle? Ma, se vogliamo fare l'esame del sangue di costituziona-lità, dobbiamo partire dai partiti che saranno nell'imminente governo o maggioranza. Che dire della Lega, con le minacce di secessione, di valligiani armati, di usi impropri della bandiera, con il rifiuto della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, con le sue concrete politiche razziste e omofobe? È folklore o agire in sé incostituzionale? E tutto quello che ha documentato Repubblica nel corso di tanti anni sull'intrinseca e istituzionale incostituzionalità dell'agire dei diversi partiti berlusconiani? Di chi è la responsabilità del nostro andare a votare con una legge elettorale viziata di incostituzionalità, come ci ha appena ricordato lo stesso presidente della Corte costituzionale? Le dichiarazioni di appartenenti al Movimento 5Stelle non si sono mai tradotte in atti che possano essere ritenuti incostituzionali, e il loro essere nel luogo costituzionale per eccellenza, il Parlamento, e il confronto e la dialettica che ciò comporta, dovrebbero essere da tutti considerati con serietà nella ardua fase di transizione politica e istituzionale che stiamo vivendo.
Peraltro, una analisi seria del modo in cui si è arrivati alla mia candidatura, che poteva essere anche quella di Gustavo Zagrebelsky o di Gian Carlo Caselli o di Emma Bonino o di Romano Prodi, smentisce la tesi di una candidatura studiata a tavolino e usata strumentalmente da Grillo, se appena si ha nozione dell'iter che l'ha preceduta e del fatto che da mesi, e non soltanto in rete, vi erano appelli per una mia candidatura. Piuttosto ci si dovrebbe chiedere come mai persone storicamente appartenenti all'area della sinistra italiana siano state snobbate dall'ultima sua incarnazione e abbiano, invece, sollecitato l'attenzione del Movimento 5Stelle. L'analisi politica dovrebbe essere sempre questa, lontana da malumori o anatemi.
Aggiungo che proprio questa vicenda ha smentito l'immagine di un Movimento tutto autoreferenziale, arroccato. Ha pubblicamente e ripetutamente dichiarato che non ero il candidato del Movimento, ma una personalità (bontà loro) nella quale si riconoscevano per la sua vita e la sua storia, mostrando così di voler aprire un dialogo con una società più larga. La prova è nel fatto che, con sempre maggiore chiarezza, i responsabili parlamentari e lo stesso Grillo hanno esplicitamente detto che la mia elezione li avrebbe resi pienamente disponibili per un via libera a un governo. Questo fatto politico, nuovo rispetto alle posizioni di qualche settimana fa, è stato ignorato, perché disturbava la strategia rovinosa, per sé e per la democrazia italiana, scelta dal Pd. E ora, libero della mia ingombrante presenza, forse il Pd dovrebbe seriamente interrogarsi su che cosa sia successo in questi giorni nella società italiana, senza giustificare la sua distrazione con l'alibi del Movimento 5Stelle e con il fantasma della Rete.
Non contesto il diritto di Scalfari di dire che mai avrebbe pensato a me di fronte a Napolitano. Forse poteva dirlo in modo meno sprezzante. E può darsi che, scrivendo di non trovare alcun altro nome al posto di Napolitano, non abbia considerato che, così facendo, poneva una pietra tombale sull'intero Pd, ritenuto incapace di esprimere qualsiasi nome per la presidenza della Repubblica.
Per conto mio, rimango quello che sono stato, sono e cercherò di rimanere: un uomo della sinistra italiana, che ha sempre voluto lavorare per essa, convinto che la cultura politica della sinistra debba essere proiettata verso il futuro. E alla politica continuerò a guardare come allo strumento che deve tramutare le traversie in opportunità.
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Napolitano bis, Funeral Party - di Marco Travaglio
La scena supera la più allucinata fantasia dei maestri dell’horror, roba da far impallidire Stephen King e Dario Argento. Il cadavere putrefatto e maleodorante di un sistema marcio e schiacciato dal peso di cricche e mafie, tangenti e ricatti, si barrica nel sarcofago inchiodando il coperchio dall’interno per non far uscire la puzza e i vermi. Tenta la mission impossible di ricomporre la decomposizione. E sceglie un becchino a sua immagine e somiglianza: un presidente coetaneo di Mugabe, voltagabbana (fino all’altroieri giurava che mai si sarebbe ricandidato) e potenzialmente ricattabile (le telefonate con Mancino, anche quando verranno distrutte, saranno comunque note a poliziotti, magistrati, tecnici e soprattutto a Mancino), che da sempre lavora per l’inciucio (prima con Craxi, poi con B.) e finalmente l’ha ottenuto.
E con una votazione dal sapore vagamente mafioso (ogni scheda rigorosamente segnata e firmata, nella miglior tradizione corleonese). Pur di non mandare al Quirinale un uomo onesto, progressista, libero, non ricattabile e non controllabile, il Pd che giurava agli elettori “mai al governo con B.” va al governo con B., ufficializzando l’inciucio che dura sottobanco da vent’anni. Per non darla vinta ai 5Stelle, s’infila nelle fauci del Caimano e si condanna all’estinzione, regalando proprio a Grillo l’esclusiva del cambiamento e la bandiera di quel che resta della sinistra (con tanti saluti ai “rottamatori” più decrepiti di chi volevano rottamare). La cosa potrebbe non essere un dramma, se non fosse che trasforma la Repubblica italiana in una monarchia assoluta e la consegna a un governo di mummie, con i dieci saggi promossi ministri e il loro programma Ancien Régime a completare la Restaurazione. Viene in mente il ritorno dei codini nel 1815, dopo il Congresso di Vienna, con la differenza che qui non c’è stata rivoluzione né s’è visto un Napoleone.
Ma il richiamo storico più appropriato è Weimar, con i vecchi partiti di centrosinistra che nel 1932 riconfermano il vecchio e rincoglionito generale von Hindenburg, 85 anni, spianando la strada a Hitler. Qui per fortuna non c’è alcun Hitler all’orizzonte. Però c’è B., che fino all’altroieri tremava dinanzi al Parlamento più antiberlusconiano del ventennio e ora si prepara a stravincere le prossime elezioni e salire al Colle appena Re Giorgio abdicherà.
A meno che non resti abbarbicato al trono fino a 95 anni, imbalsamato e impagliato come certi autocrati, dagli iberici Salazar e Franco ai sovietici Andropov e Cernenko, tenuti in vita artificialmente con raffinate tecniche di ibernazione e ostesi in pubblico con marchingegni alle braccia per simulare un qualche stato motorio. Ieri, dall’unione dei necrofili di sinistra e del pedofilo di destra, è nato un regime ancor più plumbeo di quello berlusconiano e più blindato di quello montiano, perché è l’ultima trincea della banda larga che comanda e saccheggia l’Italia da decenni, prima della Caporetto finale. Prepariamoci al pensiero unico di stampa e tv, alla canzone mononota a reti ed edicole unificate. Ne abbiamo avuto i primi assaggi nelle dirette tv, con la staffetta dei signorini grandi firme che magnificavano l’estremo sacrificio dell’Uomo della Provvidenza e del Salvatore della Patria, con lavoretti di bocca e di lingua sulle prostate inerti e gli scroti inanimati delle solite cariatidi. Le famose pompe funebri.
Ps. Da oggi Grillo ha una responsabilità infinitamente superiore a quella di ieri. Non è più solo il leader del suo movimento, ma il punto di riferimento di quei milioni di cittadini (di centrosinistra, ma non solo) che non si rassegnano al ritorno dei morti morenti e rappresentano un quarto del Parlamento. A costo di far violenza a se stesso, dovrà parlare a tutti con un linguaggio nuovo. Senza rinunciare a chiamare le cose col loro nome. Ma senza prestare il fianco alle provocazioni di un regime fondato sulla disperazione, quindi capace di tutto.
Il Fatto Quotidiano, 21 Aprile 2013
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L’accordo sulle riforme costituzionali e sulla legge elettorale messo a punto da Renzi-Verdini-Berlusconi (tutti e 3 condannati, ndr), comporterà che:
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dalle prossime elezioni verranno eletti, una volta ancora, solo i candidati scelti dalle segreterie dei partiti.
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grazie al premio di maggioranza, un partito con una minoranza di voti potrà ottenere al primo turno anche il 55% dei seggi. E godere di un potere enormemente accresciuto.
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le differenze tra poteri legislativo ed esecutivo andranno a sfumare…. facendo venir meno la funzione di controllo del Parlamento sul Governo. Grazie anche ad istituzioni di garanzia umiliate ed annichilite.
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Il Senato rimane spogliato di quasi tutte le sue funzioni. Ma gli attuali Senatori verranno sostituiti da Senatori NOMINATI che, se verranno nominati tra coloro che hanno problemi di giustizia, la faranno franca grazie all’immunità.
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I risparmi per le casse dello Stato conseguenti alla riforma del Senato saranno di 42 milioni di euro (forse nemmeno quelli), e non di un miliardo, come falsamente (ma non a caso), divulgato da Renzi a giornali e televisioni.
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I cittadini vengono ulteriormente allontanati dalla politica. Aumenta enormemente il numero di firme per indire un referendum e per depositare un disegno di legge di iniziativa popolare.
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Il meccanismo della tagliola entra in Costituzione. Tutte le leggi del Governo potranno farla scattare, con conseguente effetto bavaglio dell’opposizione.
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Il Presidente della Repubblica sarà scelto di fatto, dal partito di maggioranza. Ne consegue che perde anche quelle poche funzioni di garanzia che ancora gli rimanevano.
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Il segretario del primo partito potrà determinare nomina ed elezione di 10 dei 15 membri della Corte costituzionale. Difficilmente, dunque, la consulta boccerà in futuro le leggi della maggioranza. Aumenta inoltre il suo controllo sul CSM.
E si potrebbe continuare.
Questa riforma, in conclusione, è ispirata al piano di rinascita democratica (meglio nota come la P2 di Licio Gelli).
E. Cappelletti, deputato M5S
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Proprio nella settimana in cui la cronaca giudiziaria ci racconta di una Roma travolta dalla corruzione e dall'intreccio tra mafia e politica, in Senato i partiti di destra e sinistra, di maggioranza e opposizione, hanno votato insieme per salvare i loro colleghi Antonio Azzollini, senatore di Nuovo Centro Destra, e Antonino Papania, ex senatore del Pd, indagati rispettivamente per associazione a delinquere e corruzione.
Mentre il MoVimento 5 Stelle si è opposto e ha chiesto che la magistratura potesse fare il suo, non un sussulto di buon senso o di dignità è arrivato dal Pd o dalla Lega, nonostante Renzi e Salvini da giorni vadano in tv a dire di voler combattere la corruzione.
Il voto di ieri in Senato marca, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, la differenza tra NOI e LORO.
Il caso Azzollini. Ieri nell'Aula del Senato, Pd, Lega Nord, Forza Italia, Ncd hanno detto NO all'uso delle intercettazioni telefoniche nel procedimento penale che vede coinvolto il senatore e presidente della Commissione Bilancio Antonio Azzollini (Ncd).
Azzollini è indagato per truffa allo Stato, associazione a delinquere, abuso d'ufficio, frode in pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi e reati ambientali nell'inchiesta che lo vede coinvolto nello scandalo sul porto di Molfetta. Nell'ottobre 2013 il MoVimento 5 Stelle aveva chiesto le sue dimissioni.
Il caso Papania. Nello stesso giorno, a pochi minuti di distanza, i partiti salvano anche l'ex senatore del Pd Antonino Papania. L'esponente siciliano era già stato definito "impresentabile" dalla commissione di garanzia del Pd, al punto da non essere ricandidato alle ultime elezioni politiche. La Giunta per le Autorizzazioni aveva dato parere favorevole all'utilizzo delle intercettazioni telefoniche, richiesta formulata dal giudice di Palermo. Nonostante ciò, una volta in Aula, Pd, Lega, Pdl e Ncd votano per il ritorno della questione in Giunta. La vicenda giudiziaria per la quale i magistrati palermitani hanno chiesto al Senato di poter utilizzare conversazioni e sms di Papania riguarda un'indagine per corruzione che interessa la Aimeri Ambiente.
L'Aimeri Ambiente, con sede in Lussemburgo, appartiene ai fratelli Pizzimbone e ha avuto negli anni diverse traversie giudiziarie, tra condanne, assoluzioni, l'indagine della Dia di Catania. I Pizzimbone sono legati politicamente a Marcello Dell'Utri e uno dei fratelli è stato arrestato lo scorso marzo.
Come senatore, all'epoca dei fatti, Papania avrebbe coperto irregolarità negli appalti, pilotato i contratti e bloccato i controlli che riguardavano l'azienda di gestione dei rifiuti in diversi comuni siciliani, al fine di evitarle una multa a titolo di penale di oltre 500 mila euro.
Ma non solo. "Dalle indagini della Procura di Trapani sulle elezioni amministrative ad Alcamo nel maggio del 2012 - spiega il portavoce siciliano M5S Vincenzo Maurizio Santangelo -, emergono dei retroscena riguardanti il coinvolgimento di Papania ed affiorano fatti che evidenziano quanto la pratica del voto di scambio sia una prassi tutt’altro che sconfitta. Per questo è tuttora in corso un processo presso la Procura della Repubblica di Trapani, dove anche molti elettori cittadini alcamesi si sono costituiti parte civile". M5S Senato
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"Qui non si tratta più di difendere la Costituzione, si tratta di difendere le istituzioni che si stanno sgretolando sotto i nostri occhi. E’ la notte della democrazia, e non si vede luce. Il Parlamento è nel caos. Un uomo solo al comando, e poi tutti contro tutti. Fino alle percosse fisiche (il PD contro SEL), alle offese (il Presidente Giachetti che ci dà dei fascisti), agli insulti da osteria (il PD Sanna dà della “p.....a” alla nostra Carla Ruocco). Renzi arriva alle tre di notte per imporre ancora i suoi diktat, mentre la destra è completamente sbriciolata in mille rivoli l’un contro l’altro armati. La Boschi, imperturbabile, chatta al cellulare.
Questo è il clima in cui sta cambiando la Costituzione. “Nei miei sogni non era così!”, grida Roberto Fico in un intervento che resterà storico, a memoria di un gruppo compatto di cittadini che hanno combattuto fino in fondo al grido di “Onestà!”, mentre il Paese sprofondava:
Guarda l'intervento di Roberto Fico
“Il ragionamento vero è la paura dei cittadini che possono scegliere, la paura dei cittadini che possono condividere, la paura dei referendum che voi non volete mai rispettare, come quello sull’acqua pubblica, come quello sui rimborsi elettorali! La paura del potere al popolo, la paura del senso della democrazia, demos cratos, questo è il punto. La paura di far nascere i cittadini e farli diventare istituzione, i cittadini che diventano istituzione e diventano Stato. E voi vi contrapponete. Però vi dico una cosa: voi più pensate di vincere e più state perdendo. Più pensate di vincere e più state perdendo. Perché state scavando un solco talmente ampio e talmente grande tra queste istituzioni, tra questa nuova Costituzione e i cittadini, che vi seppellirà, vi seppellirà. E più pensate di vincere e più perderete, e io di questo sono felice, quel giorno sarà un bel giorno, non per il MoVimento 5 Stelle, ma sarà un bel giorno perché questo Paese si libererà e avrà una nuova coscienza, e diventerà Stato. Coraggio a tutti i cittadini, noi non ci arrendiamo, non ci arrendiamo!”
Loro non si arrenderanno mai, noi neppure." M5S Parlamento
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01/07/2015 – Occorrevano 100mila firme, in una settimana ne hanno raccolte 261.000 ma solo perchè hanno dovuto fermarsi: la Corte Costituzionale austriaca aveva concesso sette giorni e non uno di più per raccogliere le firme necessarie ad ammettere la petizione popolare per l’uscita dell’Austria dall’Unione Europea, sperando che non sarebbero stati sufficienti. Ne avesse dati quindici, probabilmente la gran parte dei sei milioni e mezzo di elettori austriaci (in Austria il diritto di voto scatta a 16 anni) avrebbe votato a favore della ‘Volksbegehren EU Austritt‘.Un successo, nonostante il boicottaggio dei media nazionali ed europei (ancora oggi e nonostante tutto la stampa italiana non parla di questo avvenimento e quella austriaca lo fa giusto perchè costretta dalla situazione), nonostante le difficoltà del voto ammesso solo nelle sedi comunali e nei tribunali.
Nonostante tutto 261mila Austriaci hanno deciso che il Parlamento deliberi immediatamente oppure indica un Referendum popolare perchè sia il popolo a decidere se restare o meno nell’Unione Europea.
Una grossa rogna per il Governo socialdemocratico e per i Partiti nazionali che dovranno ora prendere posizione apertamente con il rischio di entrare in rotta di collisione con i loro stessi elettori perchè le ragioni del Volksbegehren EU Austritt non si prestano ad ‘interpretazioni’: recuperare la sovranità nazionale fagocitata da Bruxelles che, senza alcuna legittimazione, decide del destino dell’Austria, scacciare l’Euro responsabile del progressivo impoverimento della popolazione, riacquistare la propria neutralità, abbandonare la politica guerrafondaia dell’Unione sempre più schiava delle mire imperialistiche USA, ripristinare le leggi nazionali sul controllo dell’ambiente, delle tecniche di manipolazione genetica, del traffico, del trattameno degli animali, sulle politiche agricole ed economiche, sui confini, ripristinare normali rapporti commerciali con la Russia … insomma, i promotori della Petizione le hanno precisate così bene le loro ragioni e gli Austriaci le hanno così chiaramente condivise che Parlamento e Partiti dovranno scegliere tra due sole strade: mettersi dalla parte dell’Unione contro la volontà del popolo oppure indire un Referendum che già da ora si può prevedere come andrà a finire.
Ne vedremo delle belle nei prossimi tempi e per il subito questo voto austriaco ha tolto un altro importante mattone all’edificio di questa congregazione di lobbyes chiamata Unione Europea. Notizie tratte dal loro profilo Facebook . Fonte: L'Onesto
01/07/2015 – Occorrevano 100mila firme, in una settimana ne hanno raccolte 261.000 ma solo perchè hanno dovuto fermarsi: la Corte Costituzionale austriaca aveva concesso sette giorni e non uno di più per raccogliere le firme necessarie ad ammettere la petizione popolare per l’uscita dell’Austria dall’Unione Europea, sperando che non sarebbero stati sufficienti. Ne avesse dati quindici, probabilmente la gran parte dei sei milioni e mezzo di elettori austriaci (in Austria il diritto di voto scatta a 16 anni) avrebbe votato a favore della ‘Volksbegehren EU Austritt‘.
Un successo, nonostante il boicottaggio dei media nazionali ed europei (ancora oggi e nonostante tutto la stampa italiana non parla di questo avvenimento e quella austriaca lo fa giusto perchè costretta dalla situazione), nonostante le difficoltà del voto ammesso solo nelle sedi comunali e nei tribunali.
Nonostante tutto 261mila Austriaci hanno deciso che il Parlamento deliberi immediatamente oppure indica un Referendum popolare perchè sia il popolo a decidere se restare o meno nell’Unione Europea.
Una grossa rogna per il Governo socialdemocratico e per i Partiti nazionali che dovranno ora prendere posizione apertamente con il rischio di entrare in rotta di collisione con i loro stessi elettori perchè le ragioni del Volksbegehren EU Austritt non si prestano ad ‘interpretazioni’: recuperare la sovranità nazionale fagocitata da Bruxelles che, senza alcuna legittimazione, decide del destino dell’Austria, scacciare l’Euro responsabile del progressivo impoverimento della popolazione, riacquistare la propria neutralità, abbandonare la politica guerrafondaia dell’Unione sempre più schiava delle mire imperialistiche USA, ripristinare le leggi nazionali sul controllo dell’ambiente, delle tecniche di manipolazione genetica, del traffico, del trattameno degli animali, sulle politiche agricole ed economiche, sui confini, ripristinare normali rapporti commerciali con la Russia … insomma, i promotori della Petizione le hanno precisate così bene le loro ragioni e gli Austriaci le hanno così chiaramente condivise che Parlamento e Partiti dovranno scegliere tra due sole strade: mettersi dalla parte dell’Unione contro la volontà del popolo oppure indire un Referendum che già da ora si può prevedere come andrà a finire.
Ne vedremo delle belle nei prossimi tempi e per il subito questo voto austriaco ha tolto un altro importante mattone all’edificio di questa congregazione di lobbyes chiamata Unione Europea. Notizie tratte dal loro profilo Facebook
L’Austria se ne va davvero, esce dall’europa e dall’€ e nessuno ne parla
01/07/2015 – Occorrevano 100mila firme, in una settimana ne hanno raccolte 261.000 ma solo perchè hanno dovuto fermarsi: la Corte Costituzionale austriaca aveva concesso sette giorni e non uno di più per raccogliere le firme necessarie ad ammettere la petizione popolare per l’uscita dell’Austria dall’Unione Europea, sperando che non sarebbero stati sufficienti. Ne avesse dati quindici, probabilmente la gran parte dei sei milioni e mezzo di elettori austriaci (in Austria il diritto di voto scatta a 16 anni) avrebbe votato a favore della ‘Volksbegehren EU Austritt‘.
Un successo, nonostante il boicottaggio dei media nazionali ed europei (ancora oggi e nonostante tutto la stampa italiana non parla di questo avvenimento e quella austriaca lo fa giusto perchè costretta dalla situazione), nonostante le difficoltà del voto ammesso solo nelle sedi comunali e nei tribunali.
Nonostante tutto 261mila Austriaci hanno deciso che il Parlamento deliberi immediatamente oppure indica un Referendum popolare perchè sia il popolo a decidere se restare o meno nell’Unione Europea.
Una grossa rogna per il Governo socialdemocratico e per i Partiti nazionali che dovranno ora prendere posizione apertamente con il rischio di entrare in rotta di collisione con i loro stessi elettori perchè le ragioni del Volksbegehren EU Austritt non si prestano ad ‘interpretazioni’: recuperare la sovranità nazionale fagocitata da Bruxelles che, senza alcuna legittimazione, decide del destino dell’Austria, scacciare l’Euro responsabile del progressivo impoverimento della popolazione, riacquistare la propria neutralità, abbandonare la politica guerrafondaia dell’Unione sempre più schiava delle mire imperialistiche USA, ripristinare le leggi nazionali sul controllo dell’ambiente, delle tecniche di manipolazione genetica, del traffico, del trattameno degli animali, sulle politiche agricole ed economiche, sui confini, ripristinare normali rapporti commerciali con la Russia … insomma, i promotori della Petizione le hanno precisate così bene le loro ragioni e gli Austriaci le hanno così chiaramente condivise che Parlamento e Partiti dovranno scegliere tra due sole strade: mettersi dalla parte dell’Unione contro la volontà del popolo oppure indire un Referendum che già da ora si può prevedere come andrà a finire.
Ne vedremo delle belle nei prossimi tempi e per il subito questo voto austriaco ha tolto un altro importante mattone all’edificio di questa congregazione di lobbyes chiamata Unione Europea. Notizie tratte dal loro profilo Facebook
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01/07/2015 – Ascoltate d’Alema, nella puntata su RAINEW24, del 1 luglio scorso, primo firmatario del trattato di Lisbona, entrato ufficialmente in vigore il 1º dicembre 2009 per l’unificazione dell’unione europea.
Ammette spudoratamente che gli aiuti alla Grecia sono andati alle banche tedeschi e Francesi, dei 250 miliardi destinati agli aiuti per la Grecia 220 sono andate direttamente alle banche Tedesche, Francesi, e parzialmente Italiane.
Finalmente vuota il sacco, raccontando il sistema criminale, messo in atto dalla Trojka, per impoverire e affossare definitivamente fino al collasso, i paesi in crisi come è avvenuto per la Grecia.
Moneta Unica ma differente competitività, Il sistema è semplice, i banchieri Tedeschi raccolgono denaro dai loro risparmiatori e acquistano titoli di stato dalla Grecia, sui quali i greci, essendo un paese a rischio, pagano il 15% di interessi, e guadagnano una montagna di soldi. Quindi succede esattamente che quando il paese povero non è più in grado di pagare il debito, ci sono gli aiuti europei con ulteriori Tassi d’interessi e codsi il debito non avrà mai fine. Fonte: L'Onesto
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Vorremo condividere con voi il discorso tenuto da Mattia Fantinati, portavoce del M5S alla Camera, al convegno di Comunione e Liberazione: ogni anno tutti i politici più influenti vanno a prostrarsi davanti al bacino di voti e potere rappresentato da Comunione e Liberazione. Solo il M5S, invitato al convegno, dimostra invece coerenza, autonomia, autorevolezza. Volete conoscere meglio Comunione e Liberazione? Leggete il discorso di Mattia Fantinati, oppure riproducete il video.
"Vi ringrazio per l’invito: non sono qui per prendere applausi, non sono qui per cercare consensi. Per il Movimento 5 Stelle la politica è partecipazione e coinvolgimento dal basso, ed è fatta proprio per essere la cassa di risonanza dei più deboli e non delle prepotenti lobby. Non è un caso che il Movimento 5 Stelle sia nato il 4 Ottobre, il giorno di San Francesco; non è un caso, la marcia di qualche mese fa Assisi-Perugia per promuovere il reddito di cittadinanza: uno stipendio minimo per 10 milioni di italiani che vivono al di sotto della soglia di povertà, in cambio di formazione; non una forma di assistenzialismo, non un sussidio, ma uno strumento per creare occupazione, per restituire la dignità a chi il lavoro è stato tolto o l’ha perso. Allo stesso modo, abbiamo creato un fondo di 10 milioni per il microcredito con il taglio dei nostri stipendi per aiutare decine di migliaia di aziende, e prossimamente lo faremo anche per le famiglie in difficoltà. Gli italiani non vogliono i finanziamenti ai partiti. Quei soldi basta non prenderli, senza aspettare leggi o lungaggini burocratiche. Non abbiamo percepito 42mil di euro di rimborsi elettorali. Tanto in campagna elettorale avevamo detto. Tanto abbiamo fatto. Noi siamo coerenti. Lo facciamo perché ci crediamo, e ci riusciamo, senza scendere a patti con corrotti, senza stringere alleanze anomale, senza intascarci soldi extra. Fare politica dal basso significa fare una politica al servizio del cittadino, anche a costo di perdere consensi o andare contro i grandi interessi di pochi: nei comuni dove governiamo i sindaci fanno scegliere dove destinare parte delle finanze pubbliche ai cittadini, e non agli elettori e la differenza permettermi è sostanziale. La nostra politica è realizzabile solo da chi è veramente libero (da interessi, da voti, voglia di potere, finanziamenti) ed è per questo che Movimento 5 Stelle non crede ai politici che passano allegramente da posti in Banche, Fondazioni, Casse, Ministeri, Enti… I partiti tradizionali non potranno mai fare gli interessi dei cittadini perché saranno sempre prigionieri di sistemi di consensi e di potere da cui non sanno e non vogliono slegarsi. Nessuno di noi è un politico di professione, e sicuramente nessuno di noi rimarrà in politica tanto a lungo da poterlo diventare. Io, da ingegnere ho lasciato il lavoro per mettermi al servizio dei cittadini; non come molti di voi che sono entrati in politica per migliorare il proprio lavoro. Essere del Movimento 5 Stelle significa essere coerente, trasparente, libero ed onesto. Onestà e verità al di là di scelte scomode e compromessi con il potere.
Ed oggi, proprio onestamente sono qui per denunciare come Comunione e Liberazione, la più potente lobby italiana, abbia trasformato l’esperienza spirituale morale, in un paravento di interessi personali, finalizzati sempre e comunque a denaro e potere. La politica deve essere laica, perché deve fare il bene comune, di tutti. Non esiste una politica cristiana, Esiste un cristiano che fa politica. Il Movimento 5 stelle si indigna che si possa strumentalizzare in questo modo tanta brava gente e credenti cattolici. Negli anni avete generato un potere politico capace di influenzare sanità, scuole private cattoliche, università e appalti. Sempre dalla parte dei potenti, sempre dalla parte di chi comanda. Sempre in nome di Dio. (“non potete servire Dio ed il denaro”, Luca 16,13) 1 Avete applaudito, il prescritto per associazione mafiosa, pace all'anima sua: Giulio Andreotti. Non credo perché andasse in chiesa ogni mattina ma perché egli rappresentava una visione politica assolutamente in linea con la vostra: l’inciucio sempre comunque ed a tutti i costi, pur di allargare la propria cerchia di alleati che un giorno sarebbero potuti tornare utili per il proprio tornaconto, dentro e fuori alle stanze della politica. Il vero maestro dell’arte del compromesso, mai un sì e mai un no, ma sempre dipende. Dopo il Giulio Nazionale avete osannato il suo rampollo Silvio: anche lui condannato per frode fiscale, falso in bilancio, appropriazione indebita. Per non parlare del suo entourage e della vita non proprio secondo i valori cattolici che faceva da palazzo Grazioli alle sue ville in Sardegna. Sulla scia di Berlusconi avete steso tappeti rossi per “il celeste” (non certo per il colore delle giacche) Formigoni, finito sotto processo per corruzione per tangenti multi-milionarie sulla sanità lombarda. A suon di vacanze pagate da lobbisti senza scrupoli si ritrova ora indagato con l’accusa di aver distribuito appalti a destra e a sinistra ai soliti amici della casta, ma forse sarebbe più giusto chiamarla cosca. Caduto in disgrazia Formigoni, vi siete girati verso il governo dell’inciucio Letta e del premier attuale, uguali, perché sostenuti dalla stessa maggioranza: la vostra vera vittoria elettorale, con 2 ministri. Mauro, ministro della guerra, e Lupi ministro della cementificazione. Dal primo la spinta verso gli armamenti era garantita; Finmeccanica, uno dei vostri sponsor, ringrazia. Dal secondo, avevate la certezza dello sblocco degli appalti per gli associati alla Compagnia delle Opere, il vostro braccio armato composto da 35000 iscritti: aziende, professionisti, per un giro d’affari di 70mld, pronti ad aiutarsi tra loro. Scambi privilegiati, credito facilitato, distribuzione di appalti pubblici, secondo il motto: “io do una mano a te, tu la dai a me, ed insieme le mettiamo in tasca degli Italiani”! Ora che avete perso anche i due ministri, il premier mai eletto, accortosi che i boy-scout sono troppo giovani per votare e che oramai non ha più il consenso dell’anno scorso, viene qui a ricevere la vostra benedizione baciando pantofole ed anelli. Il presidente imbonitore e venditore di speranze, quelle speranze che oramai sono state disattese tanto da portare il 51% degli italiani a non fidarsi più della politica. Ma questi nomi sono solo la punta dell’iceberg. Esiste anche un sottobosco di persone di Comunione e Liberazione, che di cattolico non hanno nulla, tanto meno di senso civico. Non sorprende più ormai come tra voi si possa trovare Don Mauro Inzoli detto “don Mercedes” (per il suo stile di vita non propriamente francescano e una forte passione per i minorenni) oppure come il vostro nome possa finire legato agli scandali di Mafia Capitale tramite la “Cooperativa Bianca” - La Cascina. Siete l’immagine di una Chiesa privata, che, ogni anno, forte del suo bacino di voti, si ritrova qui a parlare di valori cristiani e dell’amicizia, ma ne esce rinnovata negli affari. Lo dimostrano anche i vostri sponsor che rimangono gli stessi di sempre, tra big privati, Regioni, partecipate dello Stato o sue grosse concessionarie ed imprese della galassia della Compagnia delle Opere:
- Finmeccanica: l’azienda dell’ ex presidente Orsi (vicino a CL), arrestato.
- Intesa San Paolo: Una delle banche più aiutata dal decreto IMU-Bankitalia. Una banca che ama la guerra, investendo milioni in armi
- Eni: costruisce da anni sulla corruzione internazionale e la politica estera di tutti i governi che si sono succeduti, di destra di sinistra, di centro. (ricordiamo l’AD Descalzi accusato per corruzione)
- Nestlè: una multinazionale che ha causato disastri e drammi sociali in tutto il mondo, dalle infrazioni legate alla commercializzazione del latte materno, al cibo contaminato venduto in 2 Venezuela, all’uso – non dichiarato - di prodotti transgenici, fino alle denunce per schiavitù e manodopera minorile.
- Lottomatica: in un paese dove la malattia del gioco d'azzardo è considerata una delle patologie emergenti a causa della crisi: ringrazia per i condoni fiscali del governo.
Per noi la politica è un’altra cosa. Un politico deve essere onesto ed avere il coraggio di dire la verità. Il coraggio di dire sì, e il coraggio di dire no. Indipendentemente da quali siano i propri tornaconti personali. Ho iniziato a fare politica, perché ho capito che finché ci sono sistemi come il vostro, i nostri talenti veri, guadagneranno un decimo di una velina o un centesimo di un calciatore se non “si ammanicheranno” con le persone giuste. IO NON CI STO!! Ed io sono venuto qui, in un terreno scomodo, per venirvele a dire, e a farvi qualche domanda:
- Cos'è comunione e liberazione?
- Che cosa rappresenta per la politica italiana?
- Perché ogni anno, ministri, Presidente del Consiglio, sentono la necessità di chiedere la benedizione venendo in pellegrinaggio a Rimini, come una volta facevano i Re con i Papi?
- Quando la Chiesa caccerà i mercanti dal Tempio?
Il Movimento 5 Stelle non ha bisogno di benedizioni, ma di risposte. Grazie".
Mattia Fantinati, Portavoce M5s Camera
Commento di Andrea Scanzi - Il Fatto Quotidiano:
I Cinque Stelle hanno un vasto seguito anche (non solo) per questo: perché hanno finalmente tolto il tappo a una bottiglia di indignazione (e di merda) che covava da più di due decenni, e che l’intellighenzia sterile “de sinistra” (da D’Alema a Vendola) si guardava bene dallo stappare. A volte un vaffanculo, e una reale opposizione, sono salutari. Salutari e liberatori. Chissà se gli “osservatori” della politica lo ammetteranno mai.
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STANZA DA LETTO, SALA RIUNIONI E LUSSO SFRENATO: #RENZI SI ORDINA L’AEREO NUOVO. QUANTO E’ BELLA LA VITA DA SULTANO. A SPESE DEGLI ITALIANI!
L'ultima trovata è l'aereo da 200 milioni di dollari in leasing, un A330, un modus copione di quello presidenziale americano fatto appositamente per stare sempre in volo in caso di guerra o attacco o catastrofe e per salvaguardare la vita del presidente. Quei 200 milioni di $ - 175 milioni di euro - sono soldi della gente che sarebbero stati comodi per altro e sociale, visto che ad oggi se volessero accoppare un presidente in volo gli mancherebbe solo la voglia: non esistono più le misure precauzionali al contrario di quello che i costruttori di aerei dicono. Come c'è l'aereo a volo quasi "perenne" ci sono oggi anche le armi per seguirlo ed abbatterlo e i giochi sono fatti! Prima gli yacht in alto mare per le discussioni segrete ed ora gli aerei. Modi per isolarsi completamente e segretamente! Dunque un'altra spesa inutile se non da scialacquatori di soldi pubblici, e come al solito anche quello è stato fatto in segreto, visto che solo ora è saltato fuori pubblicamente.
Tutti i dettagli dal Quotidiano.net:
Roma, 12 settembre 2015 - Nuovo aereo presidenziale per Matteo Renzi. Anche se da Palazzo Chigi non commentano nè smentiscono, sembra che il premier abbia deciso di mandare in pensione il vecchio l’A319, in servizio da 15 anni e di sostituirlo con un A330 preso in leasing da Alitalia.
Il nuovo aereo sarebbe grande il doppio e cinque volte più capiente rispetto all'attuale, con un valore stimato intorno ai 200 milioni di dollari (più di 175 milioni di euro). Il 'vecchio' A319 è probabilmente il più piccolo degli aerei presidenziali in circolazione, e ogni volta che deve affrontare una rotta transoceanica o a lungo raggio, è costretto a uno scalo; inoltre non è dotato di wi-fi e l'unica comodità offerta è un letto matrimoniale con bagno e doccia.
Nonostante la notizia non sia ancora ufficiale, è già partita la polemica del Movimento 5 Stelle con tanto di fotomontaggi ironici in giro per la Rete. Angelo Tofalo scrive su twitter: "Renzi? si compra il nuovo aereo presidenziale...ovviamente paghiamo tutti noi!". "A voi l'austerity, a Renzi un aereoplano nuovo di pacca da 175 milioni di euro- scrive Giorgio Sorial su facebook- l'immigrazione è fuori controllo, la disoccupazione è ancora alle stelle, i consumi restano asfissiati ma le vere emergenze di questo governo si sa, sono altre: tappare le voragini dei bilanci dei partiti usando i soldi pubblici ed avere l'aereo più grande per vantarsi con gli 'amici' (sempre usando i soldi pubblici)". "L'Italia aveva l'aero più piccolo del G8- prosegue- Questo sarà cinque volte più grande del precedente, ci sarà una camera matrimoniale, spazi con divanetti e tavolini per il suo staff e la possibilità di imbarcare giornalisti fortunati. Questo paese ha bisogno di buoni esempi da seguire e non di bulletti, invece questi ricadono costantemente nell'ostentazione che per di più grava sulle spalle degli italiani". Attacca anche il deputato Michele Dell'Orco: "Sei disoccupato? Non sai come pagare le tasse? Non ti preoccupare... se ti chiami Matteo Renzi la crisi non esiste: il Presidente del Consiglio avrà un suo super jet da 175 milioni di euro! E con tutti i confort, compresa la camera matrimoniale con bagno, che potrebbe servire per portare la famiglia in vacanza".
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Rimedi naturali a problemi di salute
Mal di testa degli studenti
Problema molto frequente fra i giovani.
No a wurstel, insaccati, cioccolata. Consumare poco sale.
Si a mandorle, patate, spinaci, Ginko Biloba, magnesio, vitamina B2 e coenzima Q10. Inoltre aiuta molto fare sport: basta anche 30 minuti di cammino al giorno.
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"Berlino in piazza contro il Trattato di libero scambio. Circa 100.000 persone hanno manifestato nella capitale tedesca per chiedere lo stop al mega accordo attualmente in discussione tra l’Unione europea e gli Stati Uniti, finalizzato a ridurre le barriere commerciali che esistono e limitano lo scambio di prodotti e servizi. In fase di negoziazione dal 2013, il trattato commerciale tra Bruxelles e Washington qualora venisse siglato – e la cosa sembra molto probabile – sarebbe il più grande al mondo e quindi con enormi conseguenze.
Gli organizzatori della protesta, tra cui Greenpeace e Oxfam, temono che l’intesa possa abbassare gli standard di tutela ambientale, di qualità e di sicurezza dei prodotti dagli alimentari alle caldaie fino ai reattori nucleari e mettere in pericolo anche i diritti dei lavoratori.
Il corteo di Berlino inaugura una settimana di mobilitazione in tutte le città d’Europa, con la consegna finale all’Unione europera di oltre 3,2 milioni di firme di cittadini." Euronews
E noi cosa facciamo? TTIP: non solo un accordo commerciale di scambio, ma molto altro.
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Qual è la priorità del governo e di tutti i partiti dal Pd, alla Lega passando per Forza Italia e Sciolta Civica? Prendere i soldi dei cittadini per incassare i finanziamenti pubblici senza alcun controllo come prevede la leggina Boccadutri, senza la quale quest'anno sarebbero rimasti a bocca asciutta. Oggi i portavoce del M5S hanno mostrato in Aula la BoccadutriCard, ma loro non hanno provato alcuna vergogna. Anzi, non vedono l'ora di usarla.
"Ecco come abbiamo accolto il Bomba oggi in Senato. Lui aveva fretta di parlare di "importantissimi temi europei", per nascondere l’enorme porcata di oggi: la votazione lampo sulla legge boccadutri, quella che permette ai partiti di intascarsi i rimborsi elettorali senza controlli.
Non si smentiscono mai!" M5S Senato
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CASH LIBERO: visto il rischio criminalità, il contante era vietato. Renzi cancella tutto.
Articolo di Carlo di Foggia, pubblicato su Il Fatto Quotidiano 22/10/2015
Quattro righe criptiche e il colpo di spugna è servito: niente obbligo di usare solo pagamenti tracciati per versare gli affitti, o saldare fatture nell’autotrasporto, settore a rischio di “infiltrazione criminale”. Due conquiste, manco a dirlo, volute a loro tempo dal Pd, che ora la legge di stabilità di Matteo Renzi cancella del tutto. Nel messaggio “sbagliatissimo” (copyright Raffaele Cantone) – come molti tra magistrati ed esperti definiscono la decisione del premier di alzare il limite all’uso del contante dai mille attuali a tre mila euro – ce n’è un altro passato inosservato: il dietrofront è su tutta la linea, perfino per settori nei quali quel limite non valeva.
Perchè sensibili. ANDIAMO con ordine. In tutte le bozze della Stabilità circolate finora (il testo definitivo dovrebbe approdare oggi in Senato) all’articolo 65 (“circolazione del contante”) figurano due commi, che abrogano altrettante misure tutt’ora in vigore. La prima riguarda una novità introdotta dalla legge di stabilità 2014, governo di Enrico Letta: “I pagamenti dei canoni di locazione di unità abitative, fatta eccezione per l’edilizia residenziale pubblica, sono corrisposti obbligatoriamente,quale ne sia l’importo, in forme che escludano l’uso del contante e ne assicurino la tracciabilità”. Una misura voluta per arginare il fenomeno endemico degli affitti in “nero”,per un’evasione stimata in 3,5 miliardi (per la Cgil nel 2013 quelli versati dagli studenti hanno nascosto un imponibile da 1,5 miliardi). Chi l’ha voluta? Il Pd, che il 12 dicembre 2013 fa passare un emendamento in commissione bilancio, firmato dal capogruppo Marco Causi. La norma fa infuriare il solito Ncd, che si duole per bocca di Renato Schifani:“Non può valere come regola generale, è bene evitare misure che troppo drasticamente impediscano la circolazione della moneta”. Stessa storia per l’autotrasporto. A ottobre, in sede di conversione del famoso decreto “sblocca Italia”, in Senato il Pd fa approvare un emendamento che recita così: “Tutti i soggetti della filiera dei trasporto merci su strada provvedono al pagamento del corrispettivo per le prestazioni rese utilizzando strumenti elettronici di pagamento e comunque ogni altro strumento idoneo a garantire la piena tracciabilità delle operazioni, indipendentemente dall’ammontare dell’importo”. Il motivo? “La prevenzione delle infiltrazioni criminali e del riciclaggio del denaro derivante da traffici illegali”. Ora tutto viene cancellato. “È una scelta così specifica che sembra suggerita da qualcuno”, spiega Cinzia Franchini, presidente nazionale della Cna-Fita, che da anni si batte contro le infiltrazioni criminali nel settore e per questo ha ricevuto lettere di minaccia e proiettili: “Eravamo orgogliosi di quella norma, cancellarla è un grave errore inspiegabile, di sicuro alcuni festeggeranno. Noi chiederemo un incontro urgente, anche perché le imprese sane già pagavano tutto in maniera tracciata”. Non è un dettaglio da poco. In entrambi i casi, infatti, il Pd fa approvare le norme, senza però specificare le sanzioni. Quella sugli affitti,infatti entra in vigore a gennaio 2014, ma il 4 febbraio, con il governo Letta ormai morente, il Tesoro emette una nota interpretativa che conferma l’incredibile svista:visto che non le hanno specificate, si applicano solo le sanzioni già previste dalla normativa antiriciclaggio, quella che prevede la soglia dei mille euro.
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Il Partito Democratico, grazie alla legge Boccadutri, si è intascato la sua bella fetta di rimborsi elettorali per il 2013 e il 2014 pari a oltre 20 milioni di euro. Per giustificare ai cittadini questa porcata - approvata in fretta e furia nei giorni in cui l'alluvione ricopriva di fango i territori del Beneventano e il governo si apprestava a presentare una legge di Stabilità che per il dissesto idrogeologico non stanzia un soldo -, il PD manda in tv i suoi bugiardi seriali e ben allenati a mentire. Qualche giorno fa è stata la volta della deputata Alessia Rotta, che a L'Aria Che Tira su La7 ha avuto la faccia di bronzo di dichiarare che "la Boccadutri è una legge che prevede la trasparenza dei conti dei partiti". Hanno fatto una sanatoria, un colpo di spugna a qualsiasi controllo, grazie al quale i partiti si sono portati a casa ben 45 milioni di euro, ma la Rotta la chiama trasparenza!
La bugiarda democratica dice anche che "il M5S non vuole aderire a queste regole trasparenza". E dice bene: il M5S non ha bisogno di aderire a queste finte regole fatte ad arte dal PD e dagli altri partiti per aggirare la legge e mettersi in tasca i soldi dei cittadini, perchè il M5S ha rinunciato ai rimborsi elettorali ed è l'unica forza politica ad averlo fatto.
A sbugiardare la deputata Rotta, però, ci ha pensato il servizio de Le Iene, andato in onda lunedì sera, dove si spiega chiaramente a cosa è servita la Boccadutri, bancomat dei partiti sulla pelle dei cittadini.
Nel servizio, i parlamentari di tutti i gruppi politici sfuggono imbarazzati alle domande o mentono pur di non ammettere la verità. Gli unici a non comparire nel servizio sono i portavoce del M5S: il perchè è semplice, noi questi soldi non li abbiamo presi e alla Boccadutri abbiamo detto NO. Ci spiace solo che le Iene non abbiano evidenziato nel servizio la totale estraneità del M5s alla spartizione della torta dei finanziamenti pubblici da parte di tutti gli altri partiti." M5S Parlamento
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I cittadini italiani è giusto che sappiano: i loro soldi servono a pagare i debiti della sinistra. Parliamo di 107 milioni di euro che lo Stato ha versato alle banche creditrici per ripianare i debiti del giornale L'Unità durante la gestione degli ex Ds, oggi PD.
A rendere possibile il giochino, che solleva il giornale e il partito dalle sue responsabilità e scarica tutto sulle spalle, anzi sulle tasche degli italiani, è una legge del 1998 approvata durante il governo Prodi: la norma estende l’estensione della garanzia dello Stato, già prevista sui debiti degli organi di partito, ai mutui per l'editoria contratti da quotidiani di partito.
Il giornale del PD si indebita e gli italiani pagano. I paradossi sono due:
- a pagare sono quegli stessi italiani strangolati dal fisco, quelli che si vedono arrivare la cartella d'Equitalia se per colpa della crisi non riescono a mandare avanti la propria attività e a pagare creditori e stipendi;
- gli italiani pagano i debiti di un giornale di partito che dal 1990 al 2013 ha ricevuto dallo Stato oltre 152 milioni di euro di soldi pubblici, finanziamenti che il M5S chiede di abolire totalmente.
Invece di coprire i debiti del giornale del PD, quei soldi potevano essere impiegati per far fronte alle mille urgenze di questo Paese: ad esempio per mettere in sicurezza gli edifici scolastici, visto che i tetti delle scuole continuano a crollare, o per risolvere la vergognosa emergenza idrica a Messina, oppure per pagare gli stipendi dei supplenti senza stipendio da settembre.
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Le associazioni anti-azzardo non hanno dubbi e lo chiedono a gran voce: Votate l'emendamento Endrizzi (Movimento 5 Stelle) per vietare in maniera assoluta e totale la pubblicità sul gioco d'azzardo. No Slot, Slot Mob, e le associazioni aderenti alla campagna Mettiamoci in Gioco, che la scorsa settimana erano al fianco del M5S nel presentare questa proposta, a 24 ore dal voto in Commissione Bilancio lanciano la campagna di mail bombing #noslot e chiedono a senatori e senatrici di votare l'emendamento del M5S. "Riusciranno i nostri eroi? Riusciranno a non fare l'ennesimo favore a chi non vuole introdurre il divieto totale e assoluto di pubblicità dell'azzardo proposto dal senatore Endrizzi come emendamento alla Legge di Stabilità 2016? " scrive il Movimento No Slot nell'appello. "Il governo dice "no problem, e per voce del viceministro Morando ha detto che non ci sono problemi. I parlamentari di ogni schieramento e colore dicono lo stesso. Allora? Allora bisogna vigilare affinché i membri della V Commissione del Senato non tentino il colpo gobbo e blocchino tutto".continua l'appello. Poi la chiamata all'azione diretta per i cittadini. Come fare? Semplice mandare una mail a senatori e senatrici della Commissione Bilancio che non si sono ancora espressi e condividere sui social questo appello.
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"Due atleti sono impegnati in una gara: uno fa uso di doping e l'altro non prende l'aspirina neanche quando ha il raffreddore. Chi vincerà? Questa semplice metafora rappresenta bene il funzionamento dell'economia di mercato nell'era della globalizzazione. Le aziende europee devono rispettare rigidissimi protocolli, ma al contempo gareggiare con l'economia cinese dopata grazie a sovvenzioni pubbliche, costi dell'energia bassissimi, sfruttamento della manodopera, anche quella minorile. Chi vincerà?
Questa impari gara è stata riequilibrata, in alcuni settori produttivi, grazie ai dazi antidumping, una sorta di compensazione del prezzo finale del bene a fronte di una concorrenza sleale. Facciamo l'esempio delle BICICLETTE. "L'industria italiana della bicicletta ringrazia i dazi antidumping (messi nel 2011 ndr) e chiude il 2013 con una produzione in crescita del 22% rispetto all'anno precedente", scrive il quotidiano di Confindustria "Il Sole 24 Ore". Paolo Nigrelli, presidente del settore ciclo di Ancma, in una intervista rincara: "non è protezionismo, è legittima difesa".
C'è una guerra commerciale in corso e sopravvive solo chi si difende. La LEGITTIMA DIFESA ha prodotto dei risultati concreti. Il settore delle biciclette, per continuare l'esempio, era agonizzante. Si è passati dalle 5,8 milioni di bici prodotte nel 1994 ai 2,4 milioni del 2011, un crollo del 65% che ha rischiato di spazzare via un'eccellenza italiana. Ducati, Bianchi, Atala, Bottecchia, Pinarello, sono realtà imprenditoriali che, con la ricerca e l'innovazione, hanno resistito a qualsiasi tempesta economica. La Colnago - in collaborazione con la Ferrari e il Politecnico di Milano - è stata la prima azienda al mondo a introdurre i telai in carbonio. C'era un'Italia che funzionava e che si faceva rispettare nel mondo, mentre adesso c'è la Cina che ha una sovrapproduzione di 30 milioni di bici da piazzare all'estero. Senza i dazi introdotti nel 2011 che fine avrebbero fatto tutte queste aziende? Stesso discorso vale per tutto il resto dell'industria manifatturiera: si rischia una tabula rasa.
La partita si gioca a livello europeo. Nelle comunicazioni sulla strategia commerciale di Cecilia Malmström, Commissaria dell'UE responsabile per il Commercio, non c'è una riga su come l'Europa possa difendere la propria industria dalle pratiche scorrette e sleali praticate dalla Cina. Questa Europa sta, invece, accelerando la sua trasformazione verso una società dei servizi svendendo la sua anima alle multinazionali del nord Europa affamate di prodotti a basso costo. L'industria automobilistica tedesca nel breve periodo, per esempio, potrà assemblare le proprie auto con la componentistica cinese e godere di una riduzione dei costi e un aumento dei profitti. Tuttavia, le conseguenze sarebbero drammatiche: nel breve termine il prosciugamento degli affari dell'indotto che tiene in vita le piccole e medie imprese, nel lungo termine il trasferimento del know how produttivo ai cinesi che così potranno far da soli e costruirsi le automobili da soli.
Nessuno però ha il coraggio di dire la verità alla Cina. Davanti a Xi Jinping in visita istituzionale in Europa hanno scodinzolato tutti come dei cagnolini. La Merkel schiava delle lobby automobilistiche, Cameron che un giorno lo accoglie come un Re, il giorno dopo chiede aiuto a Bruxelles per difendere le sue acciaierie dalla concorrenza cinese. Infine, Renzi che non vuole scomodare il nuovo grande capo (negli ultimi anni la Cina ha investito milioni in Telecom, Fiat-Chrysler, Eni, Enel, Prysmian, Cdp Reti, Ansaldo Energia, ma anche Gruppo Ferretti, Fiorucci, Miss Sixty, Cerruti e Benelli). Hanno tutti paura della Cina e per questo stanno svendendo l'industria europea.
Il MoVimento 5 Stelle invoca la LEGITTIMA DIFESA per le imprese italiane. Questo scriverà la portavoce Tiziana Beghin nel rapporto a lei assegnato sulla strategia commerciale europea. Guarderemo in faccia chi vuole far fallire l'Italia e cercheremo l'alleanza con Paesi industriali del Sud Europa, Spagna, Francia, Portogallo e la Grecia che rischiano di vedere scomparire tra 1,7 e 3,5 milioni di posti di lavoro." M5S Europa
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"Anche Famiglia Cristiana (non proprio un giornale eversivo) chiede al Ministro Pinotti (Ministro della Difesa, PD) se "sia davvero legale vendere armi all'Arabia Saudita".
I sauditi, indicati da tutti come sostenitori indiretti dei fondamentalisti, stanno bombardando da mesi i ribelli sciiti in Yemen. Ovviamente questi bombardamenti hanno già prodotto migliaia di vittime civili (di cui 830 tra bambini e donne).
Ebbene sono state trovate bombe di fabbricazione italiana in Yemen. La Pinotti dice che è tutto regolare e che l'Italia vende armi a norma di legge. Eppure l'Italia nel 1990 si è dotata di una buona legge, la 185, che vieta espressamente le esportazioni di tutti i materiali militari e loro componenti verso i Paesi in stato di conflitto armato.
Il PD al posto di attaccare ogni giorno il M5S si muovesse! Vanno bloccate immediatamente le forniture di armi a tutti gli sceicchi.
I sauditi stanno comprando mezza Europa ma l'interesse nazionale e la sicurezza degli italiani è più importante degli affari che si fanno con i sistemi d'arma."
La foto ritrae Renzi con il Principe ereditario e Ministro dell’Interno dell'Arabia Saudita, Mohammed bin Nayef, durante la sua visita a Riad l'8 e il 9 novembre.
La guerra al terrorismo portata avanti finora non ha prodotto risultati, se non quello di rafforzare i terroristi che ora dispongono di un territorio ricco di petrolio dalla cui vendita ricavano mezzo miliardo di dollari ogni anno. Per eliminare l'ISIS ed evitare massacri come quello di Parigi bisogna colpirlo prima di tutto nel portafoglio.
Tutti i Paesi che sostengono direttamente o indirettamente il terrore jihadista devono essere isolati e sanzionati, in particolare l'Arabia Saudita. Il M5S vuole eliminare il terrorismo islamico, non dialogare con i suoi finanziatori come ha fatto il premier italiano appena qualche giorno fa e che oggi tenta di riparare dicendo che "L'Italia intesa come Paese non fa affari" con i Paesi che finanziano il terrorismo. Può darci le prove? Cosa è andato a fare a Riad? Ci mancherebbe che ci facesse pure gli affari, ma con chi finanzia i terroristi non ci deve essere dialogo: vanno sanzionati. Che sicurezza può dare agli italiani un premier che va a parlarci come se niente fosse?
Nonostante tutto, continuamo ad esportare bombe all'Arabia Saudita, e invieremo 28 caccia al Kuwait!
Il Presidente del Consiglio mente vergognosamente. Intervistato su Sky Tg 24 ha dichiarato "L'Italia non fa affari con finanziatori del terrorismo". I fatti lo smentiscono. Secondo dati del Dipartimento USA ammontano a 40 milioni di dollari in 2 anni i finanziamenti all' Isis da Arabia Saudita, Kuwait, e Qatar.Tutti Paesi con i quali l'Italia fa affari, tramite anche partecipate pubbliche come Finmeccanica. L'8 e 9 novembre il premier italiano era in Arabia Saudita. Come denunciato da Amnesty International, l'Italia continua ad esportare bombe in quel Paese. Non solo.
Proprio poche ore fa da Cagliari è partito un carico di bombe destinato all'Arabia Saudita ed è arrivato questa mattina:
Aereo con #bombe da Cagliari atterrato in #ArabiaSaudita (probabilmente a base di Taif) #guerra #Yemen pic.twitter.com/WIOiCQYFzD
— Francesco Vignarca (@kkvignarca) 19 Novembre 2015
Il tutto in barba alla legge 185 del 1990 che vieta l'autorizzazione all'esportazione di armi verso Paesi in guerra.
Non è finita. L' 11 settembre il governo italiano ha firmato un memorandum d'intesa con il primo ministro kuwaitiano per spianare la strada ad un acquisto per 8 miliardi di euro di 28 caccia Eurofighter, costruiti da un consorzio europeo in cui Finmeccanica partecipa con una quota di quasi il 50%. Proprio quel giorno casualmente Finmeccanica ha registrato un +5,4% in Borsa.
A questa operazione i vari governi italiani lavorano dal 2012 ed il ministro Pinotti si è recato più volte in Kuwait. Di 375 milioni di euro è invece il volume delle esportazioni in armi verso l'Arabia Saudita (2005-2012). 146 milioni di euro è il volume d'affari delle armi italiane vendute in Qatar tra il 2012 ed il 2014. Tre paesi che finanziano Isis, tre Paesi con i quali l'Italia fa affari. Intanto la proposta del MoVimento 5 Stelle di istituire una Commissione d'inchiesta sulle attività illecite connesse al commercio di armamenti, è insabbiata al Senato dallo scorso gennaio.
Nei giorni scorsi Matteo Renzi ha fatto visita in Arabia Saudita, stringendo mani a sceicchi e principini che finanziano l'Isis e foraggiano i terroristi nella guerra siriana contro Bashar al Assad. Lui ha negato, ma la realtà è che ha mentito al Paese e agli italiani, perché l'Italia oltre a stringere accordi con Riad gli vende anche le armi. La notizia è di qualche giorno fa, precisamente risale alla mattinata del 19 novembre quando risulta essere atterrato proprio in Arabia Saudita un cargo carico di bombe MK-80 fabbricate in Sardegna, partite nei giorni scorsi dall'aeroporto di Cagliari Elmas, con il rischio concreto di trasformare l'isola in un bersaglio terroristico. Si tratterebbe della seconda spedizione nel giro di tre settimane, in palese violazione della legge 185/90 sull'export di armi in Italia. Il nostro deputato Manlio Di Stefano ne ha dunque chiesto conto al governo nel question time di oggi, invitando Renzi e i suoi a interrompere ogni vendita di armi ai sauditi, nonché a tutti i Paesi coinvolti in conflitti. Il M5S chiede un disarmo globale. Questo è il punto di arrivo. Più volte abbiamo chiesto al ministro della Difesa Pinotti di chiarire la posizione del governo italiano in merito alle esportazioni di armamenti. In particolare, di spiegarci la prosecuzione del commercio d'armi con l'Arabia Saudita nonostante altri paesi europei, come la Germania, l'abbiano interrotta da un anno a causa dei rapporti ambigui del paese del Golfo rispetto al finanziamento al terrorismo. L'Arabia Saudita, infatti, rappresenta uno dei principali clienti della nostra industria militare. Dalle Relazioni inviate dal Governo alle Camere si ricava che nel quinquennio 2010-2014 la destinazione principale dei nostri armamenti è stata il Medio Oriente per un ammontare di 5 miliardi di euro, rispetto ai poco meno di 4 miliardi del quinquennio 2005-09, di cui un miliardo e 200 milioni riferito alle armi vendute all'Arabia Saudita, che negli ultimi dieci anni ha aumentato del 156% le spese militari. Eppure il Rapporto sul rilascio delle autorizzazioni alle esportazioni d'armi relativo al 2014, scritto dai ministeri di Esteri, Difesa, Interno, Economia e finanze e Sviluppo economico, è fermo nelle Commissioni senza mai essere stata discusso. Per questo abbiamo chiesto e ottenuto in commissione Esteri l'incarico di studiare il rapporto e presentare una relazione di minoranza entro breve, a cura di Stefano Lucidi. Abbiamo anche chiesto alla Pinotti, con un'interrogazione a firma dei senatori Bruno Marton e Vincenzo Santangelo, di anticipare il rapporto relativo al 2015, affinché tutta la verità sul commercio di armamenti dell'Italia con i paesi del Golfo venga a galla. Il M5S non si sveglia certo ora: già nel 2013 presentammo una proposta di legge a prima firma Michela Montevecchi per chiedere l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite collegate alla produzione italiana di armamenti ed al loro commercio, e sul collegamento tra le industrie del settore e le istituzioni. Dal primo momento, quindi, il M5S ha capito come per combattere il terrorismo occorra affamarlo. Peccato che il governo non la pensi allo stesso modo, e preferisca invece dar "da mangiare" alle industrie delle armi e a certi Paesi in odore di doppiogioco.
Le proposte di Giorgio Sorial
"Gli attacchi di Parigi sono stati terribili e hanno scosso la coscienza e la percezione di ognuno di noi. Nella capitale francese è stata realizzata una vera e propria azione militare con un commando specificatamente addestrato e pronto a morire.
Gli attacchi di Parigi sottolineano ormai quanto siano deboli e facilmente attaccabili i sistemi occidentali, incerti e fortemente divisi sulle forme di contrasto al terrorismo e il nostro Paese, con il Giubileo alle porte, rischia di oggi di divenire il primo bersaglio dei fondamentalisti.
Se i fatti di Parigi rappresentano l'11 settembre europeo, quel che è certo è che occorre rispondere in modo totalmente diverso da come si è risposto dopo l'11 settembre statunitense. Questo perché, da quando si è dichiarata una guerra totale al terrore, il terrore è proliferato: i dati del Global Terrorism Index rivelano che le vittime del terrorismo sono quintuplicate dagli attacchi alle Torri Gemelle e nonostante i 4.400 miliardi di dollari spesi nelle guerre in Iraq, Afghanistan e in altre aree di crisi sono nate nuove sigle jihadiste.
Come combattere efficacemente il terrorismo
Negli ultimi 45 anni, sempre secondo il Global Terrorism Index, l’80% delle organizzazioni terroristiche è stato neutralizzato grazie al miglioramento della sicurezza e alla creazione di un processo politico finalizzato alla risoluzione dei problemi che erano alla base del sostegno ai gruppi terroristici. Appena il 7% è stato eliminato dall’uso diretto della forza militare.
Gli attentati di Parigi e i loro esecutori dimostrano ancor di più che il terrorismo 2.0 si affronta internamente, non facendo alzare in volo un F35. L'Italia, ancor prima degli attentati di Parigi, aveva un disperato bisogno di sicurezza. Le forze dell'ordine sono sotto organico e mal equipaggiate. Le risorse sprecate in cacciabombardieri difettosi (ben 13 miliardi di euro) e in una guerra inutile, oltretutto persa, come quella in Afghanistan, vanno investite in sicurezza interna.
Come eliminare l'ISIS
La sicurezza è un investimento, non solo una voce di bilancio. Oltre alle forze dell'ordine è l'intelligence che necessita di sostegni ulteriori, anche attraverso la formazione di corpi d'élite.
Sappiamo tutti che oggi non c'è una soluzione immediata al terrorismo, ma sappiamo anche che il terrorismo è una macchina che va a benzina. Per togliergli la benzina occorre da un lato lavorare sul traffico di armi e dei finanziamenti ad ISIS e contemporaneamente spegnere, uno ad uno, i focolai che alimentano il jihad dandole forza di propaganda utile nel reclutamento di nuovi miliziani.
L'Italia deve:
- Ripristinare i fondi che il governo ha tagliato alle forze dell'ordine e dare maggiore sostegno all'intelligence
- Interrompere ogni rapporto e sanzionare tutti quei Paesi che (direttamente e indirettamente) sostengono il jihad. In particolare le monarchie del Golfo (su tutti Arabia Saudita), che contribuiscono a finanziare in modo illegittimo milizie jihadiste con la compiacenza dell'Occidente. A Riad è in vigore la "sharia" così come a Raqqa, quartier generale dell'Isis. A Riad le donne non possono guidare, non hanno alcun diritto, è in vigore la pena di morte, la fustigazione, ma nel nostro governo nessuno sembra stupirsi, neppure quando all'Arabia Saudita viene concessa la guida del consiglio dei diritti umani dell'Onu. Non sembra stupirsi nemmeno Matteo Renzi, che solo pochi giorni fa era in visita proprio a Riad.
- Varare subito una moratoria sulla vendita di armi ai Paesi coinvolti in conflitti, anche indirettamente, anche in guerre per procure come quella siriana (sono stati dati diritti alle merci, tra cui le armi e tolti alle persone. Oggi vogliono limitare la libertà delle persone ma non quella delle armi).
- Rafforzare le nostre frontiere: siamo la porta di ingresso in Ue, l'Italia è sottoposta a rischi maggiori. Servono maggiori controlli, controlli efficaci.
- Introdurre misure volte alla prevenzione del terrorismo, misure atte ad avviare processi di de-radicalizzazione, che nel decreto Alfano sono assenti. Non possiamo sempre reagire, bisogna anticipare l'ipotesi di attacchi. Non sarà un aumento delle pena di prigione a convivere un kamikaze a non farsi saltare in aria in una piazza.
La stabilità in medioriente è condizione necessarie per sconfiggere il terrorismo. Quindi:
- Ritirare immediatamente le truppe italiane dall'Afghanistan
- Coinvolgere nel processo diplomatico attori cruciali ma finora rimasti al margine del dibattito internazionale, come Lega araba e Unione africana.
La politica estera dei cittadini
I governi europei finora hanno portato avanti iniziative di politica estera non considerando gli interessi e le volontà dei propri popoli. Anziché colpire il terrorismo e salvaguardare la sicurezza e le frontiere d'Europa, hanno garantito interessi privati delle multinazionali e perseguito altri obbiettivi. La situazione sta precipitando ed è necessario un cambiamento di rotta drastico e immediato.
Se la responsabilità degli attentati in Francia è dell'ISIS e l'obiettivo comune è smantellare l'organizzazione dello Stato Islamico nel territorio in cui si è insediato in Siria e Iraq, si inizi con l'individuare e il punire chi compra il loro petrolio, con i proventi del quale finanziano la loro struttura e le attività terroristiche in tutto il mondo. Stime indicano che si tratta di 500 milioni di euro ogni anno. Chi finanzia i terroristi va considerato loro pari.
Tutti insieme contro il terrorismo
L'Europa deve riconoscere come suo alleato qualsiasi Paese mostra il chiaro interesse di combattere il terrorismo, compresa la Russia. L'Italia e i Ventotto devono innanzitutto revocare le sanzioni sancite nei confronti di Mosca per facilitare il percorso di cooperazione e lo svolgimento delle attività diplomatiche. Il governo italiano ha il dovere di agire per garantire la sicurezza interna dei cittadini italiani.
Condanniamo ogni forma di violenza, odio e terrore. Siamo vicini al popolo francese e a tutti nostri connazionali coinvolti. Ci stringiamo attorno al dolore della famiglia di Valeria Solesin.
Quando nasce l’ISIS, come si è formato?
Come è stato possibile che alcuni jihadisti in possesso di armi di produzione nord-americana siano riusciti a controllare territori di due grandi Paesi come la Siria e l’Iraq?
L’ISIS nasce dalle guerre occidentali, e nasce anche dagli errori commessi dagli Stati Uniti e dalla Nato in Medio Oriente.
Per comprendere meglio la storia dell’ISIS, occorre tenere in mente tre personaggi e due guerre:
Il primo personaggio è Osama bin Laden, capo di al Qaida dal 1988 al 2011
Il secondo personaggio è Ayman al-Zawahiri, successore di Bin Laden.
Il terzo personaggio è Abu Musab al-Zarqawi, uno dei rivali di Bin Laden e di Al Qaida all’interno del movimento dei mujaheddin.
Le due guerre sono:
Prima Guerra del Golfo, 1990. In quegli stessi anni bin Laden lancia la sua “guerra santa” all’Occidente ed è in quegli stessi anni che gli Stati Uniti si convincono che la “democrazia” non sia tanto un valore identitario, quanto soprattutto una merce da esportare e vendere a buon prezzo. Al prezzo di una guerra, ovviamente. E’ in quegli stessi anni che la lotta al terrorismo diventa un’autostrada da seguire dietro specifici interessi economici e geopolitici.
La seconda guerra da considerare è l’invasione dell’Iraq, nel 2003. Il governo statunitense mente sulla detenzione delle armi di distruzione di massa da parte di Saddam Hussein e invade l’Iraq. Muoiono 227 mila bambini in soli 8 anni, tra il 1990 e il 1998. Ma gli uomini del terrore rimangono quasi tutti in vita.
La distruzione dell’Iraq da parte dell’Occidente determina un passaggio epocale per il fondamentalismo islamico. Subito dopo infatti:
• 2004: Zarqawi fonda Al Qaida in Iraq (AQI)
• 2010: Abu Barkr al-Baghdadi prende la leadership di AQI camabiandone il nome, nel 2013, in Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIL)
• Giugno 2014: rottura tra ISIS e Al-Qaida. Al-Baghdadi assorbe una parte del fronte Al-Nusra, una milizia siriana di matrice qaedista, e autoproclama la nascita del Califfato (IS)
Una delle domande più ricorrenti negli ultimi anni è se gli Usa fossero mai stati a conoscenza dei piani di al Baghdadi, visto che lo stesso era stato detenuto per 4 anni in una prigione americana in Iraq.
La risposta ce la dà un documento del Pentagono recentemente reso pubblico (non “declassificato”, che è il declassified americano), secondo cui già nel 2012 l’intelligence USA aveva predetto la nascita dello Stato Islamico in Iraq e Siria ma piuttosto che combatterlo, l’ha visto come un’ “opportunità” strategica per isolare Bashar al Assad e ridurre “l’espansione sciita”. Al Assad, come sapete, è l’attuale presidente della Siria, Bashar al Assad è infatti di etnia alawita, una branca dello sciismo: complicato. Possiamo dire “Al Assad, come sapete, è l’attuale presidente siriano ed è di etnia sciita, mentre il resto della popolazione siriana è in gran parte sunnita”?
Il risultato oggi è sotto gli occhi di tutti: la Siria è terra di nessuno con migliaia di jihadisti che si dicono pronti a colpire l’Europa. Questo significa che la coalizione internazionale a guida Stati Uniti che da oltre un anno ha l’obiettivo di combattere l’Isis ha fallito.
Ecco cosa dichiara l’ex capo di Stato Maggiore della Difesa, Vincenzo Camporini
Sembra evidente che le bombe sganciate dalla Nato negli ultimi 15 anni abbiano solo contribuito ad aumentare l’odio del mondo arabo verso l’Occidente. A dirlo senza possibilità di smentita è l’annuale ricerca dell’Institute for Economics and Peace sul terrorismo globale (Global Terrorism Index) che pubblica dei dati tanto inconfutabili quanto scioccanti.
Le vittime del terrorismo sono addirittura quintuplicate dagli attacchi dell’11 settembre 2001 ad oggi! E questo nonostante la “guerra al terrore” lanciata dagli Usa. E soprattutto, nonostante gli oltre 4.400 miliardi di dollari spesi nelle guerre in Iraq, Afghanistan e in operazioni antiterrorismo in giro per il mondo.
Nel 2000 le vittime del terrorismo sono state 3.361, mentre lo scorso anno il numero è salito a 17.958.
La ricerca ci dice anche che negli ultimi 45 anni l’80% delle organizzazioni terroristiche è stato neutralizzato grazie al miglioramento della sicurezza e alla creazione di un processo politico finalizzato alla risoluzione dei problemi che erano alla base del sostegno ai gruppi terroristi.
Solo il 7% è stato eliminato dall’uso diretto della forza militare.
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Vittoria del Movimento 5 Stelle in Senato! Grazie all'emendamento a prima firma Gianluca Castaldi, approvato alla legge di Stabilità, diamo un sostegno importante alla cultura della mobilità dolce e del recupero intelligente delle nostre infrastrutture abbandonate. Abbiamo fatto una semplice proposta di buon senso: recuperare i tracciati ferroviari abbandonati e farne veri e propri itinerari cicloturistici. Con il nostro emendamento i soldi già stanziati per la progettazione e la realizzazione di ciclovie turistiche, ciclostazioni e progetti sulla sicurezza della ciclabilità cittadina - 33 milioni di euro per il triennio 2016-2018 - saranno destinati anche a progetti di recupero di percorsi ferroviari dismessi affinchè diventino itinerari cicloturistici. In questo modo recuperiamo le infrastrutture abbandonate nel nostro territorio, le trasformiamo in servizi utili ai cittadini e aiutiamo l'ambiente. E' una battaglia che il M5S porta avanti da sempre. Sempre in Senato, ad esempio, abbiamo presentato una mozione, a prima firma Daniela Donno, che va proprio in questa direzione: promuovere il recupero funzionale delle infrastrutture ferroviarie in disuso da almeno 5 anni e sostenere la realizzazione di sistemi di mobilità a basso o nullo impatto ambientale, come la mobilità ciclistica e ciclo-pedonale.
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Il Pd e il Governo ancora una volta dimostrano di non volere una serie lotta contro la corruzione. Questa volta lo fanno lasciando soli i cittadini che vogliono combatterla. La legge sul whisteblowing presentata due anni fa dal M5S a tutela di chi denuncia casi di corruzione e malaffare è stata distrutta in poche ore da una serie di emendamenti vergogna. Il Pd ha tolto premialità e protezione, depotenziando la lotta contro la corruzione anche per i soggetti che lavorano nel privato.
Si potevano difendere e premiare i cittadini onesti che denunciano casi di malaffare, invece la maggioranza nel chiuso della Commissione Giustizia, in poche ore ed ignorando totalmente gli appelli delle associazioni ha distrutto due anni di buon lavoro parlamentare.
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Grazie all'azione di Roberto Fico del M5S, dal 1 maggio 2016 non verrà più visualizzata la pubblicità nel canale Rai YoYo.
I bambini non saranno più bombardati da spot pubblicitari. Una TV pubblica deve tutelare le persone partendo proprio dai più piccoli!
Ad essere eliminata sarà anche la pubblicità nei canali culturali Rai 5 e Rai Storia. Il grande lavoro che stiamo facendo porta i suoi frutti.
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Il flop dei biglietti Expo
Ci hanno detto che i biglietti venduti sono stati oltre 22 milioni, in realtà secondo i calcoli e i dati che da dentro Expo sono filtrati e che il Fatto Quotidiano ha raccolto i visitatori veri, quelli paganti, sono stati attorno ai 18 milioni, con lo stesso risultato l’Expo di Hannover nel 2000 è stato qualificato come il flop del millennio, ormai le cifre quelle da guardare non sono più tanto quelle dei visitatori, ma quelle del bilancio. Il prezzo medio del biglietto è stato molto abbassato per ottenere gli ingressi degli ultimi 3 mesi, dopo che invece i primi 3 mesi Expo era abbastanza vuoto, cosa è successo? Costo del biglietto medio molto abbassato, grandi sconti, proprio saldi di fine stagione abbassamento delle entrate, dai nostri calcoli si può prevedere che il buco di bilancio di Expo sarà dai 200 ai 400 milioni di Euro, certamente non un successo. Poi c’è chi dice però: non si può giudicare Expo soltanto dai soldi, dalle cifre, bisogna anche vedere il lascito morale di Expo, benissimo qual è il lascito morale di Expo?
Il fallimento della Carta di Milano
La famosa Carta di Milano che si è proposta addirittura di risolvere un problema globale come quello della fame nel mondo, ci è riuscita? No, la Carta di Milano è un elenco di buone intenzioni senza vincoli per i paesi che l’hanno firmata, dunque probabilmente resterà sulla carta. D’altra parte le organizzazioni, le Ong più qualificate che hanno anche partecipato alla stesura della Carta di Milano alla fine non l’hanno firmata, perché?
Vi leggo alcune risposte: Slow Food Italia dice: la Carta di Milano è solo un rassicurante elenco di buone intenzioni, abbiamo deciso di non firmarla perché non tocca alcuni nodi a la proprietà dei semi, l’acqua come bene comune, i cambiamenti climatici. Caritas internazionalis ha dichiarato: "è una carta scritta dai ricchi per i ricchi e non parla di speculazione finanziaria, accaparramento delle terre, diffusione degli Ogm, perdita della biodiversità, clima, speculazioni finanziarie sul cibo, acqua, desertificazioni, biocombustibili" non mi pare un giudizio molto lusinghiero.
Extra costi e bonifiche: chi li paga?
Extra costi tutte le aziende che hanno vinto appalti, alcune sappiamo, li hanno vinti anche truccando le gare, hanno chiesto extra costi, più soldi, molti più soldi di quelli con i quali avevano vinto le gare, ancora non sappiamo, ci sono trattative in corso, ancora non sappiamo quanti soldi andranno a queste aziende.
Il secondo problema è quello delle bonifiche, le bonifiche non sono state fatte, c’era un preventivo di 6 milioni per le bonifiche, ora sappiamo che ce ne vogliono più di 70 e soprattutto non sappiamo però a carico di chi, di solito è il venditore dell’area che deve consegnarla già bonificata, in questo caso chi procederà alle bonifiche? Anche questo non lo sappiamo e comunque sono costi che peseranno per il futuro.
Il dopo Expo?
Il grande problema a questo punto è il dopo lì abbiamo un’area immensa di oltre 1 milione di metri quadrati che dovrà trovare un suo utilizzo perché su quell’area sono stati impiegati 2.400.000.000 di denaro pubblico, di soldi nostri, cosa succederà di quell’area? Intanto non abbiamo quell’effetto che ci avevano promesso, ci promettevano 200 mila posti di lavoro nuovi? Non ce ne è traccia, in Lombardia l’occupazione è ancora in calo, ci promettevano aumenti del Pil di 1, 2, 3, 4 punti? Non ci pare l’aumento del Pil è di 0, e è dato da altri fattori non certo da Expo, cosa succederà almeno dopo di quell’area? Le idee non potevano essere più confuse di così.
Intanto c’è il peccato originale di Expo: quell’area è stata comprata per la prima volta nella storia degli Expo di tutto il mondo, con i soldi pubblici perché l’Expo per la prima volta è stato realizzato su aree private, così sostanzialmente il Comune di Milano e la Regione Lombardia hanno dovuto indebitarsi con le banche, per circa 200 milioni, chi restituirà quei soldi al Comune di Milano e a Regione Lombardia? Ancora non lo sappiamo, è stata fatta un’asta per rivendere quelle aree nel novembre 2014 nessuno si è presentato.
C’è questo peccato originale e poi c’è il cosa farci, il cosa fare dopo. Le idee che sono uscite finora sono di trasportare sul sito di Expo le facoltà scientifiche dell’università statale è un’idea del Rettore della statale Gianluca Vago, ottima idea ma con quali soldi? Con quale regia? Con quali tempi? Assolombarda ha detto: accanto alle facoltà scientifiche dell’università statale, possiamo metterci una zona di imprese, le imprese tecnologiche che possono trasportarsi lì, trasferirsi lì, sì ma anche lì con quale sicurezza, certezza, tempi regia non lo sappiamo.
Il governo brancola nel buio
L'idea del governo per risolvere ogni problema è stata annunciata in grande pompa dicendo: faremo un centro di ricerca, un grande centro di ricerca che farà di quell’area la Silicon Valley dell’Italia, porteremo lì l’istituzione italiano di tecnologie che ora ha sede a Genova e due altri piccoli di ricerca uno che ha sede a Trento e l’altro che ha sede a Torino e faremo di quell’area un posto prezioso per la ricerca genomica, per i big date etc., bellissimo anche questo ma andiamo a vedere le cifre, questi centri di ricerca occupano nel progetto originale 30 mila metri quadrati, nel progetto annunciato con grande pompa 70 mila metri quadrati è meno di 1/10 dell’area e tutto il resto?
Come si fa a riempire questa area che altrimenti rischia di restare il più grande squat d’Europa? Questo è tutto da vedere e lo dovremo vedere nei prossimi 10/20 anni. Un altro problema che potrebbe pesare sui conti definitivi di Expo è quello degli extra costi e quello delle bonifiche, i veri problemi di Expo cominciano adesso.
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Centinaia di persone, piccoli risparmiatori traditi dalle banche del Pd, sono arrivate da mezza Italia e si sono radunate sotto Montecitorio per protestare contro il decreto salva-banche che sarebbe meglio definire ammazza-risparmiatori.
Il M5S c'era. I portavoce hanno fatto la spola tra la commissione Bilancio, in cui si discute la legge di Stabilità, e la piazza per raccogliere le testimonianze dei cittadini ingannati e truffati. Testimonianze che sono state poi portate dentro il palazzo, alle orecchie sorde della politica.
Oltre alla protesta contro il provvedimento vergognoso, però, il MoVimento ha elaborato proposte importanti che speriamo di poter discutere nel merito durante l'esame della manovra.
C'è ad esempio l'opzione di ridurre al 3% i dividendi di Bankitalia che vanno di norma ai soci privati, peraltro banche controllate e in conflitto di interessi. Con le risorse che se ne ricaverebbero, circa 200 milioni, si potrebbe dare un primo sollievo agli obbligazionisti ingannati.
Abbiamo anche previsto di trasformare le obbligazioni azzerate in azioni della bad bank, in modo che i sicuri profitti di quest'ultima vadano ai risparmiatori fregati.
Infine, in subordine, il M5S propone un credito di imposta al 100% per un recupero integrale delle minusvalenze, coperto con la riduzione della deducibilità degli interessi passivi delle banche.
Naturalmente, la nostra soluzione di sistema per le crisi bancarie (o presunte tali) è molto diversa dal bail-in surrettizio cui assistiamo e che coinvolgerà anche correntisti e obbligazionisti garantiti a partire dall'anno prossimo.
Di fronte al collasso di un istituto interviene il ministero dell'Economia (ebbene sì, scavalchiamo la finta vigilanza di Bankitalia che va riformata a fondo). Quest'ultimo eroga un'iniezione di liquidità all'istituto. Non si tratta di soldi gratis e a perdere: il sostegno frutta all'erario e ai cittadini un interesse al 3%. Nel frattempo, però, la banca viene commissariata dallo Stato e prende avvio la ristrutturazione. Durante questo periodo, stop a bonus ai manager e stop ai dividendi.
Alla scadenza del prestito, il ministero valuta se la banca è in grado di restituirlo (solo se è stato ristabilito un sufficiente livello patrimoniale). Se così non è, lo Stato diventa azionista della banca stessa.
La seconda alternativa che il M5S propone è l'intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd), che era già pronto a salvare le quattro banche e che aveva anche modificato il suo statuto per aggirare i vincoli Ue sugli aiuti di Stato.
Ora speriamo si possa rimediare al pasticcio senza toppe e senza le solite mancette che lasciano solo l'amaro in bocca
Il MoVimento 5 Stelle, in ogni caso, farà di tutto per salvare tutti i risparmi dei piccoli investitori.
Conversione di Veneto Banca in SPA
A due giorni dall'assemblea della vergogna di Montebelluna, le proteste di 88 mila azionisti di Veneto Banca non accennano a calmarsi. Il Consiglio d'amministrazione ha tagliato il valore delle azioni da 30 a 7,3 euro, mandando in fumo i risparmi di una vita di famiglie e piccoli imprenditori. “Un colpo pesante per l'economia veneta” dice uno degli azionisti, “tantissima gente, famiglie, imprenditori, non sapeva di giocare in Borsa, altrimenti avrebbero diversificato gli investimenti” non mettendo tutti i risparmi solo su questa banca. Ma come è stata possibile una cosa del genere? E' il sistema bancario veneto. La storia di come i grandi colossi bancari riescono a metter mano sui nostri risparmi, mandandoli in fumo per i loro interessi.
Le banche popolari spolpate dagli speculatori
Iniziamo dal principio. Nel Nordest italiano, dopo la guerra, imprese e artigiani sono riusciti ad uscire dalla crisi grazie ad un sistema bancario formato da piccoli istituti vicini al territorio e ai cittadini. Sono le banche popolari, cooperative, di credito artigiano e così via. In queste banche non finivano i soldi dei magnati internazionali, ma i risparmi di una vita, il Tfr e le pensioni dei lavoratori veneti ed italiani. Oggi, cosa resta di queste banche popolari? Gli speculatori internazionali affamati di denaro hanno deciso, in combutta coi vertici delle stesse banche, che è arrivata la loro ora. Nel loro mondo in cui il profitto viene prima del bene comune e in cui i soldi sono uno strumento di potere, non un mezzo per comprare il necessario, hanno messo in piedi il meccanismo che ieri ha portato gli azionisti di Veneto Banca, esattamente come quelli di Banca popolare di Vicenza, a veder bruciati i loro risparmi di una vita.
Come VenetoBanca ha bruciato i risparmi dei suoi azionisti
In che modo? La banca aveva mentito agli azionisti proponendo azioni ad un prezzo alto e fuori da ogni canone realistico. Gli azionisti non potevano sapere, si sono semplicemente fidati di quelli che si sono rivelati poi dei pirati in giacca e cravatta. Il prezzo iniziale delle azioni era stato gonfiato in base a valutazioni personali di un tecnico esterno di Veneto Banca. Calcoli dei quali non ci è concesso approfondire il metodo perché “riservati”, nonostante le nostre richieste. Ma ieri, dato che la banca sta per diventare Spa, il Consiglio d'amministrazione è stato costretto a rivelare il reale valore di mercato delle azioni. Una confessione obbligata (data la trasformazione imminente della banca) e sudata, che è arrivata dopo una riunione durata 11 ore!
81% di perdita per i piccoli soci
Ecco l'annuncio: ai fini del recesso le azioni sono state valutate 7,3 euro contro i 30,50 euro fissati dall’assemblea di aprile, vale a dire il 76% in meno. Tenendo conto del fatto che il prezzo di 30,50 euro rappresentava già un taglio di oltre il 22% rispetto ai 39,50 euro degli anni precedenti, la perdita per i soci si aggira intorno all’81,5%. Un’enormità, ma non è detto che sia finita perché bisognerà vedere come la Borsa valuterà l’istituto di Montebelluna, che peraltro deve varare una nuova ricapitalizzazione da un miliardo di euro. Avete capito bene, l'81% dei risparmi di una vita andati in fumo per quella che potrebbe essere una truffa colossale da parte di una banca ai suoi risparmiatori.
I banchieri complici vanno puniti
Ecco svelato dunque il disegno dei grandi speculatori internazionali: le mega banche, con la complicità dell'Europa e del premier Pd vogliono distruggere e azzerare le banche del territorio per fare posto ai grandi gruppi internazionali. Una volta affondate queste piccole banche infatti, come accaduto per Banca popolare di Vicenza e Veneto Banca, i grandi istituti finanziari potranno comprare per pochi spicci i loro cadaveri. Come le affondano? Obbligando le banche popolari alla conversione in Spa, come ha fatto il Pd con il suo decreto. Che speranza hanno nel mercato questi piccoli istituti al cospetto dei colossi mondiali? I vertici di queste banche sono complici, non vittime, di questo disegno diabolico: le indagini e gli arresti, le menzogne, i favoritismi e la volontà di andare in borsa ne sono la prova. Le uniche vittime sono gli azionisti ingannati. Lo conferma oggi Confedercontribuenti: "E' una rapina. Rimangono impuniti i veri colpevoli che hanno diretto la banca e che in questi anni ne hanno combinate di tutti i colori".
Dov'è Bankitalia quando serve?
Questo sistema marcio deve essere fermato. Il sistema bancario veneto è l'emblema della speculazione ai danni dei cittadini. Noi del M5S lo contrastiamo con coraggio e determinazione, al fianco dei piccoli risparmiatori. Chiediamo alla Banca d'Italia, che ammette che il M5S è l'unico a fare pressione contro queste banche, dov'era quando si trattava di vigilare? Se oggi la ricapitalizzazione di Veneto Banca la facesse la Banca d'Italia eviteremmo che lo faccia Intesa San Paolo, col finale che abbiamo appena descritto. Sarebbe un modo dignitoso di rimediare – solo in parte- all'errore commesso.
Fuori i nomi dei colpevoli!
Vogliamo che la verità venga a galla e che chi ha preso in giro e bruciato i risparmi di una vita dei cittadini azionisti venga punito. Il 19 dicembre saremo all’assemblea soci per far sentire la voce dei cittadini e gridare: fuori i nomi! Tirate fuori il libro soci di queste banche e i nomi di coloro che ai quali è stato permesso vendere le azioni quando ancora valevano tanto. Chi sono questi privilegiati che sono stati avvisati in tempo? Sì, giusto in tempo per salvarsi ad un passo dalla bufera. Un atteggiamento massonico e iniquo che ci nausea e sul quale pretendiamo chiarezza." Jacopo Berti Capogruppo M5S Regione Veneto
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I partiti sono pronti all’incasso con la Boccadutri card. Dopo aver approvato la leggina sanatoria per il finanziamento pubblico in pochissime settimane adesso vanno all’incasso. L’ufficio di presidenza della Camera che si riunisce domani alle 12 si prepara a dare il via libera alle rate bloccate, che ammontano a più di 45 milioni di euro.
Il MoVimento 5 Stelle ha rinunciato a tutti i soldi che gli sarebbero spettati, in questa occasione l’assegno sarebbe stato di cinque milioni e mezzo di euro, soldi dei cittadini italiani che devono restare ai cittadini italiani.
Invece il Partito democratico e Forza Italia non aspettano altro che gonfiare i propri portafogli: al partito di Renzi (che pochi mesi fa gonfiando il petto diceva di aver “abolito il finanziamento pubblico”) andranno più di 21 milioni di euro. Alla faccia di chi non prende finanziamento pubblico… Non scherza nemmeno Forza Italia che magari userà gli oltre 14 milioni di euro per pagare parte dei propri debiti. Il ballista Salvini, che vive di politica da vent’anni, continuerà a succhiare i soldi degli italiani prendendosi con la sua Lega Nord 3 milioni e 800mila euro di finanziamento pubblico.
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A Bassano del Grappa la rosticceria "Da Gigi” è una delle centinaia di piccole imprese che hanno aperto grazie al microcredito nel quale confluiscono i tagli degli stipendi dei parlamentari M5S.
Ad oggi ci siamo tagliati 14 milioni di euro. Finora sono state aperte ben 741 aziende, per un totale di 11 milioni e mezzo di euro e un importo sul singolo credito di 21 mila euro. Fantastico, stiamo realizzando un sogno, trasformare questo Paese come lo vogliamo noi, con tante piccole imprese che stanno nascendo attraverso i tagli del costo della politica. La rosticceria è stata aperta da Francesco Olivieri che ci racconta la sua storia:
"Ho il bar "Da Gigi" a Bassano del Grappa e sono riuscito ad aprirlo grazie anche al M5S. In banca ci avevo provato in mille modi, per aprire questa attività che era il mio sogno, ma mi è sempre stato risposto no per problemi di garanzie, soldi, e altro. Col M5S invece tutto questo non è accaduto, sono passato subito ai fatti e ho realizzato il mio pub. Adesso posso cucinare tranquillo, fare i miei calzoni, le mie polpette, le mie panelle, gli arancini, senza avere il pensiero della banca."
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"La Commissione Europea rifila un altro schiaffo al volere di 500 milioni di cittadini europei. Lo fa, chiaramente, per tutelare le potentissime lobby che a Bruxelles, come a Strasburgo, dettano le leggi. La Monsanto - il leviatano di biotecnologie agrarie che vanta più di 18mila dipendenti e un fatturato di oltre 8,5 miliardi di dollari - è riuscita a creare un corto circuito tra le istituzioni comunitarie. Ha costruito un mais geneticamente modificato resistente al celebre glifosato (il potente erbicida ritenuto cancerogeno dallo IARC) ed è riuscita a farlo autorizzare dall'esecutivo europeo, in barba al volere del Parlamento, che si è espresso con parere negativo per ben due volte.
1 DICEMBRE: LA COMMISSIONE AMBIENTE DICE NO
Uno squallido balletto iniziato con i dubbi sulla cancerogenicità del diserbante, proseguito poi con il divieto - in Commissione ENVI - alla commercializzazione sul mercato di prodotti contenenti, costituiti od ottenuti a partire da granturco geneticamente modificato NK603×T25 (MON-ØØ6Ø3-6 × ACS-ZMØØ3-2). I due, glifosato e mais OGM, costituiscono evidentemente un pacchetto commerciale unico, che la Monsanto sta cercando di piazzare sulle nostre tavole a discapito della salute dei cittadini europei.
4 DICEMBRE: LA COMMISSIONE EUROPEA AUTORIZZA IL MAIS
Nonostante il parere negativo, prima che il Parlamento Europeo si potesse riunire a Strasburgo per ribadire la decisione con il voto dell'intera plenaria, la Commissione Europea ne ha autorizzato l'immissione sul mercato. L'opposizione degli eurodeputati - fortemente caldeggiata dal M5S - si fondava su considerazioni tecniche e politiche. Sotto il profilo scientifico si metteva in dubbio l'efficacia dei processi di valutazione scientifica, ricordando come si sia recentemente accertato che un mais transgenico autorizzato già nel 2008 non fosse stato valutato per alcune caratteristiche comunicate dall'azienda solo nel luglio dello scorso anno.
16 DICEMBRE: LA PLENARIA DI STRASBURGO DICE ANCORA NO
Il Parlamento Europeo ha così deciso di rispondere alla Commissione Europea esprimendo parere negativo, una seconda volta. Ma, come nel più assurdo dei cortocircuiti, è troppo tardi. E' l'esecutivo europeo guidato da Jean-Claude Juncker a decidere. Sotto il profilo politico, questa è solo l'ultima autorizzazione concessa agli OGM per atto, appunto, della Commissione. Nonostante il comitato tecnico non abbia mai espresso una maggioranza qualificata a sostegno delle proposte.
UN ALTRO ANTEFATTO
Nella speranza di poter ricevere maggior consenso all'interno del Consiglio, la Commissione Europea aveva proposto una modifica del Regolamento 1829/2003 che consentiva agli Stati membri di introdurre divieti di commercializzazione di prodotti alimentari e mangimi a base di OGM. Il Parlamento, però, rigettò la proposta in quanto sostanzialmente inapplicabile senza reintrodurre controlli alle frontiere ed incorrere in infrazioni sul libero commercio.
I CAVILLI DELLA COMMISSIONE PER FAVORIRE LA MONSANTO
La Commissione Europea ha autorizzato il mais transgenico seguendo la procedura di regolamentazione con scrutinio in vigore precedentemente al Trattato di Lisbona. Nel nuovo trattato, i poteri delegati alla Commissione possono essere di due tipi diversi: esecutivi (sui quali il Parlamento non può intervenire) e di esecuzione (per i quali invece esiste il diritto di veto). Quest'ultimo è però possibile solo nei casi in cui l'esecutivo abbia modificato parti sostanziali dell'atto legislativo di base, abbia ecceduto nelle competenze o abbia introdotto elementi contrari allo spirito dell'atto di base. La possibilità di veto è quindi puramente formale dato che la Commissione, anche in presenza di un parere negativo, può ripresentare la medesima proposta.
IL RISULTATO
A conti fatti, ancora una volta, la Commissione Europea rimane dentro i margini che lei stessa ha tracciato. Non agendo oltre il mandato riesce di fatto ad annullare la possibilità di veto del Parlamento Europeo riconducendo il tutto ad una questione meramente politica. L'esecutivo, pubblicando in gazzetta in data 4 dicembre l'autorizzazione, ha voluto ribadire la sua indipendenza dal resto dell'Europa, in un tripudio di pura arroganza. Questa però non è una battaglia a chi tira il colpo più forte.
TRA PARLAMENTO E COMMISSIONE E' SCONTRO
Il Movimento 5 Stelle in Europa è contrario a prodotti OGM a prescindere. Dopo un anno e mezzo di legislatura la Commissione Europea è stata smascherata anche dal resto del Parlamento Europeo. D'ora in avanti gli eurodeputati (appartenenti a tutti i gruppi politici) rifiuteranno qualsiasi decisione della Commissione Europea che autorizzi l'immissione sul mercato di prodotti a base di OGM. Tutte le proposte devono essere sospese fino a che non sarà adottato un nuovo regolamento che garantisca maggiormente i cittadini e consegni poteri reali di veto al Parlamento Europeo, unica istituzione democraticamente eletta." M5S Europa
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Il premier sa di essere quasi il più odiato tra gli italiani e per cercare di non far crollare definitivamente la sua popolarità, ha pensato bene di regalare 120 milioni di euro agli editori. Tra questi anche Carlo De Benedetti presidente del Gruppo Editoriale L'Espresso nonché tessera numero 1 del PD. Cioè, se non è chiaro, con 9 milioni di italiani che vivono al di sotto della soglia di povertà, il premier del Pd,di quello che dovrebbe essere un partito di sinistra, cosa fa? Regala 120 milioni a chi dovrebbe disorientare gli italiani per far sembrare buono colui che sta rovinando il nostro paese.
Adesso capite perché i giornali fanno disinformazione?
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La corruzione, in Italia, non solo impedisce un corretto sviluppo economico, una concorrenza trasparente, ma provoca disoccupazione, cattivi servizi, costringe all’emigrazione migliaia di giovani che non possono accedere ad un mondo del lavoro sano.
Oggi, dopo anni di intenso lavoro, la nostra legge sul Whistleblowing -ovvero proteggere chi denuncia-, è stata finalmente approvata alla Camera dei Deputati.
Una vittoria fondamentale per tutti i cittadini onesti che denunciano la corruzione: ora possono essere protetti e non subire mobbing, sia nel settore pubblico che privato. Troppe volte i cittadini onesti che hanno messo in luce la corruzione non hanno potuto avere voce, e soprattutto sono stai minacciati, messi a tacere e poi chiusi in un angolo, demansionati. Da oggi, invece, cambia la storia. Chi denuncia sarà protetto dallo Stato, potrà contare sull’anonimato e conserverà il suo posto di lavoro. L’Italia, che occupa i primi posti per la corruzione in Europa, grazie al MoVimento 5 Stelle si dota di uno strumento efficace per combattere la piaga peggiore che affligge il Paese.
VIDEO L’uomo che ha svelato a tutti la truffa delle ferrovie Nord
Una legge analoga esiste da tempo negli Stati Uniti, dove ha avuto molto successo, ma in Italia per diventare concreta e reale ha dovuto attendere l’impegno dei nostri portavoce in Parlamento.
Impegno che ci ha visto al fianco di moltissime associazioni, al fianco dei whistleblower, di coloro che hanno segnalato e denunciato la corruzione e che troppe volte hanno subìto le conseguenze del loro coraggio civico senza nessuna rete di protezione. Da oggi allora tutto cambia, grazie alla legge M5S a prima firma Francesca Businarolo.
Contro la corruzione il M5S agisce davvero.
Ps: un pensiero ad Andrea Franzoso che aveva svelato le spese folli del presidente FNM Achille. Un coraggio pagato a caro prezzo perché a riflettori spenti il ragazzo ha denunciato è stato rimosso dal suo incarico. Con questa legge non sarà più possibile fare i prepotenti con chi denuncia. Andrea: non ti lasciamo solo!