FAQ fotovoltaico, auto elettriche, risparmio energetico
FAQ su fotovoltaico accumulo
Orientamento
Il periodo in cui serve maggiormente energia è l'inverno, in cui il sole sorge a sud-est e tramonta a sud-ovest, quindi se possibile è meglio posizionare il fotovoltaico su una falda orientata a SUD.
Nel caso in cui vi siano due falte, una a EST ed una ad OVEST, nel caso si utilizzi una pompa di calore per il riscaldamento è preferibile posizionare più potenza a est in modo da consentire alla pompa di calore di funzionare alla massima potenza al mattino per riportare in temperatura il puffer o il massetto.
Bisognerà comunque tenere presente anche la necessità, attuale o futura, di ricaricare l'auto elettrica.
Potenza massima fotovoltaico
Nel caso di impianto monofase, non è consentito installare inverter con potenza superiore a 6kW. Per potenze superiori, bisogna avere un allacciamento a 2 o 3 fasi (viene consentito uno sbilanciamento massimo di 6kW fra le fasi).
Tuttavia è possibile installare pannelli fotovoltaici per una potenza di picco di 7-9kWp qualora non siano tutti orientati a SUD (e quindi la potenza massima effettiva, durante il giorno, non superi i 6kW) oppure nel caso in cui sia presente un accumulatore che assorba la potenza in eccesso rispetto ai 6kW massimi.
Poiché il trend è l'aumento dell'elettrificazione e dei consumi elettrici, ed eventuali potenziamenti dell'impianto fotovoltaico risulterebbe comunque costoso (pratica ENEA, mezzi per salire sul tetto, ...) conviene predisporre fin da subito l'impianto per avere la massima potenza disponibile.
Accumulo si o no?
Al giorno d'oggi spacciano l'accumulo casalingo come fonte di risparmio, ma le cose sono ben diverse. Questi i motivi per cui l'accumulo in casa non è, al momento, una soluzione ottimale:
- il processo di trasferimento di energia verso la batteria e dalla batteria avviene con perdite: ipotizzando un rendimento del 90%, significa che per riutilizzare 10kWh di energia dalla batteria devono spendere 11kWh per ricaricarla. Se possibile è meglio pertanto programmare gli utilizzatori (lavastoviglie, lavatrice, ricarica auto, riscaldamento, eccetera) quando c'e' energia
- la gestione "individualista" dell'accumulo porta in estate al seguente problema: se tutti coloro che dispongono di fotovoltaico avessero anche l'accumulatore, al mattino non ci sarebbe energia immessa in rete (per coprire i consumi di chi non usa il fotovoltaico) in quanto verrebbe tutta utilizzata per ricaricare l'accumulatore; al contrario al pomeriggio l'accumulatore sarebbe carico e tutti gli impianti fotovoltaici immetterebbero in rete tutta l'energia prodotta, con grande squilibrio per la rete
- chi ha elettrificato casa si presume che abbia anche un buon isolamento termico, pertanto ha consumi molto ridotti durante la notte: in questi casi di notte conviene acquistare piuttosto che recuperarla da un accumulatore
- gli accumulatori oggi sono realizzati con il litio, materiale che conviene lasciare per utilizzi più nobili (ad esempio per gli accumulatori dei veicoli elettrici)
- un accumulatore da 10kWh per uso casalingo viene fatto pagare come un accumulatore da 50kWh per automobile: meglio spendere i soldi in un'automobile elettrica, piuttosto, da ricaricare con wallbox intelligente che ottimizzi l'autoconsumo da fotovoltaico
- solo quando gran parte degli edifici avranno il fotovoltaico, si porrà finalmente il problema di accumulare l'energia prodotta durante il giorno: a quel punto ha senso di parlare di accumulatore, al sodio, al ferro, o altra tecnologica, posizionato dal gestore della rete elettrica in ogni cambina di trasformazione MT/BT.
A vantaggio dell'accumulatore domestico possiamo dire che consente di superare il limite di potenza contrattuale, e quindi consente ad esempio di accendere lavatrice, forno e lavastoviglie anche quando si ha un contatore da 3kW. In questo caso va verificato attentamente che l'impianto elettrico sia progettato per supportare elevate potenze (correnti).
Costo produzione energia: confronto fra nucleare, fotovoltaico, solare termodinamico, eolico, ...
Il seguente grafico mostra la variazione del costo a MWh per le principali fonti energetiche, fino al 2020.
Si noti che mentre le fonti rinnovabili diventano anno dopo anno sempre più convenienti, il nucleare (fissione) anno dopo anno diventa sempre più costoso.
Il parametro LCOE tiene conto anche dei costi di costruzione e smantellamento della centrale di produzione, ma NON tiene conto (nel caso del nucleare) del costo di stoccaggio e gestione delle scorie né di eventuali costi dovuti alla fuoriuscita di radioattività (eventi imprevedibili quali negligenza, guasto, conflitto, terremoto, ...) e quindi bonifica, salute, eccetera.
Maggiori info all'indirizzo https://www.welfarenetwork.it/le-7-ragioni-per-cui-l-energia-nucleare-non-e-la-risposta-per-risolvere-il-cambiamento-climatico-20220103/
FAQ su auto elettrica
Ibrida, Ibrida plugin ed elettrica
Le auto ibride hanno motore elettrico e termico insieme. Aprendo il cofano si scopre che dentro "c'è tanta roba" che necessita di manutenzione.
Le auto elettriche hanno soltanto un motore elettrico e batteria, quindi non producono emissioni durante il movimento. L'inquinamento prodotto è dovuto al consumo dei pneumatici, e normalmente anche i freni vengono utilizzati molto raramente in quanto la potenza del motore e della batteria consentono nell'auto elettrica di avere una ottima frenata rigenerativa.
Vantaggi di un'auto elettrica?
- Zero emissioni
- Comodissima da guidare (niente cambio e frizione, il pedale del freno non viene quasi mai usato, silenziosa)
- Bassi costi di gestione (manutenzione)
- Costo chilometrico molto basso se si può ricaricare a casa
- Infrastruttura di ricarica adeguata nella maggior parte dei paesi europei
- Piacere di guida!
Svantaggi di un'auto elettrica?
- Costo iniziale in genere maggiore di una analoga auto termica
- Autonomia limitata, ma soprattutto lunghi tempi di ricarica (30-40 minuti, nelle colonnine veloci).
Quanto costa la gestione di un'auto elettrica?
Poco: il tagliando, laddove non sia già incluso nel programma di manutenzione (Kia offre gratuitamente 7 anni di tagliandi e manutenzione gratuita per i veicoli elettrici), costa comunque circa 100€ anche se è pura formalità: vengono controllati eventuali errori rilevati dalla centralina, viene eventualmente aggiornato qualche firmware, e ogni 30mila km viene cambiato il filtro antipolline abitacolo.
Riguardo i consumi, per chi ha il fotovoltaico e può ricaricare l'auto a casa o al lavoro, i consumi sono minimi.
Per citare un esempio, casa di 240mq con cappotto termico, pompa di calore, fotovoltaico (no accumulatore) e 12mila km percorsi con veicolo elettrico, il costo annuo delle bollette elettriche 2021 è stato inferiore a 600€. Solo il costo di carburante per un'auto termica (esclusi tagliandi) sarebbe stato di almeno 1000€.
Quanti km si percorrono con un pieno?
Il consumo nel periodo invernale è di circa 16kWh/100km in ambito misto urbano/extraurbano, e 22kWh/100km in autostrada.
In estate e nelle mezze stagioni è di circa 13kWh/100km in ambito misto urbano/extraurbano, e sale a 20kWh/100km in autostrada.
Come si nota, il riscaldamento invernale incide molto, ed ancora di più incide l'alta velocità (l'attrito con l'aria è proporzionale al quadrato della velocità).
Supponendo di avere una batteria da 50kWh, e ipotizzando di non voler scaricare completamente la batteria prima di eseguire la ricarica, quindi ipotizzando di voler utilizzare solo 45kWh di energia utile, l'autonomia varia dai 200km in autostrada a 130km/h d'inverno ai 350km in ambito urbano/extraurbano dalla primavera all'autunno. Se usato in ambito urbano, l'autonomia solitamente è superiore.
Ricarica dell'auto elettrica
Solitamente ci sono due possibilità di ricarica:
- in AC (corrente alternata), con potenze massime che dipendono dalla colonnina e dal caricatore a bordo auto (OBC) e possono variare da 7kW ai 22kW
- in DC (corrente continua), con potenze di ricarica che dipendono dalla potenza massima della colonnina e dalla batteria (incluso il livello di carica, temperatura), e possono variare da 20kW ad oltre 100kW. Il caricatore di bordo viene bypassato in quanto la colonnina in DC integra già un caricatore che fornisce l'energia direttamente alla batteria, con la supervisione dell'auto (che stabilisce quanta potenza e tensione fornire in ogni istante).
Nei lunghi spostamenti che richiedono almeno una ricarica conviene sicuramente:
1. utilizzare parcheggi dotati di colonnina in AC, nel caso di stazionamento a lungo (vista turistica, shopping, ...)
2. utilizzare le colonnine in DC nel caso di brevi fermate (pasto, shopping veloci, ...)
La ricarica DC avviene a potenze elevate solo quando la batteria ha un livello di carica bassa, mentre diminuisce man mano che la batteria si carica: per questo motivo durante lunghi tragitti (ad esempio da nord a sud Italia o viceversa), conviene programmare più ricariche brevi, in DC, per caricare l'auto ad esempio dal 10% (ovvero quando la batteria è molto scarica) al 60-70% piuttosto che un numero inferiore di ricariche ma fino al 100%. Ricaricare dal 10 al 70% richiede molto meno tempo che ricaricare dal 70% al 100% !
Quanto costa ricaricare alle colonnine?
In Italia, nel 2022, ricaricando saltuariamente, senza un abbonamento, il costo dell'energia presso le colonnine AC è di circa 0.45€/kWh, mentre nelle colonnine in DC il costo varia da 0.45€/kWh a 0.79€/kWh.
Per confronto, il costo dell'energia di casa è di circa 0.20€/kWh.
Quanto costa fare 100km in ambito urbano/extraurbano? In inverno, caso peggiore, si consumano circa 16kWh e quindi il costo caricando a casa (senza fotovoltaico risulta di circa 3.20€, mentre caricando alle colonnine in AC costa 16 kWh * 0.45€/kWh = 7.20€. Per confronto, con un'auto a gasolio (ipotizzando 20 km/l) il consumo risulta di 9-10€.
Per capire quanto costa fare 800km in autostrada d'estate, per esempio, basta usare i criteri sopraesposti: il consumo d'estate è di circa 20kWh/100km, quindi partendo con l'auto carica al 100% e ipotizzando una batteria da 50kWh da scaricare fino al 10% (45kWh di energia), utilizzeremo complessivamente
800km * 20kWh/100km = 160kWh
di cui 45kWh al costo di 0.20€/kWh = 9€
e 115kWh al costo ad esempio di 0.55€/kWh ) = 63,25€
In questi casi conviene fare comunque un abbonamento con operatori come Enelx (145kWh di energia al costo di 45€, ovvero 0.322€/kWh), BeCharge, ... cosicché il costo del lungo viaggio si ridurrebbe 9€ + 115*0.322€=46€
Per confronto, con un'auto a gasolio verrebbero consumati almeno 40 litri di carburante, ovvero almeno 70€.
Amministrative 2019: Farra non sarà un comune a 5 stelle
Una cosa è certa a Farra di Soligo: dal voto del 26 maggio non uscirà un comune a 5 stelle. E con questa espressione non ci si vuol riferire solamente alla mancanza di una lista del Movimento, che non si è potuta formare a causa di una drastica riduzione del numero dei suoi cittadini sostenitori, alcuni dei quali
hanno preferito cambiare comune di residenza. Il comune di Farra non sarà a 5 stelle anche perché la maggioranza dei suoi elettori non sentono il bisogno di puntare sulla salvaguardia ambientale e su un tipo di sviluppo sostenibile.
Nel periodo in cui sono stato consigliere molto ho cercato di fare per queste cause (la mia attività di consigliere è consultabile alla pagina https://movimento5stelle.qdp.it/comuni/farra-di-soligo) e i risultati sono stati quasi sempre vanificati dal compatto voto contrario della maggioranza attualmente in carica.
Pochissimi cittadini hanno sentito la necessità di incoraggiare tale mia azione e ciò è sufficiente per capire quale sia l’orientamento politico del nostro comune: del Movimento 5 Stelle non c’è ancora bisogno.
Avendo conosciuto nella mia attività consigliare alcuni dei protagonisti di questa campagna elettorale, non posso trattenermi dall’esprimere alcune personali considerazioni. Innanzitutto mi chiedo quali divergenze abbiano portato parte dell’attuale maggioranza a formare una nuova lista dal momento che per
cinque anni hanno votato all’unanimità ogni ordine del giorno portato in consiglio. Una risposta forse arriva da quanto riportato nel programma elettorale pubblicizzato dalla lista Farra Viva, che si distingue dagli altri nel dichiarare che per il caso PIP non vogliono trovare un colpevole. Per quanto ci si sforzi, non
si capisce quale vantaggio possa arrivare ai cittadini da tale scelta; casomai un vantaggio arriverà al colpevole.
Un altro punto che mi sta particolarmente a cuore è quello ambientale ed in particolare quello di una efficace regolamentazione dei trattamenti fitosanitari e dello smaltimento dei residui vegetali. Alla "Marcia Stop Pesticidi" svoltasi domenica scorsa a Follina non ho visto un solo candidato tra quelli in
corsa per le prossime amministrative: evidentemente queste tematiche non rientrano tra le priorità. Si preferisce perseguire l’obiettivo UNESCO, pensato esclusivamente come opportunità commerciale, tanto da portare i comuni interessati a spendere cifre favolose per finanziare l’Associazione Temporanea di
Scopo “Colline di Conegliano Valdobbiadene Patrimonio dell’Umanità”, mentre non si è minimamente pensato a tutelare tale patrimonio, arrestando l’espansione dilagante delle piantumazioni a vigneto che, oltre a incrementare l’utilizzo di fitosanitari, hanno dato alle nostre colline l’innaturale aspetto di pecore tosate male.
A chiunque uscirà vincitore dalle urne auguro di lavorare al meglio delle sue capacità e risorse, nella speranza che non prevalgano gli interessi immediati.
Il Consigliere Comunale uscente di Farra di Soligo
Alessandro Sartor - Movimento 5 Stelle Farra di Soligo
Fuochi in collina: brutto biglietto da visita per una comunità
Farra di Soligo, 02/12/18 – Arriva l’inverno e ci risiamo: non passa giorno senza la presenza di fastidiosi “segnali di fumo”, che sotto forma di dense nubi tossiche invadono le nostre colline e raggiungono le civili abitazioni. Come sempre si tratta di fuochi accesi da viticoltori irrispettosi della legge ed obbedienti
solamente alle regole del profitto facile a scapito della salute dei malcapitati concittadini.
Eppure il regolamento di Polizia Rurale parla chiaro su questo punto: “è vietato accendere fuochi e la combustione all’aperto dei residui vegetali, vegetali agricoli e forestali è pratica agronomica espressamente vietata”.
L’ordinanza del Sindaco di Farra di Soligo, grazie alla quale in rarissimi casi era possibile far ricorso a tale pratica, ha avuto il suo termine il 31 marzo scorso; da tale data e tuttora in nessunissimo caso è lecito accendere fuochi!
Purtroppo sembra che il problema non sia sufficientemente sentito né dall’amministrazione locale, né dalla popolazione, infatti chiunque oggi può constatare che parecchi viticoltori accendono fuochi in tutta tranquillità, forti dell’indulgenza (o accondiscendenza?) dei cittadini e della debolezza del servizio di
vigilanza e scegliendo di preferenza i giorni di sabato e domenica, quando meglio possono sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine.
Se il divieto imposto dal regolamento di Polizia Rurale non venisse svigorito dalle frequenti deroghe, forse le cose cambierebbero. E’ per questo motivo che il Movimento 5 Stelle di Farra di Soligo ha avanzato un’interrogazione all’Amministrazione Comunale, chiedendo di interrompere le ordinanze di
deroga al divieto di accensione di fuochi per l’eliminazione di residui vegetali.
Si vuol rammentare che l’ARPAV, a seguito dei monitoraggi svolti nel 2014 nei comuni di Farra di Soligo, Moriago della Battaglia e Sernaglia della Battaglia, ha precisato che “le concentrazioni nell’aria di diossine, furani e policlorobifenili (PCB) rilevate nella stagione fredda, sensibilmente più elevate rispetto a Treviso città, sono dovute senz’altro anche al ricorso della combustione all’aperto per smaltire i tralci di vite in inverno”.
Se timori di natura elettorale dovessero portare cattivi consigli ai nostri amministratori, auspichiamo almeno nel ricorso al buon senso! Non sarebbe opportuno almeno limitare al solo mese di marzo il periodo di deroga? Escludendo i mesi di gennaio e febbraio, caratterizzati da un elevato livello di concentrazione di polveri sottili nell’aria, si ridurrebbero concretamente i rischi per la salute dei cittadini.
Non dimentichiamo che i dati statistici indicano chiaramente come la nostra zona sia caratterizzata nel mese di gennaio da condizioni climatiche di scarsa piovosità, con concentrazione di polveri sottili particolarmente elevata.
In conclusione confidiamo che non solo l’amministrazione comunale di Farra di Soligo, ma anche le amministrazioni dei comuni limitrofi, che si trovano ad affrontare lo stesso problema, diano dimostrazione di accortezza ed interrompano precauzionalmente il ricorso alla deroga per il divieto di accensione di fuochi, almeno fintantoché non dispongano di dati certi relativi alla piovosità ed ai livelli di concentrazione di polveri sottili nell’aria.
Il Consigliere Comunale di Farra di Soligo
Alessandro Sartor
Lunga vita al Glifosate, nelle terre del Prosecco!
L’amministrazione comunale di Farra di Soligo non ne vuol fare a meno.
Farra di Soligo, 06/08/2018 – La scorsa settimana il consiglio comunale di Farra si è riunito per discutere, fra l'altro, la modifica al regolamento comunale per introdurre, a partire dal 2019, il divieto di utilizzo degli erbicidi a base di Glifosate.
Da sempre l'argomento Ambiente e Sostenibilità è al centro del dibattito politico che i pentastellati cercano di condurre; tra le tante richieste sottoposte al consiglio comunale, che a garanzia della trasparenza i cittadini possono consultare in rete (https://movimento5stelle.qdp.it/comuni/farra-di-soligo), nel febbraio 2016 è stata anche affrontata la questione Glifosate ed erbicidi in genere. La proposta dei 5 stelle fu quella di vietare l’utilizzo di tutti gli erbicidi chimici, sia nelle coltivazioni agricole che nell’ambiente urbano, anche perché il diserbo chimico viola il principio della lotta integrata essendoci sempre mezzi meccanici e tecniche agronomiche efficaci per combattere la flora spontanea. La proposta fu bocciata.
Nel settembre 2016 anche il Ministero della Salute si espresse nel merito, revocando “l’autorizzazione all’immissione in commercio ed impiego dei prodotti fitosanitari contenenti la sostanza attiva Glifosate ed il coformulante ammina”. Tale disposizione di fatto eliminava tali erbicidi a partire dal 2017.
In occasione dell’ultimo consiglio, l’amministrazione di Farra, refrattaria a mettere mano al Regolamento di polizia rurale su proposta di un consigliere di minoranza, ha dimostrato invece di saperlo fare per apportare una modifica che di fatto sposta al 2019 il divieto di utilizzo del Glifosate, permettendone l'uso per altri 5 mesi. Se vietare l’utilizzo del Glifosate è davvero volontà di tutti, ci si domanda perché non si è intervenuti due anni fa, quando la proposta fu portata in consiglio. Ci si domanda inoltre perché si è voluto modificare il Regolamento in tutta fretta (l’OdG in questione è comparso solo successivamente alla riunione capigruppo, a pochi giorni dalla seduta consigliare) quando tale delibera non cambia nulla fino al 2019; non si poteva rivedere il regolamento con più attenzione, favorendo un ampio dibattito e magari anche su altri punti?
Come faranno gli organi di controllo a verificare che il diserbo chimico venga effettivamente eseguito senza ricorso al Glifosate? L’insegnamento che la storia degli erbicidi chimici ci offre è molto chiaro: l’Atrazina, ancora oggi presente nelle falde sotterranee, fu proibita in Italia nel 1992; il Glifosate, anch’esso presente nelle acque superficiali e sotterranee, seguirà lo stesso destino. L'erbicida chimico del futuro, che verrà utilizzato a partire dal 2019, sarà davvero sicuro per la nostra salute e la tutela dell’ambiente?
Per ogni scelta c’è una motivazione, ma in questo caso il sospetto è che l’amministrazione comunale abbia voluto mascherare da intervento a salvaguardia dell’ambiente quella che di fatto è una deroga all’utilizzo del Glifosate.
Movimento 5 Stelle – Farra di Soligo
Prosecco e pesticidi: pochi sforzi per una convivenza civile
Le proposte dei 5 Stelle per la tutela della salute di cittadini e turisti
Il Movimento 5 Stelle Quartier del Piave, da sempre sensibile alla problematica ambientale e costantemente attivo nella difesa della salute dei cittadini e nell'innalzamento della loro qualità di vita, ha formulato una serie di proposte che ha provveduto a trasmettere ai Sindaci dei comuni di Pieve di Soligo, Farra di Soligo, Sernaglia della Battaglia, Moriago della Battaglia, Refrontolo, Follina, Miane.
Due sono gli obiettivi dichiarati: uscire dalla polemica sull'utilizzo di prodotti fitosanitari in agricoltura per iniziare a fare qualcosa che migliori la convivenza tra le parti interessate e puntare sull'individuazione di interventi poco dispendiosi a fronte di grandi benefici.
La via suggerita dai 5 Stelle è quella di mettere mano ai regolamenti comunali, per introdurre misure che vanno dall'obbligo, esteso a tutte le coltivazioni viticole e frutticole non biologiche, di piantumare siepi con altezza e profondità di almeno 3 metri lungo tutti i confini con luoghi pubblici (parchi, edifici pubblici, strade urbane ed extra-urbane), all'obbligo di apporre, lungo gli stessi confini, cartelli gialli che informino i cittadini sulla data dell’irrorazione, il nome commerciale dei prodotti impiegati, i relativi principi attivi e la frasi di rischio, alla possibilità che le stesse misure protettive possano essere richieste dal confinante il cui lotto sia ad uso residenziale, lavorativo o agricolo con coltivazione biologica.
L’installazione di siepi è un provvedimento utile sia per contenere la deriva dei prodotti fitosanitari nel momento dell’irrorazione, sia per ridurne la diffusione nell’ambiente circostante nei giorni successivi all’irrorazione; soprattutto è un provvedimento a tutela di cittadini e turisti che, nel periodo primaverile-estivo, amano passeggiare o percorrere in bicicletta per strade e sentieri che si snodano tra gli scenari che caratterizzano il nostro patrimonio naturale.
La finalità dell'installazione dei cartelli gialli informativi è invece quella di promuovere la trasparenza, soprattutto considerato il fatto che il forte odore che si respira in prossimità dei vigneti non è un evidente segnale di pericolo, ma genera ugualmente allarmismo. I prodotti fitosanitari che solitamente si impiegano in agricoltura sono veleni fungicidi e insetticidi, e solamente le relative frasi di rischio possono permettere al cittadino di valutare se sia pericoloso o no stazionare in prossimità di quella coltura.
Come gruppo ci auguriamo che ogni Sindaco, primo responsabile della salute dei suoi cittadini, recepisca le nostre proposte, cosciente che così facendo non sta imponendo divieti ai viticoltori, ma promuovendo uno sviluppo sociale del nostro territorio ed attuando un esempio di convivenza civile.
Allegato: fac-simile cartello coltura trattata in Open Document Format
Prosecco 2018: stesso medico, stessa ricetta
Il Consorzio di Tutela DOCG scrive che gli insetticidi biologici sono efficaci, ma poi consiglia anche quelli più pericolosi
Inizia la stagione dei trattamenti insetticidi nei vigneti: il Consorzio di Tutela del Conegliano-Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, con l’undicesimo bollettino agronomico, ha stabilito che a partire dai prossimi giorni venga dato inizio al primo trattamento obbligatorio contro lo scaphoideus titanus, insetto responsabile della diffusione della flavescenza dorata, malattia della vite.
Un anno fa abbiamo pubblicamente sollevato la contraddizione fra l’animo “green” del Consorzio, che nel bollettino agronomico scriveva “il controllo biologico delle cicaline viene efficacemente perseguito mediante l’impiego di Piretro e Sali potassici di acidi grassi”, prodotti naturali ammessi in agricoltura biologica, ed il consiglio nello stesso bollettino di utilizzare prodotti insetticidi nocivi per l’uomo e per l’ambiente.
In quell’occasione, il Consorzio ci aveva pubblicamento risposto dicendo in sostanza che facevamo allarmismo, polemica, e invitandoci “ad un incontro presso la nostra sede e visitare qualche vigna, per confrontarci oltre che per raccogliere eventuali spunti e suggerimenti concreti e basati su dati di fatto”: noi ci siamo andati, abbiamo fatto le nostre proposte, e alla distanza di un anno cos’è cambiato? Nulla!
Anche quest’anno, secondo il Consorzio di Tutela, si può combattere efficacemente le cicaline con prodotti biologici, ma vengono consigliati anche insetticidi che hanno effetti cronici sulla salute dell’uomo, oltre ad essere tossici per l’ambiente ed in particolare per le api. Precisiamo che la pericolosità di tali prodotti è ben visibile leggendo le relative schede di sicurezza, non sono allarmismi “basati sul nulla”.
Staremo a vedere quali consigli il Consorzio darà per il secondo trattamento insetticida, sperando che i buoni propositi di rispetto della salute e dell’ambiente non rimangano sempre e soltanto chiacchiere. Nel frattempo invitiamo le forze di polizia a controllare che tutti i vigneti vengano sfalciati prima della prossima irrorazione, misura obbligatoria al fine di limitare la presenza di api nelle colture trattate con insetticidi.
Si allegano:
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Bollettino agronomico del Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG: https://movimento5stelle.qdp.it/files/progetti/ambiente/bollettino_agronomico_docg_20180611.pdf
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Etichetta di un insetticida consigliato, a base di chlorpyrifos:
https://movimento5stelle.qdp.it/files/images/progetti/ambiente/chlorpyrifos_dursban_etichetta.png
La nostra proposta di legge sul part-time
La piattaforma Rousseau è uno straordinario strumento di partecipazione popolare, pensato e proposto dal Movimento 5 Stelle e mai realizzato in nessun altro paese al mondo.
Per la prima volta, all'interno di una democrazia europea, il Movimento 5 stelle offre la possibilità ai cittadini di proporre delle leggi secondo gli stessi principi cardine delle Costituzioni postbelliche che auspicano il coinvolgimento degli stessi nella crescita sociale, civile e spirituale del proprio paese.
Come gruppo meetup del Movimento 5 stelle del Quartier del Piave, abbiamo deciso di sfruttare questa opportunità, discutendo assieme eventuali proposte di legge da inserire nella piattaforma.
Ricordiamo che le proposte più votate verranno portate in Parlamento dai nostri Cittadini Portavoce e potrebbero davvero diventare future leggi.
Perché una legge sul diritto al part-time?
L'Art.4 della nostra Costituzione recita:
"La repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere secondo le proprie possibilità e la proprio scelta, un’attiviLa repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere secondo le proprie possibilità e la proprio scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della societàtà o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società."
La lettura di queste parole e la comprensione del loro profondo significato, ci fa capire quanto poco abbiano fatto i governi che si sono succeduti negli anni per "promuovere le condizioni che rendono effettivo" il diritto al lavoro.
Lavoro che ogni cittadino ha il "dovere di svolgere secondo le proprie possibilità e la propria scelta".
Per la donna lavoratrice e madre il mondo del lavoro è una dimensione nella quale si cerca l'equilibrio fra la necessità di mantenere il proprio impiego e gli impegni e responsabilità in ambito famigliare, finendo spesso col sacrificare il tempo dedicato a quest'ultima pur di portare a casa uno stipendio.
Molte madri vorrebbero una riduzione di orario ma il part-time è visto dalle aziende come “ una gentile concessione” piuttosto che un effettivo diritto.
La nostra proposta di legge sul DIRITTO al part-time è un piccolo passo verso un futuro mondo del lavoro che rivaluti la figura della madre lavoratrice e le dia spazio nel suo volersi rendere indipendente economicamente, senza rinunciare a seguire i propri figli com’è giusto che sia.
Il DIRITTO ad un orario di lavoro ridotto è anche un passo verso una società più rispettosa del ruolo fondamentale che una madre, prima educatrice fra tutte, ricopre nella crescita dei figli.
Senza dimenticare, in ultima analisi, che la nostra proposta realizza ciò che è scritto nella Costituzione, ovvero che...
"Ogni cittadino ha il dovere di svolgere secondo le proprie possibilità e la proprio scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società."
Di seguito riportiamo il testo che abbiamo inserito nella piattaforma Rousseau nella speranza che venga eventualmente perfezionato e discusso in Parlamento.
PROPOSTA DI LEGGE
AD INTEGRAZIONE DELL'ATTUALE DECRETO LEGISLATIVO
RIGUARDO IL CONTRATTO DI LAVORO A TEMPO PARZIALE
Il lavoro a tempo parziale ha trovato una prima disciplina legislativa soltanto negli anni ottanta ed una più organica disciplina con il Decreto Legislativo 25 febbraio 2000 n.61 (modificato poi dall'art. 1 comma 44, legge 24 dicembre 2007, n.247) ma a tutt'oggi non esiste la possibilità di scelta da parte di donne lavoratrici che sono anche madri.
La legge n. 247/2007 nel definire i principi e i criteri direttivi che devono guidare il Governo nell'attuazione della delega per il riordino degli incentivi all'occupazione, con riferimento all'istituto del part-time prevede incentivi per la stipula di contratti a tempo parziale e agevolazioni per le trasformazioni, anche temporanee e reversibili, di rapporti a tempo pieno in rapporti a tempo parziale avvenute su richiesta di lavoratrici e lavoratori e giustificate da "comprovati compiti di cura" MA NON PREVEDE ALCUN DIRITTO DI SCELTA.
La legge oggi lascia molto spazio alla contrattazione collettiva che, integrando la disciplina legale, regola in concreto il lavoro a tempo parziale ma non offre la reale opportunità di SCEGLIERE e veder garantito un orario ridotto a quelle lavoratrici che sono madri e che troverebbero maggiore soddisfazione in un orario di lavoro che le occupi per metà della giornata.
Con questa proposta s'intende integrare l'attuale legislazione in merito estendendo il diritto all'opportunità di scelta a tutte le donne madri.
La lavoratrice che è anche madre deve avere il diritto di poter scegliere un orario di lavoro a tempo parziale (part-time) sostenuta da un’adeguata legge che la tuteli e le garantisca tale opportunità di scelta a tempo indeterminato.
IL LAVORO A TEMPO PARZIALE NON DEVE ESSERE UNA "GENTILE CONCESSIONE" MA UN DIRITTO.
Diritto di scelta che comporterà adeguati strumenti fiscali atti a garantire una riduzione a livello di tasse e opportuni incentivi per le aziende.
Referendum costituzionale Veneto: pagherà sempre pantalone?
Abbiamo una possibile data per il referendum sull’autonomia. Zaia ha detto che potrebbe essere il 22 ottobre 2017. Questo significa che non avremo un election day, e che quindi i costi per fare il referendum (14 milioni di euro) non saranno assorbiti da altre elezioni fatte contemporaneamente. Dunque, al momento saranno i cittadini veneti a pagare il referendum.
Questo a noi non va bene e rilanciamo la nostra proposta: abbiamo chiesto alla giunta regionale di abolire i vitalizi dei consiglieri e degli ex consiglieri regionali. In questo modo si risparmieranno proprio 14 milioni, la cifra che serve per fare il referendum. Sia la Casta e non i cittadini a pagarlo.
Zaia si era detto d’accordo davanti alle telecamere, ma al momento in Consiglio sta bloccando la nostra proposta. Ora non ci sono più scuse: bisogna decidere!
Vi informeremo sull’esito di questa nostra battaglia di giustizia.
Pedemontana Veneta: altro che project financing! A pagare saremo noi veneti, due volte!!
In campagna elettorale Luca Zaia prometteva di non alzare le tasse, con tanto di cartelli piazzati ovunque. In queste ore però il Veneto si è svegliato con una pesante tassa in più, reintrodotta proprio da Zaia: l’addizionale Irpef.
Oltre all’incoerenza di Zaia, ciò che fa arrabbiare i veneti è il motivo della nuova tassa. Zaia alza le tasse per tappare il buco creato da un suo grande fallimento: la superstrada Pedemontana veneta. Una superstrada che doveva costare 800 milioni di euro e che invece secondo la Corte dei Conti costerà 2,5 miliardi di euro.
C’è perfino un’altra promessa infranta dal governatore: questa grande opera doveva essere finanziata dai privati, attraverso il Project Financing. Invece non si sono trovati gli investitori, e ora la pagheranno i cittadini con le tasse.
Ma le brutte sorprese non finiscono qui. Oltre al danno, pure la beffa. Potrà sembrare assurdo, ma i veneti pagheranno la Pedemontana due volte: prima con l'addizionale irpef che introdurrà Zaia, e poi con il pedaggio!
Dicono che Zaia è pronto per andare a Roma come premier. Di certo ha imparato bene a recitare e a dire balle come Renzi. Da questo punto di vista non ha nulla da invidiare ai suoi predecessori, ma non credo che gli italiani caschino più in trappole del genere.
Prima con Galan e da due mandati come presidente, Zaia governa il Veneto da vent’anni, eppure trova sempre il modo di scaricare barile su qualcun altro o di dire che non sapeva niente. Con questa nuova tassa finalmente in molti apriranno gli occhi. Passiamo parola e aiutiamoli a farlo.
Farra di Soligo, terra dei fuochi?
Triste caduta d’immagine per il Prosecco
Farra di Soligo, 20/12/2016 - Accade, quasi sempre di sabato e domenica, di vedere le nostre colline del Prosecco invase dal fumo proveniente da fuochi accesi qua e là da viticoltori, irrispettosi della legge, che per risparmiare qualche ora di lavoro provvedono a smaltire sarmenti ed altro materiale residuo bruciandolo in loco. Eppure l’ordinanza del Sindaco di Farra sulla gestione controllata delle combustioni è fin troppo chiara: “è sempre vietata la combustione sul luogo di produzione dei residui vegetali agricoli o forestali”. Il ricorso alla deroga, nei rari casi in cui era praticabile, era possibile solo fino al 31 marzo scorso. Ciò significa che a dicembre in nessun caso è lecito accendere fuochi!
Il dato che oggi purtroppo chiunque può constatare è che ci sono ancora parecchi viticoltori che, irrispettosi dell’ordinanza vigente, ottusamente ricorrono a questa pratica primitiva, confidando di passare inosservati e di meglio sfuggire ai controlli della polizia locale nei giorni di sabato e domenica, quando il servizio di vigilanza è ridotto.
Questi miopi agricoltori forse ignorano che il fine per cui è stata fatta questa ordinanza è quello di salvaguardare la salute di tutti i cittadini, loro compresi. Questi agricoltori forse ignorano che i prodotti della combustione, soprattutto se all’aperto, innalzano drasticamente i livelli di particolato e diossine nell’aria; ignorano i danni alla salute che derivano dalla respirazione di polveri sottili, che, secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente, ogni anno è causa della morte prematura di 84.400 persone in Italia; ignorano infine i benefici economici e biologici che si apporterebbero al terreno con la trinciatura in loco.
Questo fine settimana le colline di Farra di Soligo han fatto concorrenza alla “terra dei fuochi”; alcune combustioni si sono protratte per giorni, rimanendo attive, incontrollate, per l’intera notte. In questi casi non c'è coscienza, non c'è rispetto, e non c'ė neppure vergogna!
Il Sindaco ha fatto la sua parte, le forze dell’ordine anche; in casi come questi occorre che intervenga la società civile, perché è in gioco non solamente il nostro bene più prezioso, la salute, ma anche il buon nome del Prosecco! Se la nostra comunità vuole davvero alzare la testa, sarebbe auspicabile un comportamento più responsabile da parte di ogni cittadino, divenendo promotore di buone pratiche, ma soprattutto attivandosi a scoraggiare e segnalare qualunque azione illecita alla quale gli capita di assistere.
Approfitto per ringraziare pubblicamente vigili e carabinieri che tanto si prodigano per sconfiggere l’ignoranza di chi sa ricorrere solo al fuoco.
Movimento 5 Stelle Farra di Soligo
Queste silenziose elezioni provinciali
Domenica 17, nel silenzio generale, si sono svolte le operazioni di voto per il rinnovo del Consiglio della Provincia di Treviso. Sono passati poco più di due anni da quando Renzi, quella volta invece con massima partecipazione mediatica, si lodava per aver abolito le provincie e i suoi politici.
«Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi» sentenziava Tancredi nel "Gattopardo" ed amaramente la storia si ripete: si voleva mantenere in vita un carrozzone di cui ormai tutti i cittadini avvertono l'inutilità e si è ricorsi ad una soluzione elettorale di agile gestione e soprattutto facile da nascondere. Semplificando, infatti, con le nuove regole elettorali sono chiamati al voto tutti e solo i consiglieri comunali attualmente in carica nei comuni della provincia, mentre hanno potuto candidarsi come consiglieri provinciali solo i consiglieri comunali attualmente in carica (e come presidente della provincia solo i sindaci in carica).
Al di là del fatto, oggettivo, che, lungi dall'essere abolite, le Province sono più vive che mai, dal punto di vista puramente tecnico permangono molti dubbi sull'adozione di questa modalità elettiva. Si tratta di un meccanismo doppiamente mostruoso: da un lato, togliendo ai cittadini la possibilità di votare, si preclude loro la possibilità di scelta diretta dei propri rappresentanti, dall'altro, restringendo ai soli consiglieri comunali il numero dei possibili candidati, si introduce per tutti i futuri eletti la doppia carica (abbiamo da ieri un Sindaco Presidente... auguri!).
C'è inoltre un aspetto spesso sottovalutato, ma fondamentale per poter parlare di libere elezioni, che è quello di individuare gli eletti a partire dall'espressione di voto dei cittadini alla data di svolgimento delle elezioni. Sembra una cosa ovvia, ma domenica così non è stato. Parte dell'elettorato era infatti l'espressione del voto addirittura del 2012 2013, anni in cui i cittadini di molti comuni della Marca si sono recati alle amministrative eleggendo, ignari, i futuri “grandi elettori”. Diciamolo a bassa voce, ma la sintesi è questa: chi è al potere vota per chi è già al potere. Con tali regole dove potremmo intravedere la possibilità dell'alternanza dei nostri rappresentanti? Quali risultati diversi avremmo potuto aspettarci dall'urna, se non quelli già espressi nelle amministrative degli ultimi cinque anni? Se in futuro a candidarsi saranno sempre gli stessi (perché anche i consiglieri provinciali hanno questa possibilità), è forse il segno che ci stiamo dirigendo verso forme di potere ereditario?
Per le ragioni che ho qui brevemente esposto, mi sento in dovere di comunicare ai cittadini (i quali tre anni fa mi hanno inconsapevolmente reso parte del corpo elettorale provinciale) che di fronte a questa assurda messa in scena ho scelto la disobbedienza civile; ho scelto di non votare.
Alessandro Sartor - Consigliere Movimento 5 Stelle Farra di Soligo
Pignoramento Comune di Farra: un epilogo previsto
Il Movimento 5 Stelle apre un conto corrente per fronteggiare le emergenze
Farra di Soligo, 08/06/2016 - La notizia del pignoramento dei conti del Comune non ha sorpreso assolutamente, dal momento che è una misura attesa almeno dal 2008 a seguito delle sentenze relative all’esproprio dei terreni del PIP. Appare pertanto fuori luogo l’atteggiamento incredulo della attuale Amministrazione, che ora sceglie una posizione vittimista, dopo aver sottovalutato un problema che (non avendo rilevanza nazionale), dovrà con tutta probabilità essere risolto a livello locale, per quanto gravi siano le conseguenze.
Pensando alla lunga storia di questa vicenda, come gruppo di minoranza ci chiediamo se ci siano delle responsabilità da addebitare a quel Consiglio Comunale che vent'anni fa votò l’esproprio dei terreni oggetto della contesa ad un prezzo irrisorio, sebbene vigesse una legge che stabiliva il rimborso del valore venale; ci chiediamo quali responsabilità abbiano le amministrazioni successive (Citron, Nardi e Nardi-bis), che ormai da quasi 10 anni, visto l’esito delle sentenze, avrebbero potuto e dovuto accantonare un fondo per l’indennizzo degli espropriati. Ci chiediamo soprattutto quali mediazioni l’attuale Amministrazione abbia portato avanti tra le parti per giungere ad un accordo.
Un’amministrazione che osserva la diligenza del buon padre di famiglia, dovrebbe offrire i giusti servizi ad un livello qualitativo accettabile, riducendo le spese superflue e cercando nuove entrate. Noi oggi possiamo solamente constatare che le amministrazioni che si sono succedute negli ultimi anni hanno gestito il bilancio di denaro pubblico in modo non conforme alle reali necessità. Se da un lato non sono state attuate efficaci misure finalizzate ad un aumento delle entrate di bilancio (l’addizionale comunale IRPEF è sempre stata fissata al livello minimo, non sono mai state avviate campagne di sensibilizzazione affinché i cittadini devolvere alle attività sociali comunali il 5 per mille della dichiarazione dei redditi), dall’altro constatiamo la presenza di imponderate e magnifiche voci di spesa: da quelle legali sostenute in questi 18 anni per la difesa del Comune nei procedimenti del PIP, ai 94mila euro per l’adeguamento dell’illuminazione pubblica in via Scandolera, all’approvazione di un progetto per la realizzazione di una pista ciclabile della “straordinaria” lunghezza di 300 metri.
Sulla questione, le minoranze hanno avanzato un'interrogazione già alla prima seduta consigliare (luglio 2014), ma solo all'atto di pignoramento il Sindaco ha pensato di convocare le minoranze, con urgenza, per condividere il momento di difficoltà e pensare al da farsi. “In questo breve incontro il Sindaco ha voluto mostrarci le sue buone intenzioni – dichiara il consigliere M5S Sartor – ma di buone intenzioni è lastricata la strada dell’inferno. Sulla vicenda invece rimangono molte perplessità e per questo con le altre forze di minoranza chiederemo la convocazione straordinaria di un Consiglio Comunale, sede appropriata in cui cercare di fare chiarezza”.
Dal canto suo il Sindaco ha dato appuntamento a tutti i cittadini venerdì prossimo alle 20.30 presso l’auditorium Santo Stefano. Ci auguriamo che l’obiettivo non sia quello di trovare un colpevole o di innescare meccanismi di divisione tra i cittadini. Considerata l’importanza dell’evento e visto il ridotto numero di posti a sedere di cui dispone l’auditorium, per permettere a tutti i cittadini una corretta informazione il M5S trasmetterà l’evento in diretta streaming (www.farradisoligo5stelle.it).
Da venerdì 3 giugno nel nostro Comune vi è una situazione di emergenza anche economica, che il nostro gruppo consigliare ha pensato di fronteggiare con l’apertura quest’oggi della carta prepagata numero 5333 1710 1687 0574 di Poste Italiane, IBAN IT81E0760105138247088547090, intestata al consigliere Alessandro Sartor, in modo che chiunque possa dare il proprio personale contributo, attraverso un normale bonifico o ricarica postepay seguendo le istruzioni disponibili negli uffici postali. In questo modo intendiamo dare concretamente una mano, raccogliere le risorse necessarie per finanziare i servizi essenziali, come il trasporto e la mensa per i bambini dell’asilo, i pasti agli anziani e disabili, eccetera. Al fine di garantire la dovuta trasparenza l’estratto conto sarà pubblicato (previo oscuramento del nome dei donatori) nel sito www.farradisoligo5stelle.it.
Nel contempo tenteremo di mettere in campo una serie di iniziative emergenziali a costo zero, contando sullo spirito solidale e del senso civico dei cittadini.
Coraggio.
Movimento 5 Stelle Farra di Soligo
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