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La risoluzione dei 5 stelle per rendere obbligatoria, nei prodotti alimentari di origine animale e derivati, l’indicazione relativa alla presenza di organismi geneticamente modificati nella mangimistica usata per l’alimentazione animale. “Il consumatore di carne e derivati ha il diritto di sapere se la bistecca, l'uovo o il formaggio che ha nel piatto provengono da un animale alimentato con mangime geneticamente modificato”
“Il diritto all'informazione sui prodotti alimentari è uno dei principali diritti del consumatore che, a prescindere dalle conseguenze che determinati ingredienti possono o non possono avere sulla sua salute, ha il sacrosanto diritto di sapere non solo cosa sta mangiando, ma anche come è stato “trattato” il prodotto d’origine nelle varie fasi di produzione, a partire dalla materia prima. Maggiori saranno le informazioni in suo possesso, maggiormente consapevoli saranno le sue scelte” - così commenta la deputata del M5S Silvia Benedetti, segretario di commissione agricoltura, la risoluzione a sua prima firma recentemente depositata e che impegna il Governo a rendere obbligatoria nei prodotti alimentari di origine animale e derivati, l’indicazione relativa alla presenza di organismi geneticamente modificati nella mangimistica usata per l’alimentazione animale.
“Il consumatore di carne e derivati - continua la deputata del Veneto Silvia Benedetti - ha il diritto di sapere se la bistecca, l’uovo o il formaggio che ha nel piatto provengono da un animale alimentato con mangime geneticamente modificato. Questa informazione a nostro avviso non si può dare per scontata, va indicata in etichetta. L’Italia importa grandi quantitativi di soia e mais OGM dall'estero, che finiscono nei nostri mangimi e questo vuol dire che gran parte dei prodotti, biologici esclusi, che acquistiamo nei supermercati provengono da animali alimentati a OGM, ahinoi prodotti DOP e IGP compresi. E’ la triste realtà e questa informazione non può essere omessa come si è fatto finora”.
“Sappiamo che la nostra agricoltura è competitiva se di qualità e attualmente contribuire al mercato OGM non la valorizza. Per questo puntiamo al consumatore informato, perché anche l'acquisto consapevole è una scelta politica” - conclude Benedetti.
Qui il testo della risoluzione
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La #nottedellonestà dall'estero
"Incredibile ragazzi! Ci danno più spazio nei tg stranieri che non nel nostro Paese e questa la dice lunga. Poi hanno il coraggio di offendersi se li chiamiamo Media di regime Come aveva previsto Beppe è stato dato risalto al fatto che ha chiamato Renzie buffoncello e non è forse vero?Uno che con le parole dice una cosa e con i fatti ne fà un'altra così,per curiosità,come viene chiamato??Guardate questo servizio in spagnolo, confrontatelo coi servizi proposti qui in Italia e trovate le differenze!"
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Una regione dove il suo passato costa più del suo presente non ha futuro.
Lo sapevate che ogni anno la regione Veneto spende di più in vitalizi (€11,2 mil) che per le indennità (stipendi) ai consiglieri (€9 mil)?
E che questi lieviteranno a quasi €13 mil nel 2016?
Lo sapevate che condannati come Galan prendono €3.750/mese netti?
E Marchese €2850/mese?
Non mancano i soliti noti: il recordman Frigo (€ 4.752/mese), Zanonato (€1.930/mese), Gobbo (€3.600/mese)… Lega, PD, forza Italia, tutti uniti quando si tratta di difendere il malloppo.
Lo sapevate che i 226 ex consiglieri (+45 vedove/i) si sono organizzati per protestare contro un taglio di poche centinaia di euro ai loro privilegi?
Bene, anche noi ci siamo organizzati. Abbiamo trovato la soluzione per abolire con effetto immediato tutti i vitalizi, sotto puoi trovare tutti i dettagli.
E’ una proposta concreta, costituzionalmente valida ed applicabile da subito.
I soldi dei Veneti ai Veneti, non alla politica. Io voglio €13 mil all’anno per le nostre scuole, per le nostre imprese, per la nostra regione, non per i soliti noti.
Firmiamo tutti, questa è una battaglia di buon senso, non politica.
Nota: firmando la petizione, change.org vi mostrerà una pagina in cui vi chiede di fare una donazione, che non siete tenuti a fare e che comunque verrebbe incassata da change.org, NON dal Movimento 5 Stelle che ha organizzato questa raccolta firme!
Dettagli tecnici:
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VITALIZIO
La legge ad oggi
Sintesi
Dalla I alla IX legislatura, che è quella in corso, si sono garantiti il vitalizio i consiglieri regionali. Solo dalla prossima legislatura sarà abolito l'assegno vitalizio.
Tecnicismi
Infatti, l’art. 1 della legge regionale n. 4 del 2012 ha abolito l’istituto dell’assegno vitalizio, a decorrere dalla X legislatura. Questo articolo è stato abrogato dall’art. 11, comma 1, lettera a), L.R. 23 dicembre 2014, n. 42 (attenzione che quando il legislatore legifera in queste materie diventa volutamente oscuro e tortuoso). La legge regionale n. 42 del 2014 è quella che contiene la nuova disciplina in materia di pensioni.
Però, l’art. 2, comma 1, della stessa legge n. 4/2012 (articolo non abrogato), afferma:
“Per i consiglieri regionali eletti in una delle prime nove legislature continuano ad applicarsi le disposizioni relative all'istituto dell'assegno vitalizio e all'istituto dell'assegno di reversibilità.”
La nostra proposta
Sintesi
Essendo il tema non nel campo dei diritti quesiti, con una semplicissima legge potremo abrogare l'assegno vitalizio a tutte le legislature.
Tecnicismi
Abolizione del vitalizio dei consiglieri regionali (quello che i politici chiamano indennità sostitutiva o differita), per tutti i consiglieri dalla I alla IX legislatura; in altre parole, da un certo momento in poi dovrà cessare la corresponsione del vitalizio per tutti i consiglieri dalla I alla IX legislatura, cessati o meno dalla carica; vale in materia il principio della successione delle leggi nel tempo (lex posterior derogat legi priori), e pertanto una nuova legge potrà intervenire in materia con effetti novativi (come dimostra fra l’altro anche la recentissima legge regionale n. 42 del 23 dicembre 2014 in tema di pensioni dei consiglieri regionali); non siamo nel campo dei cosiddetti diritti acquisiti, cioè nell’ambito di situazioni intangibili per i consiglieri che avessero già maturato il relativo diritto, perché il vitalizio, fino alla legge n. 42/2014 appena citata (che entrerà in vigore dalla X legislatura), non è mai stato correlato a effetti o logiche previdenziali, in quanto non ha avuto natura contributiva (i consiglieri fino alla IX legislatura non hanno infatti versato contributi).
Si è trattato quindi di un praemium, di un vero e proprio privilegio, dato che il vitalizio non ha invero copertura costituzionale, e pertanto non si può parlare di diritti soggettivi funzionali assistiti da copertura costituzionale: l’art. 38, secondo comma, della Costituzione dispone infatti che “I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi, adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria”.
L’abrogazione potrà avvenire o con legge regionale o, eventualmente, attraverso l’effettuazione di un referendum abrogativo del vitalizio regionale, rimettendo direttamente ai cittadini la scelta finale, giacché la materia non è di competenza esclusiva della Stato: l’art. 117, secondo comma, lett. f) della Costituzione, afferma che “Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali
L’art. 117, quarto comma, stabilisce che “Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato”.
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ASSEGNO DI FINE MANDATO
La legge ad oggi
Sintesi
Tutti i consiglieri regionali, cessati dal mandato, deceduti o dimissionari, avranno un assegno pari ad una mensilità dell'indennità per ogni anno del mandato fino al 2012.
Tecnicismi
La legge regionale n. 47 del 2012, all’art. 19 bis, ha così disposto:
(art. 19 bis)
comma 1. L’Ufficio di presidenza è autorizzato ad erogare ai consiglieri regionali, cessati dal mandato, deceduti o dimissionari, un assegno pari ad una mensilità dell’indennità consiliare per ogni anno di effettivo esercizio del mandato per gli anni fino al 2012 e di una mensilità dell’indennità di carica lorda per ogni anno di effettivo esercizio del mandato svolto successivamente al 2012. Ai fini del calcolo dell’importo dell’assegno di fine mandato spettante si tiene conto solo dei primi dieci anni di mandato.
comma 2. Ai fini del computo del periodo di mandato per l'erogazione dell'assegno di cui al comma 1 la frazione di anno, che sia pari almeno a sei mesi e un giorno, si calcola come anno intero.
comma 2 bis. A partire dalla decima legislatura regionale l’assegno di fine mandato è erogato ai consiglieri regionali che optano per tale trattamento e che versano la relativa quota mensile determinata dall’Ufficio di Presidenza.
La Proposta M5S
Sintesi
Pertanto, fino alla IX legislatura, vale quanto sopra in campo di vitalizio, con un'apposita legge aboliremo ogni assegno futuro.
Tecnicismi
Il M5S propone in ogni caso l’abrogazione, con apposita legge regionale, dell’assegno di fine mandato per tutti i consiglieri regionali che non avessero ancora maturato il relativo diritto (pensare di andare a recuperare quanto già erogato sarebbe infatti bello ma difficilmente praticabile, dato che ci si esporrebbe a una raffica di ricorsi e presumibilmente i soldi non ci sarebbero più).
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PENSIONE
La legge ad oggi
Sintesi
Il M5S, per il futuro, e cioè a partire dalla X legislatura, propone l’abolizione dell’istituto della pensione, contenuto nella legge regionale n. 42 del 2014, sia perché privilegio inaccettabile della politica, maturato oltretutto con una sola legislatura, sia perché la legge regionale n. 42/2014 è incostituzionale, in quanto tratta il servizio, la funzione, il munus pubblico dei consiglieri regionali come fosse una lavoro, una professione, ciò che per l’appunto non è.
Non è possibile, cioè, correlare la pensione al versamento di contributi e mascherare il tutto come se si trattasse di un lavoro vero e proprio, dal momento che ciò è in contrasto con la trasparente giurisprudenza della Corte dei Conti.
Tecnicismi
L’art. 4 della legge n. 42/2014 prevede:
comma 1. I consiglieri regionali cessati dal mandato conseguono il diritto a pensione al compimento dei 65 anni di età e a seguito dell’esercizio del mandato consiliare per almeno 5 anni effettivi nel Consiglio regionale del Veneto.
comma 2. Per ogni anno di mandato consiliare oltre il quinto anno, l’età richiesta per il conseguimento del diritto a pensione è diminuita di un anno, con il limite all’età di 60 anni.
La Proposta M5S
Sintesi
Il M5S propone che l’abrogazione dell’art. 4 della legge regionale n. 42/2014 possa avvenire come per il vitalizio, e cioè o con legge regionale o, eventualmente, attraverso l’effettuazione di un referendum abrogativo del vitalizio regionale, rimettendo direttamente ai cittadini la scelta finale.
Tecnicismi
La materia non è di competenza esclusiva della Stato: l’art. 117, secondo comma, lett. f) della Costituzione, afferma che “Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali
L’art. 117, quarto comma, stabilisce che “Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato”.
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27 feb. 2015 - Il Meetup del Movimento 5 Stelle di Farra di Soligo rilascia queste brevi dichiarazioni in merito a quanto accaduto durante il Consiglio Comunale di Farra di Soligo dello scorso lunedì 23 febbraio 2015 che ha finalmente approvato un altro punto proposto dal Movimento 5 Stelle locale, da sempre sensibile alla salute dei cittadini e dell’ambiente. Tuttavia rimangono molte perplessità sulle intenzioni dell’Amministrazione Comunale.
Vorremmo esprimere non pochi dubbi nei riguardi delle parole del Vicesindaco Silvia Spadetto, che non fa alcuna menzione relativamente alla tutela ambientale, alla salute umana con riferimento al principio di precauzione sancito dal “Trattato sul funzionamento dell'Unione europea”, alla deriva incontrollabile attraverso l’uso di qualsiasi forma di irrorazione dei pesticidi che inquinano orti e giardini, all’impatto ambientale dovuto agli aviotrattamenti di aviocaffaro e aviozolfo.
A queste importanti omissioni si aggiunge il fatto che non fa alcun cenno alla lotta integrata per la riduzione dei trattamenti chimici, spostando l’attenzione solo su un concetto di immagine territoriale con un riverbero negativo per il turismo. La coltivazione agronomica della vite in questo territorio che, non solo la fa da padrona, ma si inserisce a tutti gli effetti come monocoltura estensiva, si è trascinata negli anni non poche problematiche legate all’uso o l’abuso di pesticidi.
Dall’aumento sensibile di malattie teratogene per donne in stato di gravidanza e per la popolazione pediatrica, all’aumento costante di neoplasie tumorali, è ormai assodato soprattutto da parte della Comunità medico scientifica e a supporto di ciò vi è un’ampia letteratura con più 6.000 studi universitari certificati. Eppure, l’attenzione dell’Amministrazione Comunale sembra sia rivolta solamente al riverbero negativo che gli aviotrattamenti avrebbero sull’immagine territoriale e quindi sul turismo.
A maggior ragione la frase del Vicesindaco “nulla c’entrano le numerose esternazioni di una piccola parte dell'opinione pubblica contrarie a questa pratica”, fa molto riflettere rispetto ai numerosi comitati locali che si battono per un ambiente sostenibile e una migliore qualità della vita nel nostro territorio. Si è preferito parlare di problemi agli aviotrattamenti solamente legati ad una cattiva immagine del territorio comunale, o a una diminuzione della richiesta di applicazione di questa metodologia per la lotta fitosanitaria, ma tutto questo può trovare accoglimento se e solo se unite a delle premesse di tutela della salute umana e dell’ambiente circostante.
Vorremmo capire quindi se, al netto delle sperequazioni evidenziate tra chi fa della sostenibilità ambientale un modello propositivo di sviluppo e chi fa della tutela della sola economia e dell’immagine l’unico interesse per dismettere gli aviotrattamenti, ci possa essere una possibilità di lavorare su temi e presupposti comuni, dato che l’assessore in questione, oltre alle deleghe all’agricoltura e al turismo, ha pure quella all’ecologia, tema assai caro al Movimento, tuttavia ad ogni modo ringraziamo l’Amministrazione Comunale per aver accolto la nostra richiesta di non consentire gli aviotrattamenti nel territorio comunale.
Il M5S infine si augura che l'incremento dei turisti nel nostro e nei comuni limitrofi avvenga costantemente, ma in aree protette dall'invasione di fitosanitari ed erbicidi, garantendo così la salute ai visitatori che vorranno arricchire con la loro presenza questo territorio a noi caro
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FILIERA CORTA:
L’agricoltura che la sa lunga.
Consumatori protagonisti e aziende consapevoli. Il modello è semplice e i risultati straordinari. Si acquista direttamente dai produttori locali e di contribuisce a diffondere le colture tipiche, la biodiversità e le tradizioni gastronomiche.
La Filiera Corta è il modello di distribuzione naturale dei prodotti Biologici: più redditività per le imprese, più potere di acquisto per i consumatori. La Filiera Corta coinvolge tutti: rispetta l’ambienta, chi lo lavora e chi lo vive.
Tradizionali, ma anche inaspettati, ecco tutte le possibilità per vendere e acquistare prodotti in filiera corta:
· Vendita diretta aziendale, è lo spaccio aziendale dell’imprenditore agricolo
· Agri mercato o Farmers Market, il mercato dove i produttori agricoli vendono direttamente i loro prodotti
· Punti vendita collettivi, luoghi dove più aziende in accordo tra loro, organizzano ed effettuano insieme alla vendita
· Gruppi di Acquisto, organizzazioni di consumatori che acquistano insieme i prodotti direttamente dalle aziende agricole
· Consegna a domicilio, il produttore si impegna a recapitare a domicilio dei consumatori un determinato quantitativo di prodotti concordati con il cliente
· Sagre locali, manifestazioni pubbliche dove i produttori della zona possono esporre, far assaggiare e vendere i loro prodotti
· E-commerce, dove non arriva la distribuzione tradizionale può arrivare la rete. I costi di un negozio on line sono sempre inferiori a quelli di un negozio tradizionale, in pochi click dal produttore al consumatore
· Distributori automatici, il latte è stato il primo, stanno arrivando gli altri prodotti. L’azienda agricola alimenta direttamente una piccola catena di distributori, comodi e sempre aperti per i consumatori
· Raccolta diretta in azienda, la voglia e il bisogno di tornare alla terra ha generato questa particolare forma di vendita dove il consumatore acquista prodotta da lui stesso direttamente raccolti
La filiera corta garantisce un ritorno sicuro, a breve e a lungo termine, nessuno può vantare questi risultati. La filiera corta è un ottimo investimento che paga da subito:
Prezzi trasparenti e risparmio, I prodotti passano direttamente dal produttore al consumatore senza altri soggetti intermedi, ecco perché il pezzo finale al consumo è trasparente e più economico per chi acquista e la remunerazione è più equa per chi produce.
L’ambiente ringrazia, meno consumi d’energia più tutela delle tradizioni:
Meno imballaggi e meno spostamenti per ridurre rifiuti, traffico e inquinamento
I prodotti locali sono il nucleo della filiera corta. La biodiversità, i gusti locali, le ricette e le tradizioni sono fortemente valorizzati
Il rispetto delle stagionalità e della freschezza degli alimenti acquistati sono la garanzia di un prodotto migliore.
Ridistribuzione delle risorse per uno sviluppo sostenibile, è un modello di consumo che diffonde la cultura e la conoscenza del territorio e della sua gestione sostenibile
Più informazioni per il consumatore, esso può conoscere direttamente i produttori, i loro metodi di lavoro, la storia dei cibi che mette in tavola
Più sicurezza alimentare, la filiera corta riduce la possibilità si contaminazione del cibo e facilita il controllo della sua tracciabilità
La filiera corta nel Biologico è una scelta naturale e decisamente vincente, lo dicono le statistiche. In Francia rappresenta ormai il 13% delle vendite totali dei prodotti biologici, in Germania l’8%.
In Italia, da una recente indagine è emerso che dal 2006 la vendita diretta nelle aziende biologiche è in continua crescita. Più di 500 Gruppi d’acquisto (+66%), quasi 2000 aziende hanno un loro spaccio aziendale (+47%), 110 siti internet sono dedicati esclusivamente alla vendita on line (+39%).
Ormai quasi due italiani su tre acquistano prodotti in vendita diretta, almeno una volta all’anno mentre il 15% lo fa con una sequenza settimanale. E tutto lo si vede nei bilanci delle aziende.
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Articolo su La Tribuna di Treviso - 2013-06-11: sindaci invitati ma assenti al convegno sui pesticidi
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IL MOVIMENTO 5 STELLE HA INVITATO E NON CONVOCATO I 15 SINDACI ZONE DOCG. COMPRESO IL SINDACO FABIO SFORZA.
Il M5S risponde al SindacoFabio Sforza che si è sentito convocato. Invitare e convocare sono due azioni diverse.
PIEVE DI SOLIGO (TV), 15.06.2013 - Il M5S apprende che il Sindaco di Pieve di Soligo, Fabio Sforza, ha solennemente annunciato su "La Tribuna di Treviso" del 13/06/2013, che non si presenterà mai in pubblica assemblea con dibattito, perché così è riportato:
"Sforza risponde piccato anche a chi lo accusa di aver disertato l'incontro del M5S (400 persone) sui pesticidi, venerdì sera al teatro Careni.
"Non spetta a un partito convocare i sindaci"
Di seguito l'invito che il M5S ha rivolto ai sindaci (invitati NO convocati)
Pieve di Soligo, 28/05/2013
Il Movimento 5 Stelle di Pieve di Soligo rivolge un caldo invito a tutti i Sindaci, affinché partecipino alla serata di venerdì 7 giugno 2013, ore 20.45 al
teatro Careni di Pieve di Soligo La serata dal tema “Pesticidi e tumori” tratterà problematiche importanti relative alla salute ed all'ambiente.
Questa è un'occasione per i Sindaci di ascoltare le opinioni di esperti, ma anche le preoccupazioni e i disagi quotidiani vissuti dai cittadini.
Sarà molto gradita la conferma, via email, della partecipazione alla serata.
Nell'attesa di un gradito riscontro, porgiamo cordiali saluti.
Movimento 5 Stelle - Pieve di Soligo
Alleghiamo il volantino con il contenuto della serata.
Quanti sindaci si sentono “convocati “ da questo invito?
L'iniziativa è stata presa dal M5S, visto che i sindaci si stanno disinteressando di questi fondamentali problemi: la salute e l’ambiente.
Il nostro Sindaco, Fabio Sforza, riconosce solo ambiti istituzionali per le sue apparizionie conseguenti dichiarazioni. Per coloro che volessero sentirlo, in pubblico, non rimane che partecipare ai "Consigli Comunali" nei quali i cittadini non hanno diritto di parola, anzi se mai parlassero sarebbero perseguiti penalmente.
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Ci sono già leggi nazionali che prevedono sanzioni con importi cento volte superiori a quelle dell’ordinanza
M5S : L’ORDINANZA “FUOCHI” DI FOLLINA NON TUTELA LA SALUTE DEI CITTADINI. L’ORDINANZA SEMBRA IRREGOLARE.
Il Movimento 5 Stelle Pieve di Soligo invita il sindaco e la giunta ad attenersi alle leggi azionali
PIEVE DI SOLIGO (TV), 15.06.2013 -Nel Comune di Follina (TV) è in vigore l’ordinanza n.38 del 2012 (prot. N.6280) per “ridurre l’inquinamento atmosferico” e tra gli altri divieti proibisce la combustione all’aperto di scarti vegetali dal 16 Aprile al 15 Ottobre di ogni anno con sanzioni che partono da 25euro fino ad un massimo di 500euro per i trasgressori; dal 16 Ottobre al 15 Aprile è invece consentita la combustione di scarti agricoli.
Il Movimento 5 Stelle ritiene irregolare tale ordinanza in quanto ci sono già le leggi nazionali che vietano espressamente qualsiasi combustione per tutto l’anno.
Il D. Lgs. 152/2006 e successivi " Indirizzi per la gestione degli scarti vegetali" emanati dal Direttore Generale e Dirigente Settore Ambiente e Pianificazione Territoriale della Provincia di Treviso, vietano espressamente la bruciatura all'aperto, di qualunque scarto agricolo.
Anche nel “Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera”, approvato dal Consiglio Regionale con deliberazione n. 57 del 11.11.2004 e pubblicato sul B.U.R.V. n.130 del 21.12.2004, ha individuato tra le misure di carattere programmatico nella lotta all’inquinamento atmosferico, in particolare da polveri sottili (PM10), il divieto di combustione all’aperto dei residui agricoli.
Inoltre in queste leggi vengono anche menzionate sanzioni con importi cento volte superiori a quelle dell’ordinanza n.38 del comune di Follina, confermando che chi inquina paga e il diritto ad un’aria salubre.
Dato che il sindaco è il primo responsabile della salute dei propri cittadini il Movimento 5 Stelle Pieve di Soligo chiede delucidazioni in merito ed invita il sindaco del comune di Follina e la giunta a modificare l’ordinanza attenendosi alle leggi sopra citate entro breve.
Vigileremo il nostro territorio come abbiamo sempre fatto perché il Movimento 5 Stelle Pieve di Soligo nasce dal basso, dai cittadini per i cittadini e continuerà ad occuparsi di informazione libera, energia, ambiente, acqua, connettività, trasporti ed altro ancora.
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I coformulanti spesso sono più pericolosi della sostanza attiva autorizzata
INTERPELLANZA DEL M5S PER ACCEDERE AI COFORMULANTI SEGRETI USATI IN AGRICOLTURA
Dopo tanto tempo finalmente l'interrogazione parlamentare che scotta sul tavolo del Ministero della Salute
PIEVE DI SOLIGO (TV), 28.01.2014 - Il Movimento 5 Stelle con prima firmataria la cittadina portavoce alla camera dei deputati, Silvia Benedetti, il 22 Gennaio 2014 ha fatto un'interpellanza per chiedere di poter accedere al database del Ministero della Salute, dei coformulanti segreti che compongono le miscele dei fitosanitari ed erbicidi usati in agricoltura.
La richiesta arriva dalla zona del prosecco Docg Conegliano Valdobbiadene, in provincia di Treviso, dove i vigneti hanno invaso i paesi e sono pericolosamente vicini alle abitazioni civili, alle scuole, agli asili ed alle strade, creando una notevole preoccupazione per la salute degli abitanti, per la conservazione dell'ambiente e per la biodiversità.
I coformulanti sono sostanze “inerti” non dichiarate nell'etichetta, aggiunti ai principi attivi e che insieme ad essi costituiscono il prodotto fitosanitario, o pesticida.
La dott.sa Maristella Rubbiani, primo ricercatore dell'Istituto Superiore di Sanità, ci ricorda che i coformulanti spesso sono più pericolosi della sostanza attiva autorizzata e vengono utilizzati come solventi, adesivanti, bagnanti, tensioattivi ed altro, nei preparati antiparassitari di uso agricolo, domestico o civile.
Il M5S sostiene la richiesta che il WWF AltaMarca ha fatto al Ministero della Salute, per l'accesso completo alle schede di sicurezza dei fitosanitari, coformulanti compresi.
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I cittadini sanno benissimo che cosa succede, vedono la loro vita stravolta e ricevono solo parole
M5S PIEVE DI SOLIGO : IL SORPRENDENTE BOLLETTINO METEO DELLA PRESIDENZA REGIONALE
Il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia invia al Presidente del Consiglio Enrico Letta un comunicato stampa
PIEVE DI SOLIGO (TV), 07.02.2014 - Una volta di più il M5S Pieve di Soligo (TV) riscontra l'incapacità dei nostri attuali governanti di andare oltre le parole, sia a livello locale che nazionale. É necessario un comunicato stampa del Presidente della Regione Veneto, indirizzato al Presidente del Consiglio, per riassumere le attuali condizioni atmosferiche che imperversano dalle montagne alle pianure del Veneto. I cittadini sanno benissimo cosa succede, vedono la loro vita stravolta e ricevono solo parole, parole, parole. Che ricordano il famoso Cavaliere de La Palisse, famoso per saper dire solo le cose più ovvie.
Alcune perle dal CS del Presidente Zaia:
“Quasi tre metri di neve caduti su tutte le Dolomiti venete ... le straordinarie precipitazioni hanno saturato fino quasi al collasso le opere di difesa idraulica (che dovranno essere ripristinate con la massima urgenza) …
“Su questa situazione già gravissima – scrive ancora Zaia a Letta - incombe ora la possibilità che venti di scirocco ...
“Ieri – aggiunge - ho decretato lo stato di crisi per gli eccezionali eventi atmosferici ...
Ottimo come speaker delle previsioni meteorologiche, ma inefficiente come responsabile della prevenzione di questi problemi. Solo un paio di esempi per chiarire:
Queste sono le entusiastiche parole del Presidente Zaia sul palasport:
1) “… strategico per tutto il territorio”, riferendosi alla costruzione del nuovo faraonico impianto del costo preventivato di 8.5 milioni + spese annue a carico del comune di Pieve di Soligo. Comune che ha abbandonato la sede, dislocando i vari uffici in sedi periferiche e che non ha ancora i fondi per ristrutturare il municipio.
Quante situazioni come questa sono presenti nel Veneto? Investimenti per le cose superflue e nulla per il mantenimento dell'ambiente.
2) Ogni anno la regione Veneto sovvenziona gli agricoltori a pioggia con decine di milioni, ma opere di risanamento ambientale non se ne fanno. Salvo poi, dopo situazioni come l'attuale, piangere con il piattino in mano e richiedere l'elemosina da Roma.
Dal 10 aprile 2010, giorno del suo insediamento, il Presidente Zaia può presentare quali sono stati gli investimenti per la ristrutturazione del fragile territorio veneto, quanti progetti sono stati conclusi, e quanti sono ancora in sospeso? Tornato il bel tempo, le attuali parole di Zaia si scioglieranno come neve al sole, inondandoci di altri problemi più urgenti, sino alla prossima alluvione, quando ricomincerà la solita litania.
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FARRA DI SOLIGO (TV), 15.04.2014 - Manzato: Problema difficile, dipende dall’equilibrio tra produttività e salute. Io non posso farci nulla, sarebbe fare come in unione sovietica, la politica non si deve occupare di queste cose. Poi, io posso dire di tutto ma la decisione spetta ai sindaci. Noi ci affidiamo ad ASL e ARPAV.
Incontrato in via informale domenica 13 aprile all’inaugurazione del percorso naturalistico di Fontane Bianche a Sernaglia della Battaglia, l’assessore regionale all’agricoltura risponde così alle denunce e alle richieste di chiarimenti di Marina Vercelloni, candidata sindaco per il M5S a Farra di Soligo.
“Sono principalmente una mamma e cittadina seriamente preoccupata per la salute, com’è possibile che non si comprenda la gravità della situazione dei veleni usati in agricoltura?” ha risposto Marina Vercelloni, candidata sindaco M5S Farra di Soligo.
Marina è anche “casualmente” laureata in Agraria ed esperta in progetti internazionali di riqualificazione agricola.
“Dopo aver sostenuto la necessità dell'irrorazione aerea nell'agricoltura, ora dimostra non solo di non conoscere, ma bensì di stravolgere il concetto di "Principio di Precauzione", base del trattato dell'Unione Europea e recepito nei DLgs 152/2006 e 150/2012, che mette in prima linea la tutela della salute e solo poi gli interessi economici.” Osserva Vercelloni.
“Ha dimenticato che queste sono decisioni prettamente politiche che non possono essere demandate ad uffici periferici di controllo quali ARPAV e gestione della salute quali le ASL” conclude Vercelloni “se le ASL applicassero questi criteri di valutazione, la salute scadrebbe in terza posizione, dopo produttività ed economia: hanno forse introdotto una variante regionale al Principio di Precauzione?”
Intanto la lista civica del MoVimento5Stelle presenta il proprio programma relativamente ai progetti di efficientamento energetico e lancia l’Operazione Trasparenza 2.0. Curriculum e certificati penali dei candidati saranno disponibili in rete per chiunque voglia prenderne visione, e invita la cittadinanza ad intervenire mercoledì 16 aprile alle ore 21:00 presso il centro sociale in Via San Gallo 17.
“Se volete il simbolo del MoVimento sulla scheda elettorale, venite ad affidarci la vostra firma. Noi mettiamo a disposizione le nostre persone e tutta le nostre passione, competenze ed onestà."
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Attivarsi per migliorare l'economia e l'ambiente del Comune
M5S: la nostra idea sullo sviluppo dell'agricoltura a Farra di Soligo
Il Movimento 5 Stelle di Farra di Soligo ha una chiara idea di come l'agricoltura debba essere gestita, a differenza di altre liste che solo ora hanno inserito nel proprio programma elettorale idee simili alle nostre nonostante avessero avuto tempo 10 anni per realizzarle, durante il loro mandato elettorale.
Crediamo che il Prosecco sia il nostro miglior biglietto da visita per lo sviluppo del turismo, cosiccome avviene in Alsazia ed in altre zone in cui le strade del vino vengono percorse da milioni di turisti che visitano, soggiornano ed acquistano, dando linfa vitale all'economia locale.
Ricordiamo che il Comune vive anche con l'addizionale IRPEF, cosicché un'economia florida garantirebbe maggiori introiti che possono essere distribuiti per il miglioramento del territorio e per offrire maggiori servizi ai cittadini.
Pensiamo che il boom economico delle nostre produzioni collinari siano messe a forte rischio dalla concorrenza dei vigneti in pianura, ormai produttivi e completamente meccanizzati. Possono le nostre vigne competere con i costi di produzione in pianura? Per garantire redditività in futuro, e sviluppare ulteriormente l'economia del paese, migliorando peraltro la salute dei cittadini e dell'ambiente, vogliamo portare Farra di Soligo ad essere un Biodistretto d'eccellenza e d'esempio per tutte le zone vitate, in modo che possano utilizzare prodotti fitosanitari più rispettosi dell'ambiente producendo nel contempo un prodotto maggiormente vendibile.
Sarà nostra intenzione attivare subito un confronto diretto con coltivatori e associazioni di categoria per valutare le azioni che vogliamo intraprendere, sintentizzabili in 5 punti:
1. attivazione immediata di uno sportello agricoltura che consenta di aiutare gli agricoltori ad effettuare la domanda di conversione al biologico;
2. a novembre 2014, attivazione di corsi gratuiti di formazione indirizzati ai viticoltori del Comune;
3. assumere un agronomo con esperienza pluriennale nel settore biologico, in modo che sia a disposizione di TUTTE le aziende agricole del Comune per consulenze anche sul campo;
4. pubblicazione nel web, in italiano inglese e tedesco, della lista delle az. agricole locali, indicando i recapiti, tipo di prodotto venduto, tipologia di coltivazione: i clienti italiani ed esteri dovranno sapere che per acquistare prodotti di eccellenza dovranno rivolgersi alle aziende agricole del nostro Comune;
5. sviluppo del turismo, con mappatura dei luoghi di interesse e attività economiche, ed intensificazione delle azioni necessarie all'ingresso nel patrimonio dell'UNESCO.
Lasciamo che siano gli altri comuni a deturpare l'ambiente usando disseccanti irrorando fitosanitari tossici e molto tossici, e attiviamoci per avere un vino di qualità superiore ed un ambiente più sano. Il turista acquista il vino direttamente dalle cantine del paese, garantendo al produttore maggiori guadagni che compensano certamente i maggiori sforzi necessari alla coltivazione sostenibile. In questo modo sarà l'agricoltura ad incentivare i settori ricettivo e della ristorazione, rivitalizzando inoltre l'economia dei piccoli negozi del Comune.
Per i prossimi 5 anni vogliamo che Farra diventi un Comune virtuoso ed apprezzato, producendo in accordo alla cittadinanza opere e risultati.
Per informazioni vi invitiamo sabato pomeriggio, nella piazza dietro il municipio di Farra, alle ore 15, per un dibattito aperto. Saranno presenti anche alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle, e ci saranno intrattenimenti musicali e ludici dedicati in particolare ai bambini e ragazzi.
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Luca Bottega: “Il turismo deve diventare il lubrificante di tutti i meccanismi dell’indotto economico di Farra”
M5S FARRA DI SOLIGO : IL TURISMO COME SCOMMESSA DI RILANCIO PER IL COMUNE DI FARRA
E’ nostra precisa intenzione attivarci e farci portabandiera dell’intenzione di creare di un Museo della memoria della Grande Guerra unico per tutto il comprensorio del Quartier del Piave
FARRA DI SOLIGO (TV), 20.05.2014 - Farra come modello di sviluppo? E’ la scommessa che si prefigge la lista Movimento 5 Stelle Farra di Soligo guidato dal candidato sindaco Vercelloni per il prossimo 25 maggio. Vogliamo puntare ad un’economia sana, sostenibile e che permetta a tutta l’economia locale di essere resa partecipe. Il nostro obiettivo sarà il potenziamento del comparto turistico, perché non bastano tabelle e cartelli stradali per sponsorizzare le nostre preziose bellezze, dobbiamo saperle valorizzare attivamente.
“Da questo punto vista” spiega il candidato consigliere Luca Bottega “la mappatura e la promozione delle bellezze paesaggistiche, come dei monumenti di interesse storico-culturale o delle strutture ricettive e delle cantine, diventeranno un punto fondamentale dell’agenda di lavoro del Consiglio Comunale, per poter potenziare questo comparto e rendere accessibili e fruibili a tutti queste bellezze, senza trascurarne ulteriormente la valorizzazione o la conoscenza, come per troppo tempo si è fatto! Il turismo deve diventare il lubrificante di tutti i meccanismi dell’indotto economico di Farra, comprendendo una rete ciclopedonale di collegamento comunale e intercomunale unica e completa da inserirsi all'interno di un macro modello di sviluppo turistico del territorio. Il tutto poi senza trascurare il conseguente e necessario aumento della capacità ricettiva collegato al comparto agro-alimentare. E’ innegabile la sinergia che la pianificazione turistica necessiterebbe, e l’attenzione che l’amministrazione locale deve prestare è fondamentale sia in materia di regolamentazione che di concessioni del comparto ricettivo.”
“Le bellezze naturali non mancano”prosegue Bottega “ma è necessario capire che la manutenzione o il ripristino dei vecchi sentieri che corrono su tutta la dorsale collinare, sono interventi incisivi ma fondamentali per renderli facilmente percorribili sia dagli amanti della natura che dalle famiglie locali, permettendo cosi un costante monitoraggio della salute delle aree boschive da una parte e garantendo la loro pulizia costante dall’altra. Da questo punto di vista possiamo capire quanto sia profondo il connubio tra turismo, tutela ambientale e godimento delle bellezze paesaggistiche, basti pensare l’aumento di rilevanza che suscitano i nostri dolci pendii in materia di turismo sportivo con le nuove discipline sportive sempre più partecipate come il trail, il nordic walking o la Mountain Bike.”
“Per quanto riguarda la memoria storica ci mostriamo sempre più attenti nei confronti della valorizzazione e della diffusione, soprattutto verso le nuove e nuovissime generazioni, soprattutto in virtu del fatto che il territorio comunale è sempre stato al centro di note vicende storiche, soprattutto in epoca contemporanea, basti ricordare l’evento della Grande Guerra quasi un secolo fa, e le modalità con cui la violenza si abbatté proprio in questi nostri paesi. E’ nostra precisa intenzione attivarci e farci portabandiera dell’intenzione di creare di un Museo della memoria della Grande Guerra unico per tutto il comprensorio del Quartier del Piave, d’altra parte è innegabile la quantità di reperti che ad ogni scavo vengono rinvenuti in qualsiasi area comunale e non. Noi del Movimento 5 Stelle” conclude il candidato consigliere Luca Bottega “crediamo fortemente che solo lavorando insieme riusciremo a superare questo periodo di crisi, creando un futuro migliore per noi e per i nostri figli, iniziando anche da qui, dal turismo proprio a casa nostra!
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Come vengono dissipati i soldi dei cittadini in cause probabilmente perse
Le spese legali dell'amministrazione Nardi/Casagrande
Farra di Soligo, 21 Maggio 2014 - Negli ultimi 10 anni, le amministrazioni comunali hanno ereditato diversi casi giudiziari importanti dalle precedenti amministrazioni Arman, quali i ricorsi per gli espropri effettuati in via dell'Emigrante, P.I.P. di Soligo e Col San Martino.
Ma negli ultimi 5 anni il Comune ha anche querelato alcuni suoi cittadini per aver pubblicato sulla stampa o web notizie scomode, ed ha subìto altri ricorsi da parte di cittadini e impiegati comunali.
Emblematica la storia del vigile assunto a tempo indeterminato, che a seguito di licenziamento decise di adire le vie legali citando il Comune. La Giunta attuale decise di resistere in giudizio, stanziando 6.292 euro per le spese legali che poi diventarono 10.067 euro, con il risultato che il giudice in primo grado accolse il ricorso del vigile condannando il Comune a pagare le spese legali della controparte. In questo caso la beffa è che il vigile pagò il proprio avvocato 1699 euro e vinse la causa, mentre il Comune ne pagò 10.067 e la perse!
Ad aprile, la Giunta decise di fare ricorso in appello, stanziando - indovinate quanto - altri 6.292 euro per le spese legali: speriamo che almeno questo preventivo venga rispettato e non lieviti come il precedente! Ci auguriamo inoltre che la Giunta abbia ritenuto di procedere nell'interesse dei cittadini, sicura di giungere ad una sentenza in cui il vigile sarà condannato al risarcimento di tutte le spese legali sostenute dal Comune in questi due gradi di giudizio.
Lo stesso vigile, dopo il licenziamento, fu assunto in prova, per 6 mesi, dal Comune di Villorba, al termine dei quali non gli fu rinnovato il contratto. Il vigile fece ricorso, ed il Comune di Villorba decise di conciliare pagando 3000 euro di indennizzo, con la seguente motivazione: "Il danno economico per il Comune in caso di condanna al reintegro dell’agente sarebbe stato molto elevato, e anche in caso di vittoria è più che probabile che l’ex dipendente avrebbe proposto appello. Inoltre tenere in piedi un contenzioso ha un costo amministrativo per l’ente, trattandosi di materia di lavoro non è scontato il riconoscimento della refusione delle spese legali. E queste in caso di secondo grado di giudizio coprirebbero comunque la proposta di conciliazione".
Forse a Villorba gli amministratori sono più lungimiranti?
Crediamo che i soldi pubblici debbano essere gestiti in modo diverso, cosi come crediamo che ci debba sempre essere una concertazione fra amministrazione e cittadini. Riferendoci ai casi degli espropri, crediamo che le giunte Citron e Nardi/Casagrande avessero il DOVERE di cercare una trattativa con gli espropriati per ottenere un accordo più favorevole rispetto a quanto prospettato dalle sentenze. Cercando di resistere in giudizio, il Comune ha speso, solo in questi ultimi 4 mesi, 26.977 euro per il PIP di Col San Martino, 12.584 euro per il PIP di Soligo e 30.362 euro per via dell'Emigrante.
Riteniamo inoltre che gli avvocati in paese non manchino, e sarebbe quindi preferibile dare lavoro ai professionisti locali piuttosto che pagare studi legali di Conegliano, Treviso, Feltre o addirittura Milano.
Movimento 5 stelle Farra di Soligo
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Per informare i cittadini che alla Camera dei Deputati continua il lavoro per convincere i tre Ministri di Agricolatura, Ambiente e Salute, a prendere conoscenza di quanto avviene nei loro ambiti ministeriali, affinché possano intervenire e rimediare a quanto sta succedendo (a loro insaputa ?), si comunica che Silvia Benedetti (Movimento 5 Stelle) lunedì 19 maggio 2014 nella seduta n. 231 "Autorizzazioni speciali per l'irrorazione aerea" ha presentato una interrogazione a risposta scritta 4-04886 (Atto della Camera).
Il fatto più eclatante che viene evidenziato è che ogni anno, dal 2008 in poi, vengono autorizzati questi due prodotti fitosanitari per l'irrorazione aerea: Aviozolfo e Aviocaffaro, sempre con la medesima motivazione di «situazioni di emergenza fitosanitaria» ed ogni anno ne viene concesso l'utilizzo per 120 giorni (emergenza fitosanitaria infinita ?).
- nella provincia di Treviso, in alcuni dei comuni del consorzio DOCG Prosecco, le case, le scuole, gli orti privati, le strade, sono confinanti con i vigneti; mentre in altri Comuni, i vigneti sono entrati di diritto, a far parte dell'Ambiente Urbano;
- da articoli di stampa, dalle testimonianze dei residenti e dell'associazione WWF AltaMarca sono molte le segnalazioni di residenti e turisti che lamentano di essere stati «trattati» come vigneti
- i cittadini non sono stati avvisati preventivamente delle irrorazioni e non sono mai stati informati del tempo di carenza di 48 ore, prima di poter accedere alla zona irrorata dall'elicottero, anche nelle zone soggette alla deriva; inoltre, nelle aree trattate non è mai stata posta adeguata e visibile segnalazione dei pericoli per la salute;
- la deriva dell'elicottero si estende oltre i limiti del vigneto in trattamento; grazie all'azione del vento le gocce più piccole vengono trasportate molto più lontano
- l'irrorazione aerea può avvenire solo con due prodotti ben determinati, mentre l'irrorazione di tutti gli altri fitosanitari (insetticidi, acaricidi, etc.) previsti dai bollettini quindicinali, avviene solamente con trattamenti da terra, facendo decadere la condizione che giustifica la deroga
- a dimostrazione che le alternative sono possibili, 9 dei 15 comuni del consorzio docg Conegliano Valdobbiadene prosecco, hanno vietato i trattamenti aerei sull'intera area comunale.
Autorizzazione speciale in deroga dei due prodotti fitosanitari irrorati: le autorizzazioni speciali annuali fanno riferimento al regolamento CE/1107/2009, e precisamente all'articolo 53 «situazioni di emergenza fitosanitaria» i due prodotti che annualmente ottengono l'autorizzazione speciale, sono:
Aviozolfo, del quale è noto l'85% (zolfo)
Aviocaffaro; del quale è noto il 20% (ossicloruro di rame)
le % sconosciute sono coformulanti segreti, che la dottoressa Maristella Rubbiani, dell'ISS – Istituto Superiore di Sanità – definisce come «spesso più pericolosi dei principi attivi». Essa inoltre dichiara che qualche volta i principi attivi vengono registrati come coformulanti, e quindi sfuggono al controllo. Il tutto rende difficile la correlazione causa effetto, in caso d'intossicazione, non potendo sapere cosa fa più male, se il principio attivo studiato o il coformulante di cui non si conosce la natura ed il pericolo;
il PAN - A.5.6.2 – Utilizzo dei prodotti fitosanitari ad azione fungicida, insetticida o acaricida – dove tra le altre indicazione, specifica che: In ogni caso è comunque escluso l'utilizzo di prodotti fitosanitari classificati tossici e molto tossici o che riportano in etichetta le seguenti frasi di rischio: da R20 a R28, R36, R37, R38, R42, R43, R40, R41, R48, R60, R61, R62, R63, R64 e R68, .......
- L'Aviocaffaro ha le seguenti frasi di rischio, che sono vietate dal Pan: R20/22 R43;
- L'Aviozolfo ha le seguenti frasi di rischio, vietate dal Pan: R22 R36/37;
frasi di rischio che sono chiaramente scritte nelle schede di sicurezza dei due fitosanitari
Risposte "scritte" richieste ai tre Ministri a parere degli interroganti le deroghe si ispirano impropriamente a tale regolamento (CE/1107/2009, art.53) in quanto non sussisterebbe tale emergenza fitosanitaria e neppure la necessità del provvedimento di autorizzazione «a causa di un pericolo che non può essere contenuto in alcun altro modo ragionevole»; come precedentemente dimostrato, infatti, nulla vieta i normali trattamenti a terra.
Vsta la mancanza delle condizioni che consentono la deroga, l'invasività delle irrorazioni aeree che mettono a rischio la salute umana e dell'ambiente, il mancato rispetto delle norme di sicurezza e di adeguati controlli, la parziale e insufficiente conoscenza dei prodotti irrorati si chiede al Ministro:
- se non ritenga di dover interrompere le autorizzazioni dei prodotti Aviozolfo e Aviocaffaro per l'irrorazione aerea;
- su quali basi e con quali criteri vengano autorizzati annualmente i prodotti Aviozolfo e Aviocaffaro;
- quali controlli siano stati fatti o si intendano fare per verificare la reale sussistenza delle condizioni che consentono le deroghe;
- se non ritenga che il continuo ricorrere alle deroghe non alteri il vero significato di emergenza fitosanitaria a cui queste deroghe impropriamente si ispirano;
- quali azioni intenda promuovere affinché nei territori avvengano tutti i controlli necessari a garanzia del rispetto della normativa vigente e dell'attivazione di tutte le misure previste per la gestione dei rischi, a salvaguardia della salute umana e dell'ambiente. (4-04886)
Documento originale della Camera.
Vice presidente WWF AltaMarca
Gilberto Carlotto
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Nasce ufficialmente questa sera, mercoledì 11 giugno, alle 20.30, con il consiglio comunale di insediamento e giuramento nell'auditorium Santo Stefano, il secondo mandato amministrativo di Giuseppe Nardi (nella foto a sinistra). E il riconfermato sindaco di Farra di Soligo se la dovrà subito vedere con la nuova opposizione, caratterizzata dal debutto consiliare nel Quartier del Piave del Movimento 5 Stelle.
Proprio i grillini, per l'occasione, hanno annunciato la videoripresa con una webcam e la conseguente trasmissione della prima seduta su internet, sia su youtube.com, sia in streaming. Un'occasione, sottolinea la capogruppo Marina Vercelloni (nella foto sotto), per dare la possibilità ai cittadini che non possono muoversi da casa di poter seguire il loro consiglio comunale, "facendo così conoscere come funziona, ma soprattutto per far sapere cosa viene deciso in aula e cosa cambierà nella propria cittadina".
Peccato, però, che il Comune di Farra di Soligo non sia attualmente dotato di uno specifico regolamento in materia di audio e video registrazione delle sedute consiliari, come, peraltro, il sindaco Nardi ebbe già modo di evidenziare alle minoranze nel corso della precedente amministrazione. "Le registrazioni non sono autorizzate, il Movimento 5 Stelle si dovrà adeguare al regolamento", osserva il primo cittadino solighese.
Lo stesso segretario comunale ha dovuto respingere la richiesta formale dei grillini, ribadendo il concetto: con riferimento alla riservatezza dei soggetti presenti o oggetto del dibattito, il consiglio comunale di Farra di Soligo non è ancora dotato degli strumenti normativi per le riprese televisive e la loro diffusione.
Tesi respinta dai grillini che, in tutta Italia, hanno lanciato la cosiddetta operazione "Fiato sul collo", proprio per riprendere e pubblicare le immagini dei consigli comunali. "Il Movimento 5 Stelle di Farra di Soligo farà valere i suoi diritti", chiosa il responsabile elettorale Victor Cavaliere. "Il consiglio comunale deve essere e rimanere pubblico. Tutte le giunte sono funzionari pubblici e quindi non esiste privacy in sede istituzionale".
Fonte: Qdpnews
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Prefazione di Gianni Girotto - Cittadino portavoce al Senato
Continuiamo a parlare di Energia, ed in particolare di Petrolio, con un altro libro che aggiungo alla mia sezione "Indispensabili". Già vi ho inserito il libro "Trivelle d'italia" nel quale viene descritto come il nostro Belpaese sia meta agognata delle industrie del settore grazie alla bassissima tassazione applicata alle industrie del settore, nonostante i pesantissimi danni ambientali e sanitari derivanti, che pertanto ripaghiamo noi tutti tramite le fiscalità generale, le operazioni di bonifica (che in realtà devono ancora iniziare) e i tragici costi sanitari.
Con il presente libro "Petrolio e Politica", risaliamo decisamente più a monte, alle origini di questa situazione, e cioè alle scelte dettata dalla politica degli ultimi 40 anni e più.
E' infatti la politica, con la "p" volutamente minuscola, che ha consentito questo stato di cose, che si è accorta cioè, mezzo secolo fa, di quale afflusso finanziario si poteva ricavare dall'intrallazzo, sì ribadisco "intrallazzo", con le società petrolifere.
Ecco allora nascere, svilupparsi e fiorire tutto un mercato di compravendita di favori, vuoi sotto forma di leggi compiacenti, di proroghe, di regimi fiscali agevolati, di "neutralizzazione" di indagini compromettenti, di riforme giudiziarie, di non voto da parte del Parlamento per portare i politici accusati davanti al tribunale, insomma di tutto ciò che poteva fornire "mazzette" di denaro da una parte per la politica, e agevolazioni per le industrie del settore dall'altra.
Il libro è molto lungo, molto dettagliato, ma la sostanza è questa che vi ho appena descritto, esposta nel riassunto che inserisco immediatamente qui di seguito. Ci vuole un'oretta per leggerlo, ma è tempo speso bene... Buona lettura.
Petrolio e Politica - Riassunto a cura di Loris Donazzon
Il padre di tutti gli scandali raccontato dal magistrato che lo scoprì.
Mario Almerighi – Editori Riuniti – 2006
1- In seguito alla guerra del Kippur nel 1973 inizia un periodo di austerity petrolifera. In base ad alcune leggi del periodo fascista l’industria petrolifera e chimica possono essere sottoposte ad interventi da parte del Ministero dell’Industria: in particolare si possono sanzionare penalmente i titolari dei depositi che non mantengono scorte. A fine 1973 fioccano alcune denunce nel genovese per mancate forniture ad istituti sanitari e si scopre che il petroliere R. Garrone ha venduto una scorta di gasolio in Francia.
2- I mass-media italiani esaltano la “responsabile rassegnazione” degli italiani costretti ad affrontare l’inverno al freddo; ma l’Unità rivela invece uno scandalo sulle forniture da parte delle grandi aziende.
3- I petrolieri sostengono di non avere gasolio e il governo si prepara a disporre controlli. Da intercettazioni ambientali emergono però esportazioni di combustibile da parte delle aziende nazionali, che invece hanno i depositi pieni.
4- Si vedono petroliere nei pressi del porto di Genova. Comincia a montare lo scandalo.
5- La politica chiede ai petrolieri di rispettare gli obblighi di fornitura per i fabbisogni nazionali ma senza applicare sanzioni agli inadempienti. Emerge una lista di regali natalizi consegnati dai Garrone a personaggi influenti. Intanto i prezzi del combustibile salgono, a spese di famiglie ed imprese.
6-I petrolieri italiano continuano a vendere all’estero declinando le richieste interne. Dalle intercettazioni emergono evidenti manovre speculative che potranno dar luogo alla Procura la formulazione dell’accusa di aggiotaggio.
7- Ad inizio 1974 si attuano le prime perquisizioni presso l’azienda di Garrone. Emergono documenti che attestano ingenti trasferimenti di combustibile. Si ha la sensazione che anche i signori del petrolio possono essere accusati.
8-Garrone e soci, tramite i loro legali, cercano appoggi presso alcuni funzionari del Ministero della Giustizia e politici compiacenti. Si accampa come scusa la non competenza territoriale per cercar di togliere le indagini ad Alberighi, che riceve però anche molta solidarietà.
9-Altre intercettazioni ambientali rivelano le censure messe in atto dai redattori di testate genovesi per sminuire la portata dello scandalo, mentre altri giornali, sia italiani che stranieri, iniziano a prevedere un grande scandalo. L’opinione pubblica sembra parteggiare per Almerighi, ora che emergeva come i petrolieri trattenessero molto greggio nei depositi in attesa di rialzi dei prezzi, anziché distribuirlo ai richiedenti.
1. a)Un docente di liceo riassume questi primi 9 capitoli ai suoi studenti, che poi fanno domande, alle quali il professore risponde. Emerge lo sdegno per l’arroganza e l’avidità dei petrolieri, convinti di poter dirigere il sistema a loro piacimento, grazie ai loro appoggi. Al tempo l’indagine è stata condotta da un pretore, figura giuridica non più esistente perché ritenuta dalla politica troppo indipendente e la cui soppressione ha provocato un forte distacco tra amministrazioni di giustizia e territorio. La disinformazione diffusa dai mass-media asserviti al potere economico non ha permesso all’opinione pubblica di poter impedire questa decisione.
10-In Pretura si percepisce la grandezza dello scandalo. Da documenti sequestrati alla ditta di Garrone emergono pagamenti ed inadempienze da parte delle imprese coinvolte nello scandalo.
11- Da altri documenti sequestratiemergono disegni di legge in favore alle attività dei petrolieri. Gli elementi emergenti fanno ipotizzare una serie di reati concatenati in modo tale da svelare un fitto intreccio di accordi nascosti fra politica e imprese. Tutto ciò inquieta il pretore Almerighi, che si fida però dei suoi colleghi, collaboratori e dell’allora Presidente della Camera, S. Pertini.
12-Servono altre prove; si lavora anche di notte per predisporre le autorizzazioni a nuove perquisizioni, stavolta a Roma; servono massima discrezione ed un appoggio logistico, che viene trovato.
13-Le perquisizioni a Roma fruttano il ritrovamento di importanti documenti, il cui valore viene taciuto alla stampa. Il procuratore a Roma sostiene l’indagine.
14-Un articolo dell’Espresso racconta come gli imprenditori del settore finanziano i politici.Lo stesso giornale descrive anche il ruolo di un personaggio chiave dell’industria petrolifera italiana, il cav. V. Cazzaniga (pres. UPI), e quello dell’ENI, di garante fra petrolieri e governo per quanto concerne i prezzi del greggio. Un altro pezzo pone l’accento sulla corruzione dilagante nelle varie sfere del potere costituito: politica, economia, burocrazia; Pertini, Presidente della Camera, si augura che lo Stato isoli al suo interno i disonesti. I partiti manifestano imbarazzo.
15-Si rafforza il personale che segue l’indagine. Almerighi però prima rischia il sequestro della documentazione oggetto d’indagine e poi viene convocato a Roma per accertamenti procedurali. Riceve anche una visita casalinga dai vigili urbani perché c’è chi teme che la sua sola presenza costituisca pericolo per gli inquilini del suo palazzo. Si rafforzano le misure di sicurezza per i documenti.
16-Emergono prove di un coinvolgimento dell’ENEL nel sistema delle tangenti.
17-Il cav. Vincenzo Cazzaniga ottine un prestito bancario col quale paga una grossa tangente all’ENEL. Buona parte della somma sarebbe sarebbe finita nelle casse dei partiti di governo, che dovevano affrontare anticipatamente una campagna elettorale. Sono coinvolti la banca Italcasse, l’AGIP e l’UPI. Le compagnie petrolifere avrebbero dovuto rimborsare quote della somma totale (1 mld. di lire) in proporzione al combustibile venduto negli ultimi 3 mesi del 1971 e nei primi 3 del 1972. Nell’operazione sono state emesse fatture false gestite da prestanomi. L’ENEL dal canto suo ottenne dai politici un rialzo del prezzo di vendita del combustibile a vantaggio dei petrolieri, ai quali sarebbe stato concesso di ingrandire o costruire altre centrali termoelettriche.
18-Le lettere dell’UPI confermano tutto: concessioni, ritocchi sui prezzi di combustibile più raffinato, campagna stampa pro centrali. Si elude, con apposita legge autorizzativa per nuovi impianti di raffinazione, la normativa anti inquinamento ad uso degli enti locali.L’opinione pubblica percepisce la situazione.
1. b) Riprende il dibattito al liceo fra studenti ed insegnante. Qui si cambiano le norme su ambiente, salute e sicurezza pur di far realizzare nuovi impianti, mentre all’estero si verifica prima se ce n’è effettivo bisogno. Risultato: in Italia si raffina (e si inquina) anche per gli altri, usando risorse preziose che vengono sottratte all’agricoltura, in primis le falde acquifere, che non vengono tutelate. All’epoca dei fatti vigeva un sistema basato interamente sulla corruzione, incapace però di immaginare che un magistrato avrebbe potuto sconvolgerlo. Si è cercato quindi di fargli togliere il caso: ma la legge e la gran parte dei magistrati lavora nell’interesse del popolo. E’ il popolo però che deve vigilare su chi elegge, per non venirne sopraffatto.
19- Arrivano ulteriori segnali di solidarietà dall’opinione pubblica e di spirito di collaborazione dai colleghi. Si emette mandato di cattura per V. Cazzaniga, che però si rende latitante.
20- Almerighi e i suoi colleghi (Adriano Sansa e Carlo Brusco), tramite il Procuratore della Repubblica del Tribunale di Genova (Lucio Grisolia) incontrano l’on. Francesco Cattanei, presidente della commissione parlamentare inquirente, allo scopo di accertare le responsabilità dei politici apparentemente coinvolti nel sistema: le prospettive sembrano buone.
21-Cominciano le strumentalizzazioni verso il processo in corso. Si decide di chiedere un incontro col Presidente della Camera, Sandro Pertini, per legittimare istituzionalmente il lavoro del team. L’incontro si svolge in segreto. Pertini rimane molto turbato nel conoscere i fatti, ma promette pieno appoggio ai magistrati: posizione poi ribadita pubblicamente, al fine di far punire i responsabili senza per questo infangare anche i politici non coinvolti.
22-Non avendo grandi giacimenti di idrocarburi, l’Italia si è specializzata nella raffinazione, diventando la prima nazione al mondo per quantità. I petrolieri riuscivano, costruendo impianti più grandi di quanto dichiarato, a raffinare più greggio rispetto alle quantità ufficialmente palesate: con ciò si garantivano guadagni extra, a discapito di ambiente e salute pubblica.
23-Il petroliere R. Garrone, tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70, tenta di far ampliare i suoi impianti ma non ottiene le autorizzazioni; si offre così di pagare una tangente. Almerighi rintraccia assegni e documenti che l’aiutano a ricostruire la vicenda e ne dispone il sequestro presso la banca utilizzata per tali operazioni. I progetti di Garrone erano ostacolati anche dagli ambientalisti.
24-Emerge l’intercettazione d’un colloquio fra Garrone e personalità influenti, nella quale si combina un incontro per stabilire come superare l’avversione dell’opinione pubblica verso i nuovi impianti. Insospettito da nuove perquisizioni, Garrone abbandona parte del progetto.
25- Un’industria siciliana, la ISAB, si rende disponibile a pagare una tangente pur di realizzare una raffineria in Sicilia. Il progetto presenta vari ostacoli, per questo l’impresa si accorda col gruppo Garrone e un’altra azienda, l’IFI, al fine di versare una somma più alta ai politici locali: così la concessione arriva, disattendendo i piani regolatori locali.
26-Un gruppo di tecnici esperti però prevede un impatto ambientale devastante per la raffineria, che sarebbe sorta vicino ad altri impianti industriali inquinanti: perciò la Regione Sicilia decide di rivedere la concessione. Un assessore reg. riuscì però a far rovesciare la situazione tramite la promessa di molti posti di lavoro, poi in buona parte disattesa.
1. c) Il professore seguita nel riassumere i capitoli del libro ai suoi studenti. Qualcuno si chiede se non vi siano preconcetti da parte dei magistrati verso i petrolieri: l’insegnante pone l’attenzione sulla propaganda disinformativa da essi divulgata. Segue un breve dibattito sulle fonti alternative alle fossili, nel quale si evidenziano i limiti dell’atomo e le potenzialità delle rinnovabili, finora poco sviluppate per tutelare proprio i petrolieri. Sembra che in queste vicende non fosse coinvolta la mafia. Non si spiegano, alcuni studenti, perché alcuni avvocati volessero screditare le indagini, ipotizzando fini persecutori. Il docente spiega che c’è chi, per propri fini, vorrebbe tornare ai tempi in cui la magistratura era soggetta alla volontà della politica. L’attuale indipendenza testimonia invece il raggiungimento di un altissimo grado di civiltà, che andrebbe esportato. La magistratura è comunque dotata di organi di controllo interni, che funzionano meglio se c’è una maggiore consapevolezza da parte delle istituzioni sull’importanza dell’autonomia di questo settore.
27-La guerra del Kippur comportò la chiusura del canale di Suez. Il governo sovvenzionò i petrolieri costretti a far circumnavigare l’Africa alle petroliere. Le aziende però, grazie alle tangenti, si fanno finanziare anche i trasporti dai paesi mediterranei e addirittura riescono a far approvare una proroga fiscale, oltre alla citata condizione d’emergenza, che la politica giustifica con l’erogazione di fondi per il terremoto del Belice del 1968. I petrolieri tardano però nel versare il pattuito: per questo il governo ritira il decreto di proroga. Ma con l’intermediazione di Cazzaniga la situazione si sblocca, a danno dei contribuenti italiani.
28- L’UPI propose ed ottenne dai partiti di governo, nel 1968, la dilazione del pagamento delle imposte di fabbricazione e generale sulle entrate. Le proroghe furono ottenute mediante tangenti che però le aziende pagavano in ritardo: per questo i politici concessero proroghe brevi nel corso del 1971. L’intermediario Cazzaniga riuscì ad ottenere un prestito col quale pagò i partiti che corressero i tempi di dilazione dei decreti. Tali manovre fecero intascare, dal 1968 al 1972, 8 miliardi ai partiti di governo e ne fecero intascare 160 ai petrolieri.
29-Nel 1971 il governo riduce altre imposte ai petrolieri, scaricando le differenze di entrata sull’erario.Il solito cazzaniga sollecitò le aziende a versare le tangenti nei tempi stabiliti al fine di ottenere le proroghe fiscali richieste. Tra il 1971 e il 1972 si successero 3 governi, tutti concedenti proroghe a suon di tangenti. Il segretario di Cazzaniga, Carlo Cittadini, redisse nel 1972 un promemoria (poi utilizzato dai magistrati) per quantificare i vantaggi ottenuti dalle aziende in base al pagamento delle quote di tangenti, pagate in proporzione alle situazioni debitorie e ai vantaggi ottenuti dalle singole imprese. I versamenti venivano effettuati sempre tramite la banca Italcasse di Roma. Ma i dati delle prime tabelle vengono contestati dai petrolieri, così si rifanno i calcoli. Ci vogliono alcuni mesi ma alla fine si giunge ad un accordo.
30-Le pratiche, negli uffici delle aziende, riportano definizioni giustificative per le tangenti: oneri, defiscalizzazioni… Si riporta un episodio singolare sull’azienda Garrone, che nel 1972 chiede un rimborso ad un suo partner commerciale perché dai calcoli risulterebbe aver pagato per far defiscalizzare una certa quantità di prodotto che in realtà era detenuto in parte da altri.
31-I politici emanavano le leggi richieste dai petrolieri solo dietro pagamento. Era addirittura una finanziaria dell’ENI (quindi pubblica), la SOFID, ad anticipare le tangenti dei petrolieri, presso un conto della Italcasse. Il funzionamento del meccanismo è stato confermato durante gli interrogatori agli amministratori coinvolti, che spesso dichiaravano d’aver creduto che quei soldi finanziassero altro (es. pubblicità).
32- Per i partiti è più facile giustificare uscite non ufficiali rispetto alle aziende. Gli amministratori italiani della Esso hanno ritoccato spesso le scritture contabili, venendo anche richiamati qualora le spese non risultassero giustificabili; l’importante però alla fine era che i conti, in qualche modo, quadrassero.
33- Fine giugno 1972: Cazzaniga deve restituire alla SOFID il prestito per le tangenti e far prorogare la defiscalizzazione vigente. Nonostante un cambio di governo il provvedimento auspicato viene approvato, però di soli 3 mesi anziché 6. Questo per opera dello stesso Cazzaniga, che voleva così costringere i petrolieri a versare i rimborsi dovuti, poiché erano in ritardo sui tempi pattuiti. Le compagnie, in particolare la Esso Italia, contestano i metodi di Cazzaniga, ma alla fine la proroga semestrale viene accordata. Cazzaniga viene ancora contestato dalla Esso: l’effetto è che la proroga già concordata non viene convertita in legge. La maggioranza alla fine, pur di non perdere il resto delle tangenti, riesce a superare le resistenze dell’opposizione e a far approvare l’intera proroga.
34-Si profilano 2 fazioni fra i petrolieri: una vorrebbe trattare direttamente coi ministri competenti, l’altra attraverso un’intermediazione Partitica. La disponibilità dei ministri fece prevalere la prima opzione, che portò risultati: un’ulteriore proroga di un anno sulla defiscalizzazione, più una sanatoria di un mese sulla copertura dei deficit contributivi. Le opposizioni danno battaglia ma le pressioni dei petrolieri (minacce sulle forniture) alla fine prevalgono. Cazzaniga viene destituito dal suo incarico all’UPI.
35-I petrolieri, sempre tramite Cazzaniga, si lamentano del mancato aumento dei prezzi finali e minacciano forniture insufficienti per il successivo inverno. Il ministro De Mita minaccia di nazionalizzare il settore: le industrie forniscono dati ridotti sulle effettive produzioni, così il governo, truffato, cede. Ma questo darà inizio all’indagine…
36-Le intercettazioni dimostrano le forniture al governo di dati falsi sulle reali quantità di combustibile nei depositi dell’azienda Garrrone. Cominciano a scarseggiare le forniture e i politici, ingannati, concedono gli aumenti… ma nel frattempo scattano le indagini.
37- L’autore si chiese se la stessa democrazia italiana sia legittimata. Dai documenti emerge insoddisfazione delle parti sui metodi di Cazzaniga; si studiano nuove strategie per il raggiungimento degli obiettivi. Le compagnie petrolifere stendono un programma vantaggioso per la loro posizione, senza l’intermediazione dell’UPI, come avvenuto finora, e dei partiti, rapportandosi cioè direttamente coi ministri competenti.
38-Impiegati e contabili delle aziende, nonché funzionari dei ministeri, durante gli interrogatori minimizzano i loro ruoli sulle vicende oggetto di inchiesta.
1. d) Il prof. Rossi prosegue nel riassunto del libro ai suoi studenti. Emerge sdegno per la compravendita di leggi: purtroppo chi detiene le fonti energetiche è rivestito di troppo potere e chi vi si oppone, come E. Mattei, o S. Allende, spesso ne fa le spese. L’ENI di Mattei cercava accordi diretti coi paesi produttori, senza ricorrere alla mediazione delle multinazionali, con le quali l’Ente si alleò solo dopo la morte del finanziere. Anche queste compagnie pagavano tangenti al governo, solo non sopportavano che qualche intermediario ci facesse la cresta. Per sfuggire ai controlli della magistratura, la politica è ricorsa ad ogni mezzo possibile che le consentisse di ostacolare i magistrati: trasferimenti, modifiche alle leggi sulle procedure, riforme giudiziarie.
39-Almerighi spedisce gli atti processuali al presidente della Camera, S. Pertini, che li invierà poi all’apposita commissione d’inchiesta, e alle procure di Genova e Roma; intanto scattano gli arresti per i collaboratori di Cazzaniga. Scoppia una crisi di governo e alcuni giornalisti paventano abusi di potere da parte della magistratura.
40- L’inchiesta viene divisa in 3 settori: corruzione relativa al fisco, tangenti ENEL, aggiotaggio. Per la vicenda ENEL figurano 42 imputati e si distinguono 5 ministri. Il processo per corruzione viene affidato alla Commissione, che però la riaffida alla giustizia ordinaria dopo mesi di inattività, di fatto favorendo la prescrizione dei reati, nonostante l’emersione di elementi che fanno allargare ulteriormente le indagini. Passano 4 anni, dopo i quali cadono anche le accuse ad alcuni dei ministri coinvolti.
41- La Esso Italia usava nomi fittizzi per indicare le persone influenti con cui trattava. Il pretore si chiede quale esempio le istituzioni diano ai giovani.
42-Intanto negli U.S.A. emergono vari episodi di corruzione attuati dalle aziende statunitensi, sia in patria che in vari altri Paesi, tra cui l’Italia. I senatori che conducono l’inchiesta, preoccupati dai buoni risultati ottenuti dal PCI alle ultime elezioni, pretendono ed ottengono chiarezza da parte della Exxon (Esso) sulle elargizioni ai politici italiani.
43- La Commissione d’indagine tenta di archiviare i procedimenti verso 4 dei 6 ministri indagati, ma i membri dell’opposizione interna insorgono, chiedendo a più riprese di mantenere aperte le istruttorie. Il dibattito si trascina per un anno e mezzo, fino alle elezioni di giugno 1975. Ad autunno riprende il dibattito, con l’emersione di nuovi capi di imputazione per i ministri che la maggioranza aveva cercato di salvare. Si punta allora all’accusa contro “funzionari ignoti”, che di fatto sancisce la definitiva archiviazione, dopo altri mesi di dibattito.
44- Il ministro Valsecchi, al processo, giustifica le proroghe trimestrali del 1973 come atti prudenziali per non influire eccessivamente sui prezzi al consumo. Il ministro Ferri minimizza la portata delle concessioni produttive fatte ai petrolieri nel corso del suo mandato. Vengono archiviate anche le posizioni dei ministri Ferrari-Aggradi e G. Boschi, firmatari delle proroghe fiscali del 1969 e 1970. L. Preti fu autore dei provvedimenti inerenti la defiscalizzazione, per la quale fu corrisposta da parte dei petrolieri la tangente del 5% proporzionata ai vantaggi economici derivati; fu anche l’autore della legge che permise di promulgare le proroghe fiscali dal 1968 al 1973. Fu comunque nel 1972 che i vari ministri concessero i maggiori vantaggi alle imprese petrolifere. Coinvolto ma alla fine prescritto anche G. Andreotti.
45-Cazzaniga sostiene di aver operato nell’interesse del settore petrolifero, trascinatore dell’economia, e smentisce alcune affermazioni del suo segretario, C. Cittadini. Il successore di Cazzaniga all’UPI, D. Albonetti, parla di accordi separati ma non illegali con politici ed esibisce un’attestazione a suo favore da parte della sua azienda, la Total Italia. A. Sala, dirigente della Esso Italia, nega le tangenti: giustifica la tabella coi nomi in codice come una misura cautelativa a protezione dei dati in oggetto d’analisi.
46- C. Cittadini è uno dei pochi a finire in carcere. Non potendo negare il suo coinvolgimento, insiste nel ribadire il suo ruolo di semplice tramite tra Cazzaniga e l’on. Micheli, nonché di funzionario nell’azienda in cui lavorava. Cittadini comunque conferma e descrive le modalità di pagamento delle tangenti. A. Pileri, funzionario AGIP, nega invece ogni coinvolgimento suo e dell’azienda, anche di fronte all’evidenza.
47- R. Garrone ammette i contributi ai partiti, giustificandoli, come contributi alla democrazia. Dice di non ricordare determinati dettagli, per lui poco importanti. Garrone risponde anche sui finanziamenti ad alcuni giornali legati alla DC, concessi per rispondere ad una cattiva campagna stampa, e nega relazioni tra questa somma e la costruzione di una nuova raffineria. G. Arcidiacono, funzionario dell’azienda Garrone, accusa Cittadini di essersi inventato impegni mai stipulati di pagamento ai partiti, descritti quasi come enti benefici; alcune intercettazioni telefoniche però lo smentiscono. Nelle memorie processuali si ricorda come gli amministratori dei partiti avessero approfittato della crisi del canale di Suez per pretendere fondi dalle aziende.
48-I giudici interrogano N. M. Bain, rappresentante Shell Italia. Bain acconsentì a finanziare i partiti, concordando un’elargizione conforme a quanto versato da altri; esclude particolari favoritismi per l’azienda. Per G. Scarito, della BP Italia, era necessario pagare per sostenere il sistema politico economico della democrazia italiana. N. Pignatelli, della Gulf Italia, sostiene che le tangenti servono anche a garantire i lavoratori. Anche altri dirigenti sostengono di aver pagato nell’interesse generale del Paese (Italia). G. Svoboda, della TWF Italia, una controllata della tedesca Gesenberg, sostiene d’aver pagato per seguire la prassi italiana: va in crisi però quando gli si dimostra che era a conoscenza delle vere ragioni dei pagamenti. Nelle memorie processuali si fa cenno alla coercizione vessatoria subita dalle aziende operanti nel nostro Paese.
49- L’on. F. Micheli si difende al processo dichiarando che quanto ha fatto è stato nell’interesse dei giornali di partito, strumento di democrazia; la difesa risulta comunque abbastanza impacciata. Ai dirigenti di PSI e PSDI non importava troppo da dove arrivassero i soldi e declinavano varie responsabilità di loro competenza. U. La Malfa del PRI ammette invece le proprie responsabilità.
50- Nel gennaio 1979 la commissione inquirente redige le proprie conclusioni. E’ stato accertato come la vicenda che ha interessato il canale di Suez abbia favorito in Italia, dal 1967 al 1973, la costituzione di un sistema di accordi fra politici e petrolieri che ha notevolmente favorito i secondi sotto l’aspetto economico, grazie a provvedimenti legislativi emanati ad hoc.L’utilizzo di codici segreti per rendicontare determinate operazioni testimonia il carattere illecito di determinate azioni politiche, che hanno arbitrariamente favorito precisi interessi a discapito del bene comune. Ci si chiede quindi se gli stessi organismi politici che stanno conducendo il processo siano effettivamente legittimati a condurlo. Si chiede pertanto di archiviare le posizioni di alcuni ministri coinvolti e di ricondurre alla giustizia ordinaria i reati stabiliti in concorso coi petrolieri. La maggioranza della commissione contesta le posizioni di coinvolgimento o di esclusione di determinati ministri, dichiara che i provvedimenti legislativi sono stati varati in conformità alle norme CEE e contesta la consistenza delle prove a carico dei suddetti ministri, sostenendo l’assenza di relazioni fra vari versamenti definiti illeciti e le attività dei ministri maggiormente accusati. Il Parlamento deliberò a loro favore e il processo tornò ai giudici di Roma.
51-Cazzaniga aveva beneficiato, nonostante la latitanza, della revoca di ogni provvedimento restrittivo durante l’operato della commissione. Ma il sostituto procuratore di Roma, E. De Nicola, gli commutò l’accusa di corruzione (già insabbiata dalla commissione) in quelle di appropriazione indebita e falso in bilancio, riuscendo così a tradurlo in carcere, dove però rimase pochissimo.
52-La giustizia U.S.A. rinunciò ad avvalersi contro Cazzaniga a causa dei tempi lunghi della giustizia italiana. Uscì un lungo articolo sul Wall Street Journal, secondo il quale le compagnie petrolifere statunitensi erogarono dei versamenti in conformità alle leggi dei governi degli Stati dove operavano. In Italia in particolare la DC aveva bisogno di molti fondi per contrastare il forte PCI. Viene illustrato come la commissione abbia stabilito che dei politici locali abbiano messo in piedi un sistema di estorsione per le imprese petrolifere, e che ora la stessa politica stia operando per insabbiare lo scandalo.
53- Sulla vicenda, il giornalista Enzo Biagi scrive al neo Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, per denunciare un sistema che manda in galera i funzionari e salva dei politici corrotti e indegni di rappresentare le Istituzioni.
54-Dai documenti sequestrati emergono quietanze di pagamento ai segretari amministrativi dei partiti ma non ai ministri… il Parlamento approva quindi l’archiviazione per questi ultimi. Sempre al Parlamento spetterebbe anche concedere l’autorizzazione a procedere nei confronti degli amministratori dei partiti, dato che sono tutti parlamentari. I giudici ordinari inviano le richieste, che in qualche modo o si arenano o vengono respinte. La maggioranza parla di fumus persecutionis, mentre la minoranza sostiene che la posizione di parlamentare non solo non esula dal commettere reati ma può invece costituire un’aggravante se le accuse vengono accertate. A presiedere la votazione c’è addirittura uno dei ministri inquisiti. Vengono respinte 2 richieste ma una viene concessa.
55-Nell’estate 1979 viene sostituito il Procuratore della Repubblica a Roma. Il processo si concentra sugli imputati che non siedono in Parlamento. Alla fine sono molti i prescritti e pochi i rinvii a giudizio. Le intercettazioni furono considerate scarsamente probanti in merito alle accuse di aggiotaggio. L’aumento dei prezzi del carburante venne imputato non all’operato delle aziende ma alla scarsità di greggio sul mercato internazionale.
56-Ci furono solo un paio di condanne, poi sospese. I tempi lunghi del processo (9 anni) e 2 amnistie hanno prodotto questo risultato. Assoluzioni per falso in bilancio perché il fatto non sussiste; lo stesso per i reati di corruzione e peculato. Nel 1985, in appello, anche i 2 condannati in 1° grado vengono assolti. Nel 1986 il tribunale di Siracusa, competente per alcuni reati inerenti alla vicenda, emette alcune condanne, poi annullate ai successivi gradi di giudizio nel 1988 e nel 1990. Garrone addirittura si candidò alle elezioni del 1992, negando ogni coinvolgimento nelle tangenti. Al solito, i potenti non sono stati toccati dalla giustizia.
57- Nel 1974 venne promulgata una nuova legge sul finanziamento ai partiti, che prevedeva una maggiore trasparenza gestionale. Si rifiutò l’idea, dettata tempo prima da don L. Sturzo, di conferire personalità giuridica ai partiti (poiché avrebbe conferito loro maggiori responsabilità di fronte alla Legge) ma anche la soluzione di addebitarne le spese alle Camere (troppi oneri procedurali); in realtà essa comportò maggiori introiti ai soggetti interessati. Neppure le successive leggi del 1981 e 1982 regolarizzarono i partiti sotto il profilo giuridico; alcuni politici in seguito cambiarono posizione ma ugualmente non si fece nulla. Passi in avanti si fanno con altre leggi nel 1993 e 1995 ma ancora non basta. Nel 1996 viene ripresa un’altra proposta del 1993 che mirava a depenalizzare il reato di finanziamento illecito ai partiti, che però si blocca e nel 1999 viene bocciata. Nel frattempo (1997) si affida la verifica dei bilanci ad un’apposita commissione bicamerale. Nel 2002 un passo avanti: la nuova legge prevederebbe scritture contabili (di fatto, un riconoscimento giuridico) sottoposte però ad apposita commissione parlamentare e con sanzioni solo pecuniarie; anche questo progetto verrà abbandonato.
58- Chiuse le indagini (1974) la politica prese contromisure. Fu smantellato il nucleo genovese di polizia tributaria. Fu limitata progressivamente la facoltà operativa dei pretori, fino a farli scomparire dall’ordinamento giuridico. In seguito, l’inchiesta Mani Pulite provocherà tali danni al sistema da provocare, da parte dello stesso, reazioni massive. Si cercherà di delegittimare i giudici, anche con l’insulto, oltre a limitarne sempre più l’operatività, in particolar modo depenalizzando il falso in bilancio, misura essenziale per garantire uno status di illegalità ed impunità.
1. e)Il prof. Rossi finisce di riassumere il libro. Gli studenti hanno l’amara impressione che le cose peggiorino, specie dopo Tangentopoli. Il docente risponde che la magistratura può solo mostrare ma non curare i mali della società: a questo dovrebbe pensare la politica, la quale riflette però la mentalità di una popolazione: ed è proprio la mentalità a dover cambiare se si vogliono migliorare le cose. La cultura è un punto di partenza, serve poi che il cittadino si attivi per esercitare il suo potere di sorveglianza sulle istituzioni, in primis col voto.
59-La vicenda rivelò il caos imperante nelle nostre istituzioni. Il PSI nel 1986 redasse un documento interno nel quale si auspicava una rigenerazione da dentro… ma ciò non avvenne. Il pericolo per la democrazia viene più che altro dalla pressione esercitata sulla stessa dal sistema economico: è lì, sulle lobbies, che bisogna vigilare.
60-Ultimo garante della legalità, Sandro Pertini. In un’intervista auspica che l’inchiesta proceda col massimo rigore anche in Parlamento; difende i magistrati e rifiuta i compromessi: predica e pratica sobrietà. I giudici possono fare ben poco se non vige la cultura della legalità.
Riassunto a Cura di Loris Donazzon, che ringrazio sentitamente.
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L'l'installazione di un nuovo traliccio di 31 mt. per il posizionamento dei ripetitori per la telefonia mobile Vodafone è il tema caldo che continua a far discutere nel comune di Cison di Valmarino e precisamente a Tovena su un terreno privato lungo via del Molino.
Dopo che sono state raccolte oltre 500 firme per fermare l'installazione delle antenne, dopo che il sindaco Cristina Pin ha risposto ad interrogazioni urgenti riguardo le antenne solo proponendo di parlarne in una serata pubblica, finalmente il 2 Dicembre ha avuto luogo l'incontro pubblico.
Il Movimento 5 Stelle continua a monitorare la vicenda sempre più contorta ed ha seguito un dibattito molto acceso tra il pubblico e l'amministrazione intervallate dalle relazioni di medici, tecnici ed avvocati.
Cristina Pin ha chiarito che "... l'antenna non la vogliamo" precisando che se ci sono alternative o soluzioni l'amministrazione è ben disposta a valutare.
Ha anche informato che dopo il suo incontro con Vodafone ha tempo una settimana per trovare siti alternativi.
Il comitato "No Antenna" precisa che ha già dei siti alternativi ed avrebbe bisogno di più tempo per fare uno studio di fattibilità.
Francesco Vettori, avvocato di un'abitante di Tovena, ha chiarito che "... l'amministrazione, se applicasse la legge urbanistica del Veneto avrebbe la facoltà di dotarsi di uno strumento volta alla localizzazione dei luoghi ed al possibile spostamento delle antenne esistenti ..." ha anche aggiunto in maniera forte che, nonostante la legittimità dell'autorizzazione, vi sono plurimi aspetti di illegittimità per le inesattezze, i vizi sostanziali e le insufficienze del progetto che azzerano l'autorizzazione per l'antenna, non essendoci diritto acquisito e che quindi basterebbe da parte del sindaco Cristina Pin un avvio di procedimento per la revoca del permesso all'installazione dell'antenna.
Il sindaco stranamente non accetta questi strumenti di tutela proposti dall'avvocato e chiude la serata verificando se è possibile attuare il piano antenne ed aspettando entro un giorno i siti alternativi da presentare a Vodafone.
A margine della serata è sembrato particolarmente singolare che un sindaco abbia dato indicazione a semplici cittadini su dove trovare i siti alternativi e non lo verifichi l'amministrazione stessa.
Sembra anche alquanto singolare che il sindaco Cristina Pin abbia espresso la netta volontà di non procedere come suggerito dall'avvocato Francesco Vettori con l'avvio di un procedimento per la revoca del permesso all'installazione dell'antenna, strada valutata dalla stessa Pin.
Il Movimento 5 Stelle sta acquisendo i documenti della vicenda per capire, valutare meglio ed informare visto che quello che è mancato in tutta questa storia è stata la poca trasparenza poca informazione e poca partecipazione.
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Quattro amministrazioni comunali della Valbelluna, capitanate dal Comune di Limana, si sono attivate per trovare insieme una soluzione sostenibile alla colonizzazione dei loro territori da parte dei viticoltori della nostra zona che, esauriti i territori coltivabili nella pedemontana trevigiana, stanno trovando interessante acquistare nuovi terreni in Valbelluna in cui piantumare nuovi vigneti.
Per studiare meglio questo fenomeno, hanno organizzato un ciclo di incontri denominata "Terra, salute e cibo" con relatori di alto profilo, che nelle prime due serate hanno affrontato i possibili effetti di un accordo di scambio commerciale fra Europa e Stati Uniti, ed il deficit normativo che ne risulterebbe, ed il tema dell'agricoltura biologica, con l'agroecologo Luca Conti che ha spiegato come sia possibile utilizzare insetti utili, batteri e tecniche agronomiche, unitamente alla fertilizzazione del terreno, per arrivare ad un'agricoltura che produca cibo sano senza provocare danni irreparabili alla salute dei coltivatori, popolazione e ambiente.
Nell'incontro di martedi, alle 20.30 presso il municipio di Limana, saranno trattati il tema delle opportunità per il territorio agricolo della Valbelluna, mentre l'oncologa Patrizia Gentilini spiegherà quali siano le implicazioni dell'uso di fitofarmaci nella monocoltura del prosecco sulla salute degli agricoltori ed abitanti.
Nei prossimi mesi sarà deliberato un regolamento che stabilirà specifiche norme di coltivazione nei territori dei quattro comuni e benefici per coloro che utilizzeranno tecniche colturali esclusivamente biologiche al fine di assicurare la massima qualità ai prodotti locali senza ricadute sanitarie, e quindi economiche, sulla società.
Ma gli amministratori dei nostri territori, coltivati da 30 anni esclusivamente a prosecco, cosa aspettano a dare un chiaro messaggio di tutela della salute pubblica, favorendo anche qui l'impiego dall'agricoltura biologica per ottenere finalmente un'agricoltura sana e di qualità?
Links:
Registrazione audio/mp3 dell'incontro del 31/01/2015, in cui il relatore Luca Conte spiega cos'è l'agricoltura biologica
Registrazione video/mp4 dell'incontro del 03/02/2015 con Mauro Zanini (Terra Bellunese) e Patrizia Gentilini (ISDE, Medici per l'Ambiente)
{youtube}Q7ayFo5KMzo{/youtube}
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Venerdì 12 Aprile 2013 - Miane
In occasione della “Prosecchissima” di domenica 14 aprile, il WWF AltaMarca e l’associazione Colli puri di Collalbrigo hanno esposto lungo il percorso alcuni striscioni rivolte alle istituzioni per ottenere delle risposte esplicite: non solo "Stop pesticidi" e "Prosecco Docg biologico", ma anche "LASCIATECI I BOSCHI" per bloccare la crescita incontrollata dell’espansione dei vigneti (+42% in 8 anni).
Ma la principale richiesta/augurio rivolta ai sindaci, ai cittadini e ai partecipanti alla manifestazione che respireranno a pieni polmoni e si disseteranno alle fontane è quella di fermare l'uso dei pesticidi tossico-nocivi nella monocoltura del prosecco, per portare “TUTTA LA DOCG PROSECCO AL BIOLOGICO” ed “INVERTIRE IL TREND DELLA CRESCITA DEI TUMORI NELLA ULSS 7" (+5.5% annuale negli ultimi sei anni).
Significativa la scritta esposta nella scuola materna di Miane, luogo pubblico significativo, dove si chiede "TUTTA LA DOCG PROSECCO AL BIOLOGICO, PER INVERTIRE IL TREND DI CRESCITA DEI TUMORI".
(Fonte: WWF AltaMarca).
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Sperando di fare cosa gradita vi aggiorno sulla posizione ufficiale M5S, il deputato Michele Dell'Orco presenta una proposta di legge NAZIONALE : NO alle aperture spinte domenicali e festivi.
Articolo di giornale Modena
Mercoledì 10 aprile a Modena i gruppi "domenica no grazie veneto" , e C.a.l.s si sono riuniti per stendere una proposta di legge nazionale per regolamentare le aperture domenicali e festive. La convocazione è stata voluta dal deputato Michele Dell'Orco M5S, il quale pochi giorni fa ha presentato un'interrogazione parlamentare proprio su questo tema.
( Alcuni gruppi regionali "Domenica No Grazie" non potendo essere presenti hanno fatto pervenire i loro suggerimenti).
Presenti alla discussione anche i rappresentanti locali CNA, Lapam e Confesercenti.
MoVimento 5 Stelle è la prima forza politica che si fa carico delle problematiche PMI e negozi rionali. Sono stata veramente felice e orgogliosa di poter fare parte di un tavolo di lavoro per la stesura di una legge popolare, MoVimento a chiesto a noi, persone "normali" e non alle associazioni di categoria di elaborare un progetto! La rete, il gruppo, la partecipazione e trasparenza sono la ns forza... avanti tutta !!
Grazie a tutti.
Tiziana D'Andrea, del movimento " Domenica no grazie Veneto" - che ha creato Beppe Calvi
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Pesticidi e sbancamenti di colline, “Non è Prosecco”
7 giugno, mobilitazione senza precedenti contro i fitofarmaci
PIEVE DI SOLIGO – Una mobilitazione senza precedenti contro i pesticidi. Incontri, proposte, provocazioni: da Tarzo a Pieve di Soligo, fioccano le iniziative. Data da segnare in rosso sul calendario: venerdì 7 giugno, incontro a Pieve tra i principali attori in gioco. Ambientalisti sul palco, cittadini e agricoltori in platea. Sindaci invitati.
In principio, furono le mamme di Tarzo. Preoccupate per quell’asilo nido in località Prapian, così vicino a un vigneto puntualmente irrorato dai pesticidi. La settimana scorsa, a Resera, alcune di loro hanno organizzato una serata informativa sul tema. «Dopo qualche anno, siamo giunti a un accordo con il viticoltore nostro vicino» ha spiegato una maestra «e ora ci informa il giorno prima di effettuare i trattamenti. Parlandoci, siamo riusciti a capirci». Un’idea che è piaciuta a Benedetto De Pizzol, che quella sera era seduto tra i relatori. Da assessore all’Agricoltura a San Pietro di Feletto, nonché coordinatore dei lavori per la revisione del Regolamento di Pulizia Rurale, ha rivelato che presto potrebbe diventare un obbligo di legge, nei 15 Comuni della Docg, avvisare i vicini sui trattamenti che saranno effettuati.
Ma il fair play è durato poco, e a qualche domanda “scomoda”dalla platea, un paio di agricoltori se ne sono pure andati. Di domande scomode ne ha fatte tante, e continua a farne, Wwf Altamarca. L’ultima in ordine di tempo riguarda i recenti sbancamenti di colline una volta boschive, per far posto ai vigneti: «Come si può ingannare il consumatore spacciando per “superiore” un vino prodotto da viti piantate in un substrato inerte che serve solo da mero supporto?» scrive Luciano De Biasi. E ancora: «Sbancamenti, spostamenti di migliaia di metri cubi di terreno fertile, scavi in profondità facendo sterminio dell’humus e della biodiversità creata in millenni, riempimenti di avvallamenti, spianamenti dei rilievi, interramento dei canali di scolo delle acque meteoriche, distruzione di siepi e boschetti, piantumazione di filari che vanno spesso e volentieri a percorrere la linea di pendenza dei versanti in barba ai successivi effetti di erosione del suolo: questo scempio va fermato immediatamente».
E lancia un appello al Consorzio di Tutela: «Togliete la Docg a chi fa scempio del paesaggio». Infine, accanto agli ambientalisti ecco i grillini. A Pieve, il 7 giugno, ci sarà anche il senatore del Movimento Cinque Stelle, Gianni Girotto: promette di portare in Senato il «problema pesticidi». Quella sera, dalle 20.45 al cinema Careni, ci saranno anche gli esponenti locali del Wwf e il dottor Gustavo Mazzi, dell’associazione Medici per l’Ambiente. Proveranno a convincere i presenti che l’incidenza dei tumori nell’Ulss7 è direttamente proporzionale all’uso (abuso) dei pesticidi in agricoltura. Tutti i sindaci della Docg sono stati invitati. In platea siederanno numerosi agricoltori. Numeri alla mano, molti di loro, a febbraio, avevano votato proprio per il Movimento Cinque Stelle.
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I cittadini sono stanchi di chiudersi in casa, di non poter stendere i panni,di non poter stare in giardino o di dover lasciare l’abitazione per giorni
L’incontro si svolge dopo la ‘Lettera aperta ai sindaci’ per informare i cittadini sui rischi derivanti dal trattamento con pesticidi.
PIEVE DI SOLIGO (TV), 05.06. 2013 - Il Movimento 5 Stelle di Pieve di Soligo a seguito della “Lettera aperta ai 15 sindaci della Docg prosecco” ha organizzato una serata informativa per:
venerdì 7 giugno 2013 alle ore 20.45 al teatro Careni di Pieve di Soligo (TV).
Rivolgiamo un invito a tutta la cittadinanza ed agli stessi sindaci, che abbiamo già invitato, a partecipare alla serata dal tema “Pesticidi e tumori” dove si tratteranno problematiche importanti relative alla salute ed all'ambiente.
Questa è un'occasione per ascoltare le opinioni medici esperti, le applicazioni di leggi e normative europee recepite nelle leggi italiane, ma anche le preoccupazioni e i disagi quotidiani vissuti dai cittadini.
I cittadini sono stanchi di doversi chiudere in casa quando trattano i vigneti, anche se trattano seguendo alla lettera il “Regolamento intercomunale di polizia rurale”; i cittadini sono stanchi di non poter stendere i panni o di non poter stare con la propria famiglia in giardino; nei casi peggiori di dover andare via da casa per ore o per giorni.
La serata è ad ingresso libero ed alla fine di tutti gli interventi ci sarà spazio per le domande.
Associazioni che hanno aderito alla “Lettera aperta ai 15 sindaci della Docg prosecco”:
Associazione WWF AltaMarca, Associazione MDF, Associazione Martin Pescatore, Associazione Nazionale Anfisc-onlus, Comitato Colli Puri "Collalbrigo Respira", Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma, Associazione di Promozione Sociale "IL CARPINO"
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Anche le sanzioni non sono in linea : il DL 152/2006 prevede cifre da 2600 a 26000euro, l’ordinanza parte da un minimo di 25euro
STUPORE E RAMMARICO DEL M5S PIEVE DI SOLIGO PER APPARENTI IRREGOLARITA’ NELL’ORDINANZA “FUOCHI” N.38
Lettera aperta del M5S al Sindaco di Follina Renzo Tonin
PIEVE DI SOLIGO (TV),22.06.2013 - Il Movimento 5 Stelle Pieve di Soligo con grande stupore apprende che l’ordinanza n.38 (prot. N.6280) del comune di Follina, permette la bruciatura di scarti vegetali, quando il Decreto Legge 152/2006 e successivi "Indirizzi per la gestione degli scarti vegetali" emanati dal Direttore Generale e Dirigente Settore Ambiente e Pianificazione Territoriale della Provincia di Treviso, vietano espressamente la bruciatura all'aperto, di qualunque scarto agricolo.
Con altrettanto stupore notiamo che le sanzioni non sono in linea, per non dire irrisorie - partono da un minimo di 25euro - perché il D.L. 152/2006 prevede sanzioni da un minimo di 2.600 € al massimo di 26.000 €.
Anche la delibera n.57 del 11.11.2004 approvata dal Consiglio Regionale conferma che tra le misure di carattere programmatico nella lotta all’inquinamento atmosferico, in particolare da polveri sottili (PM10), c’è il divieto di combustione all’aperto dei residui agricoli.
Vista la grande attenzione per la salute e l’ambiente per migliorare la qualità della vita e dell’aria che tutti respiriamo, è con rammarico vedere che nessuno si sia accorto dell’irregolarità di questa ordinanza n.38. Se tutto ciò corrisponde al vero siamo convinti che il senso di responsabilità ed il rispetto della legge porterà entro breve a mettere in regola la suddetta ordinanza dal Sindaco e da tutta la giunta di Follina.
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Reclusi in casa, nella zona del vino Prosecco Superiore DOCG
Il vino fa buon sangue. Anche i pesticidi?
Vivo ai piedi delle colline della pedemontana trevigiana, una zona tanto incantevole quanto invivibile, nel periodo da maggio ad agosto in cui vengono fatti i trattamenti fitosanitari.
E' un territorio in cui da sempre esistevano le vigne in collina coltivate a Prosecco, ed i campi in pianura coltivati a mais. Ora, da quasi 10 anni, con l'estensione della zona DOC a tutta la pianura, hanno piantato vigneti ovunque, anche in zone molto umide dove la lotta alla peronospora impone pesanti trattamenti con pesticidi spesso tossici e molto tossici.
Parlando con altre persone della zona scopro che sono in molti ad avere mal di gola, irritazione cutanee, tachicardia e asma. Guardo avanti pensando a quale sarà il nostro futuro, dopo aver perso nell'ultimo anno mia madre, mia suocera e la mia prozia, tutte a causa del cancro: casualità? L'azienda sanitaria della zona, l'ULSS 7, riscontra negli ultimi 3 anni un aumento preoccupante dei malati oncologici, da un malato ogni 22 abitanti nel 2009, ad un malato ogni 18.5 abitanti nel 2012; eppure questo è un territorio composto da piccoli paesi, poco industrializzati e con un moderato traffico di autoveicoli.
Preoccupato, cerco su PubMed le pubblicazioni medico-scientifiche sui pestici, constatando che ci sono più di 6000 studi in cui viene stabilita la correlazione fra pestici e cancro, e non solo: i pesticidi sono spesso i responsabili di disfunzioni ormonali specie alla tiroide, sviluppo puberale precoce, diminuzione della fertilità maschile, aumento abortività e gravidanza extrauterina, disturbi autoimmuni, deficit cognitivi, iperattività, patologie neurodegenerative. In Francia il morbo di Parkinson è riconosciuto come malattia professionale per gli agricoltori.
Al mattino apro le finestre della camera osservando il sole che risplende sulle colline, ma scorgendo anche agricoltori già impegnati nell' irrorazione delle vigne, in tuta bianca con mascherina a doppio filtro combinato per proteggersi dall'inalazione di polveri e vapori. A quel punto richiudo le finestre sperando di poter arieggiare la camera il giorno successivo. Ma il giorno successivo un rumore annuncia l'arrivo dell'elicottero, pronto a spargere i prodotti fitosanitari direttamente dal cielo.
Nelle schede tecniche dei prodotti fitosanitari viene spesso raccomandato di non entrare nel vigneto nelle 48 ore successive all'irrorazione, ma ogni angolo verde qui è stato trasformato in vigneto, cosicché le case, scuole e gli asili si trovano in mezzo ai vigneti! Quindi, secondo le prescrizioni dei fitofarmaci, nel periodo delle irrorazioni tutti gli abitanti qui, soprattutto mamme e bambini, dovrebbero indossare la tuta bianca con mascherina a doppio filtro.
E' questa la vita che abbiamo sognato per noi e per i nostri figli? Oppure dovremmo ignorare il problema consapevoli che prima o poi vivremo l'esperienza del tumore?
Paolo Subiaco
Farra di Soligo, Treviso
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- Liberazione, quotidiano di Rifondazione Comunista
- QDP News, quotidiano online del Quartier del Piave
- L'antivirus, webmagazine di Fontanafredda (PN)
- L'Azione, settimanale della Diocesi di Vittorio Veneto (TV)
- WineTaste, webmagazine
- Il Cambiamento, webmagazine
- L'Opinione
- Piemonte Oggi
- Portici News
- Ruralpini
- Blog Pesticidi No Grazie
- Scienza verde
Versione breve (2013-07-24)
Reclusi in casa, nella zona del vino Prosecco Superiore DOCG
Il vino fa buon sangue, i pesticidi NO!
Vivo ai piedi delle colline della pedemontana trevigiana, dove si produce il vino Prosecco Superiore DOCG; una zona tanto incantevole quanto invivibile, nel periodo da maggio ad agosto in cui vengono fatti i trattamenti fitosanitari spesso utilizzando prodotti chimici classificati come tossici, molto tossici e nocivi.
Gli effetti evidenti e cronici, in questo periodo, sono mal di gola, irritazioni cutanee, tachicardia e asma, ma gli effetti a lungo termine sono molto più preoccupanti. Dopo aver perso nell'ultimo anno mia madre, mia suocera e la mia prozia, tutte a causa del cancro, guardando i dati dell'ASL locale scopro che negli ultimi 3 anni si è verificato un aumento preoccupante dei malati oncologici, da un malato ogni 22 abitanti nel 2009, ad un malato ogni 18.5 abitanti nel 2012: prendi un gruppo di 19 persone, una di queste ha un tumore maligno. Eppure questo è un territorio composto da piccoli paesi, poco industrializzati e con un moderato traffico di autoveicoli.
La correlazione fra pesticidi e tumori è confermata da oltre 6000 studi medico-scientifici, consultabili attraverso il portale PubMed. Ma i pesticidi sono spesso responsabili di altre patologie: disfunzioni ormonali, sviluppo puberale precoce, diminuzione della fertilità maschile, aumento abortività, disturbi autoimmuni, iperattività, patologie neurodegenerative. In Francia il morbo di Parkinson è riconosciuto come malattia professionale per gli agricoltori.
Nella mia zona le case e scuole sono circondate dai vigneti, ed ogni giorno vedi agricoltori intenti ad irrorare i vigneti vestiti in tuta bianca e casco a doppio filtro, in perfetto stile guerra chimica-batteriologica. Ogni settimana ti svegli al mattino al rumore dell'elicottero che, in violazione alle normative europee, si appresta a distribuire sostanze ignote anche dal cielo. Dopo mezz'ora di permanenza in giardino oppure all'aperto senti proprio lo stimolo a rientrare in casa per evitare l'odore pungente di pesticidi.
E' questa la vita che abbiamo sognato per noi e per i nostri figli? Oppure dovremmo ignorare il problema, sperando in futuro di non vivere l'esperienza del cancro?
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- Il sole 24 ore
- OggiTreviso
- Il Manifesto
- Antipodi news (video su Youtube)
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Esposto presentato alla Prefettura di Treviso per la verifica di eventuali inadempienze dei Sindaci della DOCG nei confronti della tutela della salute pubblica
Pieve di Soligo, 07/07/2013
Alla cortese attenzione:
Prefetto provincia di Treviso, Aldo Adinolfi
pc: Assessore Regionale Ambiente, Maurizio Conte
Assessore Regionale Agricoltura, Franco Manzato
Ai Sindaci dei 15 Comuni DOCG prosecco, Conegliano - Valdobbiadene
Il MOVIMENTO 5 STELLE di Pieve e Farra di Soligo presenta il seguente ESPOSTO contro i Sindaci dei 15 Comuni della DOCG prosecco, Conegliano - Valdobbiadene, per la mancata applicazione nei rispettivi territori comunali delle seguenti leggi Comunitarie e Nazionali:
1. il D.Lgs 152/2006, che detta norme in materia ambientale
2. Il D.Lgs. 16.1.2008, n° 4 che ha modificato il D.Lgs 152/2006, dove all'art.3-ter introduce nella legislazione italiana, il concetto del "Principio di Precauzione"
3. Il D.Lgs 150/2012 di attuazione della direttiva 2009/128/CE e del regolamento CE/2009/1107
4. L'art.32 della Costituzione Italiana: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività
5. altri articoli della Costituzione Italiana, con informazioni incluse nei file allegati.
Sottopone inoltre all'attenzione del Sig.Prefetto, Aldo Adinolfi, due delle sentenze che confermano l'applicazione del principio di precauzione:
a. Un primo chiarimento è dato da una sentenza della Corte europea: (Trib. CE, Seconda Sezione ampliata, 26 novembre 2002, T-74/00 Artegodan), dove si legge che:
“il principio di precauzione è il principio generale del diritto comunitario che fa obbligo alle autorità competenti di adottare provvedimenti appropriati al fine di prevenire taluni rischi potenziali per la sanità pubblica, per la sicurezza e per l’ambiente, facendo prevalere le esigenze connesse alla protezione di tali interessi sugli interessi economici”.
b. Sentenza del Consiglio di Stato n.01281/2013, che afferma:
“L’applicazione del principio di precauzione postula l’esistenza di un rischio potenziale per la salute e per l’ambiente, ma non richiede l’esistenza di evidenze scientifiche consolidate sulla correlazione tra la causa, oggetto di divieto o limitazione, e gli effetti negativi che ci si prefigge di eliminare o ridurre”.
Perché il M5S si rivolge al Sig.Prefetto, Aldo Adinolfi
La monocoltura intensiva della vite si sta diffondendo progressivamente sulle colline e nelle pianure, ormai è a diretto contatto con strade, case, ospedali, scuole ed asili.
La coltivazione dei vigneti si avvale massicciamente di Prodotti Fitosanitari, esclusivamente di origine chimica, con classifica di tossicità molto pericolosa per uomini ed animali come tossici, molto tossici, nocivi ed irritanti. Le classi di nocività sono riferite alla molecola attiva del composto chimico, ma vanno ricordati anche i COFORMULANTI SEGRETI, non citati nelle descrizioni dei componenti, ma a volte assai più pericolosi, come si evince dallo studio della Dott.sa Maristella Rubbiani, dell'Istituto Superiore di Sanità.
Durante il periodo dei trattamenti intensivi, da maggio ad agosto, la deriva dei prodotti irrorati sui vigneti, obbliga gli abitanti a chiudersi in casa, a non poter usufruire dei propri spazi all'aperto, per i giochi dei bambini e per la coltivazione degli orti e dei giardini. Anche la biancheria stesa ad asciugare nei cortili o sui terrazzi viene regolarmente irrorata dalla deriva chimica.
Respirare le derive chimiche dei Prodotti Fitosanitari e nutrirsi dei prodotti agricoli contaminati da queste derive tossiche, postula l’esistenza di un rischio potenziale per la salute e per l’ambiente.
Ormai sono diversi anni che i nuovi ammalati di neoplasie maligne sono in continua crescita.
Questo fatto è riscontrabile dai pochi dati forniti dall'ULSS7 sulla concessione delle esenzioni ticket riferite al codice E-048. A questo riguardo il M5S allega il prospetto riassuntivo dall'anno 2007 al 2012 e la proiezione di questi dati nei prossimi 20 anni, sino all'anno 2032.
Ormai ci sono almeno 6090 studi medici di importanti università mondiali (rif. ISDE medici per l'ambiente) che attestano la forte pericolosità dei prodotti fitosanitari usati in agricoltura, sulla salute umana e degli animali e sulla biodiversità ambientale.
Ultima considerazione sul "Regolamento di Polizia Rurale", decantato come la soluzione a tutti i problemi ambientali e di salute dei cittadini, invece rivelatosi completamente inapplicabile ed inaffidabile, per totale mancanza di controlli dei singoli comuni che l'hanno approvato.
Richieste del M5S al Sig.Prefetto, Aldo Adinolfi
Alla luce di quanto esposto, per risanare questa devastante situazione sanitaria, ambientale e civica che stiamo vivendo nell'area dei 15 Comuni della DOCG prosecco, si richiede l'intervento del Sig.Prefetto sui Sindaci dei 15 Comuni della DOCG prosecco Conegliano - Valdobbiadene, affinché questi non abbiano più remore, titubanze ed indugi per:
A. far rispettare tutte le leggi italiane e comunitarie nei loro territori di competenza
B. applicare pienamente il principio di precauzione nei loro territori di competenza
C. svolgere le attività d'informazione alla cittadinanza, previste da queste leggi
D. tutelare la salute delle persone e la biodiversità ambientale, art.32 Costituzione Italiana
E. intervenire decisamente sull'ULSS7, per invertire il trend di crescita delle neoplasie maligne
F. intervenire decisamente per risolvere il contenzioso creato, e tutt'ora irrisolto tra chi irrora le proprietà altrui e gli abitanti con i loro famigliari che subiscono le irrorazioni
Il M5S segnala inoltre al Sig.Prefetto, Aldo Adinolfi, che i Sindaci dei 15 Comuni della DOCG prosecco Conegliano - Valdobbiadene, sono stati informati di questa iniziativa e precedentemente hanno ricevuto una lettera protocollata, nella quale erano esposti in modo più dettagliato i riferimenti alle leggi inapplicate nei territori di loro competenza.
I Sindaci dei 15 Comuni della DOCG prosecco Conegliano - Valdobbiadene, sono stati altresì invitati ad una serata pubblica al teatro Careni di Pieve di Soligo, svolta il 7 giugno 2013, alla quale, purtroppo nessuno di loro è intervenuto, neanche delegando un sostituto.
Il M5S è a disposizione del Sig.Prefetto, Aldo Adinolfi, per ogni chiarimento che ritenesse opportuno e necessario, a complemento di questo esposto.
Il M5S chiede che a termine di legge, entro 30 giorni dal ricevimento della presente, ci sia una risposta adeguata per far rientrare nella legalità i Sindaci dei 15 Comuni della DOCG prosecco Conegliano - Valdobbiadene e che ne sia data copia scritta al M5S
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Il Movimento5Stelle presenta una lista civica anche a Farra di Soligo, l'appuntamento ufficiale è mercoledì 9 aprile presso l’ex biblioteca in via Cal Nova, 6 ore 21.00. “Siamo consapevoli che i nostri sforzi possono aver deluso gli amanti dei numeri, ma consideriamo un enorme risultato l'aver costituito la lista nel nostro comune.” Ha detto Marina Vercelloni, candidata Sindaco per Farra di Soligo.
“Anche qui paghiamo lo scotto di una informazione che non ha esaltato, al contrario di quanto fatto con altre formazioni politiche, gli eventi e le riunioni che in zona si sono susseguiti da novembre ad oggi in molti paesi, compresi Pieve di Soligo, Sernaglia, Follina. A questi eventi la popolazione non è mai mancata, e comprendiamo se all’interessamento e al sostegno dimostratoci calorosamente non segue un coinvolgimento totale. Anche quando intuiamo che nel nostro tessuto socioeconomico, ristretto e condizionato dai rapporti tra gli abitanti, il mettersi in gioco mostrando la faccia viene visto come un rischio” continua Vercelloni “nonostante tutto sono in tanti i cittadini sui quali possiamo oramai contare, e in tutti i comuni. Quando, dopo le prossime consultazioni elettorali, il Movimento5Stelle risulterà presente a Farra, come a Vittorio Veneto e Colle Umberto.”
“Votando per noi, voterai per te stesso e contribuirai a rendere Farra di Soligo un Comune più trasparente e attento alle esigenze di ciascun cittadino, un Comune nemico delle spese superflue con una operazione di “spending review” in grado di recuperare risorse da destinare alle persone più disagiate. Conclude Vercelloni “Scegliendo il M5S sceglierai lo sviluppo di un’agricoltura e di una mobilità di nuova concezione. Il traguardo per la nostra amministrazione sarà il benessere del cittadino e dell’ambiente che lo circonda. Al motto “Rifiuti zero” unito alla valorizzazione del turismo con il recupero degli splendidi percorsi naturalistici ci daranno gli stimoli giusti per impegnarci senza sosta. Votare il movimento 5 stelle equivale a darsi una nuova opportunità, forse unica nella vita di una persona, quella di partecipare e tornare a sentirsi parte di una comunità.”
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Alessandro Sartor : “Il comune registrerà un risparmio in bolletta, le imprese artigiane locali avranno più lavoro, gli edifici pubblici avranno un ambiente più sano, saranno ridotte le emissioni di anidride carbonica a vantaggio dell'ambiente. Nessuno ci perde, perché non farlo?”
M5S FARRA DI SOLIGO : RISPARMIO ENERGETICO: OPPORTUNITÀ ECONOMICA O STERILE PROPAGANDA?
Ecco le proposte del Movimento 5 Stelle di Farra di Soligo
FARRA DI SOLIGO (TV), 22.05.2024 - Elezioni significa anche occasione di confronto su temi strategici come quello del risparmio energetico.
Le ultime amministrazioni non hanno dimostrato una sufficiente attenzione al problema e lo dimostra il fatto che, nonostante i tanto sbandierati interventi di risparmio energetico, la spesa per l'energia termica è salita al ritmo del 10% annuo (rif.: determinazioni del Comune di Farra di Soligo 1025/11 e 1055/12). Una gestione della spesa di questo tipo può solo fare gli interessi dei fornitori di energia (Ascopiave in primis), non certo della cittadinanza.
Il Movimento 5 Stelle di Farra di Soligo individua invece nel risparmio energetico un pilastro della azione amministrativa, che in breve tempo può svilupparsi fino a generare un circolo virtuoso. La ricetta del M5S prevede di effettuare inizialmente una diagnosi energetica del patrimonio edilizio comunale, finalizzata all'individuazione delle criticità e delle possibili soluzioni. Successivamente saranno effettuati gli interventi di riqualificazione energetica necessari, sfruttando gli incentivi del "Conto Termico" (D.Lgs. 28/2011), che prevedono la copertura del 50% circa delle spese sostenute, opportunità che gli attuali amministratori hanno del tutto ignorato.
"Questi interventi” spiega il candidato consigliere Alessandro Sartor “avranno una ricaduta positiva su tutta la collettività: il comune registrerà un risparmio in bolletta, le imprese artigiane locali avranno più lavoro, gli edifici pubblici - ad esempio le scuole - avranno un ambiente più sano e confortevole, saranno inoltre ridotte le locali emissioni di anidride carbonica a vantaggio dell'ambiente. Nessuno ci perde, perché non farlo?".
Le proposte non finiscono qui: intenzione della lista M5S di Farra di Soligo è anche quella di istituire uno "sportello energia", dove supportare i privati e le aziende che volessero riqualificare il proprio immobile ed orientarli in un complesso sistema di detrazioni, finanziamenti, norme, ecc., che spesso intimoriscono i beneficiari e li portano a rinunciare alle migliori opportunità.
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Questo rappresenta un passaggio cruciale, per noi, nonché il primo passo per permettere la partecipazione attiva dei singoli cittadini, anche mediante dei sondaggi consultivi sul sito web del comune
RINGRAZIAMO IL SINDACO NARDI PER AVER PERMESSO LE RIPRESE VIDEO IN CONSIGLIO COMUNALE
La mancata archiviazione audiovisiva permetterebbe la cancellazione della “memoria storica” dei cittadini, per questo vorremmo lavorare verso la massima trasparenza, come tuti hanno promesso in campagna elettorale
FARRA DI SOLIGO (TV), 16.06.2014 - Alla luce delle dichiarazioni nate durante il primo Consiglio Comunale dell'11 giugno scorso, il Movimento 5 Stelle Farra di Soligo, tramite la sua portavoce Marina Vercelloni, coglie l'occasione per ringraziare il ri-eletto Sindaco Nardi per essere venuto incontro, con stoico aplomb, alla nostra richiesta di poter filmare con apparecchiatura di video ripresa anche amatoriale i Consigli Comunali.
Vogliamo vedere questa apertura non solo come indice di buon senso, ma anche come volontà di apparire più trasparenti, innovativi e alla portata di “click” per tutti coloro che per i più disparati motivi non possono presenziare, in primis i portatori di handicap impossibilitati, magari a poter deambulare fino alla sede delle riunioni di Consiglio, in questi termini la mancanza delle telecamere si rivelerebbe una vera e propria “barriera architettonica” nei confronti delle persone con limitazioni di carattere motorio. Nondimeno la mancata archiviazione audiovisiva permetterebbe la cancellazione della “memoria storica” dei cittadini, per questo vorremmo lavorare verso la massima trasparenza, per evitare qualsiasi lecito sospetto, che la NON pubblicazione delle riprese sia vista come una mancanza di volontà da parte del Consiglio, o della Giunta nella fattispecie, di dare maggiore apertura della struttura di governo del comune nei confronti dei cittadini.
Questo rappresenta un passaggio cruciale, per noi, nonché il primo passo per permettere la partecipazione attiva dei singoli cittadini, anche mediante dei sondaggi consultivi sul sito web del comune, intesi a conoscere l'opinione della comunità socialmente attiva sulle scelte importanti che dovranno essere prese, e a questo va fatto seguito l'attivazione di un indirizzo email per tutte le eventuali segnalazioni del caso.
Vogliamo inoltre aggiungere, molto semplicemente, che l'assenza di un regolamento di per sè non significa divieto. Tutto ciò che non è vietato è permesso, purché in linea con le norme del regolamento comunale relative al "comportamento del pubblico durante i consigli comunali" già presente nell'art. 32 del regolamento comunale di Farra di Soligo), ricordiamo per inciso che l’assemblea è un incontro pubblico, inutile richiamare le leggi nazionali (la Costituzione stessa garantisce il diritto all’informazione mediante l’articolo 21) e locali in materia, fermo restando l’attribuzione di potere di controllo del corretto e – già menzionato - non turbativo svolgimento delle assemblee al Sindaco, NULLA eccepisce all’utilizzo di strumenti di registrazione al passo coi tempi.
Ricordiamo anzi che da più parti le amministrazioni vengono stimolate ad un aggiornamento in tal senso. E non certo verso la censura nei riguardi delle nuove tecnologie. Cogliamo l'occasione per augurare un buon lavoro, sia alla Giunta che al Consiglio Comunale, per i 5 anni che avremo davanti, meditando di poter contare su un'equa, onesta e trasparente collaborazione ai fini della corretta gestione del governo locale.
Chiunque volesse rivedere il filmato del primo Consiglio Comunale può farlo andando all'indirizzo www.youtube.com/watch?v=nlTZL9Zab98
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Le colline dell’Alta Marca sono segnate, tra incuria dei boschi e sbancamenti per l’impianto intensivo, da smottamenti di strade, frane ed esondazioni
M5S : SIAMO VICINI AL DOLORE DELLE FAMIGLIE. DA TEMPO ABBIAMO PRESENTATO MOZIONI E PROPOSTE DI LEGGE
Contenimento del consumo del suolo,svincolo del patto di stabilità, prevenzione del rischio idrogeologco,agevolazioni fiscali
ROMA, 04.08-2014 - Le colline dell’Alta Marca, tra incuria dei boschi e massicci sbancamenti per l’impianto intensivo di nuovi vigneti di prosecco, negli ultimi anni sono state segnate da smottamenti di strade, frane di terreni ed esondazioni di torrenti e ieri notte, purtroppo, hanno avuto un tragico epilogo con la "bomba d'acqua" abbattutasi sul territorio.
Siamo vicini alle famiglie colpite dalla perdita dei propri cari, vittime di una morte assurda ancora una volta provocata dalla natura e dall’incuria dell’uomo. Esprimiamo la nostra gratitudine ai volontari, al soccorso alpino, ai sanitari e alla protezione civile che hanno lavorato duramente in queste ore per aiutare le persone in difficoltà e a recuperare le salme.
Il clima è cambiato. Dobbiamo capire che ciò che anni fa era un evento meteorologico straordinario, adesso è divenuto ordinario. Il problema è già noto in tutta la sua drammaticità: l'82% dei comuni italiani è esposto a rischio idrogeologico (frane ed alluvioni). Il MoVimento 5 Stelle alla Camera ha iniziato a lavorare a questo problema fin da subito. Mettendo in rete le competenze dei portavoce in Commissione Ambiente (geologi, ingegneri, architetti), e interfacciandosi con esperti, tecnici, professori universitari, ricercatori, professionisti, amministratori, sono state individuate delle risposte concrete e sono state tradotte in mozioni e proposte di legge. Le altre forze politiche si riempiono la bocca di vuote parole dopo il minuto di silenzio. Il governo non agisce (solo 30 milioni stanziati per la prevenzione su tutta Italia).
Il Movimento 5 Stelle propone delle soluzioni nelle quali si punta alla prevenzione e alla corretta gestione del territorio da parte di privati e di enti territoriali. Contenimento del consumo del suolo e tutela del paesaggio perché la base di tutto è una gestione corretta e rispettosa del territorio; mozione sul rischio idrogeologico e sismico (approvata, ma il Governo non ha ancora recepito); svincolo del patto di stabilità per le spese degli enti territoriali relative a ripristino, previsione e prevenzione del rischio idrogeologico e sismico (spesso gli enti territoriali hanno in cassa fondi per intervenire adeguatamente e mettere in sicurezza il territorio per far fronte a vecchie e future emergenze ambientali);agevolazioni fiscali per chi investe in sicurezza del territorio e difesa del suolo; limiti all'impiego di sostanze diserbanti chimiche (visto che questa pratica porta al deterioramento del tappeto erboso naturale e conseguentemente ad erosione, dilavamento e franamento del terreno sulle sedi stradali).
Se a livello nazionale non si forniscono subito gli strumenti concreti per intervenire e prevenire, alla prossima "bomba d'acqua" con l'ennesima tragedia saremo nuovamente qui, come prima, a piangere i morti senza aver dato soluzioni ai problemi di un territorio sempre più fragile.
Parlamentari Veneti MoVimento 5 Stelle
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Dapprima Moretti non si presenta all'incontro davanti al Crowne Plaza hotel di Limena(PD) per firmare l'accordo sottoscritto da tutti i candidati del Movimento 5 Stelle alle regionali del Veneto, poi Berti si reca al comitato elettorale della Moretti per la sottoscrizione, e questa risponde proponendo una proposta di legge.
Ma non è più semplice firmware un documento a priori? Forse la Moretti spera con una proposta di legge di poter cambiare i parametri durante il suo mandato?
Al momento solo il Movimento 5 Stelle ha sottoscritto l'impegno concreto a rinunciare all'indennità di fine mandato, vitalizi, e ridurre lo stipendio a 5000 euro lordi.
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La partecipazione di tutti noi può fare la differenza! Domenica andiamo a votare MoVimento 5 Stelle e liberiamo il Veneto da questa classe politica!
Volete un po' di numeri?
- solo i candidati consiglieri del Movimento 5 Stelle hanno firmato un impegno che li vede da subito obbligati a ridursi lo stipendio a 5000€ lordi, rinunciare al vitalizio, indennità di fine mandato e rimborsi elettorali: siamo cittadini comuni, non privilegiati!
- abbiamo fatto una campagna elettorale spendendo 23.500€ di contributi privati volontari: non vogliamo che i cittadini siano obbligati a pagare la nostra campagna elettorale! Le liste Zaia, Moretti, Tosi, Morosin ci hanno inondato di volantini, depliant multipagina, spot pubblicitari ovunque, perché tanto pagano i cittadini con i rimborsi elettorali che si appresteranno a ricevere fra qualche mese. Vi sembra giusto?
- Zaia sostiene che la sanità in Veneto sia un'ecellenza: che ne pensate del prestito trentennale di 777 milioni di euro che Zaia ha chiesto e ottenuto dallo Stato nel 2013 per ripianare i buchi della sanità veneta?
- Come veneti ci lamentiamo, giustamente, dei ridotti trasferimenti di fondi da Roma al Veneto, e poi la regione Veneto si dimentica di chiedere lo stato di calamità per risarcire i danni ai privati cittadini relativi all'alluvione del 2 agosto!
- In questi giorni si parla del grande scandalo internazionale FIFA, che ha produtto un giro di tangenti di 100 milioni di dollari. E che dire dello scandalo Mose, che ha prodotto tangenti versate a destra e sinistra per un valore di circa 1 miliardo di euro?
- In consiglio regionale veneto, dal 2010 al 2015 hanno fatto parte della minoranza 10 consiglieri del PD: non si sono mai accorti del malaffare? Che opposizione hanno fatto?
- In questi anni la regione Veneto ha spinto per molte grandi opere stradali con il meccanismo del project financing secondo cui il capitale viene messo in parte da aziende private che poi riscuotono il pedaggio, mentre la regione si accolla tutti i rischi. Nuova superstrada Orte-Mestre, Treviso-Mare, ... Vi sembra utile la trasformazione di buona parte delle statali attuali in superstrade a pagamento, o preferireste che venisse speso molto meno per la messa in sicurezza delle strade lasciandole libere dai pedaggi?
Gli elettori del Veneto che si recheranno alle urne per le elezioni regionali di domenica 31 maggio 2015, riceveranno una scheda verde come sotto indicato.
Per complicare le cose, quest'anno la modalità di voto risulta decisamente più complessa del solito, ma vediamo di fare un po' di chiarezza.
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- 2 milioni di abitazioni
- 5 aree artigianali per comune
- 1500 zone industriali
- solo 2,5 persone per abitazione (record nazionale)
- 116 ipermercati
- 731 supermercati (un quinto dei supermercati in Italia si trova in Veneto)
- MOSE: per 10 anni sono stati pagati 100milioni di euro all'anno, ovvero 273mila euro al giorno, in tangenti
- Dal 1990 al 2010 la superficie agricola è diminuita del 21,55%
- Ogni giorno si riducono le superfici agricole per un'equivalente pari a 50 campi da calcio
- Il 92% delle centraline venete ha superato i limiti di Pm10 (il 68% in Lombardia, 50% Piemonte, 44% Campania)
- Nella Pianura Padana veneta viviamo 3 anni di meno a causa dell'inquinamento
- Il 2,18% della Pianura veneta è da bonificare, equivalente alla superficie di Padova, Vicenza e Treviso messe assieme
- Il Veneto è la regione che più km di catrame rispetto alla superficie del territorio (13%), è la regione con più strade di tutt'Italia
- Nonostante questa grave condizione chi sta decidendo in regione investirà nei prossimi anni 30 miliardi di € in altro catrame e cemento
VENETO a.d. 2015, una delle regioni più inquinate d'Europa
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Impossibile dormire con le finestre aperte: agricoltori bruciano le potature di vite nella notte.
Negli ultimi giorni abbiamo ricevuto segnalazioni da parte di cittadini di Farra di Soligo che lamentano l’impossibilità di dormire la notte con le finestre aperte, nonostante il caldo afoso, in quanto verso le 6 del mattino spesso vengono bruciate potature di vite il cui fumo impregna per ore le stanze ove dormono.
Il Movimento 5 Stelle ritiene doveroso sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni provocati dalla bruciatura all’aperto di ramaglie o altri rifiuti.
I medici hanno stimato che nella Pianura Padana veneta si viva 3 anni in meno a causa delle polveri sottili; l’ARPAV ha rilevato notevoli sforamenti sul livello di PM10, idrocarburi policiclici aromatici e diossine in molti comuni del Veneto, evidenziando che la conformazione del Quartier del Piave risulta simile ad un catino, protetto dalle prealpi a nord e dal Montello a sud, nel quale le sostanze inquinanti presenti nell’aria ristagnano senza possibilità di essere spazzate via dal vento.
Alla luce di questo, riteniamo che abbiano fatto bene le amministrazioni comunali che abbiano deliberato il divieto di combustione all’aperto, cosiccome fanno bene polizia locale, carabinieri ed altre forze dell’ordine a sanzionare chi si ostini ancora a ripetere questa pratica dannosa alla popolazione.
Ricordiamo che le combustioni di rifiuti agricoli contenenti legno producono diossina qualora la temperatura dei fumi risulti inferiore a 400 gradi, ed evidenziamo inoltre come la diossina sia fortemente cancerogena ed abbia una molecola pesante per cui, con i fumi, viene trasportata a distanza dal rogo per poi ricadere a terra, su orti e giardini.
Il risultato è che i bambini o gli animali che giocano sull’erba, e chi raccoglie gli ortaggi dal proprio orto, assimilano dosi di diossina che possono determinare, a lungo andare, l’insorgenza del cancro: per prevenire questi fenomeni, la legge italiana, attraverso il Testo Unico Ambientale D.Lgs 152/2006, prevede sanzioni molto alte, comprese fra 2600 e 26000 euro, per chi brucia rifiuti all’aperto, e stabilisce che anche ramaglie e potature sono rifiuti.
Cosa fare delle ramaglie? la soluzione ottimale è la triturazione ed il successivo compostaggio che, se eseguito correttamente, consente di ottenere un prezioso fertilizzante perfettamente igienizzato ovvero privo di patogeni: l’alta temperatura di fermentazione - fino a 70 gradi - consente infatti di eliminare tutti i funghi, batteri e insetti dal materiale di compostaggio. Il compost maturo è un ottimo fertilizzante che consente di migliorare la struttura del terreno, arricchirla di materiale organico, ed aumentare la salubrità e produttività delle piante.
Ci teniamo a precisare che chi pensa di fare il furbo bruciando i sarmenti in orari in cui i controlli risultano difficili, non solo molesta i cittadini, ma avvelena anche i propri terreni e li priva della possibilità di ammendarli con il compost prodotto dai sarmenti stessi. Sarebbe furbizia, questa?
E’ pertanto doveroso che i cittadini che notano combustioni di rifiuti agricoli e non, provvedano ad allertare tempestivamente la polizia locale, carabinieri o altre forze di polizia al fine di reprimere e prevenire questo tipo di delitto.
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Farra di Soligo 07.09.2015 - Il Meetup del Movimento 5 Stelle di Farra di Soligo torna a ribadire la propria estraneità rispetto alle iniziative personali del consigliere Marina Vercelloni, da alcuni mesi sfiduciata dal gruppo perché non allineata con gli obiettivi condivisi nel programma elettorale.
Durante il Consiglio Comunale tenutosi all’Auditorium Santo Stefano lunedì 7 settembre, il consigliere ha presentato una mozione avente oggetto “Interventi comunali per la legalità e il contrasto al gioco d'azzardo patologico". La mozione, mancante della condivisione e approvazione da parte del gruppo di attivisti, struttura essenziale e unica nel Movimento 5 Stelle, è stata presentata nonostante le proposizioni in essa contenute fossero già state colte dal Comune di Farra in concerto con tutti i Sindaci dell’ULSS7. Ciò ha gettato nell’imbarazzo l’intera comunità pentastellata locale, cosa che non sarebbe avvenuta se ci fosse stato alle spalle della rappresentante un idoneo gruppo di lavoro.
A ragione di questo, già in data 16 aprile alcuni attivisti del Movimento 5 Stelle avevano incontrato, presso la sede dell’ULSS7, il Dott. Giuseppe Bazzo, Direttore dei Servizi Sociali, e il Dott. Carlo Cenedese, Responsabile del Centro Dipendenze Giovanili, per convenire sulla proposta che già in precedenza era stata formulata.
L’incontro, avuto luogo dopo un colloquio con l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Farra di Soligo, Avv. Silvia Mazzocco, nacque dalla necessità di monitorare con la massima collaborazione politica la situazione, altamente pericolosa per il tessuto sociale, cui le Slot Machine e le Video Lottery stanno portando anche sul nostro territorio.
Come ci venne comunicato prontamente, la Conferenza dei Sindaci dell’ULSS7 aveva già partorito un documento esauriente che mirava ad una lotta puntuale e ad un contrasto mirato ai problemi legati al Gioco d’Azzardo Patologico, approvato in data 3 aprile di quest anno.
Riteniamo che un consigliere comunale, per essere rappresentantivo del Movimento 5 Stelle, debba confrontarsi con il gruppo di attivisti nonché con i cittadini, tenendosi inoltre informato sulle attività dell’Amministrazione comunale. Auspichiamo pertanto che il consigliere Marina Vercelloni converga verso le iniziative del gruppo 5 stelle Farra di Soligo, oppure rinunci a fregiarsi del simbolo del Movimento 5 Stelle, portando avanti, a titolo personale, ulteriori iniziative insensate.
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Il Movimento 5 Stelle, dopo aver denunciato in Parlamento il "caso Banca Popolare di Vicenza" è sceso in piazza sabato 12 settembre in diverse città del Veneto, Lombardia e Toscana con la manifestazione #azionistiinconsapevoli.
Jacopo Berti capogruppo M5S in Regione Veneto, presente a Vicenza dichiara:
“Ci sono 200mila correntisti che si trovano con i loro risparmi bloccati e bruciati da operazioni compiute dalla BPV, la quale usa lo stesso modello perverso di Vento Banca a dimostrazione che c'è un sistema bancario veneto coperto dalla politica per lucrare sulle spalle dei veneti.
Nessuno infatti ne ha mai parlato prima d'ora nonostante già nel 2008 sia stato fatto un esposto dall'Adusbef che denunciava il tutto a livello nazionale. C'è voluto un esposto del M5S alla procura e questa grande manifestazione per dar rilevanza al caso.
Fino ad oggi né la politica nazionale né quella locale ha preso a cuore la tutela dei risparmi, sudati col duro lavoro, dei veneti, ma da oggi la musica cambierà. Il M5S non permetterà che si ripeta mai più una cosa del genere! Combattiamo contro le lobby della finanza e delle banche perché noi siamo i cittadini che si ribellano alla vessazione dei poteri forti”.
Il Senatore M5S Enrico Cappelletti sottolinea:
“Il M5S ha fatto già un'interrogazione parlamentare al ministro competente e si sta muovendo all'interno delle istituzioni per tutelare i cittadini. Siamo l'unica forza politica senza putridi legami con la lobby delle banche sfruttatrici. Al contrario del sindaco di Vicenza Variati che elogia la BPV come esempio virtuoso di banca del territorio che va tutelato e promosso, e al contrario della Moretti (Pd), la quale dopo aver ricevuto da Maltauro un finanziamento per le europee, ha ricevuto anche da uno dei dirigenti della BPV finanziamenti per l'ultima campagna regionale”.
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Farra di Soligo – 23.09.2015 - In questi anni di crisi, il bisogno del risparmio diventa essenziale per molti cittadini, costretti ogni mese a dover fare i conti con spese insostenibili.
Il Risparmio è l'argomento principale della serata informativa, organizzata dal Movimento 5 Stelle di Pieve di Soligo, che si terrà venerdì 25 settembre alle ore 20.45 a Soligo (Farra di Soligo) in Via San Gallo 17, presso la sala del centro sociale.
L'obiettivo della serata è esporre soluzioni semplici, senza oneri, per ridurre il peso delle bollette energetiche mediante la scelta di fornitori che garantiscono un minor costo e una maggiore sostenibilità ambientale.
Per quanto riguarda invece i servizi bancari e assicurativi, verranno esposte alcune possibilità che consentono di mettere al riparo i propri risparmi dalle speculazioni finanziarie che, analogamente al caso di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, possono portare al triste epilogo di perdita e blocco del proprio capitale.
Dalla bolletta di luce e gas, passando per le energie rinnovabili, fino al conto bancario e assicurazioni, i relatori Daniele Pesco e Gianni Girotto avranno il compito di spiegare i meccanismi in base ai quali il risparmio può essere effettivamente possibile.
A fine serata ci sarà un confronto con i cittadini che avranno l'opportunità di interloquire con proposte e quesiti.
L'ingresso è libero e tutta la cittadinanza è invitata.
Gli interessati che non potranno presenziare potranno seguire la serata in diretta streaming su www.pievedisoligo5stelle.it
Qui potete scaricare il volantino: http://files.meetup.com/8014322/Risparmio_ok2.pdf
Evento Facebook: www.facebook.com/events/1689928164569884
Movimento 5 Stelle - Pieve di Soligo e Farra di Soligo (TV)
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L’esposizione a pesticidi e diserbanti può risultare dannosa per la salute. Il problema riguarda innanzitutto agricoltori e coltivatori che utilizzano queste sostanze nel proprio lavoro. Ma non possiamo dimenticare le persone che vivono in zone agricole e che rischiano di essere esposte a sostanze nocive quasi senza rendersene conto.
Su Avaaz è nata una petizione per salvaguardare le persone che vivono nelle zone di campagna dall’esposizione a pesticidi e erbicidi. Secondo la Costituzione Italiana, la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della comunità.
Secondo quanto riportato nella petizione, il mezzo principale di esposizione ai pesticidi è l’alimentazione, ma gli agricoltori, le loro famiglie e le persone che vivono in aree rurali dove si pratica l’agricoltura intensiva sono più colpite dall’uso di pesticidi. Non dimentichiamo che di recente l’OMS ha classificato 5 pesticidi e erbicidi come cancerogeni per l’uomo, tra cui il glifosato utilizzato da Monsanto per produrre l’erbicida Roundup.
Al momento il problema riguarda soprattutto un vuoto normativo per quanto riguarda i trattamenti in prossimità di abitazioni e giardini. Soltanto in alcuni Comuni sono presenti dei regolamenti a livello locale a questo proposito.
La petizione richiede invece che si introduca urgentemente una specifica normativa in caso di utilizzo di prodotti fitosanitari al fine di tutelare la salute di tutti. In particolare la petizione sottolinea i seguenti punti:
1) Rispetto di distanze di sicurezza non inferiori a m 50 dalle abitazioni e dai campi coltivati a produzione biologica.
2) Obbligo di avvisare i confinanti almeno 72 ore prima di ogni trattamento (per evitare che i prodotti fitosanitari possano depositarsi sugli abiti stesi, intossicare chi mangia in giardino o addirittura i bambini che giocano all’aperto) ed esposizione di cartelli che avvisino del pericolo in seguito ai trattamenti.
3) Regolamentazione per le strade di accesso ai fondi interclusi di almeno 5 metri di sicurezza (anche per quanto riguarda la costruzione di serre agricole) per ogni lato di strada interpoderale, ove tale strada fosse l’unica possibilità per accedere al fondo.
4) Introduzione di sanzioni severe per fare in modo che queste leggi vengano rispettate (ad esempio il ritiro del patentino e una pesante multa).
L’appello è al Principio di precauzione, vigente nell’ordinamento in forza dell’articolo 174 del Trattato UE, secondo cui al fine di garantire la protezione di beni fondamentali come la salute o l’ambiente è necessaria l’adozione o l’imposizione di determinate misure di cautela anche in situazioni di incertezza scientifica, nelle quali è ipotizzabile soltanto una situazione di rischio, e non è invece dimostrata, allo stato delle attuali conoscenze scientifiche, la sicura o anche solo probabile evoluzione del rischio in pericolo.
Firma qui la petizione per la tutela dai rischi legati a pesticidi e diserbanti.
Marta Albè - Fonte: greenme.it
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Il piccolo comune della Marca citato nella mozione alla Camera dei Deputati contro l’uso indiscriminato dei pesticidi e lo stop alle deroghe “emergenziali”.
Farra di Soligo - Il 27 ottobre è stata discussa e approvata quasi in toto dalla camera dei deputati la mozione 1-00720 che chiede di regolare l’uso eccessivo, quando non superfluo, di sostanze chimiche in agricoltura, soprattutto i prodotti fitosanitari.
Il primo firmatario della mozione, Silvia Benedetti, deputata padovana del Movimento5Stelle, non ha mancato di citare il territorio del Prosecco e in particolare il comune di Farra di Soligo come emblemi di questa situazione.
Dal territorio solighese partono da anni segnalazioni e ricerche che hanno portato a confezionare la mole di informazioni necessaria a questo lavoro. Inoltre, è qui che si sono avuti i casi più eclatanti, come l’irrorazione dall’elicottero sui turisti tedeschi al ristorante, e le reazioni più accese con minaccia di querela subite dagli attivisti locali per aver sostenuto le stesse cose che ora vengono vagliate dal governo.
Si legge infatti nella mozione che “…in alcuni comuni dell'area DOCG Prosecco Conegliano Valdobbiadene, come, per esempio, il comune di Farra di Soligo, le abitazioni sono confinanti con i vigneti irrorati con erbicidi e fungicidi vietati dal piano d'azione nazionale; anche il traffico pedonale e automobilistico è a diretto contatto con i vigneti irrorati; trattasi, quindi, di zone costantemente frequentate dalla popolazione e gruppi vulnerabili…”.
“a parere dei firmatari del presente atto di indirizzo è evidente la mancanza di un controllo e di relative sanzioni efficaci sulle aree nelle quali il mezzo chimico può essere usato, che garantisca il rispetto della normativa vigente a tutela della salute dei cittadini e del loro ambiente; peraltro, l'estrema vicinanza uomo-vigneti, di fatto, annulla la distinzione tra ambiente urbano e ambiente agricolo”.
Alcuni punti salienti sono stati bocciati dalla consulta camerale, che “non ci sente” riguardo le misure obbligatorie per i trattamenti eseguiti in aree agricole in prossimità di aree frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili, in particolare la distanza minima da tali aree, 30 metri, e le caratteristiche dei prodotti che possono essere utilizzati. Fitosanitari che, secondo i dati diffusi dall’ARPAV, lo scorso anno sono stati venduti ed utilizzati, nella sola provincia di Treviso, per un quantitativo che supera i 4 milioni di chilogrammi, in buona parte tossici e nocivi.
“Purtroppo si capisce quali siano i punti sensibili su cui il Governo non vuole prendere posizione” scrive la deputata al gruppo di attivisti locali “e su cui continueremo a battere. Un grazie immenso a tutti coloro che hanno contribuito a questo lavoro.”
Il testo della mozione approvata: http://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=1/00720&ramo=C&leg=17&testo=1
L’intervento della portavoce alla camera Silvia Benedetti (M5S): https://www.youtube.com/watch?v=d-no55CuGho
Movimento 5 Stelle Farra di Soligo
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Lavoratori della z.i. di Soligo costretti a fare 80km in più al mese.
Farra di Soligo - 13.11.2015. A partire dal 4 novembre, con ordinanza comunale, è stata vietata la circolazione su parte di via Piave e su via Monte Grappa, nella frazione di Soligo, reputando pericoloso per i residenti l’intenso traffico causato dai lavoratori dell’adiacente zona industriale.
Questa scelta si è resa necessaria, si legge nell’ordinanza N°69, considerato che “a seguito di sopralluoghi effettuati dalla Polizia Locale è stata riscontrata la presenza di un intenso traffico di autoveicoli, soprattutto nelle ore di ingresso e di uscita dalla vicina zona industriale in viale Europa” e “in funzione delle numerose segnalazioni di comportamenti pericolosi per l'eccessiva velocità di transito dei veicoli, della mancanza di marciapiedi, dei numerosi accessi delle abitazioni”.
A seguito di questo provvedimento, abbiamo prontamente ricevuto le segnalazioni di alcuni cittadini che, per accedere alla zona industriale provenendo da Pieve, devono ora allungare il tragitto di 900 metri percorrendo tutta via Belvedere, buona parte di Via dei Colli e quasi tutta via Europa. Al contrario, la strada ora interdetta
al traffico si configura come una scorciatoia che consente di risparmiare 3.6 km al giorno, ovvero 80 km al mese, riducendo quindi il costo di carburante sostenuto dai lavoratori nonché l’inquinamento dovuto alle emissioni, sgravando inoltre via dei Colli dal traffico.
Inoltre, il provvedimento adottato dall’Amministrazione, di fatto, trasforma una strada comunale, i cui costi di manutenzione gravano su tutti i cittadini, in strada ad uso privato, utilizzabile solo dai residenti.
Riteniamo che sia giusto risolvere le situazioni pericolose, ma crediamo che sia sufficiente stabilire in quel percorso di strada, peraltro già interdetto ai mezzi pesanti, un limite di velocità di 30 Km/h, oppure valutare l’installazione sulla sede stradale di ulteriori dissuasori di velocità.
Chiediamo pertanto all’Amministrazione comunale di intervenire annullando la relativa delibera, e dimostrarsi più sensibili nei confronti dei lavoratori e dell’ambiente, attuando iniziative più appropriate quali la riduzione della velocità da 50 a 30 km/h su tutto il tratto interessato, al fine di risolvere ogni situazione di pericolo.
Cogliamo l’occasione per ringraziare tutti i cittadini del Quartier del Piave che ci inviano segnalazioni, idee e suggerimenti.
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L'indagine della Polstrada di Verona sul traffico e smaltimento illecito di rifiuti (fra cui amianto e rame) balzata agli onori ( e agli orrori) della cronaca è solo l'ennesimo atto violento contro l'ambiente, la salute e l'economia perpetrato nella regione Veneto. I cittadini veneti sono stati virtuosi, dopo aver visto i dati ISPRA 2012 (studio ISONITRATE) che hanno mostrato come suoli e falde acquifere siano in "zona rossa" in tutta la regione nelle aree di pianura, la RD è incrementata in tutta la regione, sono state affamate le ecomafie, termine generico che non si applica solo ad aziende mafiose nel senso stretto ma anche a tutte quelle aziende che compiono reati ambientali. La risposta al calo del business è stata l'import di rifiuti di ogni tipo da tutta Italia, ottenuto in molti casi grazie alla connivenza di controllori e amministratori (fra cui dirigenti regionali come Fior), rifiuti solidi urbani per alimentare gli inceneritori di HERA, rifiuto organico da ogni parte d'Italia, dalla Campania addirittura e a breve dalla Basilicata, rifiuti speciali fra cui scorie di fonderia non trattate sparse sotto a ogni cantiere alcuni creati ad hoc con un piano che possiamo chiamare "DISCARICA DIFFUSA", amianto, fanghi di depurazione ecc ecc senza contare i rifiuti indigeni: reflui di concia pelli, perfluoroalchili (interferenti endocrini e potenziali cancerogeni) che da 20 anni inquinano le falde e gli acquedotti di 340mila persone nei dintorni di Vicenza. La magistratura in Veneto sta faticando ad affrontare tutte le denunce e le inchieste in corso, la Commissione Ecomafie ha trovato un verminaio infinito e nonostante sia stata la prima missione territoriale svolta non si è ancora arrivati a un testo di relazione completo. I reati sono stati svolti in generale con finezza e con l'aiuto di consulenti esperti in diritto ambientale in modo da tentare di confondere controllori e inquirenti, ma il coperchio non è riuscito e i 5 cani deceduti dopo aver sgambato sui sottofondi stradali al Cromo portati da oltre 50 aziende in Valdastico hanno svegliato l'attenzione degli inquirenti che hanno trovato un sistema organizzato di difficile inquadramento giuridico. La nuova normativa contro gli ecoreati potrà in futuro disincentivare tali pratiche. La recente scoperta da parte della Commissione dello sperpero di oltre 780 milioni a Porto Marghera per finte bonifiche ha fatto partire una nuova epoca, ora le conoscenze tecniche sulla materia sono sempre più diffuse e sarà sempre più difficile truffare e fare ammalare i cittadini. In Veneto manca una discarica per amianto e i siti proposti sono stati scelti per palesi difformità rispetto alla normativa, per continuare a lucrare smaltendolo i maniera illecita sul territori o portandolo all'estero (l'Italia ha sperperato oltre 60 milioni di euro nel 2013 per portare amianto all'estero). Il rame vale 5mila euro a tonnellata, è necessario tracciare il recupero che deve essere nazionale, proprio in Veneto il rame recuperato viene mandato alla fusione in Scandinavia insieme all'oro, facendo perdere preziose risorse al nostro Paese. Auspichiamo che si faccia chiarezza su tutti i traffici e smaltimenti illeciti di rifiuti, purtroppo la volontà di eliminare il Corpo Forestale dello Stato espressa del premier in-eletto va in direzione opposta.
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Il 7 dicembre 2015, insieme a Medicina Democratica, il Movimento 5Stelle ha presentato il ricorso al Presidente della Repubblica contro l’Istituto Superiore di Sanità e la Regione Veneto per contrastare l’aumento dei limiti di alcuni composti PFAS a 4 atomi. Il ricorso è stato finanziato con la restituzione di parte degli stipendi dei consiglieri regionali M5S. “La Regione Veneto non ha atteso molto per recepire l’aumento dei limiti per i Pfba e Pfbs, quindi seguirà a breve anche un ricorso al TAR – spiegano i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle - la scadenza per il ricorso al Presidente della Repubblica era il 9 dicembre 2015 e siamo riusciti insieme ai promotori a presentarlo entro i termini di legge”. Con questo ricorso si bloccano tutte le azioni della Regione e dei comuni che tengono conto dei nuovi limiti fino a quando il Consiglio di Stato non si esprimerà. Ciò significa che Regione e Comuni veneti dovranno applicare i precedenti limiti, che sono notevolmente inferiori ai nuovi (500ng/litro contro i 1500 ng/litro per i Pfas a 4 atomi). “Ricordiamo che in Italia abbiamo i limiti più alti d’Europa per i composti Pfas, pur conoscendo quanto accaduto in New Jersey col caso Dupont – continuano i consiglieri - come sempre la storia e l’esperienza degli altri non ci insegnano niente?”. “Stranamente sono stati innalzati i soli limiti di 2 composti a 4 atomi che ora produce la Miteni Spa di Trissino. Una casualità? - chiedono gli esponenti del Movimento in consiglio regionale - Sulla base di quale studi l’ISS ha alzato questi limiti? Sulla base di quali prove? E il principio di precauzione dov’è finito? Ricordiamo che siamo in emergenza sanitaria e ambientale (350.000 veneti coinvolti, 3 province e più di 50 Comuni) e sicuramente la soluzione non è certo alzare i limiti, come fatto anni fa per l'atrazina!”. “Le altre forze politiche dove sono e dove sono state finora? Perché nessun partito politico ha appoggiato e finanziato il ricorso di Medicina Democratica? - è il commento finale - Che senso ha sbraitare sui giornali senza fare azioni concrete? Noi agiamo, agli altri lasciamo le chiacchiere”.
Rimani aggiornato: consulta periodicamente la pagina relativa alle acque.
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Una proposta per attrarre nuovi visitatori riducendo il traffico
E’ stato un weekend di fuoco per Follina e Cison: i visitatori si sono riversati in massa nei due comuni per gli splendidi mercatini di Natale, causando però lunghe code nelle maggiori arterie stradali: gia da Pieve di Soligo si osservava un serpentone di auto che saliva nel pomeriggio di martedì, a 20km/h, in direzione Follina, alla ricerca di un posteggio “introvabile”.
Inoltre per l’automobilista si poneva il problema di decidere se visitare il mercatino di Follina o Cison, oppure i presepi di Mura, con il risultato che, visto l’intenso traffico, spesso rinunciava a visitare tutte le 3 manifestazioni.
Suggeriamo, per il 2016, è di istituire un servizio di bus navetta che consenta di parcheggiare l’auto in periferia per accedere a Follina, Cison, Mura con un unico biglietto dal costo di 1€ o poco più.
La comodità di parcheggiare l’auto senza addentrarsi nel caotico traffico del centro, e poter visitare tutte le 3 manifestazioni spostandosi grazie al servizio bus navetta, dovrebbe migliorare di molto il traffico stradale nonché la propensione dei cittadini a visitare questi due comuni, vista la migliorata offerta turistica.
Per rendere inoltre più razionale e ordinato l’afflusso delle persone fra bancarelle e presepi, suggeriamo di disporre una segnaletica orizzontale e verticale che stabilisca la direzione del percorso pedonale in modo che la visita avvenga preferibilmente “a senso unico” evitando quindi i fenomeni di congestione.
Per il prossimo anno auspichiamo vivamente una stretta collaborazione fra i due comuni in modo da creare la dovuta sinergia per pubblicizzare quello che dovrebbe diventare un UNICO evento, in grado di competere a tutti gli effetti con i più blasonati mercatini tirolesi, aumentando in tal modo l’interesse a quelle che ora sono 3 manifestazioni separate, di cui i presepi di Mura costituiscono, purtroppo, l’evento marginale.
Ci congratuliamo infine con Follina per aver offerto ai visitatori, attraverso lo stand della Pro-Loco, pasti biologici, vegani e senza glutine, dimostrando quindi un’attenzione alle esigenze dei cittadini sensibili al tema del cibo salutare.
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Alessandra Moretti e Luca Zaia allineati: La Pedemontana si deve fare, è un opera strategica.
Anche se mette a rischio le falde acquifere presenti dove passerà l’opera, aspetto che nessuno dei due si ricorda di citare, evidentemente per Lega Nord e Partito Democratico è un aspetto trascurabile. Opera fondamentale dicono, esattamente le stesse parole di Chisso e Galan, padri dell’opera.
Il finanziamento con project financing, tanto caro a Galan, ripercorre la strada di un fallimento annunciato, dove gli imprenditori corrono a finanziare l’opera sapendo che poi incasseranno i pedaggi per quasi quarant’anni, corrono perché sono ben consapevoli che se il traffico stimato non sarà quello previsto i soldi a compensazione del mancato guadagno li metterà lo stato, cioè noi contribuenti.
Da notare che il calcolo sulla stima dei veicoli è stato effettuato in periodo pre-crisi, perciò c’è da aspettarsi che le previsioni siano sovrastimate. Le cose sicuramente cambieranno con il tempo, non preoccupatevi peggioreranno. Le previsioni, soprattutto sui costi, in Italia non corrispondono mai al vero, basta andare a vedere lo studio di fattibilità di 12 anni fa da dove poi scaturirono i progetti, allora il costo dell’opera era di 895 milioni, nell’atto aggiuntivo di due anni fa, anno 2013, il costo è arrivato a 2.680 milioni, un piccolo leggero aumento sulle previsioni.
Ora al riguardo si è espressa la Corte dei Conti sul progetto, ormai avviato, della Pedemontana Veneta.
Primo rilievo:” L’iniziativa è pressoché esclusiva dei privati, nella progettazione e nell’esecuzione”.
Secondo rilievo:”Ripetuti ripensamenti sulla modalità di realizzazione, con la soluzione finale ibrida di una superstrada a pagamento, con caratteristiche autostradali”.
Terzo rilievo:”Rilevanti contenziosi dei soggetti coinvolti, sia pubblici che privati”.
Quarto rilievo:”Significativa lievitazione dei costi per ogni ridefinizione progettuale”.
Quinto rilievo:”Costante aumento del contributo pubblico”.
Sesto rilievo:”Gli atti fondamentali dell’opera sono stati definiti da parte di coloro che ne sarebbero diventati, poi, commissario delegato e responsabile unico del procedimento”.
Riassumiamo:
Iniziativa in mano ai privati, progetti cambiati continuamente con risultato finale discutibile, contenziosi in atto, costi alle stelle in continuo aumento soprattutto per il contributo pubblico, poi fiore all’occhiello: atti fondamentali dell’opera scelti da chi poi è diventato commissario delegato e responsabile unico procedimento, così andranno sicuramente d’accordo.
Un aspetto non secondario ma trascurato dai più: il Veneto assieme alla Lombardia è la regione con la più alta percentuale di suolo consumato dal cemento, già dal 2001 il valore del suolo cementificato in Veneto era il doppio della media nazionale (12,2 contro 6,1).
Per Luca Zaia e Alessandra Moretti è un opera fondamentale, per le tasche e per i polmoni del cittadino Veneto un po’ meno. Loro progettano e pantalone paga perchè la devastazione del territorio ha un costo sul lungo periodo, e così al momento a pochi interessa, ma non preoccupatevi prima o poi il conto arriva. Anzi preoccupatevi che è meglio.
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La procedura di autorizzazione di nuovi OGM in Unione Europea ha raggiunto ormai livelli di follia pura. Gli Stati membri non li vogliono, il Parlamento europeo vota contrariamente, ma la Commissione con forzature antidemocratiche e senza alcuna logica (o meglio seguendo solo la logica del profitto delle multinazionali) continua a concedere autorizzazioni sconsiderate. La scappatoia da sempre utilizzata è quella della mancanza di una maggioranza in seno ai comitati tecnici, che di fatto fornisce il via libera all'esecutivo europeo nel poter fare "come gli pare e piace". Questa prassi, reiterata nel tempo e più volte denunciata, deve finire: abbiamo proposto una modifica sostanziale del regolamento - che fissa appunto le norme dei comitati tecnici (il regolamento 182/2011) - per prevedere che, in assenza di un parere da parte del comitato tecnico e del panel di appello, la Commissione non possa procedere con l'autorizzazione. Parliamo di un diritto già riconosciuto agli Stati membri per il comitato tecnico sui veicoli a motore, quindi perfettamente attuabile anche per quanto riguarda le autorizzazioni di OGM. Le ultime due follie della Commissione europea, infatti, sono due soia transgeniche di proprietà rispettivamente delle Dow Agro Science, M.S. Technologies e Bayer CropScience.
ALTRE DUE SOIA TRANSGENICHE
La prima presenta dei caratteri di resistenza relativamente nuovi dal momento che è stata creata per resistere, oltre che al glifosato, anche a pesticidi organici a base di cloro come il 2,4-D. Quest'ultimo è uno dei componenti del tristemente famoso agente arancio, il defoliante largamente usato dalle truppe statunitensi per scoprire i tratti di giungla dove si rifugiavano i Viet Cong. La produzione del 2,4-D è responsabile della formazione di diossine e furani che, almeno in parte, rimangono nel prodotto commerciale come impurità. Inoltre, una volta immesso in ambiente, il 2,4-D si degrada a "diclorofenolo", un composto con riconosciute proprietà d'interferente endocrino. La seconda soia presenta dei caratteri di resistenza a tre diversi erbicidi: glifosato, glufosinato e isoxaflutolo.
IL FALLIMENTO DEGLI OGM
La necessità di creare queste piante svela appieno il fallimento degli OGM, dal momento che la resistenza a pesticidi molto potenti è diventata una necessità dopo decenni di sconsiderato uso di glifosato, incentivato dall'avvento delle piante transgeniche resistenti all'erbicida di punta della Monsanto. Il prolungato uso delle stessa molecola ha finito con il selezionare un numero sempre maggiore di specie di erbe infestanti, anch'esse resistenti, vanificando di fatto l'uso di piante transgeniche. Che la soluzione per risolvere il fenomeno non possa essere la creazione di piante transgeniche resistenti a molecole ancor più pericolose dovrebbe essere ormai evidente anche ai più entusiasti biotecnologi. È solo una questione di tempo prima che inizino a comparire piante infestanti resistenti agli ultimi pesticidi.
L'appuntamento è ora fissato l'11 ottobre al Parlamento europeo, dove si parlerà dei celebri Monsanto Papers con cui la mutinazionale statunitense ha insabbiato i risultati scientifici sul glifosato.
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Quella appena passata è stata una settimana storica non solo per il Veneto ma per l’Italia intera. Dopo un anno e 4 mesi, 32 udienze e le deposizioni di 102 testimoni si è arrivati alla sentenza del processo sullo scandalo Mose.
I giudici hanno ritenuto Matteoli colpevole di corruzione, per aver ricevuto denaro da Mazzacurati e per aver favorito l’amico Cinque nell’ottenimento di appalti di bonifiche a Porto Marghera. Per entrambi una pena di 4 anni di reclusione e la confisca di 9 milioni 575 mila euro ciascuno. Assoluzione e prescrizione per l'ex sindaco di Venezia Giorgio Orsoni per finanziamento illecito ai partiti. Cadute per prescrizione tutte le imputazioni mosse dalla Procura all'ex presidente del Magistrato alle Acque Maria Giovanna Piva, accusata di essere stata a libro paga del Consorzio Venezia Nuova, assolta inoltre dall'accusa di essere stata "pagata" con il collaudo dell'ospedale all'Angelo di Mestre. Condannati, infine, l'imprenditore veneziano Nicola Falconi a due anni e 78mila euro di multa (per corruzione) e l'avvocato Corrado Crialese a un anno e dieci mesi e 1000 euro di multa, pena sospesa (per millantato credito).
I veneti volevano pene esemplari per la più grande mazzetta della storia d’Italia, invece siamo qui a commentare ancora una volta un processo che finisce all’acqua di rose. Ovvio che le sentenze vanno rispettate, e che il pronunciamento del giudice è sacro. Ma qui appare chiaro lo scollamento fra quel che è giusto nel senso della giustizia e quel che invece è ingiusto dal punto di vista della correttezza verso i veneti: dove sono finiti tutti quei soldi? Cosa accadrà con la prescrizione? Cosa è successo davvero attorno al Mose? A queste e alle tante domande che i cittadini si pongono ora, a poche ore dalla sentenza, servono risposte.
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Roma, 3 genaio 2017 - "In piena continuità rispetto al Governo precedente, il Presidente del Consiglio Gentiloni ha iniziato il suo incarico con l'approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto milleproroghe in cui sono contenuti ulteriori ostacoli per la crescita e lo sviluppo della generazione distribuita, delle rinnovabili e dell'efficienza energetica. Nel provvedimento infatti vi è il differimento di un anno degli obiettivi previsti ai fini del raggiungimento dei target europei al 2020 per la copertura con fonti rinnovabili dei consumi per acqua calda sanitaria, riscaldamento e raffrescamento negli edifici di nuova realizzazione", lo annuncia il nostro senatore trevigiano della Commissione Industria, Gianni Girotto. "Nello specifico slitta di un anno l'obbligo di coprire tali fabbisogni con rinnovabili per una quota del 50% che decorrerà dai titoli edilizi rilasciati dal 1 gennaio 2018 anziché dal 1 gennaio 2017. Il target del 35% varrà invece ancora per tutti i titoli richiesti entro fine 2017 anziché fine 2016. Un nuovo regalo ai produttori di energia da fonti fossili che determinerà un ritardo inaccettabile sulla strada del risparmio e dell'efficienza energetica, e dimostra ancora una volta quanto le fonti rinnovabili siano lontane dai piani di un esecutivo che è la fotocopia di quello precedente" - continua. "Nonostante gli annunci di novembre del Ministro dello Sviluppo Calenda al fine di rassicurare le industrie, il decreto rinvia di ben due anni anche il termine per la definizione e l'adeguamento della struttura degli oneri della bolletta elettrica per i clienti non domestici rimandato anche il termine per la cosiddetta norma "energivori". Emenderemo il testo del decreto proposto dal Governo. E' necessario ripristinare l'obbligo della quota del 50% di utilizzo delle rinnovabili negli edifici per l'anno 2017. Sui costi della bolletta elettrica bisogna dare certezze alle attività produttive proponendo il mantenimento della gran parte degli oneri sui consumi e il ripristino dei sistemi di distribuzione chiusi per favorire l'Efficientamento energetico e la generazione distribuita. Proposte sostenute anche dall'Autorità garante della concorrenza nella segnalazione inviata al Parlamento e al Governo Renzi" - conclude Girotto.
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Il Parlamento europeo vota il Ceta, il trattato di libero scambio fra Europa e Canada. Sono a rischio la democrazia, l'ambiente, la salute dei cittadini, la sopravvivenza delle piccole e medie imprese e persino i nostri risparmi. Il gruppo Efdd - Movimento 5 Stelle Europa vota no! Noi siamo dalla parte dei cittadini!
Il CETA è stato approvato grazie ai voti favorevoli della destra e di parte del PD. Contrari il Movimento 5 Stelle, Lega Nord e parte della sinistra.
Il prossimo passo sarà quello di impedire la ratifica da parte di Camera e Senato. Ma i nostri politici avranno capito cos'e' veramente il CETA?
Hanno votato a favore del CETA
Conservatori e riformisti: Fitto – Sernagiotto
Popolari: Comi – Cesa – Cicu – Dorfmann – Giardini – Mussolini – Maullu – La Via – Patriciello Pogliese – Salini
Socialdemocratici (S&D): Bettini – Bonafe – Costa – DeMonte – Danti – Gualtieri – Kyenge – Pittella – Picierno – Toia – Zanonato – Zoffoli – Morgano – Sassoli
Non iscritti: Soru
Hanno votato contro il CETA
Movimento 5 Stelle: Adinolfi – Agea – Aiuto – Beghin – Borrelli – Castaldo – Corrao – D’Amato – Evi – Tamburrano – Valli – Zullo – Zanni – Ferrara – Pedicini – Moi
Lega Nord: Bizzotto – Fontana – Salvi – Borghezio – Ciocca
Lista Tsipras/Altraeuropa: Forenza – Maltese – Spinelli
Verdi: Affronte
Socialdemocratici (S&D): Benifei – Briano – Caputo – Cofferati – Chinnici – Cozzolino – Panzeri – Schlein – Giuffrida – Viotti
Si sono astenuti sul CETA
Popolari: Cirio
Partito Democratico: Gentile
[Informazioni tratte da https://stop-ttip-italia.net/2017/02/15/ceta-i-nomi-e-cognomi-di-chi-ha-votato/ ]
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Il Mose di Venezia non è solo la più grande opera pubblica in fase di realizzazione in Italia, che costa oltre 5 miliardi di euro, ma anche la madre di tutte le tangenti, calcolate in circa 1 miliardo di euro. Lo scandalo è noto, c'è un processo in corso che coinvolge tutti i livelli politici tra ministri, sindaci e consiglieri regionali.
Quello che invece non si sa è che a settembre 2017 scatta la prescrizione, ovvero tutti potranno andarsene a casa, liberi. Esiste una proposta di legge per riformare la prescrizione ma è giace da tempo al Senato, anche il M5S ha depositato la propria proposta sull'argomento, ma la verità è che il PD e gli altri partiti non hanno mai voluto una vera legge sulla prescrizione. Oggi ne abbiamo chiesto conto al governo.
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