Valutazione attuale: 5 / 5

Stella attivaStella attivaStella attivaStella attivaStella attiva
 

In un articolo su Lancet Oncology, 17 esperti parlano delle motivazioni che hanno spinto l’Agency for Research on Cancer di Lione (IARC) a inserire nella lista dei prodotti probabilmente cancerogeni 5 principi attivi ampiamente utilizzati nei fitofarmaci: malathion, diazinon, glifosato, paration e tetrachlorvinphos .

Anziano coltivatore che ad inizio primavera distribuisce l'erbicida nel proprio vigneto.


Il glifosato è un’erbicida non selettivo molto utilizzato, il cui brevetto è rimasto nelle mani della Monsanto fino al 2001. È presente in 750 diversi prodotti usati sia in agricoltura che nelle operazioni di disinfestazione urbana e domestica.

La vicenda del glifosato è complessa: nel 1985 è stato classificato come probabile agente cancerogeno dall’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente (US EPA) e poi escluso dalla lista dallo stesso organismo. Anche il glifosato è stato collegato al linfoma non-Hodgkin, in ricerche americane, canadesi e svedesi, nel 2001: inoltre, anche in questo caso, prove in laboratorio hanno dimostrato la sua capacità di alterare DNA e corredo cromosomico.

Dal 2014 è vietato l'uso del glifosato in ambito urbano, e sebbene in agricoltura sia obbligatoria la lotta integrata che stabilisce la necessità di ricorrere ai mezzi meccanici e biologici prima di impiegare il mezzo chimico, continua purtroppo ad essere ampiamente utilizzato in viticoltura per dissecare i filari di vite (avete presente quelle strisce giallo-arancio che si vedono in pianura e collina?) e nelle altre colture (mais, grano, soia, patate, ...) per controllare le malerbe nell'interfilare.

L'erbicida viene a volte utilizzato pochi giorni prima della maturazione delle patate solo con lo scopo di facilitarne la raccolta meccanizzata, oppure nel caso del grano per fare in modo che giunga a completa maturazione.

Quanto ne usiamo? Secondo i dati raccolti da ARPAV, solo in provincia di Treviso nel 2013 sono stati utilizzati 212 tonnellate di dissecanti a base di glifosato, e secondo l'ISPRA il glifosato è il fitofarmaco maggiormente presente nelle acque superficiali, “presente nel 92% dei punti, quasi sempre in concentrazioni superiori ai limiti”.

Cosa succederà in futuro quando tale sostanza, percolando, giungerà alle profondità delle falde utilizzate dagli acquedotti?

Chi sosterrà i costi per realizzare nuovi pozzi di prelievo dell'acqua potabile sempre più profondi?

Mentre da un lato lo IARC ha stabilito la probabile cancerogenicità del glifosato, l'EFSA (Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare) ha successivamente stabilito che il glifosato sia probabilmente non cancerogeno. Chi ha ragione e chi no? Intanto la Francia ha pensato di bandire il principio attivo perché interferente endocrino, ovvero altera il sistema ormonale degli animali.

Successivamente, l'EFSA ha stabilito la pericolosità del glifosato quando è associato al POEA, un coformulante ottenuto dal grasso animale (sego), cosicché l'UE in data 01/08/2016 ha emanato il regolamento di attuazione 2016/1313 che stabilisce dei limiti all'uso del glifosato, in particolare

  • divieto di utilizzo dei prodotti a base di glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione e dai gruppi vulnerabili, quali parchi, giardini, campi sportivi e aree ricreative, ortili e aree verdi all’interno di plessi scolastici, aree gioco per bambini e aree adiacenti alle strutture sanitarie;
  • divieto di utilizzo dei prodotti a base di glifosato in pre-raccolta, al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura;
  • al fine di proteggere le falde sotterranee, divieto di utilizzo in zone non agricole, in prossimità di corsi d'acqua o in suoli con contenuto di sabbia superiore all'80%;
  • divieto di immissione nel mercato di prodotti fitosanitari contenenti POEA (CAS 61791-26-2), e viene specificata una lista di erbicidi ora vietati.

Alcune obiezioni da fare al Ministero della Salute sono le seguenti: sono attualmente in commercio 21 erbicidi contenenti POEA che non sono stati inseriti nella lista al punto precedente, forse perché il Ministero ne ha ignorato l'esistenza. Ci sono altri 58 erbicidi che non riportano nella scheda di sicurezza informazioni sufficienti a determinare la presenza o meno del POEA o di altri composti. Infine, ci sono altri erbicidi a base di glifosato che contiene altre ammine con caratteristiche simili a POEA, che andrebbero studiate per verificarne la pericolosità.

Glifosato e celiachiaCorrelazione fra incidenza della celiachia e l'uso del glifosato nel grano

Un altro studio condotto negli Stati Uniti evidenzia come la notevole crescita dell'intolleranza al glutine sia direttamente correlato alla diffusione del glifosato nella coltivazione del grano.

L'intolleranza al glutinenon solo determina pesanti limitazioni nei tipi di cibo di cui nutrirsi, ma incrementa il rischio di cancro, problemi a carico di rene e tiroide, infertilità e deficit nei bambini nati da madre celiaca.

Poichè il grano può essere prodotto senza l'uso di erbicidi, ad un costo lievemente superiore, ha senso barattare la salute per un minore prezzo di acquisto delle farine ?

 

 

Differenze tra dichiarazioni dei produttori sul glifosato e ricerche indipendenti

(dati da: Buffin & Jewell, 2001)

Secondo i produttori

Risultati da ricerche medico-scientifiche indipendenti

Ha un basso potenziale di irritazione per occhi e pelle, e non è un rischio per la salute umana

Il glifosato è tra i pesticidi più segnalati come causa di avvelenamento accidentale.

Provoca una serie di sintomi acuti tra cui eczema ricorrente, problemi respiratori, elevata pressione del sangue e reazioni allergiche

Non causa problemi al sistema riproduttivo

Test cronici su conigli hanno dimostrato effetti nocivi sulla qualità dello sperma e numero di spermatozoi

Non è mutageno nei mammiferi

Danni al DNA sono stati osservati in studi di laboratorio in organi e tessuti di topi.

Nei topi sia il glifosato che l'erbicida Roundup danneggiano il DNA nelle cellule di fegato e reni, e causano danni genetici anche nelle ossa, nelle cellule del midollo

E’ sicuro per l’ambiente

Negli agroecosistemi è tossico per gli organismi benefici del suolo e gli artropodi benefici e predatori.

Nell colture, aumenta la suscettibilità alle malattie

E’ rapidamente inattivato nel suolo e nelle acque

E' il fitosanitario maggiormente presente nelle acque superficiali.

E’ molto persistente nel suolo e nei sedimenti. Inibisce la formazione di noduli di batteri azoto-fissatori sul trifoglio per 120 giorni dopo il trattamento. Residui di glifosato sono stati trovati in lattuga, carote e orzo piantati un anno dopo il trattamento

 

In provincia di Treviso, oltre 3 milioni di kg di fitofarmaci consumati all'anno

(dati ARPAV, progetto FAS - Fitosanitari Ambiente Salute)

Aree

ULSS-7

ULSS-8

ULSS-9

Provincia di Treviso

% sul totale

Totale kg

1.060.237

618.282

1.480.969

3.159.489 kg

100%

Fitosanitari tossici

156.736

81.799

177.404

415.939 kg

13%

Fitosanitari nocivi

556.603

373.777

868.920

1.799.300 kg

57%

Fitosanitari irritanti

330.895

150.237

412.780

893.913 kg

28%

 

 

Usare meno fitofarmaci è possibile, e lo dimostra il progressivo aumento di agricoltori biologici che coltivano prodotti certamente più sani, senza inquinare l'ambiente con prodotti chimici di sintesi.

Cibo sano e ambiente più salubre, per ridurre le malattie e la spesa sanitaria!

Collegamenti interni

Riferimenti bibliografici

 

Pin It