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Mentre il MoVimento 5 Stelle si è opposto e ha chiesto che la magistratura potesse fare il suo, non un sussulto di buon senso o di dignità è arrivato dal Pd o dalla Lega, nonostante Renzi e Salvini da giorni vadano in tv a dire di voler combattere la corruzione.
Il voto di ieri in Senato marca, nel caso ce ne fosse ancora bisogno, la differenza tra NOI e LORO.
Il caso Azzollini. Ieri nell'Aula del Senato, Pd, Lega Nord, Forza Italia, Ncd hanno detto NO all'uso delle intercettazioni telefoniche nel procedimento penale che vede coinvolto il senatore e presidente della Commissione Bilancio Antonio Azzollini (Ncd).
Azzollini è indagato per truffa allo Stato, associazione a delinquere, abuso d'ufficio, frode in pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi e reati ambientali nell'inchiesta che lo vede coinvolto nello scandalo sul porto di Molfetta. Nell'ottobre 2013 il MoVimento 5 Stelle aveva chiesto le sue dimissioni.
Il caso Papania. Nello stesso giorno, a pochi minuti di distanza, i partiti salvano anche l'ex senatore del Pd Antonino Papania. L'esponente siciliano era già stato definito "impresentabile" dalla commissione di garanzia del Pd, al punto da non essere ricandidato alle ultime elezioni politiche. La Giunta per le Autorizzazioni aveva dato parere favorevole all'utilizzo delle intercettazioni telefoniche, richiesta formulata dal giudice di Palermo. Nonostante ciò, una volta in Aula, Pd, Lega, Pdl e Ncd votano per il ritorno della questione in Giunta. La vicenda giudiziaria per la quale i magistrati palermitani hanno chiesto al Senato di poter utilizzare conversazioni e sms di Papania riguarda un'indagine per corruzione che interessa la Aimeri Ambiente.
L'Aimeri Ambiente, con sede in Lussemburgo, appartiene ai fratelli Pizzimbone e ha avuto negli anni diverse traversie giudiziarie, tra condanne, assoluzioni, l'indagine della Dia di Catania. I Pizzimbone sono legati politicamente a Marcello Dell'Utri e uno dei fratelli è stato arrestato lo scorso marzo.
Come senatore, all'epoca dei fatti, Papania avrebbe coperto irregolarità negli appalti, pilotato i contratti e bloccato i controlli che riguardavano l'azienda di gestione dei rifiuti in diversi comuni siciliani, al fine di evitarle una multa a titolo di penale di oltre 500 mila euro.
Ma non solo. "Dalle indagini della Procura di Trapani sulle elezioni amministrative ad Alcamo nel maggio del 2012 - spiega il portavoce siciliano M5S Vincenzo Maurizio Santangelo -, emergono dei retroscena riguardanti il coinvolgimento di Papania ed affiorano fatti che evidenziano quanto la pratica del voto di scambio sia una prassi tutt’altro che sconfitta. Per questo è tuttora in corso un processo presso la Procura della Repubblica di Trapani, dove anche molti elettori cittadini alcamesi si sono costituiti parte civile". M5S Senato

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