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La risoluzione dei 5 stelle per rendere obbligatoria, nei prodotti alimentari di origine animale e derivati, l’indicazione relativa alla presenza di organismi geneticamente modificati nella mangimistica usata per l’alimentazione animale. “Il consumatore di carne e derivati ha il diritto di sapere se la bistecca, l'uovo o il formaggio che ha nel piatto provengono da un animale alimentato con mangime geneticamente modificato”
“Il diritto all'informazione sui prodotti alimentari è uno dei principali diritti del consumatore che, a prescindere dalle conseguenze che determinati ingredienti possono o non possono avere sulla sua salute, ha il sacrosanto diritto di sapere non solo cosa sta mangiando, ma anche come è stato “trattato” il prodotto d’origine nelle varie fasi di produzione, a partire dalla materia prima. Maggiori saranno le informazioni in suo possesso, maggiormente consapevoli saranno le sue scelte” - così commenta la deputata del M5S Silvia Benedetti, segretario di commissione agricoltura, la risoluzione a sua prima firma recentemente depositata e che impegna il Governo a rendere obbligatoria nei prodotti alimentari di origine animale e derivati, l’indicazione relativa alla presenza di organismi geneticamente modificati nella mangimistica usata per l’alimentazione animale.
“Il consumatore di carne e derivati - continua la deputata del Veneto Silvia Benedetti - ha il diritto di sapere se la bistecca, l’uovo o il formaggio che ha nel piatto provengono da un animale alimentato con mangime geneticamente modificato. Questa informazione a nostro avviso non si può dare per scontata, va indicata in etichetta. L’Italia importa grandi quantitativi di soia e mais OGM dall'estero, che finiscono nei nostri mangimi e questo vuol dire che gran parte dei prodotti, biologici esclusi, che acquistiamo nei supermercati provengono da animali alimentati a OGM, ahinoi prodotti DOP e IGP compresi. E’ la triste realtà e questa informazione non può essere omessa come si è fatto finora”.
“Sappiamo che la nostra agricoltura è competitiva se di qualità e attualmente contribuire al mercato OGM non la valorizza. Per questo puntiamo al consumatore informato, perché anche l'acquisto consapevole è una scelta politica” - conclude Benedetti.
Qui il testo della risoluzione
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La #nottedellonestà dall'estero
"Incredibile ragazzi! Ci danno più spazio nei tg stranieri che non nel nostro Paese e questa la dice lunga. Poi hanno il coraggio di offendersi se li chiamiamo Media di regime Come aveva previsto Beppe è stato dato risalto al fatto che ha chiamato Renzie buffoncello e non è forse vero?Uno che con le parole dice una cosa e con i fatti ne fà un'altra così,per curiosità,come viene chiamato??Guardate questo servizio in spagnolo, confrontatelo coi servizi proposti qui in Italia e trovate le differenze!"
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Una regione dove il suo passato costa più del suo presente non ha futuro.
Lo sapevate che ogni anno la regione Veneto spende di più in vitalizi (€11,2 mil) che per le indennità (stipendi) ai consiglieri (€9 mil)?
E che questi lieviteranno a quasi €13 mil nel 2016?
Lo sapevate che condannati come Galan prendono €3.750/mese netti?
E Marchese €2850/mese?
Non mancano i soliti noti: il recordman Frigo (€ 4.752/mese), Zanonato (€1.930/mese), Gobbo (€3.600/mese)… Lega, PD, forza Italia, tutti uniti quando si tratta di difendere il malloppo.
Lo sapevate che i 226 ex consiglieri (+45 vedove/i) si sono organizzati per protestare contro un taglio di poche centinaia di euro ai loro privilegi?
Bene, anche noi ci siamo organizzati. Abbiamo trovato la soluzione per abolire con effetto immediato tutti i vitalizi, sotto puoi trovare tutti i dettagli.
E’ una proposta concreta, costituzionalmente valida ed applicabile da subito.
I soldi dei Veneti ai Veneti, non alla politica. Io voglio €13 mil all’anno per le nostre scuole, per le nostre imprese, per la nostra regione, non per i soliti noti.
Firmiamo tutti, questa è una battaglia di buon senso, non politica.
Nota: firmando la petizione, change.org vi mostrerà una pagina in cui vi chiede di fare una donazione, che non siete tenuti a fare e che comunque verrebbe incassata da change.org, NON dal Movimento 5 Stelle che ha organizzato questa raccolta firme!
Dettagli tecnici:
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VITALIZIO
La legge ad oggi
Sintesi
Dalla I alla IX legislatura, che è quella in corso, si sono garantiti il vitalizio i consiglieri regionali. Solo dalla prossima legislatura sarà abolito l'assegno vitalizio.
Tecnicismi
Infatti, l’art. 1 della legge regionale n. 4 del 2012 ha abolito l’istituto dell’assegno vitalizio, a decorrere dalla X legislatura. Questo articolo è stato abrogato dall’art. 11, comma 1, lettera a), L.R. 23 dicembre 2014, n. 42 (attenzione che quando il legislatore legifera in queste materie diventa volutamente oscuro e tortuoso). La legge regionale n. 42 del 2014 è quella che contiene la nuova disciplina in materia di pensioni.
Però, l’art. 2, comma 1, della stessa legge n. 4/2012 (articolo non abrogato), afferma:
“Per i consiglieri regionali eletti in una delle prime nove legislature continuano ad applicarsi le disposizioni relative all'istituto dell'assegno vitalizio e all'istituto dell'assegno di reversibilità.”
La nostra proposta
Sintesi
Essendo il tema non nel campo dei diritti quesiti, con una semplicissima legge potremo abrogare l'assegno vitalizio a tutte le legislature.
Tecnicismi
Abolizione del vitalizio dei consiglieri regionali (quello che i politici chiamano indennità sostitutiva o differita), per tutti i consiglieri dalla I alla IX legislatura; in altre parole, da un certo momento in poi dovrà cessare la corresponsione del vitalizio per tutti i consiglieri dalla I alla IX legislatura, cessati o meno dalla carica; vale in materia il principio della successione delle leggi nel tempo (lex posterior derogat legi priori), e pertanto una nuova legge potrà intervenire in materia con effetti novativi (come dimostra fra l’altro anche la recentissima legge regionale n. 42 del 23 dicembre 2014 in tema di pensioni dei consiglieri regionali); non siamo nel campo dei cosiddetti diritti acquisiti, cioè nell’ambito di situazioni intangibili per i consiglieri che avessero già maturato il relativo diritto, perché il vitalizio, fino alla legge n. 42/2014 appena citata (che entrerà in vigore dalla X legislatura), non è mai stato correlato a effetti o logiche previdenziali, in quanto non ha avuto natura contributiva (i consiglieri fino alla IX legislatura non hanno infatti versato contributi).
Si è trattato quindi di un praemium, di un vero e proprio privilegio, dato che il vitalizio non ha invero copertura costituzionale, e pertanto non si può parlare di diritti soggettivi funzionali assistiti da copertura costituzionale: l’art. 38, secondo comma, della Costituzione dispone infatti che “I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi, adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria”.
L’abrogazione potrà avvenire o con legge regionale o, eventualmente, attraverso l’effettuazione di un referendum abrogativo del vitalizio regionale, rimettendo direttamente ai cittadini la scelta finale, giacché la materia non è di competenza esclusiva della Stato: l’art. 117, secondo comma, lett. f) della Costituzione, afferma che “Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali
L’art. 117, quarto comma, stabilisce che “Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato”.
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ASSEGNO DI FINE MANDATO
La legge ad oggi
Sintesi
Tutti i consiglieri regionali, cessati dal mandato, deceduti o dimissionari, avranno un assegno pari ad una mensilità dell'indennità per ogni anno del mandato fino al 2012.
Tecnicismi
La legge regionale n. 47 del 2012, all’art. 19 bis, ha così disposto:
(art. 19 bis)
comma 1. L’Ufficio di presidenza è autorizzato ad erogare ai consiglieri regionali, cessati dal mandato, deceduti o dimissionari, un assegno pari ad una mensilità dell’indennità consiliare per ogni anno di effettivo esercizio del mandato per gli anni fino al 2012 e di una mensilità dell’indennità di carica lorda per ogni anno di effettivo esercizio del mandato svolto successivamente al 2012. Ai fini del calcolo dell’importo dell’assegno di fine mandato spettante si tiene conto solo dei primi dieci anni di mandato.
comma 2. Ai fini del computo del periodo di mandato per l'erogazione dell'assegno di cui al comma 1 la frazione di anno, che sia pari almeno a sei mesi e un giorno, si calcola come anno intero.
comma 2 bis. A partire dalla decima legislatura regionale l’assegno di fine mandato è erogato ai consiglieri regionali che optano per tale trattamento e che versano la relativa quota mensile determinata dall’Ufficio di Presidenza.
La Proposta M5S
Sintesi
Pertanto, fino alla IX legislatura, vale quanto sopra in campo di vitalizio, con un'apposita legge aboliremo ogni assegno futuro.
Tecnicismi
Il M5S propone in ogni caso l’abrogazione, con apposita legge regionale, dell’assegno di fine mandato per tutti i consiglieri regionali che non avessero ancora maturato il relativo diritto (pensare di andare a recuperare quanto già erogato sarebbe infatti bello ma difficilmente praticabile, dato che ci si esporrebbe a una raffica di ricorsi e presumibilmente i soldi non ci sarebbero più).
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PENSIONE
La legge ad oggi
Sintesi
Il M5S, per il futuro, e cioè a partire dalla X legislatura, propone l’abolizione dell’istituto della pensione, contenuto nella legge regionale n. 42 del 2014, sia perché privilegio inaccettabile della politica, maturato oltretutto con una sola legislatura, sia perché la legge regionale n. 42/2014 è incostituzionale, in quanto tratta il servizio, la funzione, il munus pubblico dei consiglieri regionali come fosse una lavoro, una professione, ciò che per l’appunto non è.
Non è possibile, cioè, correlare la pensione al versamento di contributi e mascherare il tutto come se si trattasse di un lavoro vero e proprio, dal momento che ciò è in contrasto con la trasparente giurisprudenza della Corte dei Conti.
Tecnicismi
L’art. 4 della legge n. 42/2014 prevede:
comma 1. I consiglieri regionali cessati dal mandato conseguono il diritto a pensione al compimento dei 65 anni di età e a seguito dell’esercizio del mandato consiliare per almeno 5 anni effettivi nel Consiglio regionale del Veneto.
comma 2. Per ogni anno di mandato consiliare oltre il quinto anno, l’età richiesta per il conseguimento del diritto a pensione è diminuita di un anno, con il limite all’età di 60 anni.
La Proposta M5S
Sintesi
Il M5S propone che l’abrogazione dell’art. 4 della legge regionale n. 42/2014 possa avvenire come per il vitalizio, e cioè o con legge regionale o, eventualmente, attraverso l’effettuazione di un referendum abrogativo del vitalizio regionale, rimettendo direttamente ai cittadini la scelta finale.
Tecnicismi
La materia non è di competenza esclusiva della Stato: l’art. 117, secondo comma, lett. f) della Costituzione, afferma che “Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali
L’art. 117, quarto comma, stabilisce che “Spetta alle Regioni la potestà legislativa in riferimento ad ogni materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato”.
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27 feb. 2015 - Il Meetup del Movimento 5 Stelle di Farra di Soligo rilascia queste brevi dichiarazioni in merito a quanto accaduto durante il Consiglio Comunale di Farra di Soligo dello scorso lunedì 23 febbraio 2015 che ha finalmente approvato un altro punto proposto dal Movimento 5 Stelle locale, da sempre sensibile alla salute dei cittadini e dell’ambiente. Tuttavia rimangono molte perplessità sulle intenzioni dell’Amministrazione Comunale.
Vorremmo esprimere non pochi dubbi nei riguardi delle parole del Vicesindaco Silvia Spadetto, che non fa alcuna menzione relativamente alla tutela ambientale, alla salute umana con riferimento al principio di precauzione sancito dal “Trattato sul funzionamento dell'Unione europea”, alla deriva incontrollabile attraverso l’uso di qualsiasi forma di irrorazione dei pesticidi che inquinano orti e giardini, all’impatto ambientale dovuto agli aviotrattamenti di aviocaffaro e aviozolfo.
A queste importanti omissioni si aggiunge il fatto che non fa alcun cenno alla lotta integrata per la riduzione dei trattamenti chimici, spostando l’attenzione solo su un concetto di immagine territoriale con un riverbero negativo per il turismo. La coltivazione agronomica della vite in questo territorio che, non solo la fa da padrona, ma si inserisce a tutti gli effetti come monocoltura estensiva, si è trascinata negli anni non poche problematiche legate all’uso o l’abuso di pesticidi.
Dall’aumento sensibile di malattie teratogene per donne in stato di gravidanza e per la popolazione pediatrica, all’aumento costante di neoplasie tumorali, è ormai assodato soprattutto da parte della Comunità medico scientifica e a supporto di ciò vi è un’ampia letteratura con più 6.000 studi universitari certificati. Eppure, l’attenzione dell’Amministrazione Comunale sembra sia rivolta solamente al riverbero negativo che gli aviotrattamenti avrebbero sull’immagine territoriale e quindi sul turismo.
A maggior ragione la frase del Vicesindaco “nulla c’entrano le numerose esternazioni di una piccola parte dell'opinione pubblica contrarie a questa pratica”, fa molto riflettere rispetto ai numerosi comitati locali che si battono per un ambiente sostenibile e una migliore qualità della vita nel nostro territorio. Si è preferito parlare di problemi agli aviotrattamenti solamente legati ad una cattiva immagine del territorio comunale, o a una diminuzione della richiesta di applicazione di questa metodologia per la lotta fitosanitaria, ma tutto questo può trovare accoglimento se e solo se unite a delle premesse di tutela della salute umana e dell’ambiente circostante.
Vorremmo capire quindi se, al netto delle sperequazioni evidenziate tra chi fa della sostenibilità ambientale un modello propositivo di sviluppo e chi fa della tutela della sola economia e dell’immagine l’unico interesse per dismettere gli aviotrattamenti, ci possa essere una possibilità di lavorare su temi e presupposti comuni, dato che l’assessore in questione, oltre alle deleghe all’agricoltura e al turismo, ha pure quella all’ecologia, tema assai caro al Movimento, tuttavia ad ogni modo ringraziamo l’Amministrazione Comunale per aver accolto la nostra richiesta di non consentire gli aviotrattamenti nel territorio comunale.
Il M5S infine si augura che l'incremento dei turisti nel nostro e nei comuni limitrofi avvenga costantemente, ma in aree protette dall'invasione di fitosanitari ed erbicidi, garantendo così la salute ai visitatori che vorranno arricchire con la loro presenza questo territorio a noi caro
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FILIERA CORTA:
L’agricoltura che la sa lunga.
Consumatori protagonisti e aziende consapevoli. Il modello è semplice e i risultati straordinari. Si acquista direttamente dai produttori locali e di contribuisce a diffondere le colture tipiche, la biodiversità e le tradizioni gastronomiche.
La Filiera Corta è il modello di distribuzione naturale dei prodotti Biologici: più redditività per le imprese, più potere di acquisto per i consumatori. La Filiera Corta coinvolge tutti: rispetta l’ambienta, chi lo lavora e chi lo vive.
Tradizionali, ma anche inaspettati, ecco tutte le possibilità per vendere e acquistare prodotti in filiera corta:
· Vendita diretta aziendale, è lo spaccio aziendale dell’imprenditore agricolo
· Agri mercato o Farmers Market, il mercato dove i produttori agricoli vendono direttamente i loro prodotti
· Punti vendita collettivi, luoghi dove più aziende in accordo tra loro, organizzano ed effettuano insieme alla vendita
· Gruppi di Acquisto, organizzazioni di consumatori che acquistano insieme i prodotti direttamente dalle aziende agricole
· Consegna a domicilio, il produttore si impegna a recapitare a domicilio dei consumatori un determinato quantitativo di prodotti concordati con il cliente
· Sagre locali, manifestazioni pubbliche dove i produttori della zona possono esporre, far assaggiare e vendere i loro prodotti
· E-commerce, dove non arriva la distribuzione tradizionale può arrivare la rete. I costi di un negozio on line sono sempre inferiori a quelli di un negozio tradizionale, in pochi click dal produttore al consumatore
· Distributori automatici, il latte è stato il primo, stanno arrivando gli altri prodotti. L’azienda agricola alimenta direttamente una piccola catena di distributori, comodi e sempre aperti per i consumatori
· Raccolta diretta in azienda, la voglia e il bisogno di tornare alla terra ha generato questa particolare forma di vendita dove il consumatore acquista prodotta da lui stesso direttamente raccolti
La filiera corta garantisce un ritorno sicuro, a breve e a lungo termine, nessuno può vantare questi risultati. La filiera corta è un ottimo investimento che paga da subito:
Prezzi trasparenti e risparmio, I prodotti passano direttamente dal produttore al consumatore senza altri soggetti intermedi, ecco perché il pezzo finale al consumo è trasparente e più economico per chi acquista e la remunerazione è più equa per chi produce.
L’ambiente ringrazia, meno consumi d’energia più tutela delle tradizioni:
Meno imballaggi e meno spostamenti per ridurre rifiuti, traffico e inquinamento
I prodotti locali sono il nucleo della filiera corta. La biodiversità, i gusti locali, le ricette e le tradizioni sono fortemente valorizzati
Il rispetto delle stagionalità e della freschezza degli alimenti acquistati sono la garanzia di un prodotto migliore.
Ridistribuzione delle risorse per uno sviluppo sostenibile, è un modello di consumo che diffonde la cultura e la conoscenza del territorio e della sua gestione sostenibile
Più informazioni per il consumatore, esso può conoscere direttamente i produttori, i loro metodi di lavoro, la storia dei cibi che mette in tavola
Più sicurezza alimentare, la filiera corta riduce la possibilità si contaminazione del cibo e facilita il controllo della sua tracciabilità
La filiera corta nel Biologico è una scelta naturale e decisamente vincente, lo dicono le statistiche. In Francia rappresenta ormai il 13% delle vendite totali dei prodotti biologici, in Germania l’8%.
In Italia, da una recente indagine è emerso che dal 2006 la vendita diretta nelle aziende biologiche è in continua crescita. Più di 500 Gruppi d’acquisto (+66%), quasi 2000 aziende hanno un loro spaccio aziendale (+47%), 110 siti internet sono dedicati esclusivamente alla vendita on line (+39%).
Ormai quasi due italiani su tre acquistano prodotti in vendita diretta, almeno una volta all’anno mentre il 15% lo fa con una sequenza settimanale. E tutto lo si vede nei bilanci delle aziende.
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Articolo su La Tribuna di Treviso - 2013-06-11: sindaci invitati ma assenti al convegno sui pesticidi
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IL MOVIMENTO 5 STELLE HA INVITATO E NON CONVOCATO I 15 SINDACI ZONE DOCG. COMPRESO IL SINDACO FABIO SFORZA.
Il M5S risponde al SindacoFabio Sforza che si è sentito convocato. Invitare e convocare sono due azioni diverse.
PIEVE DI SOLIGO (TV), 15.06.2013 - Il M5S apprende che il Sindaco di Pieve di Soligo, Fabio Sforza, ha solennemente annunciato su "La Tribuna di Treviso" del 13/06/2013, che non si presenterà mai in pubblica assemblea con dibattito, perché così è riportato:
"Sforza risponde piccato anche a chi lo accusa di aver disertato l'incontro del M5S (400 persone) sui pesticidi, venerdì sera al teatro Careni.
"Non spetta a un partito convocare i sindaci"
Di seguito l'invito che il M5S ha rivolto ai sindaci (invitati NO convocati)
Pieve di Soligo, 28/05/2013
Il Movimento 5 Stelle di Pieve di Soligo rivolge un caldo invito a tutti i Sindaci, affinché partecipino alla serata di venerdì 7 giugno 2013, ore 20.45 al
teatro Careni di Pieve di Soligo La serata dal tema “Pesticidi e tumori” tratterà problematiche importanti relative alla salute ed all'ambiente.
Questa è un'occasione per i Sindaci di ascoltare le opinioni di esperti, ma anche le preoccupazioni e i disagi quotidiani vissuti dai cittadini.
Sarà molto gradita la conferma, via email, della partecipazione alla serata.
Nell'attesa di un gradito riscontro, porgiamo cordiali saluti.
Movimento 5 Stelle - Pieve di Soligo
Alleghiamo il volantino con il contenuto della serata.
Quanti sindaci si sentono “convocati “ da questo invito?
L'iniziativa è stata presa dal M5S, visto che i sindaci si stanno disinteressando di questi fondamentali problemi: la salute e l’ambiente.
Il nostro Sindaco, Fabio Sforza, riconosce solo ambiti istituzionali per le sue apparizionie conseguenti dichiarazioni. Per coloro che volessero sentirlo, in pubblico, non rimane che partecipare ai "Consigli Comunali" nei quali i cittadini non hanno diritto di parola, anzi se mai parlassero sarebbero perseguiti penalmente.
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Ci sono già leggi nazionali che prevedono sanzioni con importi cento volte superiori a quelle dell’ordinanza
M5S : L’ORDINANZA “FUOCHI” DI FOLLINA NON TUTELA LA SALUTE DEI CITTADINI. L’ORDINANZA SEMBRA IRREGOLARE.
Il Movimento 5 Stelle Pieve di Soligo invita il sindaco e la giunta ad attenersi alle leggi azionali
PIEVE DI SOLIGO (TV), 15.06.2013 -Nel Comune di Follina (TV) è in vigore l’ordinanza n.38 del 2012 (prot. N.6280) per “ridurre l’inquinamento atmosferico” e tra gli altri divieti proibisce la combustione all’aperto di scarti vegetali dal 16 Aprile al 15 Ottobre di ogni anno con sanzioni che partono da 25euro fino ad un massimo di 500euro per i trasgressori; dal 16 Ottobre al 15 Aprile è invece consentita la combustione di scarti agricoli.
Il Movimento 5 Stelle ritiene irregolare tale ordinanza in quanto ci sono già le leggi nazionali che vietano espressamente qualsiasi combustione per tutto l’anno.
Il D. Lgs. 152/2006 e successivi " Indirizzi per la gestione degli scarti vegetali" emanati dal Direttore Generale e Dirigente Settore Ambiente e Pianificazione Territoriale della Provincia di Treviso, vietano espressamente la bruciatura all'aperto, di qualunque scarto agricolo.
Anche nel “Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera”, approvato dal Consiglio Regionale con deliberazione n. 57 del 11.11.2004 e pubblicato sul B.U.R.V. n.130 del 21.12.2004, ha individuato tra le misure di carattere programmatico nella lotta all’inquinamento atmosferico, in particolare da polveri sottili (PM10), il divieto di combustione all’aperto dei residui agricoli.
Inoltre in queste leggi vengono anche menzionate sanzioni con importi cento volte superiori a quelle dell’ordinanza n.38 del comune di Follina, confermando che chi inquina paga e il diritto ad un’aria salubre.
Dato che il sindaco è il primo responsabile della salute dei propri cittadini il Movimento 5 Stelle Pieve di Soligo chiede delucidazioni in merito ed invita il sindaco del comune di Follina e la giunta a modificare l’ordinanza attenendosi alle leggi sopra citate entro breve.
Vigileremo il nostro territorio come abbiamo sempre fatto perché il Movimento 5 Stelle Pieve di Soligo nasce dal basso, dai cittadini per i cittadini e continuerà ad occuparsi di informazione libera, energia, ambiente, acqua, connettività, trasporti ed altro ancora.
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I coformulanti spesso sono più pericolosi della sostanza attiva autorizzata
INTERPELLANZA DEL M5S PER ACCEDERE AI COFORMULANTI SEGRETI USATI IN AGRICOLTURA
Dopo tanto tempo finalmente l'interrogazione parlamentare che scotta sul tavolo del Ministero della Salute
PIEVE DI SOLIGO (TV), 28.01.2014 - Il Movimento 5 Stelle con prima firmataria la cittadina portavoce alla camera dei deputati, Silvia Benedetti, il 22 Gennaio 2014 ha fatto un'interpellanza per chiedere di poter accedere al database del Ministero della Salute, dei coformulanti segreti che compongono le miscele dei fitosanitari ed erbicidi usati in agricoltura.
La richiesta arriva dalla zona del prosecco Docg Conegliano Valdobbiadene, in provincia di Treviso, dove i vigneti hanno invaso i paesi e sono pericolosamente vicini alle abitazioni civili, alle scuole, agli asili ed alle strade, creando una notevole preoccupazione per la salute degli abitanti, per la conservazione dell'ambiente e per la biodiversità.
I coformulanti sono sostanze “inerti” non dichiarate nell'etichetta, aggiunti ai principi attivi e che insieme ad essi costituiscono il prodotto fitosanitario, o pesticida.
La dott.sa Maristella Rubbiani, primo ricercatore dell'Istituto Superiore di Sanità, ci ricorda che i coformulanti spesso sono più pericolosi della sostanza attiva autorizzata e vengono utilizzati come solventi, adesivanti, bagnanti, tensioattivi ed altro, nei preparati antiparassitari di uso agricolo, domestico o civile.
Il M5S sostiene la richiesta che il WWF AltaMarca ha fatto al Ministero della Salute, per l'accesso completo alle schede di sicurezza dei fitosanitari, coformulanti compresi.
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I cittadini sanno benissimo che cosa succede, vedono la loro vita stravolta e ricevono solo parole
M5S PIEVE DI SOLIGO : IL SORPRENDENTE BOLLETTINO METEO DELLA PRESIDENZA REGIONALE
Il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia invia al Presidente del Consiglio Enrico Letta un comunicato stampa
PIEVE DI SOLIGO (TV), 07.02.2014 - Una volta di più il M5S Pieve di Soligo (TV) riscontra l'incapacità dei nostri attuali governanti di andare oltre le parole, sia a livello locale che nazionale. É necessario un comunicato stampa del Presidente della Regione Veneto, indirizzato al Presidente del Consiglio, per riassumere le attuali condizioni atmosferiche che imperversano dalle montagne alle pianure del Veneto. I cittadini sanno benissimo cosa succede, vedono la loro vita stravolta e ricevono solo parole, parole, parole. Che ricordano il famoso Cavaliere de La Palisse, famoso per saper dire solo le cose più ovvie.
Alcune perle dal CS del Presidente Zaia:
“Quasi tre metri di neve caduti su tutte le Dolomiti venete ... le straordinarie precipitazioni hanno saturato fino quasi al collasso le opere di difesa idraulica (che dovranno essere ripristinate con la massima urgenza) …
“Su questa situazione già gravissima – scrive ancora Zaia a Letta - incombe ora la possibilità che venti di scirocco ...
“Ieri – aggiunge - ho decretato lo stato di crisi per gli eccezionali eventi atmosferici ...
Ottimo come speaker delle previsioni meteorologiche, ma inefficiente come responsabile della prevenzione di questi problemi. Solo un paio di esempi per chiarire:
Queste sono le entusiastiche parole del Presidente Zaia sul palasport:
1) “… strategico per tutto il territorio”, riferendosi alla costruzione del nuovo faraonico impianto del costo preventivato di 8.5 milioni + spese annue a carico del comune di Pieve di Soligo. Comune che ha abbandonato la sede, dislocando i vari uffici in sedi periferiche e che non ha ancora i fondi per ristrutturare il municipio.
Quante situazioni come questa sono presenti nel Veneto? Investimenti per le cose superflue e nulla per il mantenimento dell'ambiente.
2) Ogni anno la regione Veneto sovvenziona gli agricoltori a pioggia con decine di milioni, ma opere di risanamento ambientale non se ne fanno. Salvo poi, dopo situazioni come l'attuale, piangere con il piattino in mano e richiedere l'elemosina da Roma.
Dal 10 aprile 2010, giorno del suo insediamento, il Presidente Zaia può presentare quali sono stati gli investimenti per la ristrutturazione del fragile territorio veneto, quanti progetti sono stati conclusi, e quanti sono ancora in sospeso? Tornato il bel tempo, le attuali parole di Zaia si scioglieranno come neve al sole, inondandoci di altri problemi più urgenti, sino alla prossima alluvione, quando ricomincerà la solita litania.
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FARRA DI SOLIGO (TV), 15.04.2014 - Manzato: Problema difficile, dipende dall’equilibrio tra produttività e salute. Io non posso farci nulla, sarebbe fare come in unione sovietica, la politica non si deve occupare di queste cose. Poi, io posso dire di tutto ma la decisione spetta ai sindaci. Noi ci affidiamo ad ASL e ARPAV.
Incontrato in via informale domenica 13 aprile all’inaugurazione del percorso naturalistico di Fontane Bianche a Sernaglia della Battaglia, l’assessore regionale all’agricoltura risponde così alle denunce e alle richieste di chiarimenti di Marina Vercelloni, candidata sindaco per il M5S a Farra di Soligo.
“Sono principalmente una mamma e cittadina seriamente preoccupata per la salute, com’è possibile che non si comprenda la gravità della situazione dei veleni usati in agricoltura?” ha risposto Marina Vercelloni, candidata sindaco M5S Farra di Soligo.
Marina è anche “casualmente” laureata in Agraria ed esperta in progetti internazionali di riqualificazione agricola.
“Dopo aver sostenuto la necessità dell'irrorazione aerea nell'agricoltura, ora dimostra non solo di non conoscere, ma bensì di stravolgere il concetto di "Principio di Precauzione", base del trattato dell'Unione Europea e recepito nei DLgs 152/2006 e 150/2012, che mette in prima linea la tutela della salute e solo poi gli interessi economici.” Osserva Vercelloni.
“Ha dimenticato che queste sono decisioni prettamente politiche che non possono essere demandate ad uffici periferici di controllo quali ARPAV e gestione della salute quali le ASL” conclude Vercelloni “se le ASL applicassero questi criteri di valutazione, la salute scadrebbe in terza posizione, dopo produttività ed economia: hanno forse introdotto una variante regionale al Principio di Precauzione?”
Intanto la lista civica del MoVimento5Stelle presenta il proprio programma relativamente ai progetti di efficientamento energetico e lancia l’Operazione Trasparenza 2.0. Curriculum e certificati penali dei candidati saranno disponibili in rete per chiunque voglia prenderne visione, e invita la cittadinanza ad intervenire mercoledì 16 aprile alle ore 21:00 presso il centro sociale in Via San Gallo 17.
“Se volete il simbolo del MoVimento sulla scheda elettorale, venite ad affidarci la vostra firma. Noi mettiamo a disposizione le nostre persone e tutta le nostre passione, competenze ed onestà."
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Attivarsi per migliorare l'economia e l'ambiente del Comune
M5S: la nostra idea sullo sviluppo dell'agricoltura a Farra di Soligo
Il Movimento 5 Stelle di Farra di Soligo ha una chiara idea di come l'agricoltura debba essere gestita, a differenza di altre liste che solo ora hanno inserito nel proprio programma elettorale idee simili alle nostre nonostante avessero avuto tempo 10 anni per realizzarle, durante il loro mandato elettorale.
Crediamo che il Prosecco sia il nostro miglior biglietto da visita per lo sviluppo del turismo, cosiccome avviene in Alsazia ed in altre zone in cui le strade del vino vengono percorse da milioni di turisti che visitano, soggiornano ed acquistano, dando linfa vitale all'economia locale.
Ricordiamo che il Comune vive anche con l'addizionale IRPEF, cosicché un'economia florida garantirebbe maggiori introiti che possono essere distribuiti per il miglioramento del territorio e per offrire maggiori servizi ai cittadini.
Pensiamo che il boom economico delle nostre produzioni collinari siano messe a forte rischio dalla concorrenza dei vigneti in pianura, ormai produttivi e completamente meccanizzati. Possono le nostre vigne competere con i costi di produzione in pianura? Per garantire redditività in futuro, e sviluppare ulteriormente l'economia del paese, migliorando peraltro la salute dei cittadini e dell'ambiente, vogliamo portare Farra di Soligo ad essere un Biodistretto d'eccellenza e d'esempio per tutte le zone vitate, in modo che possano utilizzare prodotti fitosanitari più rispettosi dell'ambiente producendo nel contempo un prodotto maggiormente vendibile.
Sarà nostra intenzione attivare subito un confronto diretto con coltivatori e associazioni di categoria per valutare le azioni che vogliamo intraprendere, sintentizzabili in 5 punti:
1. attivazione immediata di uno sportello agricoltura che consenta di aiutare gli agricoltori ad effettuare la domanda di conversione al biologico;
2. a novembre 2014, attivazione di corsi gratuiti di formazione indirizzati ai viticoltori del Comune;
3. assumere un agronomo con esperienza pluriennale nel settore biologico, in modo che sia a disposizione di TUTTE le aziende agricole del Comune per consulenze anche sul campo;
4. pubblicazione nel web, in italiano inglese e tedesco, della lista delle az. agricole locali, indicando i recapiti, tipo di prodotto venduto, tipologia di coltivazione: i clienti italiani ed esteri dovranno sapere che per acquistare prodotti di eccellenza dovranno rivolgersi alle aziende agricole del nostro Comune;
5. sviluppo del turismo, con mappatura dei luoghi di interesse e attività economiche, ed intensificazione delle azioni necessarie all'ingresso nel patrimonio dell'UNESCO.
Lasciamo che siano gli altri comuni a deturpare l'ambiente usando disseccanti irrorando fitosanitari tossici e molto tossici, e attiviamoci per avere un vino di qualità superiore ed un ambiente più sano. Il turista acquista il vino direttamente dalle cantine del paese, garantendo al produttore maggiori guadagni che compensano certamente i maggiori sforzi necessari alla coltivazione sostenibile. In questo modo sarà l'agricoltura ad incentivare i settori ricettivo e della ristorazione, rivitalizzando inoltre l'economia dei piccoli negozi del Comune.
Per i prossimi 5 anni vogliamo che Farra diventi un Comune virtuoso ed apprezzato, producendo in accordo alla cittadinanza opere e risultati.
Per informazioni vi invitiamo sabato pomeriggio, nella piazza dietro il municipio di Farra, alle ore 15, per un dibattito aperto. Saranno presenti anche alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle, e ci saranno intrattenimenti musicali e ludici dedicati in particolare ai bambini e ragazzi.
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Luca Bottega: “Il turismo deve diventare il lubrificante di tutti i meccanismi dell’indotto economico di Farra”
M5S FARRA DI SOLIGO : IL TURISMO COME SCOMMESSA DI RILANCIO PER IL COMUNE DI FARRA
E’ nostra precisa intenzione attivarci e farci portabandiera dell’intenzione di creare di un Museo della memoria della Grande Guerra unico per tutto il comprensorio del Quartier del Piave
FARRA DI SOLIGO (TV), 20.05.2014 - Farra come modello di sviluppo? E’ la scommessa che si prefigge la lista Movimento 5 Stelle Farra di Soligo guidato dal candidato sindaco Vercelloni per il prossimo 25 maggio. Vogliamo puntare ad un’economia sana, sostenibile e che permetta a tutta l’economia locale di essere resa partecipe. Il nostro obiettivo sarà il potenziamento del comparto turistico, perché non bastano tabelle e cartelli stradali per sponsorizzare le nostre preziose bellezze, dobbiamo saperle valorizzare attivamente.
“Da questo punto vista” spiega il candidato consigliere Luca Bottega “la mappatura e la promozione delle bellezze paesaggistiche, come dei monumenti di interesse storico-culturale o delle strutture ricettive e delle cantine, diventeranno un punto fondamentale dell’agenda di lavoro del Consiglio Comunale, per poter potenziare questo comparto e rendere accessibili e fruibili a tutti queste bellezze, senza trascurarne ulteriormente la valorizzazione o la conoscenza, come per troppo tempo si è fatto! Il turismo deve diventare il lubrificante di tutti i meccanismi dell’indotto economico di Farra, comprendendo una rete ciclopedonale di collegamento comunale e intercomunale unica e completa da inserirsi all'interno di un macro modello di sviluppo turistico del territorio. Il tutto poi senza trascurare il conseguente e necessario aumento della capacità ricettiva collegato al comparto agro-alimentare. E’ innegabile la sinergia che la pianificazione turistica necessiterebbe, e l’attenzione che l’amministrazione locale deve prestare è fondamentale sia in materia di regolamentazione che di concessioni del comparto ricettivo.”
“Le bellezze naturali non mancano”prosegue Bottega “ma è necessario capire che la manutenzione o il ripristino dei vecchi sentieri che corrono su tutta la dorsale collinare, sono interventi incisivi ma fondamentali per renderli facilmente percorribili sia dagli amanti della natura che dalle famiglie locali, permettendo cosi un costante monitoraggio della salute delle aree boschive da una parte e garantendo la loro pulizia costante dall’altra. Da questo punto di vista possiamo capire quanto sia profondo il connubio tra turismo, tutela ambientale e godimento delle bellezze paesaggistiche, basti pensare l’aumento di rilevanza che suscitano i nostri dolci pendii in materia di turismo sportivo con le nuove discipline sportive sempre più partecipate come il trail, il nordic walking o la Mountain Bike.”
“Per quanto riguarda la memoria storica ci mostriamo sempre più attenti nei confronti della valorizzazione e della diffusione, soprattutto verso le nuove e nuovissime generazioni, soprattutto in virtu del fatto che il territorio comunale è sempre stato al centro di note vicende storiche, soprattutto in epoca contemporanea, basti ricordare l’evento della Grande Guerra quasi un secolo fa, e le modalità con cui la violenza si abbatté proprio in questi nostri paesi. E’ nostra precisa intenzione attivarci e farci portabandiera dell’intenzione di creare di un Museo della memoria della Grande Guerra unico per tutto il comprensorio del Quartier del Piave, d’altra parte è innegabile la quantità di reperti che ad ogni scavo vengono rinvenuti in qualsiasi area comunale e non. Noi del Movimento 5 Stelle” conclude il candidato consigliere Luca Bottega “crediamo fortemente che solo lavorando insieme riusciremo a superare questo periodo di crisi, creando un futuro migliore per noi e per i nostri figli, iniziando anche da qui, dal turismo proprio a casa nostra!
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Come vengono dissipati i soldi dei cittadini in cause probabilmente perse
Le spese legali dell'amministrazione Nardi/Casagrande
Farra di Soligo, 21 Maggio 2014 - Negli ultimi 10 anni, le amministrazioni comunali hanno ereditato diversi casi giudiziari importanti dalle precedenti amministrazioni Arman, quali i ricorsi per gli espropri effettuati in via dell'Emigrante, P.I.P. di Soligo e Col San Martino.
Ma negli ultimi 5 anni il Comune ha anche querelato alcuni suoi cittadini per aver pubblicato sulla stampa o web notizie scomode, ed ha subìto altri ricorsi da parte di cittadini e impiegati comunali.
Emblematica la storia del vigile assunto a tempo indeterminato, che a seguito di licenziamento decise di adire le vie legali citando il Comune. La Giunta attuale decise di resistere in giudizio, stanziando 6.292 euro per le spese legali che poi diventarono 10.067 euro, con il risultato che il giudice in primo grado accolse il ricorso del vigile condannando il Comune a pagare le spese legali della controparte. In questo caso la beffa è che il vigile pagò il proprio avvocato 1699 euro e vinse la causa, mentre il Comune ne pagò 10.067 e la perse!
Ad aprile, la Giunta decise di fare ricorso in appello, stanziando - indovinate quanto - altri 6.292 euro per le spese legali: speriamo che almeno questo preventivo venga rispettato e non lieviti come il precedente! Ci auguriamo inoltre che la Giunta abbia ritenuto di procedere nell'interesse dei cittadini, sicura di giungere ad una sentenza in cui il vigile sarà condannato al risarcimento di tutte le spese legali sostenute dal Comune in questi due gradi di giudizio.
Lo stesso vigile, dopo il licenziamento, fu assunto in prova, per 6 mesi, dal Comune di Villorba, al termine dei quali non gli fu rinnovato il contratto. Il vigile fece ricorso, ed il Comune di Villorba decise di conciliare pagando 3000 euro di indennizzo, con la seguente motivazione: "Il danno economico per il Comune in caso di condanna al reintegro dell’agente sarebbe stato molto elevato, e anche in caso di vittoria è più che probabile che l’ex dipendente avrebbe proposto appello. Inoltre tenere in piedi un contenzioso ha un costo amministrativo per l’ente, trattandosi di materia di lavoro non è scontato il riconoscimento della refusione delle spese legali. E queste in caso di secondo grado di giudizio coprirebbero comunque la proposta di conciliazione".
Forse a Villorba gli amministratori sono più lungimiranti?
Crediamo che i soldi pubblici debbano essere gestiti in modo diverso, cosi come crediamo che ci debba sempre essere una concertazione fra amministrazione e cittadini. Riferendoci ai casi degli espropri, crediamo che le giunte Citron e Nardi/Casagrande avessero il DOVERE di cercare una trattativa con gli espropriati per ottenere un accordo più favorevole rispetto a quanto prospettato dalle sentenze. Cercando di resistere in giudizio, il Comune ha speso, solo in questi ultimi 4 mesi, 26.977 euro per il PIP di Col San Martino, 12.584 euro per il PIP di Soligo e 30.362 euro per via dell'Emigrante.
Riteniamo inoltre che gli avvocati in paese non manchino, e sarebbe quindi preferibile dare lavoro ai professionisti locali piuttosto che pagare studi legali di Conegliano, Treviso, Feltre o addirittura Milano.
Movimento 5 stelle Farra di Soligo
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Per informare i cittadini che alla Camera dei Deputati continua il lavoro per convincere i tre Ministri di Agricolatura, Ambiente e Salute, a prendere conoscenza di quanto avviene nei loro ambiti ministeriali, affinché possano intervenire e rimediare a quanto sta succedendo (a loro insaputa ?), si comunica che Silvia Benedetti (Movimento 5 Stelle) lunedì 19 maggio 2014 nella seduta n. 231 "Autorizzazioni speciali per l'irrorazione aerea" ha presentato una interrogazione a risposta scritta 4-04886 (Atto della Camera).
Il fatto più eclatante che viene evidenziato è che ogni anno, dal 2008 in poi, vengono autorizzati questi due prodotti fitosanitari per l'irrorazione aerea: Aviozolfo e Aviocaffaro, sempre con la medesima motivazione di «situazioni di emergenza fitosanitaria» ed ogni anno ne viene concesso l'utilizzo per 120 giorni (emergenza fitosanitaria infinita ?).
- nella provincia di Treviso, in alcuni dei comuni del consorzio DOCG Prosecco, le case, le scuole, gli orti privati, le strade, sono confinanti con i vigneti; mentre in altri Comuni, i vigneti sono entrati di diritto, a far parte dell'Ambiente Urbano;
- da articoli di stampa, dalle testimonianze dei residenti e dell'associazione WWF AltaMarca sono molte le segnalazioni di residenti e turisti che lamentano di essere stati «trattati» come vigneti
- i cittadini non sono stati avvisati preventivamente delle irrorazioni e non sono mai stati informati del tempo di carenza di 48 ore, prima di poter accedere alla zona irrorata dall'elicottero, anche nelle zone soggette alla deriva; inoltre, nelle aree trattate non è mai stata posta adeguata e visibile segnalazione dei pericoli per la salute;
- la deriva dell'elicottero si estende oltre i limiti del vigneto in trattamento; grazie all'azione del vento le gocce più piccole vengono trasportate molto più lontano
- l'irrorazione aerea può avvenire solo con due prodotti ben determinati, mentre l'irrorazione di tutti gli altri fitosanitari (insetticidi, acaricidi, etc.) previsti dai bollettini quindicinali, avviene solamente con trattamenti da terra, facendo decadere la condizione che giustifica la deroga
- a dimostrazione che le alternative sono possibili, 9 dei 15 comuni del consorzio docg Conegliano Valdobbiadene prosecco, hanno vietato i trattamenti aerei sull'intera area comunale.
Autorizzazione speciale in deroga dei due prodotti fitosanitari irrorati: le autorizzazioni speciali annuali fanno riferimento al regolamento CE/1107/2009, e precisamente all'articolo 53 «situazioni di emergenza fitosanitaria» i due prodotti che annualmente ottengono l'autorizzazione speciale, sono:
Aviozolfo, del quale è noto l'85% (zolfo)
Aviocaffaro; del quale è noto il 20% (ossicloruro di rame)
le % sconosciute sono coformulanti segreti, che la dottoressa Maristella Rubbiani, dell'ISS – Istituto Superiore di Sanità – definisce come «spesso più pericolosi dei principi attivi». Essa inoltre dichiara che qualche volta i principi attivi vengono registrati come coformulanti, e quindi sfuggono al controllo. Il tutto rende difficile la correlazione causa effetto, in caso d'intossicazione, non potendo sapere cosa fa più male, se il principio attivo studiato o il coformulante di cui non si conosce la natura ed il pericolo;
il PAN - A.5.6.2 – Utilizzo dei prodotti fitosanitari ad azione fungicida, insetticida o acaricida – dove tra le altre indicazione, specifica che: In ogni caso è comunque escluso l'utilizzo di prodotti fitosanitari classificati tossici e molto tossici o che riportano in etichetta le seguenti frasi di rischio: da R20 a R28, R36, R37, R38, R42, R43, R40, R41, R48, R60, R61, R62, R63, R64 e R68, .......
- L'Aviocaffaro ha le seguenti frasi di rischio, che sono vietate dal Pan: R20/22 R43;
- L'Aviozolfo ha le seguenti frasi di rischio, vietate dal Pan: R22 R36/37;
frasi di rischio che sono chiaramente scritte nelle schede di sicurezza dei due fitosanitari
Risposte "scritte" richieste ai tre Ministri a parere degli interroganti le deroghe si ispirano impropriamente a tale regolamento (CE/1107/2009, art.53) in quanto non sussisterebbe tale emergenza fitosanitaria e neppure la necessità del provvedimento di autorizzazione «a causa di un pericolo che non può essere contenuto in alcun altro modo ragionevole»; come precedentemente dimostrato, infatti, nulla vieta i normali trattamenti a terra.
Vsta la mancanza delle condizioni che consentono la deroga, l'invasività delle irrorazioni aeree che mettono a rischio la salute umana e dell'ambiente, il mancato rispetto delle norme di sicurezza e di adeguati controlli, la parziale e insufficiente conoscenza dei prodotti irrorati si chiede al Ministro:
- se non ritenga di dover interrompere le autorizzazioni dei prodotti Aviozolfo e Aviocaffaro per l'irrorazione aerea;
- su quali basi e con quali criteri vengano autorizzati annualmente i prodotti Aviozolfo e Aviocaffaro;
- quali controlli siano stati fatti o si intendano fare per verificare la reale sussistenza delle condizioni che consentono le deroghe;
- se non ritenga che il continuo ricorrere alle deroghe non alteri il vero significato di emergenza fitosanitaria a cui queste deroghe impropriamente si ispirano;
- quali azioni intenda promuovere affinché nei territori avvengano tutti i controlli necessari a garanzia del rispetto della normativa vigente e dell'attivazione di tutte le misure previste per la gestione dei rischi, a salvaguardia della salute umana e dell'ambiente. (4-04886)
Documento originale della Camera.
Vice presidente WWF AltaMarca
Gilberto Carlotto
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Nasce ufficialmente questa sera, mercoledì 11 giugno, alle 20.30, con il consiglio comunale di insediamento e giuramento nell'auditorium Santo Stefano, il secondo mandato amministrativo di Giuseppe Nardi (nella foto a sinistra). E il riconfermato sindaco di Farra di Soligo se la dovrà subito vedere con la nuova opposizione, caratterizzata dal debutto consiliare nel Quartier del Piave del Movimento 5 Stelle.
Proprio i grillini, per l'occasione, hanno annunciato la videoripresa con una webcam e la conseguente trasmissione della prima seduta su internet, sia su youtube.com, sia in streaming. Un'occasione, sottolinea la capogruppo Marina Vercelloni (nella foto sotto), per dare la possibilità ai cittadini che non possono muoversi da casa di poter seguire il loro consiglio comunale, "facendo così conoscere come funziona, ma soprattutto per far sapere cosa viene deciso in aula e cosa cambierà nella propria cittadina".
Peccato, però, che il Comune di Farra di Soligo non sia attualmente dotato di uno specifico regolamento in materia di audio e video registrazione delle sedute consiliari, come, peraltro, il sindaco Nardi ebbe già modo di evidenziare alle minoranze nel corso della precedente amministrazione. "Le registrazioni non sono autorizzate, il Movimento 5 Stelle si dovrà adeguare al regolamento", osserva il primo cittadino solighese.
Lo stesso segretario comunale ha dovuto respingere la richiesta formale dei grillini, ribadendo il concetto: con riferimento alla riservatezza dei soggetti presenti o oggetto del dibattito, il consiglio comunale di Farra di Soligo non è ancora dotato degli strumenti normativi per le riprese televisive e la loro diffusione.
Tesi respinta dai grillini che, in tutta Italia, hanno lanciato la cosiddetta operazione "Fiato sul collo", proprio per riprendere e pubblicare le immagini dei consigli comunali. "Il Movimento 5 Stelle di Farra di Soligo farà valere i suoi diritti", chiosa il responsabile elettorale Victor Cavaliere. "Il consiglio comunale deve essere e rimanere pubblico. Tutte le giunte sono funzionari pubblici e quindi non esiste privacy in sede istituzionale".
Fonte: Qdpnews
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Prefazione di Gianni Girotto - Cittadino portavoce al Senato
Continuiamo a parlare di Energia, ed in particolare di Petrolio, con un altro libro che aggiungo alla mia sezione "Indispensabili". Già vi ho inserito il libro "Trivelle d'italia" nel quale viene descritto come il nostro Belpaese sia meta agognata delle industrie del settore grazie alla bassissima tassazione applicata alle industrie del settore, nonostante i pesantissimi danni ambientali e sanitari derivanti, che pertanto ripaghiamo noi tutti tramite le fiscalità generale, le operazioni di bonifica (che in realtà devono ancora iniziare) e i tragici costi sanitari.
Con il presente libro "Petrolio e Politica", risaliamo decisamente più a monte, alle origini di questa situazione, e cioè alle scelte dettata dalla politica degli ultimi 40 anni e più.
E' infatti la politica, con la "p" volutamente minuscola, che ha consentito questo stato di cose, che si è accorta cioè, mezzo secolo fa, di quale afflusso finanziario si poteva ricavare dall'intrallazzo, sì ribadisco "intrallazzo", con le società petrolifere.
Ecco allora nascere, svilupparsi e fiorire tutto un mercato di compravendita di favori, vuoi sotto forma di leggi compiacenti, di proroghe, di regimi fiscali agevolati, di "neutralizzazione" di indagini compromettenti, di riforme giudiziarie, di non voto da parte del Parlamento per portare i politici accusati davanti al tribunale, insomma di tutto ciò che poteva fornire "mazzette" di denaro da una parte per la politica, e agevolazioni per le industrie del settore dall'altra.
Il libro è molto lungo, molto dettagliato, ma la sostanza è questa che vi ho appena descritto, esposta nel riassunto che inserisco immediatamente qui di seguito. Ci vuole un'oretta per leggerlo, ma è tempo speso bene... Buona lettura.
Petrolio e Politica - Riassunto a cura di Loris Donazzon
Il padre di tutti gli scandali raccontato dal magistrato che lo scoprì.
Mario Almerighi – Editori Riuniti – 2006
1- In seguito alla guerra del Kippur nel 1973 inizia un periodo di austerity petrolifera. In base ad alcune leggi del periodo fascista l’industria petrolifera e chimica possono essere sottoposte ad interventi da parte del Ministero dell’Industria: in particolare si possono sanzionare penalmente i titolari dei depositi che non mantengono scorte. A fine 1973 fioccano alcune denunce nel genovese per mancate forniture ad istituti sanitari e si scopre che il petroliere R. Garrone ha venduto una scorta di gasolio in Francia.
2- I mass-media italiani esaltano la “responsabile rassegnazione” degli italiani costretti ad affrontare l’inverno al freddo; ma l’Unità rivela invece uno scandalo sulle forniture da parte delle grandi aziende.
3- I petrolieri sostengono di non avere gasolio e il governo si prepara a disporre controlli. Da intercettazioni ambientali emergono però esportazioni di combustibile da parte delle aziende nazionali, che invece hanno i depositi pieni.
4- Si vedono petroliere nei pressi del porto di Genova. Comincia a montare lo scandalo.
5- La politica chiede ai petrolieri di rispettare gli obblighi di fornitura per i fabbisogni nazionali ma senza applicare sanzioni agli inadempienti. Emerge una lista di regali natalizi consegnati dai Garrone a personaggi influenti. Intanto i prezzi del combustibile salgono, a spese di famiglie ed imprese.
6-I petrolieri italiano continuano a vendere all’estero declinando le richieste interne. Dalle intercettazioni emergono evidenti manovre speculative che potranno dar luogo alla Procura la formulazione dell’accusa di aggiotaggio.
7- Ad inizio 1974 si attuano le prime perquisizioni presso l’azienda di Garrone. Emergono documenti che attestano ingenti trasferimenti di combustibile. Si ha la sensazione che anche i signori del petrolio possono essere accusati.
8-Garrone e soci, tramite i loro legali, cercano appoggi presso alcuni funzionari del Ministero della Giustizia e politici compiacenti. Si accampa come scusa la non competenza territoriale per cercar di togliere le indagini ad Alberighi, che riceve però anche molta solidarietà.
9-Altre intercettazioni ambientali rivelano le censure messe in atto dai redattori di testate genovesi per sminuire la portata dello scandalo, mentre altri giornali, sia italiani che stranieri, iniziano a prevedere un grande scandalo. L’opinione pubblica sembra parteggiare per Almerighi, ora che emergeva come i petrolieri trattenessero molto greggio nei depositi in attesa di rialzi dei prezzi, anziché distribuirlo ai richiedenti.
1. a)Un docente di liceo riassume questi primi 9 capitoli ai suoi studenti, che poi fanno domande, alle quali il professore risponde. Emerge lo sdegno per l’arroganza e l’avidità dei petrolieri, convinti di poter dirigere il sistema a loro piacimento, grazie ai loro appoggi. Al tempo l’indagine è stata condotta da un pretore, figura giuridica non più esistente perché ritenuta dalla politica troppo indipendente e la cui soppressione ha provocato un forte distacco tra amministrazioni di giustizia e territorio. La disinformazione diffusa dai mass-media asserviti al potere economico non ha permesso all’opinione pubblica di poter impedire questa decisione.
10-In Pretura si percepisce la grandezza dello scandalo. Da documenti sequestrati alla ditta di Garrone emergono pagamenti ed inadempienze da parte delle imprese coinvolte nello scandalo.
11- Da altri documenti sequestratiemergono disegni di legge in favore alle attività dei petrolieri. Gli elementi emergenti fanno ipotizzare una serie di reati concatenati in modo tale da svelare un fitto intreccio di accordi nascosti fra politica e imprese. Tutto ciò inquieta il pretore Almerighi, che si fida però dei suoi colleghi, collaboratori e dell’allora Presidente della Camera, S. Pertini.
12-Servono altre prove; si lavora anche di notte per predisporre le autorizzazioni a nuove perquisizioni, stavolta a Roma; servono massima discrezione ed un appoggio logistico, che viene trovato.
13-Le perquisizioni a Roma fruttano il ritrovamento di importanti documenti, il cui valore viene taciuto alla stampa. Il procuratore a Roma sostiene l’indagine.
14-Un articolo dell’Espresso racconta come gli imprenditori del settore finanziano i politici.Lo stesso giornale descrive anche il ruolo di un personaggio chiave dell’industria petrolifera italiana, il cav. V. Cazzaniga (pres. UPI), e quello dell’ENI, di garante fra petrolieri e governo per quanto concerne i prezzi del greggio. Un altro pezzo pone l’accento sulla corruzione dilagante nelle varie sfere del potere costituito: politica, economia, burocrazia; Pertini, Presidente della Camera, si augura che lo Stato isoli al suo interno i disonesti. I partiti manifestano imbarazzo.
15-Si rafforza il personale che segue l’indagine. Almerighi però prima rischia il sequestro della documentazione oggetto d’indagine e poi viene convocato a Roma per accertamenti procedurali. Riceve anche una visita casalinga dai vigili urbani perché c’è chi teme che la sua sola presenza costituisca pericolo per gli inquilini del suo palazzo. Si rafforzano le misure di sicurezza per i documenti.
16-Emergono prove di un coinvolgimento dell’ENEL nel sistema delle tangenti.
17-Il cav. Vincenzo Cazzaniga ottine un prestito bancario col quale paga una grossa tangente all’ENEL. Buona parte della somma sarebbe sarebbe finita nelle casse dei partiti di governo, che dovevano affrontare anticipatamente una campagna elettorale. Sono coinvolti la banca Italcasse, l’AGIP e l’UPI. Le compagnie petrolifere avrebbero dovuto rimborsare quote della somma totale (1 mld. di lire) in proporzione al combustibile venduto negli ultimi 3 mesi del 1971 e nei primi 3 del 1972. Nell’operazione sono state emesse fatture false gestite da prestanomi. L’ENEL dal canto suo ottenne dai politici un rialzo del prezzo di vendita del combustibile a vantaggio dei petrolieri, ai quali sarebbe stato concesso di ingrandire o costruire altre centrali termoelettriche.
18-Le lettere dell’UPI confermano tutto: concessioni, ritocchi sui prezzi di combustibile più raffinato, campagna stampa pro centrali. Si elude, con apposita legge autorizzativa per nuovi impianti di raffinazione, la normativa anti inquinamento ad uso degli enti locali.L’opinione pubblica percepisce la situazione.
1. b) Riprende il dibattito al liceo fra studenti ed insegnante. Qui si cambiano le norme su ambiente, salute e sicurezza pur di far realizzare nuovi impianti, mentre all’estero si verifica prima se ce n’è effettivo bisogno. Risultato: in Italia si raffina (e si inquina) anche per gli altri, usando risorse preziose che vengono sottratte all’agricoltura, in primis le falde acquifere, che non vengono tutelate. All’epoca dei fatti vigeva un sistema basato interamente sulla corruzione, incapace però di immaginare che un magistrato avrebbe potuto sconvolgerlo. Si è cercato quindi di fargli togliere il caso: ma la legge e la gran parte dei magistrati lavora nell’interesse del popolo. E’ il popolo però che deve vigilare su chi elegge, per non venirne sopraffatto.
19- Arrivano ulteriori segnali di solidarietà dall’opinione pubblica e di spirito di collaborazione dai colleghi. Si emette mandato di cattura per V. Cazzaniga, che però si rende latitante.
20- Almerighi e i suoi colleghi (Adriano Sansa e Carlo Brusco), tramite il Procuratore della Repubblica del Tribunale di Genova (Lucio Grisolia) incontrano l’on. Francesco Cattanei, presidente della commissione parlamentare inquirente, allo scopo di accertare le responsabilità dei politici apparentemente coinvolti nel sistema: le prospettive sembrano buone.
21-Cominciano le strumentalizzazioni verso il processo in corso. Si decide di chiedere un incontro col Presidente della Camera, Sandro Pertini, per legittimare istituzionalmente il lavoro del team. L’incontro si svolge in segreto. Pertini rimane molto turbato nel conoscere i fatti, ma promette pieno appoggio ai magistrati: posizione poi ribadita pubblicamente, al fine di far punire i responsabili senza per questo infangare anche i politici non coinvolti.
22-Non avendo grandi giacimenti di idrocarburi, l’Italia si è specializzata nella raffinazione, diventando la prima nazione al mondo per quantità. I petrolieri riuscivano, costruendo impianti più grandi di quanto dichiarato, a raffinare più greggio rispetto alle quantità ufficialmente palesate: con ciò si garantivano guadagni extra, a discapito di ambiente e salute pubblica.
23-Il petroliere R. Garrone, tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70, tenta di far ampliare i suoi impianti ma non ottiene le autorizzazioni; si offre così di pagare una tangente. Almerighi rintraccia assegni e documenti che l’aiutano a ricostruire la vicenda e ne dispone il sequestro presso la banca utilizzata per tali operazioni. I progetti di Garrone erano ostacolati anche dagli ambientalisti.
24-Emerge l’intercettazione d’un colloquio fra Garrone e personalità influenti, nella quale si combina un incontro per stabilire come superare l’avversione dell’opinione pubblica verso i nuovi impianti. Insospettito da nuove perquisizioni, Garrone abbandona parte del progetto.
25- Un’industria siciliana, la ISAB, si rende disponibile a pagare una tangente pur di realizzare una raffineria in Sicilia. Il progetto presenta vari ostacoli, per questo l’impresa si accorda col gruppo Garrone e un’altra azienda, l’IFI, al fine di versare una somma più alta ai politici locali: così la concessione arriva, disattendendo i piani regolatori locali.
26-Un gruppo di tecnici esperti però prevede un impatto ambientale devastante per la raffineria, che sarebbe sorta vicino ad altri impianti industriali inquinanti: perciò la Regione Sicilia decide di rivedere la concessione. Un assessore reg. riuscì però a far rovesciare la situazione tramite la promessa di molti posti di lavoro, poi in buona parte disattesa.
1. c) Il professore seguita nel riassumere i capitoli del libro ai suoi studenti. Qualcuno si chiede se non vi siano preconcetti da parte dei magistrati verso i petrolieri: l’insegnante pone l’attenzione sulla propaganda disinformativa da essi divulgata. Segue un breve dibattito sulle fonti alternative alle fossili, nel quale si evidenziano i limiti dell’atomo e le potenzialità delle rinnovabili, finora poco sviluppate per tutelare proprio i petrolieri. Sembra che in queste vicende non fosse coinvolta la mafia. Non si spiegano, alcuni studenti, perché alcuni avvocati volessero screditare le indagini, ipotizzando fini persecutori. Il docente spiega che c’è chi, per propri fini, vorrebbe tornare ai tempi in cui la magistratura era soggetta alla volontà della politica. L’attuale indipendenza testimonia invece il raggiungimento di un altissimo grado di civiltà, che andrebbe esportato. La magistratura è comunque dotata di organi di controllo interni, che funzionano meglio se c’è una maggiore consapevolezza da parte delle istituzioni sull’importanza dell’autonomia di questo settore.
27-La guerra del Kippur comportò la chiusura del canale di Suez. Il governo sovvenzionò i petrolieri costretti a far circumnavigare l’Africa alle petroliere. Le aziende però, grazie alle tangenti, si fanno finanziare anche i trasporti dai paesi mediterranei e addirittura riescono a far approvare una proroga fiscale, oltre alla citata condizione d’emergenza, che la politica giustifica con l’erogazione di fondi per il terremoto del Belice del 1968. I petrolieri tardano però nel versare il pattuito: per questo il governo ritira il decreto di proroga. Ma con l’intermediazione di Cazzaniga la situazione si sblocca, a danno dei contribuenti italiani.
28- L’UPI propose ed ottenne dai partiti di governo, nel 1968, la dilazione del pagamento delle imposte di fabbricazione e generale sulle entrate. Le proroghe furono ottenute mediante tangenti che però le aziende pagavano in ritardo: per questo i politici concessero proroghe brevi nel corso del 1971. L’intermediario Cazzaniga riuscì ad ottenere un prestito col quale pagò i partiti che corressero i tempi di dilazione dei decreti. Tali manovre fecero intascare, dal 1968 al 1972, 8 miliardi ai partiti di governo e ne fecero intascare 160 ai petrolieri.
29-Nel 1971 il governo riduce altre imposte ai petrolieri, scaricando le differenze di entrata sull’erario.Il solito cazzaniga sollecitò le aziende a versare le tangenti nei tempi stabiliti al fine di ottenere le proroghe fiscali richieste. Tra il 1971 e il 1972 si successero 3 governi, tutti concedenti proroghe a suon di tangenti. Il segretario di Cazzaniga, Carlo Cittadini, redisse nel 1972 un promemoria (poi utilizzato dai magistrati) per quantificare i vantaggi ottenuti dalle aziende in base al pagamento delle quote di tangenti, pagate in proporzione alle situazioni debitorie e ai vantaggi ottenuti dalle singole imprese. I versamenti venivano effettuati sempre tramite la banca Italcasse di Roma. Ma i dati delle prime tabelle vengono contestati dai petrolieri, così si rifanno i calcoli. Ci vogliono alcuni mesi ma alla fine si giunge ad un accordo.
30-Le pratiche, negli uffici delle aziende, riportano definizioni giustificative per le tangenti: oneri, defiscalizzazioni… Si riporta un episodio singolare sull’azienda Garrone, che nel 1972 chiede un rimborso ad un suo partner commerciale perché dai calcoli risulterebbe aver pagato per far defiscalizzare una certa quantità di prodotto che in realtà era detenuto in parte da altri.
31-I politici emanavano le leggi richieste dai petrolieri solo dietro pagamento. Era addirittura una finanziaria dell’ENI (quindi pubblica), la SOFID, ad anticipare le tangenti dei petrolieri, presso un conto della Italcasse. Il funzionamento del meccanismo è stato confermato durante gli interrogatori agli amministratori coinvolti, che spesso dichiaravano d’aver creduto che quei soldi finanziassero altro (es. pubblicità).
32- Per i partiti è più facile giustificare uscite non ufficiali rispetto alle aziende. Gli amministratori italiani della Esso hanno ritoccato spesso le scritture contabili, venendo anche richiamati qualora le spese non risultassero giustificabili; l’importante però alla fine era che i conti, in qualche modo, quadrassero.
33- Fine giugno 1972: Cazzaniga deve restituire alla SOFID il prestito per le tangenti e far prorogare la defiscalizzazione vigente. Nonostante un cambio di governo il provvedimento auspicato viene approvato, però di soli 3 mesi anziché 6. Questo per opera dello stesso Cazzaniga, che voleva così costringere i petrolieri a versare i rimborsi dovuti, poiché erano in ritardo sui tempi pattuiti. Le compagnie, in particolare la Esso Italia, contestano i metodi di Cazzaniga, ma alla fine la proroga semestrale viene accordata. Cazzaniga viene ancora contestato dalla Esso: l’effetto è che la proroga già concordata non viene convertita in legge. La maggioranza alla fine, pur di non perdere il resto delle tangenti, riesce a superare le resistenze dell’opposizione e a far approvare l’intera proroga.
34-Si profilano 2 fazioni fra i petrolieri: una vorrebbe trattare direttamente coi ministri competenti, l’altra attraverso un’intermediazione Partitica. La disponibilità dei ministri fece prevalere la prima opzione, che portò risultati: un’ulteriore proroga di un anno sulla defiscalizzazione, più una sanatoria di un mese sulla copertura dei deficit contributivi. Le opposizioni danno battaglia ma le pressioni dei petrolieri (minacce sulle forniture) alla fine prevalgono. Cazzaniga viene destituito dal suo incarico all’UPI.
35-I petrolieri, sempre tramite Cazzaniga, si lamentano del mancato aumento dei prezzi finali e minacciano forniture insufficienti per il successivo inverno. Il ministro De Mita minaccia di nazionalizzare il settore: le industrie forniscono dati ridotti sulle effettive produzioni, così il governo, truffato, cede. Ma questo darà inizio all’indagine…
36-Le intercettazioni dimostrano le forniture al governo di dati falsi sulle reali quantità di combustibile nei depositi dell’azienda Garrrone. Cominciano a scarseggiare le forniture e i politici, ingannati, concedono gli aumenti… ma nel frattempo scattano le indagini.
37- L’autore si chiese se la stessa democrazia italiana sia legittimata. Dai documenti emerge insoddisfazione delle parti sui metodi di Cazzaniga; si studiano nuove strategie per il raggiungimento degli obiettivi. Le compagnie petrolifere stendono un programma vantaggioso per la loro posizione, senza l’intermediazione dell’UPI, come avvenuto finora, e dei partiti, rapportandosi cioè direttamente coi ministri competenti.
38-Impiegati e contabili delle aziende, nonché funzionari dei ministeri, durante gli interrogatori minimizzano i loro ruoli sulle vicende oggetto di inchiesta.
1. d) Il prof. Rossi prosegue nel riassunto del libro ai suoi studenti. Emerge sdegno per la compravendita di leggi: purtroppo chi detiene le fonti energetiche è rivestito di troppo potere e chi vi si oppone, come E. Mattei, o S. Allende, spesso ne fa le spese. L’ENI di Mattei cercava accordi diretti coi paesi produttori, senza ricorrere alla mediazione delle multinazionali, con le quali l’Ente si alleò solo dopo la morte del finanziere. Anche queste compagnie pagavano tangenti al governo, solo non sopportavano che qualche intermediario ci facesse la cresta. Per sfuggire ai controlli della magistratura, la politica è ricorsa ad ogni mezzo possibile che le consentisse di ostacolare i magistrati: trasferimenti, modifiche alle leggi sulle procedure, riforme giudiziarie.
39-Almerighi spedisce gli atti processuali al presidente della Camera, S. Pertini, che li invierà poi all’apposita commissione d’inchiesta, e alle procure di Genova e Roma; intanto scattano gli arresti per i collaboratori di Cazzaniga. Scoppia una crisi di governo e alcuni giornalisti paventano abusi di potere da parte della magistratura.
40- L’inchiesta viene divisa in 3 settori: corruzione relativa al fisco, tangenti ENEL, aggiotaggio. Per la vicenda ENEL figurano 42 imputati e si distinguono 5 ministri. Il processo per corruzione viene affidato alla Commissione, che però la riaffida alla giustizia ordinaria dopo mesi di inattività, di fatto favorendo la prescrizione dei reati, nonostante l’emersione di elementi che fanno allargare ulteriormente le indagini. Passano 4 anni, dopo i quali cadono anche le accuse ad alcuni dei ministri coinvolti.
41- La Esso Italia usava nomi fittizzi per indicare le persone influenti con cui trattava. Il pretore si chiede quale esempio le istituzioni diano ai giovani.
42-Intanto negli U.S.A. emergono vari episodi di corruzione attuati dalle aziende statunitensi, sia in patria che in vari altri Paesi, tra cui l’Italia. I senatori che conducono l’inchiesta, preoccupati dai buoni risultati ottenuti dal PCI alle ultime elezioni, pretendono ed ottengono chiarezza da parte della Exxon (Esso) sulle elargizioni ai politici italiani.
43- La Commissione d’indagine tenta di archiviare i procedimenti verso 4 dei 6 ministri indagati, ma i membri dell’opposizione interna insorgono, chiedendo a più riprese di mantenere aperte le istruttorie. Il dibattito si trascina per un anno e mezzo, fino alle elezioni di giugno 1975. Ad autunno riprende il dibattito, con l’emersione di nuovi capi di imputazione per i ministri che la maggioranza aveva cercato di salvare. Si punta allora all’accusa contro “funzionari ignoti”, che di fatto sancisce la definitiva archiviazione, dopo altri mesi di dibattito.
44- Il ministro Valsecchi, al processo, giustifica le proroghe trimestrali del 1973 come atti prudenziali per non influire eccessivamente sui prezzi al consumo. Il ministro Ferri minimizza la portata delle concessioni produttive fatte ai petrolieri nel corso del suo mandato. Vengono archiviate anche le posizioni dei ministri Ferrari-Aggradi e G. Boschi, firmatari delle proroghe fiscali del 1969 e 1970. L. Preti fu autore dei provvedimenti inerenti la defiscalizzazione, per la quale fu corrisposta da parte dei petrolieri la tangente del 5% proporzionata ai vantaggi economici derivati; fu anche l’autore della legge che permise di promulgare le proroghe fiscali dal 1968 al 1973. Fu comunque nel 1972 che i vari ministri concessero i maggiori vantaggi alle imprese petrolifere. Coinvolto ma alla fine prescritto anche G. Andreotti.
45-Cazzaniga sostiene di aver operato nell’interesse del settore petrolifero, trascinatore dell’economia, e smentisce alcune affermazioni del suo segretario, C. Cittadini. Il successore di Cazzaniga all’UPI, D. Albonetti, parla di accordi separati ma non illegali con politici ed esibisce un’attestazione a suo favore da parte della sua azienda, la Total Italia. A. Sala, dirigente della Esso Italia, nega le tangenti: giustifica la tabella coi nomi in codice come una misura cautelativa a protezione dei dati in oggetto d’analisi.
46- C. Cittadini è uno dei pochi a finire in carcere. Non potendo negare il suo coinvolgimento, insiste nel ribadire il suo ruolo di semplice tramite tra Cazzaniga e l’on. Micheli, nonché di funzionario nell’azienda in cui lavorava. Cittadini comunque conferma e descrive le modalità di pagamento delle tangenti. A. Pileri, funzionario AGIP, nega invece ogni coinvolgimento suo e dell’azienda, anche di fronte all’evidenza.
47- R. Garrone ammette i contributi ai partiti, giustificandoli, come contributi alla democrazia. Dice di non ricordare determinati dettagli, per lui poco importanti. Garrone risponde anche sui finanziamenti ad alcuni giornali legati alla DC, concessi per rispondere ad una cattiva campagna stampa, e nega relazioni tra questa somma e la costruzione di una nuova raffineria. G. Arcidiacono, funzionario dell’azienda Garrone, accusa Cittadini di essersi inventato impegni mai stipulati di pagamento ai partiti, descritti quasi come enti benefici; alcune intercettazioni telefoniche però lo smentiscono. Nelle memorie processuali si ricorda come gli amministratori dei partiti avessero approfittato della crisi del canale di Suez per pretendere fondi dalle aziende.
48-I giudici interrogano N. M. Bain, rappresentante Shell Italia. Bain acconsentì a finanziare i partiti, concordando un’elargizione conforme a quanto versato da altri; esclude particolari favoritismi per l’azienda. Per G. Scarito, della BP Italia, era necessario pagare per sostenere il sistema politico economico della democrazia italiana. N. Pignatelli, della Gulf Italia, sostiene che le tangenti servono anche a garantire i lavoratori. Anche altri dirigenti sostengono di aver pagato nell’interesse generale del Paese (Italia). G. Svoboda, della TWF Italia, una controllata della tedesca Gesenberg, sostiene d’aver pagato per seguire la prassi italiana: va in crisi però quando gli si dimostra che era a conoscenza delle vere ragioni dei pagamenti. Nelle memorie processuali si fa cenno alla coercizione vessatoria subita dalle aziende operanti nel nostro Paese.
49- L’on. F. Micheli si difende al processo dichiarando che quanto ha fatto è stato nell’interesse dei giornali di partito, strumento di democrazia; la difesa risulta comunque abbastanza impacciata. Ai dirigenti di PSI e PSDI non importava troppo da dove arrivassero i soldi e declinavano varie responsabilità di loro competenza. U. La Malfa del PRI ammette invece le proprie responsabilità.
50- Nel gennaio 1979 la commissione inquirente redige le proprie conclusioni. E’ stato accertato come la vicenda che ha interessato il canale di Suez abbia favorito in Italia, dal 1967 al 1973, la costituzione di un sistema di accordi fra politici e petrolieri che ha notevolmente favorito i secondi sotto l’aspetto economico, grazie a provvedimenti legislativi emanati ad hoc.L’utilizzo di codici segreti per rendicontare determinate operazioni testimonia il carattere illecito di determinate azioni politiche, che hanno arbitrariamente favorito precisi interessi a discapito del bene comune. Ci si chiede quindi se gli stessi organismi politici che stanno conducendo il processo siano effettivamente legittimati a condurlo. Si chiede pertanto di archiviare le posizioni di alcuni ministri coinvolti e di ricondurre alla giustizia ordinaria i reati stabiliti in concorso coi petrolieri. La maggioranza della commissione contesta le posizioni di coinvolgimento o di esclusione di determinati ministri, dichiara che i provvedimenti legislativi sono stati varati in conformità alle norme CEE e contesta la consistenza delle prove a carico dei suddetti ministri, sostenendo l’assenza di relazioni fra vari versamenti definiti illeciti e le attività dei ministri maggiormente accusati. Il Parlamento deliberò a loro favore e il processo tornò ai giudici di Roma.
51-Cazzaniga aveva beneficiato, nonostante la latitanza, della revoca di ogni provvedimento restrittivo durante l’operato della commissione. Ma il sostituto procuratore di Roma, E. De Nicola, gli commutò l’accusa di corruzione (già insabbiata dalla commissione) in quelle di appropriazione indebita e falso in bilancio, riuscendo così a tradurlo in carcere, dove però rimase pochissimo.
52-La giustizia U.S.A. rinunciò ad avvalersi contro Cazzaniga a causa dei tempi lunghi della giustizia italiana. Uscì un lungo articolo sul Wall Street Journal, secondo il quale le compagnie petrolifere statunitensi erogarono dei versamenti in conformità alle leggi dei governi degli Stati dove operavano. In Italia in particolare la DC aveva bisogno di molti fondi per contrastare il forte PCI. Viene illustrato come la commissione abbia stabilito che dei politici locali abbiano messo in piedi un sistema di estorsione per le imprese petrolifere, e che ora la stessa politica stia operando per insabbiare lo scandalo.
53- Sulla vicenda, il giornalista Enzo Biagi scrive al neo Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, per denunciare un sistema che manda in galera i funzionari e salva dei politici corrotti e indegni di rappresentare le Istituzioni.
54-Dai documenti sequestrati emergono quietanze di pagamento ai segretari amministrativi dei partiti ma non ai ministri… il Parlamento approva quindi l’archiviazione per questi ultimi. Sempre al Parlamento spetterebbe anche concedere l’autorizzazione a procedere nei confronti degli amministratori dei partiti, dato che sono tutti parlamentari. I giudici ordinari inviano le richieste, che in qualche modo o si arenano o vengono respinte. La maggioranza parla di fumus persecutionis, mentre la minoranza sostiene che la posizione di parlamentare non solo non esula dal commettere reati ma può invece costituire un’aggravante se le accuse vengono accertate. A presiedere la votazione c’è addirittura uno dei ministri inquisiti. Vengono respinte 2 richieste ma una viene concessa.
55-Nell’estate 1979 viene sostituito il Procuratore della Repubblica a Roma. Il processo si concentra sugli imputati che non siedono in Parlamento. Alla fine sono molti i prescritti e pochi i rinvii a giudizio. Le intercettazioni furono considerate scarsamente probanti in merito alle accuse di aggiotaggio. L’aumento dei prezzi del carburante venne imputato non all’operato delle aziende ma alla scarsità di greggio sul mercato internazionale.
56-Ci furono solo un paio di condanne, poi sospese. I tempi lunghi del processo (9 anni) e 2 amnistie hanno prodotto questo risultato. Assoluzioni per falso in bilancio perché il fatto non sussiste; lo stesso per i reati di corruzione e peculato. Nel 1985, in appello, anche i 2 condannati in 1° grado vengono assolti. Nel 1986 il tribunale di Siracusa, competente per alcuni reati inerenti alla vicenda, emette alcune condanne, poi annullate ai successivi gradi di giudizio nel 1988 e nel 1990. Garrone addirittura si candidò alle elezioni del 1992, negando ogni coinvolgimento nelle tangenti. Al solito, i potenti non sono stati toccati dalla giustizia.
57- Nel 1974 venne promulgata una nuova legge sul finanziamento ai partiti, che prevedeva una maggiore trasparenza gestionale. Si rifiutò l’idea, dettata tempo prima da don L. Sturzo, di conferire personalità giuridica ai partiti (poiché avrebbe conferito loro maggiori responsabilità di fronte alla Legge) ma anche la soluzione di addebitarne le spese alle Camere (troppi oneri procedurali); in realtà essa comportò maggiori introiti ai soggetti interessati. Neppure le successive leggi del 1981 e 1982 regolarizzarono i partiti sotto il profilo giuridico; alcuni politici in seguito cambiarono posizione ma ugualmente non si fece nulla. Passi in avanti si fanno con altre leggi nel 1993 e 1995 ma ancora non basta. Nel 1996 viene ripresa un’altra proposta del 1993 che mirava a depenalizzare il reato di finanziamento illecito ai partiti, che però si blocca e nel 1999 viene bocciata. Nel frattempo (1997) si affida la verifica dei bilanci ad un’apposita commissione bicamerale. Nel 2002 un passo avanti: la nuova legge prevederebbe scritture contabili (di fatto, un riconoscimento giuridico) sottoposte però ad apposita commissione parlamentare e con sanzioni solo pecuniarie; anche questo progetto verrà abbandonato.
58- Chiuse le indagini (1974) la politica prese contromisure. Fu smantellato il nucleo genovese di polizia tributaria. Fu limitata progressivamente la facoltà operativa dei pretori, fino a farli scomparire dall’ordinamento giuridico. In seguito, l’inchiesta Mani Pulite provocherà tali danni al sistema da provocare, da parte dello stesso, reazioni massive. Si cercherà di delegittimare i giudici, anche con l’insulto, oltre a limitarne sempre più l’operatività, in particolar modo depenalizzando il falso in bilancio, misura essenziale per garantire uno status di illegalità ed impunità.
1. e)Il prof. Rossi finisce di riassumere il libro. Gli studenti hanno l’amara impressione che le cose peggiorino, specie dopo Tangentopoli. Il docente risponde che la magistratura può solo mostrare ma non curare i mali della società: a questo dovrebbe pensare la politica, la quale riflette però la mentalità di una popolazione: ed è proprio la mentalità a dover cambiare se si vogliono migliorare le cose. La cultura è un punto di partenza, serve poi che il cittadino si attivi per esercitare il suo potere di sorveglianza sulle istituzioni, in primis col voto.
59-La vicenda rivelò il caos imperante nelle nostre istituzioni. Il PSI nel 1986 redasse un documento interno nel quale si auspicava una rigenerazione da dentro… ma ciò non avvenne. Il pericolo per la democrazia viene più che altro dalla pressione esercitata sulla stessa dal sistema economico: è lì, sulle lobbies, che bisogna vigilare.
60-Ultimo garante della legalità, Sandro Pertini. In un’intervista auspica che l’inchiesta proceda col massimo rigore anche in Parlamento; difende i magistrati e rifiuta i compromessi: predica e pratica sobrietà. I giudici possono fare ben poco se non vige la cultura della legalità.
Riassunto a Cura di Loris Donazzon, che ringrazio sentitamente.
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L'l'installazione di un nuovo traliccio di 31 mt. per il posizionamento dei ripetitori per la telefonia mobile Vodafone è il tema caldo che continua a far discutere nel comune di Cison di Valmarino e precisamente a Tovena su un terreno privato lungo via del Molino.
Dopo che sono state raccolte oltre 500 firme per fermare l'installazione delle antenne, dopo che il sindaco Cristina Pin ha risposto ad interrogazioni urgenti riguardo le antenne solo proponendo di parlarne in una serata pubblica, finalmente il 2 Dicembre ha avuto luogo l'incontro pubblico.
Il Movimento 5 Stelle continua a monitorare la vicenda sempre più contorta ed ha seguito un dibattito molto acceso tra il pubblico e l'amministrazione intervallate dalle relazioni di medici, tecnici ed avvocati.
Cristina Pin ha chiarito che "... l'antenna non la vogliamo" precisando che se ci sono alternative o soluzioni l'amministrazione è ben disposta a valutare.
Ha anche informato che dopo il suo incontro con Vodafone ha tempo una settimana per trovare siti alternativi.
Il comitato "No Antenna" precisa che ha già dei siti alternativi ed avrebbe bisogno di più tempo per fare uno studio di fattibilità.
Francesco Vettori, avvocato di un'abitante di Tovena, ha chiarito che "... l'amministrazione, se applicasse la legge urbanistica del Veneto avrebbe la facoltà di dotarsi di uno strumento volta alla localizzazione dei luoghi ed al possibile spostamento delle antenne esistenti ..." ha anche aggiunto in maniera forte che, nonostante la legittimità dell'autorizzazione, vi sono plurimi aspetti di illegittimità per le inesattezze, i vizi sostanziali e le insufficienze del progetto che azzerano l'autorizzazione per l'antenna, non essendoci diritto acquisito e che quindi basterebbe da parte del sindaco Cristina Pin un avvio di procedimento per la revoca del permesso all'installazione dell'antenna.
Il sindaco stranamente non accetta questi strumenti di tutela proposti dall'avvocato e chiude la serata verificando se è possibile attuare il piano antenne ed aspettando entro un giorno i siti alternativi da presentare a Vodafone.
A margine della serata è sembrato particolarmente singolare che un sindaco abbia dato indicazione a semplici cittadini su dove trovare i siti alternativi e non lo verifichi l'amministrazione stessa.
Sembra anche alquanto singolare che il sindaco Cristina Pin abbia espresso la netta volontà di non procedere come suggerito dall'avvocato Francesco Vettori con l'avvio di un procedimento per la revoca del permesso all'installazione dell'antenna, strada valutata dalla stessa Pin.
Il Movimento 5 Stelle sta acquisendo i documenti della vicenda per capire, valutare meglio ed informare visto che quello che è mancato in tutta questa storia è stata la poca trasparenza poca informazione e poca partecipazione.
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Quattro amministrazioni comunali della Valbelluna, capitanate dal Comune di Limana, si sono attivate per trovare insieme una soluzione sostenibile alla colonizzazione dei loro territori da parte dei viticoltori della nostra zona che, esauriti i territori coltivabili nella pedemontana trevigiana, stanno trovando interessante acquistare nuovi terreni in Valbelluna in cui piantumare nuovi vigneti.
Per studiare meglio questo fenomeno, hanno organizzato un ciclo di incontri denominata "Terra, salute e cibo" con relatori di alto profilo, che nelle prime due serate hanno affrontato i possibili effetti di un accordo di scambio commerciale fra Europa e Stati Uniti, ed il deficit normativo che ne risulterebbe, ed il tema dell'agricoltura biologica, con l'agroecologo Luca Conti che ha spiegato come sia possibile utilizzare insetti utili, batteri e tecniche agronomiche, unitamente alla fertilizzazione del terreno, per arrivare ad un'agricoltura che produca cibo sano senza provocare danni irreparabili alla salute dei coltivatori, popolazione e ambiente.
Nell'incontro di martedi, alle 20.30 presso il municipio di Limana, saranno trattati il tema delle opportunità per il territorio agricolo della Valbelluna, mentre l'oncologa Patrizia Gentilini spiegherà quali siano le implicazioni dell'uso di fitofarmaci nella monocoltura del prosecco sulla salute degli agricoltori ed abitanti.
Nei prossimi mesi sarà deliberato un regolamento che stabilirà specifiche norme di coltivazione nei territori dei quattro comuni e benefici per coloro che utilizzeranno tecniche colturali esclusivamente biologiche al fine di assicurare la massima qualità ai prodotti locali senza ricadute sanitarie, e quindi economiche, sulla società.
Ma gli amministratori dei nostri territori, coltivati da 30 anni esclusivamente a prosecco, cosa aspettano a dare un chiaro messaggio di tutela della salute pubblica, favorendo anche qui l'impiego dall'agricoltura biologica per ottenere finalmente un'agricoltura sana e di qualità?
Links:
Registrazione audio/mp3 dell'incontro del 31/01/2015, in cui il relatore Luca Conte spiega cos'è l'agricoltura biologica
Registrazione video/mp4 dell'incontro del 03/02/2015 con Mauro Zanini (Terra Bellunese) e Patrizia Gentilini (ISDE, Medici per l'Ambiente)
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